Imprenditoria in Rosa
Intervista a Daniela Monferdini
La cura del capello per il benessere della persona
Centoventidue volontari, mille e trecentottanta spese e una comunità che si ritrova più forte.
Sono stati i primi a partire, forse fra i primi in Italia. I volontari di Fidenza si sono attivati subito, non appena il lock down ci ha chiuso in casa, grazie all’intraprendenza del gruppo scout con il progetto “Aiutano gli altri”. Da qui la contaminazione è stata rapidissima, il Comune ha dato gambe all’idea, prendendosi in carico la raccolta dei bisogni delle persone e mettendo a disposizione le sue risorse; Forum Solidarietà, ora CSV Emilia, ha aiutato a raccogliere la disponibilità di altri cittadini, fino arrivare a 122 volontari.
Un lavoro di squadra dei 30 ristoranti e di realtà come Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat per un grande risultato.
Una tavolata lunga due mesi e 4500 pasti caldi consegnati nei reparti Covid dell’Ospedale Maggiore: numeri che racchiudono il grande lavoro di squadra espresso da Parma UNESCO Creative City of Gastronomy e dai 30 ristoratori riuniti sotto le insegne di Parma Quality Restaurants guidati dallo chef Andrea Nizzi. Era la metà di marzo quando gli chef parmigiani hanno deciso di mettere la loro esperienza e il loro talento in cucina al servizio del personale impegnato nella battaglia quotidiana contro il Coronavirus.
Un appello raccolto dal Comune di Parma, da Parma Alimentare e dall’associazione “Parma, io ci sto!” che hanno subito attivato un canale con la direzione dell’Azienda ospedaliero-universitaria. E da quel giorno sono usciti dalle loro cucine vassoi di pietanze che hanno raggiunto, a rotazione, tutti i reparti destinati all'assistenza dei malati affetti da Coronavirus. Dalle malattie infettive, alle rianimazioni, al pronto soccorso per poi raggiungere tutti i reparti del padiglione Barbieri e arrivare alla Torre delle Medicine dove hanno concluso il loro ultimo servizio proprio nei giorni in cui quei reparti stanno tornando a svolgere le funzioni assistenziali originarie.
“Con il nostro piccolo gesto – ha dichiarato Andrea Nizzi, presidente di Parma Quality Restaurants – abbiamo voluto sostenere chi era in prima linea nella lotta di un nemico tanto invisibile quanto pericoloso. Ora iniziamo a riaprire i nostri ristoranti sperando che il cibo torni ad essere quello che era, un piacere di stare insieme con gioia”.
Con loro alcune aziende alimentari parmensi come Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat, che hanno consegnato, sempre in quei giorni, forniture di frutta e verdura, pasta, snack dolci e salati, succhi di frutta e prosciutto crudo a basso contenuto di sodio pre-affettato.
Una gara di solidarietà che ha più volte commosso il personale in servizio oggetto di tante deliziose attenzioni.
“Vorrei ringraziare personalmente tutti coloro che si sono presi cura del personale del Maggiore in un momento di grande difficoltà e tensione – ha affermato Massimo Fabi commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-universitaria – e in particolare tutti gli chef che ci hanno servito migliaia di pranzi dimostrando ancora una volta che quando Parma fa squadra ottiene grandi risultati. Permettetemi infine, in questa seconda fase, di rinnovare l’appello ad usare comportamenti corretti. Mascherina, distanziamento sociale e lavaggio delle mani. Essenziali per ripartire con il piede giusto”.
I City Angels hanno ripreso la loro attività di assistenza volontaria. Ieri sera, una decina di volontari con le "giubbe rosse" e il tradizionale "basco blu" hanno ripreso il loro servizio di assistenza agli emarginati.
Parma 22 aprile 2020 - Una decina di volontari erano ieri sera nel piazzale di fronte alla stazione ferroviaria, allestito con le caratteristiche necessarie per la pandemia, per distribuire 60 pasti (panini, frutta, verdura, dolci ecc...) frutto delle donazioni di vari negozi cittadini.
