Si tratta del progetto “NuMeRI: Numerical Methods and Models for Research and Industry”, coordinato dalla prof.ssa Alessandra Aimi in collaborazione con i gruppi della prof.ssa Chiara Guardasoni e del dott. Luca Cattani.
Il progetto NuMeRI: Numerical Methods and Models for Research and Industry, coordinato dalla prof.ssa Alessandra Aimi, docente del Dipartimento di Scienze Matematiche Fisiche e Informatiche dell’Università di Parma e promosso dai gruppi di ricerca di Analisi Numerica del DSMFI (referente la prof.ssa Chiara Guardasoni) e di Fisica Tecnica del Dipartimento di Ingegneria e Architettura (referente il dott. Luca Cattani), è risultato tra i vincitori del finanziamento “Young Investigator Training Program 2019” dell’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio) sugli oltre 40 progetti presentati.
Il progetto dell’Ateneo ha ottenuto il finanziamento per 10 borse di ricerca destinate a giovani ricercatori stranieri o italiani stabilmente impiegati all'estero. Scopo del bando infatti è quello sviluppare la cooperazione internazionale inserendo giovani studiosi operanti all'estero in network di ricerca italiani già consolidati.
Il progetto NuMeRI si avvale di una rete di oltre 20 gruppi di ricercatori appartenenti ad Università, Politecnici e Centri di Ricerca (Università dell’Aquila, Università di Bari, CRS4 di Cagliari, Università di Cagliari, Università di Catania, Università di Ferrara, Università di Firenze, Università dell’Insubria, Politecnico di Milano, Università Statale di Milano, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Napoli “Federico II”, Università di Padova, Università di Parma, Università di Pavia, Università di Pisa, IAC-CNR di Roma, Università di Roma 3 e UNINETTUNO, Università di Siena, Politecnico di Torino, Università di Torino).
Il training program prevede il coinvolgimento dei giovani ricercatori selezionati in un periodo di ricerca in Italia di almeno un mese e la partecipazione al Congresso biennale SIMAI 2020 della Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale, organizzato all’Università di Parma dal 15 al 19 giugno 2020.
Rientrato a metà dicembre dall'ultima missione sulla stazione orbitante, Paolo Nespoli è la testimonianza che volere è potere e i sogni possono diventare realtà.
Di Lamberto Colla
Parma 20 marzo 2018 -
Nel 2007 la prima missione sullo Shuttle Discovery e poi nel 2010, nel 2015 e infine nel 2017 "AstroPaolo" è stato ospite della Stazione Spaziale Orbitante (ISS), quello straordinario "laboratorio" di ricerca che da 400 chilometri sopra le nostre teste osserva lo spazio, controlla i fenomeni terrestri e conduce dai 200 ai 300 esperimenti per ogni turno di permanenza.
Sin da bambino, ha confidato Paolo Nespoli, ospite dell'Università di Parma, sognava di fare l'astronauta e grazie la caparbietà, determinazione e studio il sogno si è avverato e all'età di sessant'anni ha partecipato alla sua terza missione spaziale, restando per 139 giorni all'interno dell'ISS come "gruista spaziale", ovvero addetto al braccio meccanico esterno, come "cavia" e come scienziato partecipando all'attività di ricerca programmata dall'ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dall'ASI (Agenzia Spaziale Italiana).
Ai molti studenti delle scuole superiori, presenti al Centro Polifunzionale del Campus universitario, Paolo Nespoli ha dimostrato come il proprio futuro lo si possa costruire trasformando così i propri sogni in realtà.
Paolo Nespoli è intervenuto in Ateneo grazie alla collaborazione del fumettista di Parma Leo Ortolani con ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e ESA (European Space Agency), dalla quale è nato il volume a fumetti C'è Spazio per Tutti (Panini comics 2017) dedicato alla vita sulla Stazione Spaziale Internazionale e alla storia dell'uomo nello spazio. C'è Spazio per Tutti, che ha per protagonista Rat-Man, il topo-supereroe creato da Leo Ortolani, è stato portato nello spazio proprio da Paolo Nespoli, che l'ha mostrato in un video dalla Stazione spaziale Internazionale. È stato il primo fumetto a raggiungere lo spazio.
E Ortolani stesso è un altro testimone della passione che si trasforma in esperienza d'eccellenza così come per Tommaso Ghidini, anch'egli intervenuto a illustrare i progressi della ricerca per arrivare a costruire una base lunare per poi affrontare la "bonifica" di Marte per rendere fattibile la sua colonizzazione. Partito dall'ateneo di Parma, dove si è laureato in facoltà Ingegneria, oggi Ghidini si trova a dirigere la Divisione Strutture, Meccanismi e Materiali di ESA che sta sperimentando, ad esempio, la costruzione della base lunare attraverso l'utilizzo di stampanti 3D e la ricostruzione di organi umani (pelle, reni, ossa ecc...), perfetta replica funzionante dei pionieri che si avventureranno nello spazio per posizionare la prima pietra della civiltà terrestre su Marte.
Grande successo quindi ieri mattina all'Auditorium del Campus Scienze e Tecnologie dell'Università di Parma per "Spazio all'ingegno". A raccontare delle esperienze "spaziali", oltre a Tommaso Ghidini e Paolo Nespoli, è intervenuto anche Claudio Sollazzo, Mission Manager VITA, di ASI -Agenzia Spaziale Italiana che ha raccontato della "difficoltà" di vivere nello spazio e quindi della organizzazione e programmazione che da terra occorre predisporre per assistere gli equipaggi in missione spaziale.
