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A tre anni dall'entrata in vigore della legge regionale di riordino territoriale, 8 processi di fusione hanno determinato la nascita di altrettanti Comuni unici al posto dei 22 preesistenti. L'assessore regionale al Riordino istituzionale Emma Petitti: "Enti più grandi, meglio funzionanti e in grado di risparmiare e garantire più risorse e servizi per i cittadini e le imprese". -

Bologna, 30 dicembre 2015

Dal 1° gennaio 2016 il numero dei Comuni in Emilia-Romagna scende a 334 (-14 dal gennaio 2013).
A tre anni dall'entrata in vigore della legge regionale di riordino territoriale (21/2012), sono stati 8 i processi di fusione che hanno determinato la nascita di altrettanti Comuni unici al posto dei 22 preesistenti.
In particolare le ultime fusioni, in ordine di tempo, dal prossimo primo gennaio daranno vita a 4 nuovi Comuni al posto di 10 precedenti: Ventasso nell'Alto Appennino reggiano (dalla fusione dei quattro Comuni del crinale: Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto), Alto Reno Termenell'Appennino bolognese (nato dai Comuni di Porretta Terme e Granaglione); Montescudo-Monte Colombo nel riminese (tra gli omonimi Comuni) e Polesine Zibello in provincia di Parma (dalla fusione dei Comuni di Polesine Parmense e Zibello).

"Stiamo procedendo rapidamente sostenendo i vecchi e nuovi processi di fusione di amministrazioni locali che hanno scelto di mettersi insieme dando vita a Comuni più grandi, meglio funzionanti e in grado di risparmiare e garantire più risorse e servizi per i cittadini e le imprese", sottolinea l'assessore regionale al Riordino istituzionale Emma Petitti. "Dal primo gennaio nei nuovi Comuni fusi si insedieranno i commissari che, aiutati dagli ex sindaci, traghetteranno gli enti fino all'insediamento dei nuovi organi eletti dai cittadini. A loro l'augurio di buon lavoro, così come ai tanti altri amministratori che hanno dato avvio a nuovi processi di fusione, che già hanno fatto arrivare le istanze in Regione e che noi sosterremo anche grazie all'attività e alle competenze dell'Osservatorio regionale sulle fusioni".

In particolare, sono diversi i nuovi percorsi di fusione che avranno corso nel 2016. In provincia di Piacenza l'iter è avviato per Borgonovo Val Tidone e Ziano Piacentino (per i quali il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha firmato il 24 dicembre il decreto che indice il referendum per il prossimo 6 marzo) e hanno già formalmente inviato nuove istanze di fusione alla Regione: Fontanelice, Casalfiumanese e Borgo Tossignano nel bolognese; Mondaino, Saludecio e Montegridolfo in provincia di Rimini; Mirabello e Sant'Agostino nel ferrarese e, ancora in provincia di Piacenza, Bettola, Farini e Ferriere, da un lato, e Vigolzone e Ponte dell'Olio, dall'altro. Infine, nei giorni scorsi hanno votato a favore della fusione i Consigli comunali di Sant'Ilario, Gattatico e Campagine nel reggiano e ora arriverà in Regione la formale istanza.

I vantaggi delle fusioni


Grazie alle fusioni, i Comuni sono in grado di ottenere una razionalizzazione della spesa insieme ad una maggiore capacità di garantire servizi efficienti e migliore organizzazione delle funzioni. 
A questo si aggiunge la possibilità di ottenere contributi regionali ad hoc (per 15 anni) e statali (per un decennio): la legge di stabilità 2016 ha stabilizzato gli stanziamenti statali per incentivare le fusioni (30 milioni annui), raddoppiando la misura dell'incentivo previsto. 
Inoltre, per attenuare l'impatto dell'introduzione del principio di equilibrio di bilancio per i nuovi enti, la legge di stabilità 2016 ha stabilito l'assegnazione prioritaria, ai Comuni nati da fusione dal 2011 in avanti, degli spazi finanziari ceduti dalle Regioni; la stessa legge ha anche dato alle fusioni facoltà di assumere personale a tempo indeterminato per coprire il "turn over" al 100 % della spesa relativa al personale di ruolo cessato dal servizio l'anno precedente.
Viene, infine, riconosciuta ai nuovi Comuni unici la priorità nei programmi e nei provvedimenti regionali che prevedono contributi a favore degli enti locali.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Martedì, 29 Dicembre 2015 09:24

In Emilia-Romagna 700 posti per nuovi ricercatori

Più di 700 posti di lavoro per nuovi ricercatori: è uno dei primi risultati delle scelte strategiche della Regione. A sostegno della ripresa economica, 165 milioni per attivare investimenti e generare nuovi posti di lavoro. A beneficiarne anche le piccole imprese. -