Il martedi diventerà quindi un appuntamento fisso settimanale con i volontari "City Angels".
(Foto di Francesca Bocchia)
Sono stati vari gli interventi sul territorio di Gazzola per affrontare l’emergenza in corso.
Dalla consegna di alimenti e medicinali a persone anziane in difficoltà, alla distribuzione a domicilio di mascherine protettive. Sono questi alcuni dei compiti che, da oltre due mesi, dieci cittadini di Gazzola (PC) stanno svolgendo a favore della propria comunità. Un agguerrito gruppo di volontari che, da inizio marzo, ha prontamente risposto all’appello lanciato dal sindaco Simone Maserati.
I piccoli comuni della nostra provincia pur non essendo dotati di vere e proprie strutture di protezione civile hanno comunque trovato soluzioni alternative ma ugualmente efficaci per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
A Gazzola è stato istituito il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), uno strumento previsto dalla direttiva del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale utile per "adottare ogni misura di contenimento e gestione adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica". Ne fanno parte lo stesso sindaco Maserati ed il consigliere con delega alla sicurezza Guido Dotti che coordinano gli operatori e gli uffici comunali.
Su una popolazione di duemila abitanti (che diventano 4 mila conteggiando le abitazioni estive), con l’aiuto del gruppo di volontari, sono già state effettuate quattro distribuzioni di mascherine alla popolazione. Ogni volta, a ciascun nucleo famigliare, è stata consegnata, porta a porta, una busta contenente due maschere per un totale di 8 mila pezzi. Nei prossimi giorni dovrebbe avvenire una quinta distribuzione così da garantire a tutti gli abitanti una certa autonomia sia in questo periodo di quarantena sia nei primi giorni della fase due. Successivamente altre mascherine saranno lasciate a disposizione della popolazione presso la farmacia ed i negozi del territorio.
Una parte consistente delle mascherine è stata messa a disposizione dalla protezione Civile Regionale. Il Comune di Gazzola ha poi provveduto all’acquisto di ulteriori 4.000 pezzi, per integrare le forniture regionali (gratuite) e dare una risposta immediata alle necessità degli abitanti.
Allo stesso modo e sempre in ottica preventiva sono state effettuate due sanificazioni delle strade e dei marciapiedi dell’intero territorio comunale.
Il primo intervento ha visto il coinvolgimento di alcuni agricoltori del comune. Sia gli associati di Confagricoltura sia quelli di Coldiretti avevano dato la propria disponibilità ad intervenire, su richiesta dei primi cittadini della provincia, con trattori ed atomizzatori per la disinfezione delle aree urbane. L’amministrazione di Gazzola ha dunque pianificato un intervento, effettuato dai propri agricoltori, a cui è seguita una seconda sanificazione eseguita invece con mezzi di Iren.
La gestione dell’emergenza Covid ha anche visto la rapida distribuzione dei buoni alimentari per aiutare i nuclei famigliari in maggiore difficoltà. In tempi record il comune è riuscito ad assegnare gli 11 mila euro, provenienti dal Governo, per le famiglie bisognose. Sono stati predisposti buoni da 25 euro spendibili nei negozi convenzionati del paese. Ogni famiglia ha ricevuto fra i 150 ed i 300 euro in corrispondenti buoni.
Per far fronte alle spese derivanti dall’emergenza sanitaria la Giunta Comunale di Gazzola, attraverso una apposita delibera, ha deciso un primo stanziamento di 10 mila euro, ed è pronta a rendere disponibili ulteriori fondi qualora ve ne fosse l’esigenza.
Intano i volontari si sono occupati di fronteggiare anche situazioni “straordinarie” come il recupero di concittadini rimasti bloccati in altre zone d’Italia ed impossibilitate a rientrare autonomamente a casa o il recapito di medicine a cittadini residenti ma ricoverati presso strutture protette della provincia.
Con la progressiva ripartenza delle attività, prevista fra fine mese ed i primi di maggio, non è escluso che alcuni degli attuali volontari debbano riprendere la propria attività lavorativa ed abbiano meno tempo a disposizione da regalare alla comunità. Ci sono altri volontari pronti ad aiutare, perché, nonostante i momenti difficili e la paura del virus, la solidarietà a Gazzola vince sempre.
