E-commerce e truffe online: sequestrato il sito marashopping.it dalla Polizia Postale su ordinanza del G.i.p. del Tribunale di Trieste. Migliaia di utenti truffati per oltre 1 milione e mezzo di euro. Le indagini partite dalle segnalazioni di siti come sottocosto.online.it, offertazero.it che esibivano prodotti a prezzi vantaggiosissimi salvo poi non consegnare la merce. Lo "Sportello dei Diritti": acquistare solo su piattaforme sicure e non credere a ribassi e sottocosti esagerati
Nei giorni scorsi la Polizia Postale tramite il suo sito ufficiale e la Pagina Facebook "Commissariato di PS Online – Italia" ha diffuso un'importante comunicato che lo "Sportello dei Diritti", ritiene utile rilanciare, per informare tutti coloro che possono essere caduti nella rete di alcuni siti di e-commerce che promuovevano la vendita di prodotti a prezzi stracciati e che poi si sono rivelati degli specchietti per le allodole per la miriade di utenti che non hanno ricevuto un bel nulla dei beni ordinati. Si tratta di una operazione di polizia postale che merita la più ampia diffusione per meglio informare tutti coloro che hanno subìto la truffa, ma anche la platea di migliaia e migliaia di utenti che continua a cascare in "vetrine online" analoghe che si diffondono come funghi in rete.
Di seguito il comunicato della Polizia Postale: "Complesse ed articolate indagini condotte dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Friuli Venezia Giulia con il coordinamento della Procura Distrettuale di Trieste, hanno condotto all'emissione da parte del GIP di Trieste di un provvedimento di sequestro preventivo ai sensi dell'art. 321 c.p.p. del sito www.marashopping.it, per il reato di truffa nei confronti di numerosi cittadini. Le indagini sono state avviate nello scorso mese ottobre quando una associazione per la tutela del mercato dell'elettronica ha segnalato alla Polizia Postale il sito www.sottocosto.online , che offrendo merci varie – dai buoni benzina all'elettronica consumer - a prezzi estremamente vantaggiosi, attraeva ignari compratori, che dopo aver pagato non ricevevano la merce acquistata. Il sito www.sottocosto.online , irraggiungibile dal successivo mese di dicembre, è in seguito ricomparso sulla rete con denominazioni diverse: dapprima offerteazero.it, anch'esso irraggiungibile da gennaio di quest'anno, ed infine marashopping.it, che tuttora reclamizza la propria attività attraverso spot pubblicitari trasmessi anche sulle principali emittenti nazionali TV e radio. Il provvedimento di sequestro preventivo ha consentito di interrompere l'attività criminosa ed impedire che altri incauti cittadini potessero cadere nella trappola truffaldina i cui proventi, da una prima stima, potrebbe aggirarsi in oltre un milione e mezzo di Euro".
Non possiamo non plaudere alle indagini e al provvedimento in questione che, quantomeno, servirà a salvaguardare per il futuro tanti che sarebbero potuti cadere nella trappola, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", associazione che da anni combatte le frodi online ed informa costantemente gli utenti dei rischi che si possono correre in rete. Non smetteremo mai, infatti, di invitare tutti coloro che si connettono su internet e che ne utilizzano le infinite potenzialità, ad acquistare solo su piattaforme sicure e a non credere a ribassi e sottocosti esagerati, perché nessuno regala niente per niente.
(13 aprile 2019)
Arriva una nuova truffa virale: prelievi non autorizzati e uscite anomale dal proprio conto corrente mediante R.I.D. di pochi euro. Lo "Sportello dei Diritti": controllare frequentemente la lista movimenti del proprio conto corrente. L'allerta anche sul sito della Polizia Postale e la pagina Facebook "Commissariato di PS On Line"
Una truffa che sta assumendo contorni preoccupanti è stata segnalata con un post sulla pagina Facebook "Commissariato di PS On Line – Italia" che rimanda al suo sito istituzionale. E per lo "Sportello dei Diritti", da anni impegnato anche nella tutela dei cittadini dalla miriadi di nuove frodi che si registrano con sempre maggior frequenza, è opportuno rilanciare questo vero e proprio allarme determinato dalle modalità di questo tipo di truffa che potrebbe passare quasi inosservato se non prestiamo la dovuta attenzione ai nostri conti correnti.