Bologna, 29 dicembre 2015 –

Si chiude l'anno con la certezza di poter sostenere più di 700 posti di lavoro per nuovi ricercatori. Sono questi i risultati dei primi due bandi del Programma operativo del Fondo di sviluppo regionale (Por Fesr 2014-2020) già conclusi, le cui graduatorie usciranno tra gennaio (laboratori) e febbraio (imprese).
Complessivamente la Regione Emilia-Romagna stanzia 107 milioni per ricerca industriale e sviluppo, internazionalizzazione, start up e attrattività di imprese. A questo 'pacchetto' di investimenti si aggiungono i 58 milioni per il tecnopolo di Bologna a completamento della Rete Alta Tecnologia regionale. I risultati sono stati presentati ieri mattina in conferenza stampa dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dall'assessore alle Attività produttive Palma Costi.
"Due bandi per la ricerca e l'innovazione a distanza di pochi mesi dal via libera di Bruxelles alla programmazione dei fondi europei fino al 2020 è uno straordinario risultato – ha detto il presidente Bonaccini - Andare in velocità significa mettere a disposizione da subito decine di milioni di euro per le imprese, le università e i centri di ricerca e garantire la creazione di centinaia di posti di lavoro per i ricercatori e le ricercatrici. Nel corso del 2016 ci saranno inoltre importantissimi investimenti per sostenere l'internazionalizzazione delle nostre imprese e per attrarne di nuove che vogliano venire ad investire in Emilia-Romagna. I dati sulla disoccupazione scesi dopo tanto tempo sotto l'8 per cento, ci dimostrano che stiamo andando nella direzione giusta".
"Con questi due primi bandi vogliamo essere protagonisti del cambiamento – ha detto l'assessore Costi – Crediamo sia importante dare risposte in velocità, per dare un segnale al territorio e per supportare la ripresa dall'economia regionale legata all'incremento occupazionale.

Bandi ricerca industriale

Si sono chiusi negli ultimi mesi dell'anno i primi bandi del nuovo Programma operativo che, in linea con le priorità della strategia regionale dei prossimi sette anni, hanno riguardato la ricerca: uno era rivolto al sostegno di progetti di R&S realizzati dalle imprese e l'altro ha riguardato progetti di ricerca industriale strategica realizzati dai laboratori della Rete regionale alta tecnologia con il coinvolgimento delle imprese.
Il bando Progetti di ricerca e sviluppo delle imprese è finalizzato a rafforzare le strutture di ricerca e sviluppo interne e la competitività, attraverso nuovi prodotti, servizi e sistemi di produzione a elevato contenuto tecnologico. Su un totale di 316 progetti presentati, significativa la partecipazione delle piccole imprese (108 contro 110 grandi e 98 di medie dimensioni). La maggior parte delle domande sono pervenute dal settore della meccatronica e motoristica (163), seguito da agroalimentare (49), salute e benessere (38), edilizia e costruzioni (33), industrie culturali e creative (33). Si stima che la realizzazione dei progetti coinvolgerà 300 ricercatori, darà luogo a 384 contratti con laboratori della Rete regionale per un valore di 24,9 milioni di euro e 177 contratti con altri laboratori per 8,3 milioni di euro (graduatorie a fine febbraio).
Per quanto riguarda il bando Ricerca industriale strategica dei laboratori, sono 124 i progetti presentati di cui 114 ammessi alla valutazione che prevedono il coinvolgimento di 104 laboratori e centri di ricerca, 446 imprese e di 400 ricercatori. Anche in questo caso la maggior parte dei progetti riguardano il settore della meccatronica-motoristica (38), seguito da salute e benessere (27), agroalimentare (26), edilizia e costruzioni (20), industrie culturali e creative (13).

Tecnopoli

Con il finanziamento di 58 milioni per il Polo ex-Manifattura Tabacchi di Bologna si completa la rete dei Tecnopoli regionali (uno per ogni città).

Bandi Internazionalizzazione

Il bando sull'internazionalizzazione (10milioni di euro) è finalizzato a sostenere i processi di internazionalizzazione di piccole e medie imprese che non hanno mai affrontato, o solo saltuariamente, i mercati esteri.
Il Bando apre il 15 marzo 2016 e resterà aperto per tutto l'anno. Saranno sostenuti progetti dal valore minimo di 50 mila euro con un contributo pari al 50% del costo, fino a un massimo di 100 mila euro per le imprese singole e fino a 400 mila euro per le reti d'impresa. Sono ammesse a partecipare al bando le imprese con un milione di euro di fatturato. Il bando è comunicato e pubblicizzato tramite il sito web www.investinemiliaromagna.eu in italiano e inglese e con contenuti tradotti in 11 lingue.
Sono ancora aperti altri 3 bandi, sempre per l'Internazionalizzazione, per 8,3 milioni di euro.

Bando Start Up

Alle start up innovative il Por Fesr destina in questo primo bando 6 milioni di euro sia per supportare la nascita di nuove imprese a elevato contenuto di conoscenza che per progetti di espansione di quelle già esistenti. Il bando aprirà il 1° marzo fino al 30 settembre. Potranno presentare domanda le start up tecnologiche per sviluppare i risultati di attività di ricerca, le start up digitali dell'industria creativa, del wellness e dell'innovazione sociale e dei servizi ad alta intensità di conoscenza. Si continuerà poi a investire su fablabs, incubatori e hubs a servizio della creazione di impresa, dell'innovazione e delle piccole imprese, con una dotazione nel Bilancio 2016 di 3,2milioni di euro.