Le storie positive direttamente dai racconti dei volontari. Da un mese, tutti i giorni presente, Matteo Csermely è in organico al SEIRS Croce Gialla e non ha intenzione di smettere, nemmeno a fine emergenza.
Di LGC e Francesca Bocchia Parma 15 aprile 2020 - "E' un mese che vengo qui al SEIRS Croce Gialla. Il tutto è nato, ci dichiara Matteo Csermely, vedendo il mio amico Maxime Mbandà che rientrava a casa con la divisa della croce civile e gli ho chiesto come fosse entrato nell'associazione. Vista l'emergenza del Covid, mi disse, c'era "necessità di reperire volontari" e quindi mi sono fatto avanti per poter dare il mio contributo, posto che la mia attività di libero professionista in quel momento si era molto rallentata avendo trasferito la maggior parte della operatività in smart working. Ho quindi concentrato la maggior parte dei contatti (telefonici e mail) nella mattinata e poi dall'ora di pranzo , a partire da domenica 15 marzo, sono qui e oggi è giusto un mese che sono presente tutti i giorni, sabato e domenica, Pasqua e Pasquetta."
La soddisfazione di una scelta così responsabile traspare in ogni parola di Matteo al quale non sembra assolutamente pesare l'aggravio di impegni che si è assunto così coraggiosamente.
"Ho trovato innanzitutto una grande famiglia, continua il volontario, che mi ha accolto e formato in modo molto rapido e intensivo. Infatti non avevo mai avuto esperienze di tipo sanitario, salvo nella mia attività di skipper che mi ero formato per fronteggiare delle emergenze in equipaggio. Invece qui, tra prove pratiche e formazione online hanno cercato di mettermi al passo degli altri volontari più esperti nel tempo più breve possibile. Avevo iniziati i primi giorni con la consegna dei pasti e dei farmaci poi, vista la necessità, sono stato messo al servizio covid per i trasferimenti dei pazienti. E' stato un mese molto intenso, sia per le relazioni interpersonali che si instaurano, sia dal punto di vista delle esperienze molto toccanti che ho vissuto insieme ai colleghi. La cosa bella sarà di tornare alla normalità ma rimanere all'interno di questa associazione per fare ancora qualcosa di buono, con il tempo che avrò a disposizione".
In conclusione che dire: Grazie a Matteo in nome e per conto di tutti i volontari che, insieme a medici, infermieri e OSS, sono stati il fronte di difesa per noi che eravamo, molto più comodamente, a casa.
“In una crisi internazionale, l'intervento top-down del governo è il "Piano A” e la mobilitazione delle imprese è il "Piano B”: entrambi sono partiti, ma potrebbero non essere sufficienti per rispondere a una sfida esponenziale come quella del Coronavirus. Dopodiché c’è il "Piano C": gruppi di produttori indipendenti, imprenditori e innovatori che si stanno organizzando online per fornire soluzioni alternative” - Dale Dougherty, Fondatore di Maker Faire
Anche Parma ha il suo “Piano C”. “Makers4Parma” dà il nome alla rete auto-organizzata formata da cittadini, professionisti, artigiani digitali (makers, appunto) e aziende di Parma e Provincia attivatasi online e in meno di 24h per rispondere alla richiesta del Reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Parma, diretto dalla Dott.ssa Rossi e la Prof.ssa Bignami con la fondamentale intermediazione dell’anestesista Dott. Luciano Bortone.
Una semplice chat di whatsapp che in poche ore ha riunito più di 40 persone che hanno subito messo a disposizione i loro attrezzi del mestiere: filamento di PLA, la loro stampante 3D e la loro passione.
Il risultato del primo round di stampa sono state novantacinque valvole “Charlotte”, prodotte in sole 48h (dal 25 marzo al 27 marzo), veri e propri adattatori progettati per trasformare le maschere full face da snorkeling della Decathlon in Cpap, dispositivi di ventilazione meccanica a pressione continua, in grado di aiutare i pazienti affetti da polmonite a respirare meglio, alleggerendo le terapie intensive.