«Negli ultimi giorni – comincia così il testo dell'allerta - stanno giungendo numerose segnalazioni relative ad una 'nuova' truffa che sta colpendo ignari titolari di conti correnti mediante disposizioni SEPA, ovvero un addebito a seguito di una domiciliazione bancaria con R.I.D., apparentemente richiesta dal titolare del conto medesimo, ma in realtà autorizzata con dati personali carpiti con metodi truffaldini.Il R.I.D. (richiesta di addebito diretto) è lo strumento più comodo per i pagamenti da effettuarsi periodicamente a fronte della prestazione dei servizi più comuni (ad es. bollette del gas, dell'acqua, dell'utenza telefonica ecc..).L'importo addebitato fraudolentemente senza l'autorizzazione dell'utente è esiguo, e potrebbe sfuggire ad un occhio non attento. Si tratta infatti di una somma in uscita dal c/c pari a 19,90 Euro.Gli esperti della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Compartimento di Venezia consigliano, per evitare di incorrere in questo tipo di frode, di controllare frequentemente la lista movimenti del proprio conto corrente, operazione adesso molto più agevole grazie anche ai servizi di home banking, e, in caso di anomalie, di avvisare immediatamente il proprio istituto di credito dell'accaduto, richiedendo il richiamo della somma illecitamente sottratta e la revoca del R.I.D.».
Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ancora una volta il modo migliore per difendersi, è quello di prevenire e non abbassare mai la soglia della propria attenzione sui movimenti del nostro conto corrente. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.
(16 febbraio 2019)
"Occhio il pacco è dietro l'angolo". A lanciare l'allarme la Polizia Postale per migliaia di tentativi di truffa online per la falsa consegna di pacchi: anche DHL nel mirino degli hacker e truffatori telematici. Lo "Sportello dei Diritti": non cliccate nè rispondete mai a questi messaggi
Non si ferma l'offensiva di hacker e truffatori telematici nei confronti della platea di milioni di utenti che hanno dispositivi connessi. Che sia uno smartphone, un pc o un tablet, nessun apparato che utilizzi la rete - come andiamo ripetendo da tempo noi dello "Sportello dei Diritti" - è immune dai tentativi di frode da parte di malintenzionati che utilizzano una miriade di stratagemmi per cercare di accedere abusivamente ai nostri dispositivi, spillarci denaro o appropriarsi fraudolentemente dei nostri dati, anche bancari. A ricordarcelo anche la Polizia Postale tramite un post sulla pagina Facebook "Commissariato di PS On Line – Italia" che ha pubblicato gli screenshot di uno dei tipici messaggi che possono pervenire sui nostri account e che per impostazione grafica, utilizzo di loghi e contenuto possono farci cadere nella trappola. Come quello che simula una comunicazione del corriere DHL.
"Occhio il pacco è dietro l'angolo", ricorda la Polizia Postale: nulla di più appropriato per far capire che dietro a un "pacco" c'è certamente una frode. Ciò, peraltro, diventa ancora più forviante quando lo riceviamo in concomitanza dell'attesa per un ordine effettuato. Se abbiamo dei dubbi sulla genuinità del messaggio contattiamo telefonicamente il corriere e accertiamoci della reale situazione. Ancora una volta, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", il modo migliore per difendersi è quello di non rispondere mai a questi messaggi e quindi di non cliccare sui link indicati. Il problema però è sempre lo stesso: molti utenti della rete continuano a cascarci perché troppo spesso non si riflette e si agisce d'istinto dando seguito alla convinzione che sia proprio il pacco che stiamo tanto aspettando.