Bando Legge Attrattività

Le opportunità offerte dai bandi del Por si integrano con altre azioni e altri fondi tra cui il bando per la promozione degli investimenti (legge regionale 14/2014) che con una dotazione di 25 milioni di euro mira a sostenere progetti di ricerca e sviluppo che comportino un incremento dell'occupazione, così come le riconversioni e le ristrutturazioni industriali con una rilevanza energetico-ambientale, sempre accompagnata dall'aumento del livello occupazionale.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Sabato e domenica in tutta la regione le polveri sottili sono scese sotto i limiti di legge. L'assessore Gazzolo: "Una buona notizia per tutte le città. Il 30 è stato convocato a Roma l'incontro che avevamo richiesto con il ministro Galletti e le altre regioni della Pianura padana. Necessari fondi nazionali per la mobilità sostenibile e azioni coordinate". -

Bologna, 28 dicembre 2015

I valori delle polveri sottili sono scesi sotto i limiti di legge in tutta l'Emilia-Romagna nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 dicembre.
"Segno positivo - commenta l'assessore regionale alle Politiche ambientali Paola Gazzolo - ma chiaramente non basta. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con il ministro dell'Ambiente e con le altre Regioni della Pianura padana, che è già stato convocato e si svolgerà a Roma mercoledì 30. Serve un progetto di area vasta - aggiunge Gazzolo - con azioni coordinate e risorse nazionali per la mobilità sostenibile, perché è importante muoversi insieme con interventi programmati. C'è già un protocollo siglato fra Governo e Regioni del Bacino padano, a cui dar corso con investimenti nazionali dedicati".
L'assessore sottolinea come l'Emilia-Romagna abbia adottato politiche strutturali per far fronte al problema dell'inquinamento atmosferico: "Da parte nostra, ci siamo assunti la responsabilità di azioni anche impopolari: abbiamo deciso di impedire la circolazione ai veicoli Diesel Euro3 e stabilito i blocchi ordinari per i mezzi più inquinanti dal lunedì al venerdì. Continueremo a dialogare con i Comuni e le categorie economiche e sociali per verificare la possibilità di inserire nel Piano aria misure ancora più incisive per aggredire i fattori maggiormente inquinanti, che vedono al primo posto i trasporti, poi il riscaldamento e infine il sistema produttivo".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Accordo per la fornitura di grano duro alta qualità dell'Emilia-Romagna per la pasta Barilla. Interessata una superficie agricola di 20 mila ettari per 120 mila tonnellate di frumento. L'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli: "La nostra regione polo produttivo d'eccellenza. Un esempio virtuoso di organizzazione". 

Bologna, 22 dicembre 2015 

Al via l'accordo per la fornitura di grano duro alta qualità dell'Emilia-Romagna per la pasta Barilla. Valido per la campagna cerealicola 2015-2016, l'accordo prevede un quantitativo di 120 mila tonnellate, per una superficie agricola interessata di circa 20 mila ettari.
Compie così dieci anni l'iniziativa, promossa dalla Regione, che ha permesso di rilanciare la coltivazione del grano duro in Emilia-Romagna, garantendo qualità e redditività, in un mercato globale caratterizzato da un' estrema volatilità dei prezzi. "Grazie a intese come questa - ha sottolineato oggi a Bologna l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli – Barilla può contare su una filiera interamente emiliano-romagnola e su un prodotto di elevata qualità anche da un punto di vista ambientale, mentre gli agricoltori possono programmare la produzione e avere certezza di uno sbocco commerciale, sottraendosi alla logica delle commodity. Siamo di fronte a un esempio virtuoso di organizzazione che permette al territorio emiliano-romagnolo di qualificarsi come polo d'eccellenza per la produzione del grano duro" .
"Il grano duro dell'Emilia-Romagna contribuisce alla realizzazione della nuova linea di pasta ad elevato contenuto proteico lanciata da Barilla – ha spiegato Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti della Barilla – questo accordo è in linea con la vocazione del Gruppo alla qualità, innanzi tutto per i consumatori, ma anche per l'ambiente e il territorio, grazie al raccordo ferroviario realizzato al servizio del nuovo centro di stoccaggio e che, sostituendo il trasporto su gomma, permette un risparmio di 1.100 tonnellate di Co2 all'anno".
L'accordo interessa tutta la filiera: dal seme alla pasta. A firmarlo, oltre al Gruppo Barilla, Maria Grazia De Feo della Società Produttori Sementi di Bologna, Raimondo Ricci Bitti per OP Cereali, Alberto Stefanati per OP Grandi Colture Italiane, Matteo Negretto per OP Capa Ferrara e Ivan Cremonini per CerealCap.
Il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi (OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, Capa Ferrara OP e CerealCap) stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro. Società Produttori Sementi S.p.A. selezionatrice e costitutrice delle principali varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un'attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce il seme necessario alla maggior parte delle coltivazioni.

