Di Nicola Comparato Modena 31 ottobre 2019 - Internet spesso è un'arma a doppio taglio. Il paradiso delle informazioni può trasformarsi di colpo in un inferno per i più piccoli, inconsapevoli dei rischi che si possono correre.
Recentemente in rete si è venuti a conoscenza di un caso di pedofilia ai danni di un bambino, contattato con messaggi e videochiamate da un uomo adulto sull'applicazione denominata "Tik Tok". Dai messaggi ricevuti dal piccolo erano evidenti le avances dell'uomo: "ti voglio bene, sei il mio fratellino, voglio essere il tuo papà, ti voglio conoscere, mettiti sotto le coperte così nessuno ci ascolta, ora metto la foto di un bambino sul mio profilo così nessuno si insospettisce......". Il padre del bambino dopo essersi reso conto della situazione, ha sporto immediatamente denuncia presso i carabinieri di Modena, contattando anche i genitori dei bambini amici di suo figlio per evitare che casi simili si ripetano.
Ora non resta che aspettare l'esito delle verifiche dei carabinieri che stanno controllando la posizione di una persona sottoposta a indagine.
Il consigliere regionale della Lega, Gabriele Delmonte: "Una vicenda terribile e vergognosa che, sul piano politico, dimostra ancora una volta (dopo lo scandalo che travolse lo scorso anno la Polizia Locale) che gli enti di secondo livello come l'Unione dei Comuni della Val d'Enza sono troppo lontani dai cittadini e dal loro controllo: sono enti in mano alla politica e, come in questo caso, ai suoi interessi"
"Una vicenda terribile per le piccole vittime e le loro famiglie, e vergognosa per questi "orchi carnefici" che, accecati dalla bramosia di denaro, hanno infangato e ridotto a macabro business quello che è il legame più puro e autentico in natura, ovvero quello che lega genitori e figli".
Il consigliere regionale della Lega, nonché capogruppo d'opposizione in Comune a Montecchio, Gabriele Delmonte, commenta così l'operazione "condotta in modo egregio, silenzioso ed efficace dalla Procura reggiana e dai Carabinieri" a seguito della quale diciotto persone, tra politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino sono stati raggiunti da misure cautelari. Al centro dell'inchiesta "Angeli e Demoni", coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, la rete di servizi sociali della Val D'Enza, accusata di aver redatto false relazioni per allontanare bambini da famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. Quello ricostruito dagli investigatori è un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro. Tra le contestazioni emergono "lavaggi del cervello" ai minori in sedute di psicoterapia, anche con impulsi elettrici per "alterare lo stato della memoria". Tra i reati contestati frode processuale, depistaggio, abuso d'ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d'uso.
Agli arresti assistenti sociali e psicoterapeuti di una nota Onlus di Torino (la Hansel e Gretel che ha una base importante in Val d'Enza), e il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, in qualità di delegato ai servizi sociali dell'Unione dei comuni della Val d'Enza. Sei persone sono agli arresti domiciliari: oltre a Carletti, la responsabile del Servizio Sociale Integrato dell'Unione comuni della Val d'Enza, la coordinatrice del medesimo servizio, una assistente sociale e due psicoterapeuti della Onlus.
"Oltre ad esprimere solidarietà voglio anche ringraziare, come uomo prima ancora che come politico, i genitori delle "giovanissime" vittime, che in tutti questi mesi hanno lottato, mai domi di fronte all'ingiusta sottrazione dei loro figli, e che, grazie alle loro denunce, hanno portato all'operazione odierna" sottolinea l'esponente leghista.
Ma sia chiaro che: "Stante la presunzione di innocenza di ogni indagato, qualora venissero acclarate responsabilità di politici e amministratori pubblici, mi auguro che la pena possa essere durissima, soprattutto in considerazione del loro ruolo di rappresentanti di comunità, le quali nulla hanno a che fare con questa orrenda vicenda in cui business, malaffare, spregiudicatezza e assoluta mancanza di senso etico si mischiano in un cocktail che sortirà effetti devastanti sulle vite future di queste vittime innocenti. Tant'è che, non è nemmeno passato un anno dallo scandalo che travolse la Polizia Locale – attacca Delmonte – che ancora una volta l'Unione dei comuni della Val d'Enza viene travolta da una vicenda gravissima: è la dimostrazione che l'Unione dei Comuni va resettata. Gli enti di secondo livello, come l'Unione dei comuni della Val d'Enza, sono troppo lontani dai cittadini e dal loro controllo: sono enti in mano alla politica ed ancora una volta, come in questo caso, ai suoi interessi".