La rete dei “makers” è stata coordinata dal team di 3DPR (che ha adattato il file di stampa messo a disposizione in opensource dagli inventori di Isinnova) e dal FabLab Parma, che grazie al supporto del Comune di Parma ha funzionato da punto di raccolta dei materiali e snodo logistico. Le valvole, una volta stampate, sono state ritirate presso le abitazioni dai volontari della Protezione Civile di Langhirano, che ha provveduto anche al reperimento delle maschere da snorkeling da donatori privati e alla consegna finale del raccolto al Reparto Rianimazione il 28 marzo scorso.
I respiratori autoprodotti (formati appunto dalle valvole-raccordo inserite nella maschera da snorkeling) sono attualmente in fase di test su due pazienti presso il Padiglione Barbieri.
Nel frattempo, l’esercito del do it yourself non si è ancora fermato. L’emergenza si è spostata sulla tutela e la protezione del personale sanitario, soprattutto quello volontario, quotidianamente a contatto con persone potenzialmente contagiate dal coronavirus.
Venerdì 3 aprile è partito quindi un secondo round di produzione di “face shield”, visiere protettive composte da un archetto di sostegno stampato in 3D agganciato a una pellicola in materiale plastico trasparente destinate ai volontari dell’Assistenza Pubblica e i lavoratori delle Residenze per Anziani. Il file di stampa è stato adattato da quello elaborato dal team svedese 3dVerkstan.
Una prima parte delle visiere, composte da 290 archetti e altrettante pellicole protettive, appositamente prodotti da due aziende del territorio, consegnati dalla Protezione Civile di Langhirano all’Assistenza Pubblica di Collecchio venerdì 10 aprile.
Altrettante saranno stampate e assemblate nella prossima settimana, per essere destinate alle Assistenze Pubbliche della Provincia.
Una vera e propria operazione di “intelligenza collettiva” per la comunità, che merita di essere citata con il proprio nome. Anzi, i propri nomi. In ordine alfabetico si ringrazia:
3DPR, Amenta Andrea, Artiglio Italia, Assitek Srl, Baroncini Paolo, Bellingeri Michele, Benassi Diego, Bigliardi Giulio, Boraschi Marika, Bortone “Doc” Luciano, Campari Enrico, Casalini Michele, Ceccherini Veronica, Cerve Spa, C.F.E. Fustelle, Comune di Parma, Costa Dave, Csplast srl, D’Ovidio Luigi, e-FEM srl, Engage It Services, Flytech Srl, Fochi Andrea, Gruppo Scuola Coop. Soc, Jullen Marco, Leccabue Fabio, Leonardi Davide, Maccarini Michael, MaCh3D srl, MATE srl, MFLabs, On/Off APS, POWERGRID srl, Protezione Civile di Langhirano, Rimondi Cristiano, Tecnoform srl, Violi Marco.
Sono quaranta i volontari coordinati dagli operatori di APS, che dall’11 marzo hanno dato una risposta efficace alle necessità di 255 famiglie in condizioni di fragilità.
Dallo scorso 11 marzo al 10 aprile, sono state 545 le consegne a domicilio di generi alimentari (317) e farmaci (228), effettuate dai quaranta volontari che si sono resi disponibili nei cinque comuni dell’Unione Pedemontana Parmense per aiutare le persone anziane, disabili o in isolamento, che non possono contare sull’aiuto di una rete familiare per reperire i beni di prima necessità.
Un servizio prezioso e molto apprezzato, organizzato quotidianamente dalle operatrici del Taxi sociale e degli Sportelli di Azienda Pedemontana Sociale presenti a Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Sala Baganza e Traversetolo, che quotidianamente raccolgono telefonicamente le necessità delle persone in condizioni di fragilità e preparano le consegne, effettuate rigorosamente osservando le norme igienico-sanitarie che prevedono l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti e mascherine) e il mantenimento delle distanze di sicurezza.