I contenuti dell'accordo 2015-2016

Barilla può dunque contare su varietà appositamente selezionate, particolarmente adatte all'industria pastaria e su un'alternativa competitiva ai grani di alta qualità d'importazione; gli agricoltori possono programmare la produzione contando su uno sbocco di mercato e avvalendosi di un prezzo di vendita concordato (su medie di listino in base alla Borsa merci di Bologna o a prezzo garantito fino a una quota del 30%) che include anche specifiche premialità legate alla qualità (qualità prodotto, adesione al disciplinare di produzione, assistenza tecnica prestata, durata e modalità di stoccaggio).
L'accordo 2015-2016 prevede la modifica delle norme di coltivazione che terranno conto dell'aggiornamento in corso dei Disciplinari di Produzione Integrata della Regione Emilia-Romagna. Gli adeguamenti a nuove conoscenze e all'evoluzione delle norme sull'uso dei fitofarmaci, oltre a garantire tecniche di coltivazione più sostenibili da un punto di vista ambientale, con effetti anche sulla qualità finale del prodotto, agevolano l'adesione degli agricoltori alle misure agro-clima-ambientali del Psr 2014-2020, dove sono previsti, tra gli altri, aiuti specifici per favorire la corretta rotazione per prevenire il rischio micotossine.
Viene confermata la possibilità di avvalersi di un apposito sistema informatico ( granoduro.net ), che supporta i produttori nell'individuazione delle scelte tecniche per ottenere un prodotto di alta qualità, ma anche pienamente sostenibile da un punto di vista ambientale.

La coltivazione del grano duro in Emilia-Romagna

Il grano duro è il cereale utilizzato per la pasta, prodotto simbolo del made in Italy. In Italia, che è il principale produttore mondiale di grano duro insieme al Canada, si registra attualmente un grado di approvvigionamento interno del 60-65%. A fronte di un consumo di circa 5,5 milioni di tonnellate da parte dell'industria molitoria, la produzione interna si aggira sulle 3,5 milioni di tonnellate. L'Emilia-Romagna è da sempre una delle regioni più vocate per quanto riguarda la produzione di grano duro di qualità. Gli accordi con il gruppo Barilla hanno certamente contribuito alla ripresa delle superfici coltivate, oltre ad un innalzamento delle capacità professionali necessarie al miglioramento della qualità del prodotto, sia in campo che nella fase di gestione e stoccaggio. Il primo accordo quadro risale al 2006 e prevedeva un quantitativo di 30 mila tonnellate. Da allora a oggi le superfici a grano duro coltivate in Emilia-Romagna sono triplicate, passando da circa 20 mila a 60 mila ettari. L'accordo vale circa un terzo della produzione di grano duro regionale.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

All'Alta Via dei Parchi dell'Emilia-Romagna il premio come "uno dei migliori itinerari verdi". Il riconoscimento attribuito dall'associazione "Go Slow Social Club" in collaborazione con la Confederazione nazionale della mobilità dolce. Encomio speciale dal magazine Viaggiatori.com

Bologna – Un premio per l'Alta Via dei Parchi dell'Emilia-Romagna, per essere fra le migliori realizzazioni di itinerari verdi e di reti di mobilità dolce. E' il riconoscimento attribuito all'itinerario sabato scorso, 12 dicembre, a Milano dall'associazione culturale no profit Go Slow Social Club in collaborazione con la Confederazione nazionale della mobilità dolce (Co.Mo.Do.).

L'Alta Via dei Parchi, il cui progetto era stato candidato alla sesta edizione di questo Premio, ha ottenuto una menzione speciale "per la notevole estensione territoriale della Rete, per la pluralità delle proposte e l'integrazione con il trasporto pubblico e la cura degli apparati cartografici, per offrire un prodotto turistico continuativo e destagionalizzato che rappresenta un eccellente esempio di governo e uso consapevole del territorio, attraverso il quale valorizzare il turismo escursionistico e la protezione dell'ambiente naturale".

In ex aequo col progetto "Via Francigena Toscana", l'itinerario ha ottenuto anche un Encomio speciale dal magazine Viaggiatori.com , media partner di Go Slow Club, "per aver sapientemente coinvolto in un unico discorso visivo le bellezze paesaggistiche dell'Appennino Tosco-Emiliano. Per l'alto livello della fotografia e per la storia narrata nei video che hanno voluto celebrare la memoria degli elementi e la magia della Natura, mostrandola intatta nella sua performance più intensa. Per aver valorizzato con le immagini ambiente, bellezze paesaggistiche e storiche del territorio, ripercorso a piedi lentamente volto a riscoprire ogni sua ricchezza culturale, estetica ed emozionale".

L'assessore alle Politiche ambientali Paola Gazzolo ha espresso "grande soddisfazione per questo riconoscimento che va a un progetto che ha il merito di valorizzare l'intero Appennino come importante corridoio ecologico e al tempo stesso opportunità straordinaria per il turismo responsabile".
L'Alta Via dei Parchi attraversa l'Appennino fra l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche unendo due Parchi nazionali, cinque Parchi regionali e uno interregionale: è un percorso escursionistico di alta quota lungo 501 chilometri e suddiviso in 27 tappe che parte da Berceto (Pr), nei pressi del Passo della Cisa e arriva fino alla rupe della Verna (Ar), per poi raggiungere il Monte Carpegna (Pu), nel Parco del Sasso Simone e Simoncello.