Bisogna, quindi, solo prestare più attenzione e accertarsi sempre della provenienza del messaggio anche perché gli spedizionieri non utilizzano mai questo tipo di procedure. Nel caso siate comunque incappati in frodi analoghe potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.
(04 novembre 2018)
Personale del Commissariato di P.S. di Carpi ha denunciato in stato di libertà un cittadino peruviano, di 21 anni, residente in provincia di Bergamo, responsabile del reato di truffa.
Una donna nel mese di luglio aveva postato su un noto social network l'interesse per l'acquisto di tre biglietti per il concerto degli U2, che si sarebbe tenuto presso il forum d'Assago a metà ottobre.
Contattata da un soggetto sedicente che le avrebbe venduto tre biglietti per un corrispettivo di 100,00 euro cadauno, è stata invitata ad acquistare un buono del valore di 300,00 euro su un sito di e-commerce.
Una volta effettuato il versamento, pur ricevendo una mail con il codice seriale comprovante l'acquisto, non è più riuscita a mettersi in contatto con il venditore.
Dopo accurate indagini, gli uomini del Commissariato sono riusciti a risalire all'identità del truffatore e a deferirlo all'Autorità Giudiziaria.
Postepay bloccata dalla Polizia Postale: il messaggio ci mette in allarme ma è una truffa. L'allerta della Polizia Postale. Lo "Sportello dei Diritti": non cliccate né rispondete a questi messaggi. Può costarvi caro.
Continua l'offensiva di mezz'estate di hacker e truffatori telematici sui nostri conti e carte prepagate o di credito. Come abbiamo già denunciato noi dello "Sportello dei Diritti" non si contano più le segnalazioni di tentativi di frode che vedono soprattutto i titolari di conti Bancoposta e Postepay di Poste Italiane nel mirino anche se non sono immuni pure coloro che sono utenti di altre banche. Basta cascare nelle indicazioni di un semplice messaggio, et voilà, il conto è prosciugato o ci si trova qualche addebito abusivo sulla Postepay. Molto arguto è il tentativo che è stato segnalato dalla Polizia Postale riportato sulla sua pagina Facebook "Commissariato di PS On Line – Italia" , in un post con tanto di screenshot che vede, suo malgrado coinvolta proprio la Polizia Postale: «La tua carta è stata BLOCCATA su richiesta della POLIZIA POSTALE».
Nulla di più falso: come dice la forza di pubblica sicurezza: «Una nostra utente ci ha inviato questo screenshot in cui siamo menzionati. Si cerca di dare una parvenza istituzionale a quello che è soltanto un tentativo di truffa». Ancora una volta, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", non ci resta che invitare tutti gli utenti a prestare attenzione perché l'insidia è dietro l'angolo e per evitare di vederci svuotati conti correnti o prosciugati i plafond delle nostre carte di credito vale la pena ricordare che gli istituti bancari o Poste Italiane non utilizzano mai questo tipo di messaggi, a maggior ragione via posta elettronica o sms, per comunicare il blocco del conto corrente o per chiedere i dati dell'utente. Nel caso siate comunque incappati in una frode di questo tipo potrete rivolgersi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.
(31 agosto 2018)
Brutta sorpresa per una donna che aveva prenotato un appartamento da un privato sul sito Subito.it. Vacanze sfumate, ma la denuncia ai Carabinieri ha consentito di individuare un 52 enne campano a cui è stato bloccato il conto corrente
di Manuela Fiorini Carpi 6 agosto 2018 - Ennesima truffa ai danni di aspiranti vacanzieri che, nella speranza di risparmiare qualche euro, vanno alla ricerca di occasioni su internet. Dopo i recenti fatti di cronaca che riportano le disavventure di chi, giunto sul luogo delle vacanze, al posto dell'appartamento prenotato si è trovato un cantiere e un campo nomadi, l'ultimo in ordine di tempo vede protagonista, suo malgrado, una donna di Carpi, che aveva risposto a un annuncio pubblicato sul sito Subito.it dove veniva proposto in affitto un appartamento all'Isola d'Elba.