Complessivamente, il servizio è stato in grado di dare una risposta efficace ed efficiente a 189 famiglie per la consegna di generi alimentari (di cui 65 a Collecchio, 29 a Felino, 22 a Montechiarugolo, 17 a Sala Baganza e 56 a Traversetolo) e a 174 famiglie per la consegna dei farmaci (99 a Collecchio, 38 a Felino, 8 a Montechiarugolo, 36 a Sala Baganza e 47 a Traversetolo).
Il servizio per la consegna di generi alimentari e farmaci a domicilio è riservato esclusivamente alle persone dai 65 anni in su o con disabilità certificata, oppure in isolamento, che non abbiano la possibilità di farsi consegnare farmaci o spesa dai familiari, perché residenti in altro Comune oppure perché a loro volta in quarantena o appartenenti a categorie a rischio.
Per poter richiedere la spesa a domicilio, occorre telefonare i numeri 0521 307111, 0521 307117 e 0521 307121, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13.
Francesca Bocchia ha seguito Alexa, 22 anni, che insieme a altri 39 giovanissimi ha avviato un servizio di consegna della spesa e di farmaci destinato a persone anziane, durante una su missione quotidiana.
Dal supermercato di via Giovenale a casa è un metodo per mettersi al servizio della comunità. E se a svolgere il servizio sono dei giovanissimi, il cerchio delle stagioni della vita si chiude in armonia. I primi 40 hanno preso servizio ma sono ben 500 quelli che hanno dato la disponibilità di una manciata d'ore per sostenere il servizio domiciliare.
Andrà tutto bene, i volontari per la comunità: dalla scorsa settimana portano la spesa a chi non può uscire di casa. Grazie all’impegno di Parma welFARE
Sono operativi i primi quaranta volontari a servizio della comunità: porteranno la spesa, le ricette mediche e uno sguardo amico rigorosamente a distanza di sicurezza, alle persone che non possono uscire di casa.
I volontari sono soprattutto giovani, giovanissimi, che non hanno esitato un attimo a mettersi a disposizione dell’emergenza.
Stamattina (17 marzo ndr), nel cortile del Corpus Domini, dove ha sede Forum Solidarietà, oggi CSV Emilia, sono stati distribuiti loro tutti i materiali utili per muoversi in sicurezza. Un kit composto da gel, mascherina, guanti, badge e una divisa gialla che permetterà di riconoscerli. Coordinati dai Punti di Comunità, a ciascuno verrà assegnata una persona da seguire che abiti nello stesso quartiere, così da limitare gli spostamenti.
I volontari di oggi sono i primi a partire, ma l’elenco delle persone disponibili conta cinquecento nominativi: uomini e donne che si sono candidate in una manciata di ore, grazie a un passa parola che ha dimostrato quanto la voglia di darsi da fare sia contagiosa.
E’ una squadra affiatata quella che sta correndo contro il tempo per non lasciare nessuno da solo: insieme a Parma welFARE, che tiene insieme Comune di Parma, Azienda USL, Azienda Ospedaliero Universitaria, CSV Emilia – Forum Solidarietà, Consorzio Solidarietà Sociale, Cisl e Uil e Fondazione Cariparma, ci sono Croce Rossa Italiana, Assistenza Pubblica, Seirs Croce Gialla, Emporio e Intercral.
Un grazie speciale a Chiesi Farmaceutici, Daviness ed Erreà che hanno contribuito a rendere possibile questa meravigliosa impresa.
Volontari mobilitati in tutti i campi sociali. Dal soccorso alla consegna dei farmaci, dall'assistenza alla persona, alla consegna dei generi alimentari per l'Emporio Solidale.
L'emergenza Covid-19 sta mettendo sotto stress ogni comparto della società moderna, ma il sistema di solidarietà e del volontariato, stanno attenuando notevolmente i danni e i rischi, assumendosene essi stessi in prima persona.
Nella gallery di Francesca Bocchia le operazioni di smistamento delle consegne dell'Emporio organizzate dall'associazione SEIRS. Grazie e Buon Lavoro.