La Regione Emilia-Romagna ha approvato l'Alta Via dei Parchi e i criteri per la realizzazione degli interventi previsti con un itinerario individuato di concerto con i Parchi e il Club Alpino Italiano.

(Fonte Regione Emilia Romagna 15 dicembre 2015)

Domenica, 20 Dicembre 2015 09:50

Emilia Romagna, Xylella Free

Agricoltura. Risoluzione PD: "Giunta lavori con il Ministero Politiche Agricole per l'identificazione dell'Emilia Romagna come area "Xylella Free"".

Bologna 15 dicembre 2015 - L'atto, primo firmatario Gianni Bessi, per tutelare il settore floro-vivaistico regionale dopo le misure restrittive adottate da Paesi stranieri in seguito all'epidemia che colpito esclusivamente gli oliveti pugliesi: "L'Emilia-Romagna leader mondiale nell'attività vivaistica".

"Il batterio Xylella, individuato in Puglia, nella provincia di Lecce, ha generato una epidemia che ad oggi ha interessato esclusivamente gli oliveti pugliesi, ma sta provocando danni alle esportazioni di prodotti vivaistici a livello nazionale, poiché nonostante siano in corso azioni e misure per impedirne la diffusione, si assiste ad una situazione di chiusura ingiustificata dei mercati esteri rispetto a tutta la produzione vivaistica italiana".

Lo scrive il Gruppo Pd in una risoluzione presentata all'Assemblea legislativa - primo firmatario Gianni Bessi - per chiedere alla Giunta di continuare ad agire presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (MiPaaf) "perché l'Emilia-Romagna e tutto il territorio nazionale al di fuori delle aree delimitate sia identificata formalmente quale area xylella free".

Nel documento si chiede inoltre di rafforzare le azioni diplomatiche, anche per il tramite della Commissione Ue, nei confronti di quei Paesi terzi che hanno adottato misure restrittive "che colpiscono gravemente e in modo indiscriminato le nostre produzioni vivaistiche" e di intervenire "a tutela del settore in modo tempestivo e prioritario onde evitare l'impatto economico ed occupazionale che altrimenti questa prolungata situazione di chiusura dei mercati comporterebbe". "La Regione Emilia-Romagna- viene ricordato nella risoluzione- si attesta quale leader mondiale, nell'attività vivaistica esportando il 50% della propria produzione nei mercati europei ed internazionali, e costituisce un bacino di produzione territoriale con specificità e caratteristiche di grande rilievo tecnico ed economico". La stessa Regione vanta inoltre "un'efficiente rete tecnica di supporto alle aziende che garantisce un controllo capillare del territorio e che può fungere da sistema di rilevamento di eventuali focolai iniziali della batteriosi".

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)

(cc)

Tappa a Modena per l'esecutivo dell'Emilia-Romagna. Annunciato l'avvio del percorso di fusione tra Baggiovara e il Policlinico, risorse europee per la scuola, nuove misure e 160 milioni per la ricostruzione. Una giornata tutta modenese, iniziata con una visita della Giunta all'Istituto Spallanzani di Castelfranco Emilia, proseguita con una riunione di Giunta nel palazzo municipale del capoluogo, dove si è svolta una premiazione al Modena Volley e che prevedeva tra l'altro una visita al Museo Ferrari e una conclusione a Carpi. -

Modena, 15 dicembre 2015 –

Sanità, edilizia scolastica, trasporti, risorse per l'area del sisma e una nuova Legge sulla Memoria del Novecento. Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, nel corso di una conferenza stampa nella sede del Comune di Modena, accompagnato dai suoi assessori e affiancato dal sindaco, Gian Carlo Muzzarelli, ha portato le corpose considerazioni a metà di una giornata tutta modenese, iniziata con una visita della Giunta all'Istituto Spallanzani di Castelfranco Emilia, proseguita con una riunione di Giunta nel palazzo municipale del capoluogo, dove si è svolta una premiazione al Modena Volley e che prevedeva tra l'altro una visita al Museo Ferrari e una conclusione a Carpi, dopo una riunione con i sindaci della provincia.

"Abbiamo adottato numerose decisioni che riguardano molto da vicino il territorio modenese – ha riassunto Bonaccini – e in primo luogo quella che, come chiedeva il sindaco e presidente della Provincia Muzzarelli, darà finalmente il via all'integrazione sostanziale tra Baggiovara e il Policlinico, tema in discussione da anni e anni e che finalmente prende il via".
"In secondo luogo – ha aggiunto il presidente Bonaccini - abbiamo adottato la nuova Legge sulla Memoria del Novecento in Emilia-Romagna, che presenteremo questa sera a Carpi insieme al presidente della Fondazione Fossoli e al sindaco della città. Abbiamo voluto presentarla a Modena, non a caso, perché la città è medaglia d'oro della Resistenza.
In terzo luogo presentiamo oggi gli importanti emendamenti che abbiamo messo a punto discutendo con il Governo, inseriti nella legge di stabilità in relazione alle aree del sisma, a partire dalla non scontata conferma di 160 milioni di euro in più per il prossimo anno nella parte che riguarda la ricostruzione pubblica, più altre importanti decisioni per i Comuni, come ci avevano chiesto i sindaci del cratere".