La carpigiana aveva versato un acconto di 250 euro ma, al suo arrivo in località Campo dell'Elba, dove sperava di trascorrere qualche giorno di vacanza, l'attendeva una brutta sorpresa: al posto dell'appartamento prenotato c'era infatti un supermercato.
Resasi conto di essere stata truffata, la donna si è quindi rivolta ai Carabinieri di Carpi, che in seguito alla denuncia sono riusciti a risalire all'autore dell'inserzione truffaldina: si tratta di un 52 enne di origine campana per il quale è scattato il blocco del conto corrente nella speranza di recuperare il denaro ricevuto dall'incauta carpigiana.
A fronte di questi episodi, come fare, allora, per tutelarsi? Il consiglio, soprattutto per chi prenota da privati sui siti di annunci, è di verificare con l'ausilio di Google Maps l'effettiva esistenza della struttura o dell'appartamento che si desidera prenotare, prima di effettuare qualsiasi pagamento. In secondo luogo, è meglio evitare di corrispondere eventuali caparre su carte ricaricabili, tipo Poste Pay, ma affidarsi a pagamenti tracciabili, come il bonifico bancario.
San Matteo della Decima, 24 luglio 2018 – Truffa online da 24.000 euro: napoletano denunciato dai Carabinieri.
I Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Persiceto hanno denunciato un quarantacinquenne napoletano per truffa ai danni di un cinquantaduenne di Alto Reno Terme con cui aveva avviato una trattativa telematica per la vendita di un'automobile usata marca Land Rover, modello Evoque, che era stata pubblicizzata in un sito internet di un'azienda che gestisce le vendite e gli acquisti tra privati.
La vittima, interessata all'acquisto del SUV, telefonava al numero di telefono che era stato inserito nell'annuncio. Durante la conversazione, il cinquantaduenne veniva informato dal presunto venditore che prima di vedere l'automobile avrebbe dovuto trasmettergli, a titolo di garanzia, 24.000 euro sotto forma di assegni circolari intestati a una certa persona.
La vittima, convinta di fare l'affare dell'anno, assecondava la richiesta recandosi velocemente in banca e facendosi rilasciare la somma tramite due titoli di credito che fotografava e trasmetteva al venditore con WhatsApp. Fino a quel momento il cinquantaduenne non aveva avuto alcun dubbio di essere stato truffato, anzi, vedendo l'immagine fotografica "Rocco Car" che il venditore aveva caricato sull'immagine del profilo di WhatsApp, era convinto di essersi affidato alla persona giusta.
I sospetti sono arrivati quando il venditore è mancato all'appuntamento e non ha più risposto ad alcuna telefonata dell'acquirente, rendendosi irreperibile. In seguito, il cinquantaduenne veniva informato dalla sua banca che era stato truffato e che gli assegni erano stati incassati a Napoli.
A quel punto, quando la vittima ha sporto denuncia, i Carabinieri della Stazione di San Giovanni in Persiceto si sono messi al lavoro, passando al setaccio tutti i passaggi della compravendita, studiata a tavolino da un truffatore incensurato ma esperto, il quarantacinquenne napoletano che dopo aver architettato il raggiro usando il telefono di un'altra persona, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti, era riuscito a incassare il denaro sparendo nel nulla.
All: Foto pattuglia – Stazione Carabinieri San Giovanni in Persiceto.
Operazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, unità delle Fiamme Gialle specializzata nelle investigazioni tecnologiche che, all'esito di una specifica attività di monitoraggio della Rete volta al contrasto della contraffazione online, ha sottoposto a sequestro, disposto dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, n. 156 risorse Web dedite ad attività di vendita di prodotti contraffatti.