La mattinata è stata aperta dalla Pro Rettrice alla Didattica e servizi agli studenti Sara Rainieri e da Annamaria Cucinotta, docente del Dipartimento di Ingegneria e Architettura; il Rettore dell'Università di Parma Paolo Andrei ha invece introdotto l'intervento di Paolo Nespoli.
Foto di Francesca Bocchia
VIDEO: https://youtu.be/vrOWlAQrqkc
Paolo Conte professore ad honorem in "Linguaggi musicali della contemporaneità" all'Università di Parma. Affollata cerimonia nell'Aula Magna dell'Ateneo. Lezione magistrale dedicata alle fonti di ispirazione della sua lunga carriera e alle forme musicali del '900. Le foto della cerimonia a cura di Francesca Bocchia.
Parma, 16 novembre 2017 – È stata una cavalcata delle sue, con una splendida e virtuosa contaminazione fra alto e basso, la lezione magistrale di Paolo Conte, che oggi all'Università di Parma ha ricevuto il titolo di professore ad honorem in "Linguaggi musicali della contemporaneità", ulteriore tributo a una carriera straordinaria.
Per l'autore di Via con me e Gelato al limon, di Azzurro e Bartali, di La topolino amaranto e La ricostruzione del Mocambo cerimonia affollatissima nell'Aula Magna dell'Ateneo, dove "l'avvocato di Asti" si è laureato in Giurisprudenza oltre cinquant'anni fa, nel 1962.
«In oltre cinquant'anni di carriera Paolo Conte ha saputo imprimere un segno indelebile nella storia della musica, grazie a uno stile inconfondibile e personalissimo, nel quale il jazz si fonde con il musical, con le suggestioni latino-americane e con mille altri echi, in un ensemble armonico capace di miscelare sapientemente profondità e leggerezza, ironia e nostalgia, toni alti e bassi», ha spiegato nella sua introduzione il Rettore Paolo Andrei, che ha aggiunto anche una «nota squisitamente personale» ("la musica di Paolo Conte ha attraversato la mia vita con ricordi indelebili, che ancora oggi trattengo con gelosia nel mio personalissimo baule della memoria") e ha poi concluso rivolgendosi direttamente a Conte: «Credo, caro Maestro, caro professor Conte, che la presenza di tante persone qui oggi, e in particolare di tanti giovani studenti, sia il segno tangibile dell'ammirazione e della profonda stima che la Comunità Accademica parmense desidera dimostrarle. Per tutto ciò che Lei ha fatto in questi anni di straordinaria carriera artistica, per ciò che ha saputo donarci: per le straordinarie opere che ha regalato al mondo intero».
«Paolo Conte è oggi considerato, in Italia e all'estero, tra le figure più rappresentative della canzone e della cultura italiane», ha detto il Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali Diego Saglia leggendo la laudatio scritta da Paolo Russo, professore associato di Musicologia e Storia della Musica. «La sua carriera è stata una continua ricerca verso l'integrazione tra la musica e la poesia che ne scaturisce, dai pittoreschi quadri di provincia delle prime canzoni all'intimismo elegiaco degli ultimi anni», ha aggiunto, sottolineando poi che «Le suggestioni musicali gli provengono da ogni parte, dal jazz come dai suoni del sud America, dalla canzone italiana come dalle declamazioni musicali francesi, per trasformarsi in parole che si radicano nelle onomatopee futuriste, nelle tinte sfumate dei crepuscolari, nell'immagine sintetica dell'ermetismo. Nelle sue canzoni si dipana un universo novecentesco – musicale e letterario – ma senza rimpianti nostalgici, perché, di esso, Conte esplora piuttosto le potenzialità poetiche».
Paolo Conte ha poi ricevuto la pergamena di professore ad honorem, un'opera d'arte appositamente realizzata per l'evento dall'artista Giorgio Tentolini, illustrata nel corso della cerimonia: «Grazie a un gioco di intagli a vari livelli di profondità, con cui si evidenziano le variazioni chiaro-scure, le cinque stratificazioni permettono, una volta sovrapposte, di ottenere una immagine diversa rispetto a quella iniziale, ancora più emozionante ed evocativa, ricreata mediante un materiale puro e diafano quale quello della pergamena. Strati di carta sovrapposti e intagliati che diventano metafora di indagine, memoria e scavo nel passato».
Paolo Conte ha infine chiuso l'appuntamento con la sua lezione magistrale, dedicata alle fonti di ispirazione della sua lunga carriera e alle forme musicali del '900, ricordando come fin da bambino abbia subito una fortissima attrazione per la "giungla della musica", dapprima dopo aver sentito un'opera di Verdi e poi con la musica americana e la scoperta del jazz, «una rivoluzione che ha fatto proprio girare pagina alla storia della musica». «Quando nel 1985 i giornalisti francesi mi chiesero qual era il mio stile, io mi sono inventato questa definizione: "confusion mentale fin de siècle", cioè "confusione mentale di fine secolo"», ha spiegato Paolo Conte. Una definizione che è ritornata in chiusura della sua lectio: «Come mi sento oggi nei confronti della musica? Confusione mentale di inizio secolo».
Il titolo ricevuto dall'Università di Parma si aggiunge agli altri tre titoli accademici già conferiti a Paolo Conte da altrettanti Atenei italiani: la laurea honoris causa in Lettere Moderne dall'Università di Macerata (2003), il diploma accademico honoris causa in pittura dall'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro (2007), la laurea honoris causa in Musicologia dall'Università di Pavia (2017).
La cerimonia di oggi, trasmessa in diretta streaming, resta visibile sul canale Youtube dell'Università di Parma, al link https://www.youtube.com/watch?v=HMMVvUc2jrU