Bonaccini si è quindi soffermato sugli "investimenti per la montagna, che riguardano le strade e il dissesto, per cui non solo abbiamo confermato, ma abbiamo aumentato i fondi", confermando inoltre che "faremo la Conferenza della Montagna il 22 gennaio nel reggiano, a Castelnuovo Monti".

Infine la notizia che "abbiamo acquisito la delibera che riguarda il finanziamento con mutui dei fondi Bei, che interessano decine di scuole del modenese che, con il cofinanziamento che arriverà dal Governo, attraverso l'impegno della Regione, potranno effettuare interventi di manutenzione, adeguamenti normativi e miglioramenti per giungere a scuole più belle e sicure, fungendo inoltre da volano per il lavoro di tante imprese nel settore dell'edilizia, grazie a un volume complessivo di quasi 10 milioni di euro per la sola provincia di Modena e che riguarderà circa 40 scuole. In più confermeremo che, nei 19 milioni di euro che non erano previsti, messi a disposizione dal Governo per nuovi istituti, sono arrivati decine e decine di progetti dalla nostra regione, dei quali 6 selezionati con un apposito bando e tra cui entra una nuova scuola primaria di Modena, per ulteriori 3.8 milioni di euro di investimento, per cui abbiamo molta fiducia nel buon esito. Infine la Regione emetterà, con proprie risorse, un nuovo bando da 20 milioni di euro il prossimo anno, che riguarda solo gli istituti superiori: complessivamente, quindi, sull'edilizia scolastica entrano nella disponibilità tantissime risorse come non accadeva da tempo".

Sanità

Il tema dell'integrazione tra il Policlinico e baggiovara è stato affrontato dall'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che ha parlato di "un progetto condiviso", adottato anche su richiesta del sindaco Muzzarelli, illustrando le tappe dell'avvio di "un percorso che partirà a gennaio con diversi step, ci impegniamo a presentare i risultati al massimo al 30 di giugno del 2016, a questo punto si avvierà la sperimentazione che durerà tre anni e che dovrebbe chiudersi con la fusione dei due ospedali. Chiediamo al gruppo tecnico di valutre anche la possibilità che dà la gelle di stabilità in corso di approvazione che può prevedere anche l'istituzione di una unica azienda provinciale. Secondo me è un passo molto significativo per superare una divisione che probabilmente ha le sue radici molto lontano nella storia".
Per quanto riguarda gli investimenti nella sanità, l'assessore ha ricordato che nel modenese "negli ultimi 10 anni sono stati investiti circa 100 milioni di euro, di cui 18 solo nel 2015, poi ci sono quelli Ue post-sisma che sono circa 40 milioni e il finanziamento delle opere pubbliche di altri 43 milioni circa. Nel 2016 ci impegniamo a investire all'interno dell'azienda Usl e dell'Azienda ospedaliera almeno 10 nuovi milioni di euro.

Edilizia scolastica

"Il Governo – ha detto l'assessore alla Scuola Patrizio Bianchi -, nell'ambito di un massiccio intervento di edilizia scolastica ha assegnato alla nostra regione, anche sulla base di una forte richiesta che noi avevamo avanzato, quasi 58 milioni di euro per l'edilizia scolastica, fondi provenienti dalla Banca europea degli investimenti. Di questi, in accordo con la Provincia, nel modenese giungeranno 9,5 milioni , che crescono sino a oltre 13 milioni con fondi messi dall'ente proprietario. Questi vanno ad aggiungersi agli interventi già stabiliti nella zona del terremoto".

Area del sisma

"Grazie a un lavoro comune e a un impegno dello stesso premier Renzi – ha detto l'assessore Palma Costi – abbiamo ottenuto alcuni punti fondamentali, tra cui accenno i più importanti. In primo luogo gli emendamenti che riguardano i Comuni. Abbiamo ottenuto la deroga alle regole dell'equilibrio di bilancio, per poter permettere ai nostri Comuni di poter spendere le risorse che già hanno sui piani delle opere pubbliche. Sempre per i Comuni è stato accettato lo slittamento delle rate dei mutui dell'annualità del 2016, e avranno un rimborso delle rate in dieci anni e non più in cinque. E' stato tolto anche quest'anno il taglio al fondo di solidarietà per i Comuni del cratere e inoltre sono stati ottenuti, come anticipava il presidente Bonaccini, 160 milioni di euro per completare un'altra parte della ricostruzione pubblica".