Le investigazioni su Internet sono state effettuate attraverso consolidate metodologie di Open Source Intelligence (OSINT), tecnica che consente di reperire, aggregare e strutturare le informazioni liberamente accessibili sul Web, le quali sono state poi sottoposte ad articolati processi di analisi e filtraggio dei dati, che hanno consentito di ampliare il panorama delle potenziali risorse dedite alla vendita di prodotti contraffatti o all'utilizzo non autorizzato di segni distintivi dei marchi registrati.
L'esperienza maturata dal Nucleo Speciale in attività investigative concernenti fattispecie di contraffazione ha consentito di dirigere l'esplorazione sul Web prioritariamente verso proposte di vendita online in base a specifici criteri e indicatori di rischio.
I fattori che maggiormente hanno inciso sull'individuazione delle fattispecie di contraffazione sono il prezzo di vendita, notevolmente inferiore rispetto a quello normalmente praticato sul mercato, nonché l'utilizzo di canali di vendita non ufficiali, rispetto a circuiti esclusivi normalmente utilizzati dai più noti brand.
Le indagini di P.G. sono state mirate anche a verificare l'affidabilità del proponente. Infatti le attività che si pubblicizzano sul Web senza riferimenti precisi sul proprio titolare o ragione sociale e della relativa sede di esercizio sono indice di anomalia in quanto l'intento è proprio quello di celare l'identità di chi propone i prodotti contraffatti. Solitamente tali informazioni sono fornite dai siti Web di e-commerce nei quali, tra l'altro, deve essere esposta obbligatoriamente la partita I.V.A. del venditore.
I beni contraffatti proposti sulle piattaforme online rientrano tra le categorie maggiormente ricercate dagli utenti del Web, dalle borse alle scarpe, dagli occhiali agli orologi, ma anche profumi e abbigliamento sportivo. I brand danneggiati dalle condotte illecite sono diversi, tra di essi Armani, Adidas, Hogan, Prada, Louis Vuitton, Rolex, Gucci, Chanel, Rayban.
Le vendite avvenivano attraverso i canali di diffusione costituiti dai siti Web, anche mediante profili e pagine presenti sui social network più noti, Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Youtube che, ormai capillarmente diffusi tra gli utenti del Web, non richiedono costi di gestione in quanto liberamente disponibili.
Tramite i citati social sono stati pubblicizzati i prodotti contraffatti e gli accordi per l'acquisto avvenivano mediante contatti privati. Di particolare interesse è l'utilizzo del canale Youtube, che viene sempre più frequentemente impiegato per mostrare e proporre i prodotti come una vera e propria televendita sul Web.
Durante l'operazione sono stati individuati utenti che pubblicavano annunci sui portali di e-commerce internazionali, tra i quali soprattutto Amazon e il cinese Alibaba. Anche ad essi sono stati notificati provvedimenti di sequestro e rimozione delle risorse.
L'operazione della Guardia di Finanza a tutela del consumatore ha visto il coinvolgimento delle società titolari dei marchi, che hanno riconosciuto attraverso le sole immagini pubblicizzate la non autenticità dei beni messi in vendita online.
Le condotte illecite individuate hanno integrato le violazioni previste dagli art 473 e 474 c.p., riguardanti i reati di contraffazione di marchi e segni distintivi, nonché di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi.
Il pacchetto si rivela un "pacco". La truffa online scorre via email. Il corriere SDA nel mirino degli hacker e truffatori telematici. L'allerta della Polizia Postale. Lo "Sportello dei Diritti": non cliccate nè rispondete mai a questi messaggi
Non passa giorno che lo "Sportello dei Diritti" non continui a segnalare la miriade di modalità che i truffatori della rete utilizzano per accedere abusivamente ai nostri dispositivi, spillarci denaro o appropriarsi fraudolentemente dei nostri dati, anche bancari. Proprio in data odierna la Polizia Postale tramite un post sulla pagina Facebook "Commissariato di PS On Line – Italia" ha pubblicato lo screenshot di uno dei tipici messaggi che possono pervenire sui nostri account e che per impostazione grafica, utilizzo di loghi e contenuto possono farci cadere nella trappola come quello che simula una comunicazione del corriere SDA del gruppo Poste Italiane. "Questo tipo di messaggio" - ricorda la Polizia Postale - "diventa ancora più forviante quando lo riceviamo in concomitanza dell'attesa per un ordine effettuato. Se abbiamo dei dubbi sulla genuinità del messaggio contattiamo telefonicamente il corriere e accertiamoci della reale situazione.".