Trasporti

Stamattina – ha detto l'assessore ai Trasporti Raffaele Donini -, abbiamo sperimentato sulla linea Modena-Sassuolo un nuovo convoglio a due carrozze, con 96 posti seduti, che va a sostituire definitivamente uno dei tre treni "Gigetto" in circolazione. Gli altri due li sostituiremo entro giugno del 2016, con altro materiale rotabile, e questo sarà possibile perché dopo l'aggiudicazione della 'gara del ferro' noi oggi abbiamo la possibilità di considerare fondamentalmente come un unico interlocutore sia Trenitalia che Tper, per cui è possibile anche in attesa della mxi-fornitura di 75 nuovi treni tra metà del 2018 e metà del 2019, avere una fase di transizione molto più confortevole. In secondo luogo perché ci siamo posti l'obiettivo di anticipare una parte del materiale rotabile tanto da poter liberare alcuni treni che sulle linee meno intense possiono avere delle performances importanti. I pendolari oggi hanno apprezzato che qualcosa si stia muovendo nel segno di una maggiore affidabilità e comfort". L'assessore ha anche ricordato che "su questa linea la Regione ha investito 5 milioni di euro per l'infrastruttura".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Giovani, 411 le domande per avviare un'azienda agricola. Ad aprile un secondo bando del Psr. La classifica per provincia vede Reggio Emilia in testa. Caselli: una conferma dell'interesse che c'è per il settore primario. La nostra agricoltura ha bisogno di ricambio generazionale.

Bologna - Oltre 400 giovani aspiranti agricoltori in Emilia-Romagna. Sono 411 infatti le domande arrivate negli uffici regionali da chi vuole avviare un'attività agricola, usufruendo degli aiuti previsti dal Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020. Il bando regionale si è chiuso lo scorso 1 dicembre e metteva a disposizione risorse complessive per 38 milioni di euro, di cui circa 19 milioni per avviare una nuova azienda agricola (premio di primo insediamento) e 18.800.000 come contributo aggiuntivo per i piani di investimento aziendale.

"E' importante che i giovani tornino all'agricoltura – commenta l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli - la buona accoglienza di questo bando conferma un rinnovato interesse per il settore primario e lascia ben sperare sul futuro della nostra agricoltura, che più che mai ha bisogno di ricambio generazionale e di quel dinamismo e voglia di innovare che è tipica delle giovani generazioni. Ora gli uffici regionali dovranno esaminare le domande. La graduatoria uscirà entro il 16 marzo. Per coloro che non dovessero rientrare in questo primo pacchetto desidero però già fin d'ora ricordare che ad aprile è prevista l'uscita di un secondo bando rivolto ai giovani."
In base al bando regionale, i giovani potevano presentare oltre alla domanda di primo insediamento (un premio per chi avvia un'azienda agricola di 30 mila euro, che possono salire a 50 mila euro se l'azienda si trova in una zona svantaggiata), anche una richiesta di contributo a fronte di un Piano di investimento aziendale. Su 411, sono 315 gli under 40 che hanno fatto anche questa scelta, dimostrando la volontà di un impegno durevole nel settore. Le richieste di primo insediamento ammontano a 15.600.000, quelle per l'ammodernamento aziendale a 28.900.000 euro, per un valore complessivo degli investimenti proposti che supera i 73 milioni di euro.

La classifica per provincia
La classifica per provincia vede al primo posto Reggio Emilia con 62 domande, seguita da Ravenna (61), Piacenza (55), Parma (54), Bologna (52), Modena (49), Forlì-Cesena(48), Ferrara (25), Rimini (5). Delle 411 domande, 273 si riferiscono ad aziende che si trovano prevalentemente in zona non svantaggiata, 138 quelle il cui territorio ricade per oltre il 50% in area collinare o montana.

(Fonte Regione Emilia Romagna 4 dicembre 2015 )

Già operativi i presidi anti lupo in 48 aziende zootecniche. L'assessore regionale all'agricoltura, caccia e pesca SimonaCaselli: "Lavorare sulla prevenzione, con interventi puntuali grazie alla mappatura del territorio." -

Bologna, 9 dicembre 2015 -

La Regione spinge l'acceleratore sulla prevenzione per ridurre i danni della fauna selvatica alle produzioni agricole e agli allevamenti e con il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale mette a disposizione risorse ulteriori per 3 milioni di euro che serviranno per l'acquisto di recinzioni e altri strumenti di difesa. "Occorre intervenire prima che il danno si verifichi, puntando sulla prevenzione e su una corretta gestione della fauna selvatica in collaborazione con le aziende agricole, gli Enti Parco e gli Atc - ha spiegato oggi a Bologna l'assessore regionale all'agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli – vogliamo lavorare sempre più in questa direzione, in linea con le indicazioni che ci arrivano dalla Ue, ma anche con le esigenze della finanza pubblica. Oggi la Regione ha a disposizione una mappatura puntuale del territorio, che ci permette di sapere dove sono le maggiori concentrazioni di animali. Sono sicura che anche grazie a questi dati, indispensabili per un'azione mirata, riusciremo a confermare il trend di riduzione dei danni attualmente in atto". La Regione dal 2008 ha investito per l'acquisto di recinzioni (e altri presidi di difesa), assegnati in comodato d'uso agli agricoltori, risorse complessive per circa 3.400.000 euro. E per il 2016 sono in arrivo nuove risorse per 3 milioni di euro che serviranno per finanziare al 100% nuovi interventi. Verranno erogate attraverso 2 o 3 bandi, di cui il primo è atteso nella prima metà del prossimo anno.