Ancora una volta, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", il modo migliore per difendersi è quello di non rispondere mai a questi messaggi e quindi di non cliccare sui link indicati. Il problema però è sempre lo stesso: molti utenti della rete continuano a cascarci perché troppo spesso non si riflette e si agisce d'istinto dando seguito alla convinzione che sia proprio il pacco che stiamo tanto aspettando. Bisogna, quindi, solo prestare più attenzione e accertarsi sempre della provenienza del messaggio anche perché gli spedizionieri non utilizzano mai questo tipo di procedure.
Nel caso siate comunque incappati in frodi analoghe potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.
(04 giugno 2018)
Hai un conto BancoPosta o una Postepay? Stai attento ai falsi messaggi che invitano a sbloccarli. L'allerta sulla pagina Facebook della Polizia Postale. Lo "Sportello dei Diritti": aumentano le frodi informatiche che coinvolgono gli utenti di Poste Italiane. I clienti facciano più attenzione ai messaggi fraudolenti, ma l'ente faccia qualcosa per migliorare le misure di sicurezza
Sono quotidiane le segnalazioni che pervengono allo "Sportello dei Diritti" di titolari di conti correnti BancoPosta o di Postepay incappati in frodi informatiche che il più delle volte trovano la loro origine in semplici messaggi che in apparenza provengono da Poste Italiane, ma che in realtà invitano a cliccare su link che poi si rivelano un modo per sottrarre le credenziali ed accedere abusivamente ai nostri risparmi, per prosciugarli. A conferma di tanto un altro post pubblicato dalla Polizia Postale sulla sua pagina Facebook "Commissariato di PS On Line – Italia che con lo screenshot di uno dei tipici messaggini ricevuti sui telefonini dei clienti di Poste Italiane invita ancora una volta a fare attenzione.
Il rischio che hacker e truffatori telematici si insinuino nei nostri dispositivi, infatti, è ormai all'ordine del giorno è ad essere particolarmente nel mirino di questi malintenzionati sono i conti correnti e i prodotti creditizi di Poste Italiane per la loro diffusione tra la platea dei residenti in Italia e per la circostanza che molti tra coloro che hanno un qualsiasi rapporto con l'azienda in questione sono anziani, giovanissimi o stranieri e quindi più vulnerabili.
Non passa istante, infatti, che sul territorio nazionale non si senta qualcuno che abbia ricevuto sulla propria mail o sul proprio dispositivo quale smarthpone, tablet o pc, un messaggio che inviti a mettere mano ai propri dati o a cliccare su qualche link che riguarda la propria Postpay, il proprio conto BancoPosta o prodotti similari. Come andiamo ripetendo da tempo, il modo migliore per difendersi è quello di prestare sempre attenzione ad ogni messaggio che ci giunge, leggendolo attentamente e cestinarlo subito dopo, una volta verificato il contenuto truffaldino.
Ed è sufficiente non cliccare sui link cui solitamente conducono, non rispondere alle richieste di dati personali o bancari o aprire gli allegati che spesso sono contenuti, per evitare qualsiasi tipo di conseguenza pregiudizievole.
È bene ricordare, ancora una volta, che Poste Italiane non utilizza mai queste modalità per le proprie procedure o comunicazioni destinate alla clientela. Ma l'aumento costante delle truffe di questo tipo, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", è così preoccupante che è necessario che l'ente controllato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze intervenga con ulteriori misure per garantire ancor maggior sicurezza dei propri prodotti. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.
(20 maggio 2018)