Danni in calo, al via i presidi anti-lupo

La tendenza alla diminuzione dei danni appare confermata, sia pur con situazioni differenziate, in tutto il territorio regionale, anche nelle zone aperte alla caccia, dove la competenza è degli Atc. Proprio per rafforzare l'attività di prevenzione, nei confronti di una specie protetta come il lupo, i cui danni sono invece stabili (circa 150 mila euro all'anno ), va l'ultimo provvedimento in ordine di tempo adottato dall'Assessorato regionale all'agricoltura: sono state infatti assegnati in questi giorni 128.644 euro a 48 aziende agricole zootecniche di collina e montagna situate in tutte le province emiliano-romagnole, da Bologna, a Piacenza, a Rimini. Le risorse sono servite a installare recinzioni, dissuasori acustici e luminosi, cani pastore, con una copertura del 100% del costo ritenuto ammissibile. E altri finanziamenti sono in arrivo. Con l'ultimo assestamento di bilancio infatti la Regione ha previsto 200 mila euro per scorrere le graduatorie e finanziarie altre 86 aziende che avevano partecipato al bando della scorsa estate.

Il cinghiale la specie più impattante

Il cinghiale resta anche nel 2015 una delle specie più impattanti per gli agricoltori, pur a fronte di una diminuzione dei danni. Risultati che possono essere ulteriormente migliorati, specie in alcune aree, individuate grazie alla localizzazione puntuale degli eventi dannosi. In particolare nelle aree protette è fondamentale l'impegno degli Enti gestori (Enti Parco , ecc.) sia sul fronte della prevenzione dei danni, che del controllo della popolazione animale.
Per quanto riguarda invece i territori aperti alla caccia del cinghiale (nei quali la titolarità è in capo agli Atc sia per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica, che il risarcimento dei danni), da qualche anno il calendario venatorio regionale consente di cacciare questo animale, nelle diverse modalità, dal 15 aprile al 31 gennaio. Inoltre è prevista una soglia di danno massima tollerabile, oltre la quale è possibile introdurre misure quali anche l'attivazione di piani di prelievo straordinari. Uno degli obiettivi è la completa rimozione del cinghiale da tutte le zone non vocate.
Sono invece costantemente in diminuzione da alcuni anni i danni provocati dagli altri ungulati come capriolo, daino e cervo. Un risultato dovuto alla soglia di densità di capi fissata dalla pianificazione regionale 2013-2014 e che andrà migliorando nel quinquennio di validità degli strumenti di pianificazione.
Tra le specie più impattanti anche lo storno, che provoca gravi danni alla viticoltura e frutticoltura. Tuttavia si tratta di una specie protetta, il cui prelievo è ammesso solo "in deroga" ed è regolato da una direttiva europea e dal parere vincolante dell'Ispra (l'Istituto per la prevenzione e la ricerca ambientale). Il mancato rispetto di tale parere comporta una procedura d'infrazione comunitaria. Le possibili sanzioni possono arrivare anche al mancato trasferimento di risorse del Psr, con conseguenze che possono dunque gravare direttamente sugli stessi agricoltori.
Un discorso a parte va fatto per la nutria. Dall'agosto dello scorso anno, infatti questo roditore a seguito di una modifica alla legge nazionale, non è più considerato parte della fauna selvatica quindi i danni causati non sono più risarcibili.

In allegato:

Andamento dei danni della fauna selvatica (dati 2008-2015)
Presidi anti-lupo divisi per provincia

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Bando "Una casa per le giovani coppie e altri nuclei famigliari" per l'acquisto della prima casa. C'è tempo fino al 27 novembre per sottoscrivere il pre-contratto e prepararsi al click day del 1 dicembre. Gualmini: "Grande attenzione a chi desidera acquistare la prima casa ma da solo non è in condizione di farlo". Bonus di 25 mila euro (30 mila per le aree del sisma) per l'acquisto di uno tra i 4.405 alloggi disponibili su tutto il territorio regionale. -

Bologna, 24 novembre 2015 -

Ultimi giorni per partecipare al bando "Una casa per le giovani coppie e altri nuclei famigliari" e ottenere un contributo per l'acquisto della prima casa. Regione Emilia-Romagna mette a disposizione un bonus di 25 mila euro - che salgono a 30 mila per i residenti nei Comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 - per l'acquisto di uno tra i 4.405 alloggi disponibili su tutto il territorio regionale. Lo stanziamento complessivo per finanziare gli interventi del programma è di 12 milioni di euro.
C'è tempo fino al 27 novembre per sottoscrivere il pre-contratto e prepararsi al click day del 1 dicembre, data in cui i nuclei potranno presentare online la domanda di contributo compilando la modulistica già resa disponibile sul sito territorio.regione.emilia-romagna.it, nel box "Selezione nuclei".
Sullo stesso sito è anche possibile consultare la guida alla compilazione. La graduatoria degli ammessi al contributo sarà pubblicata il 23 dicembre 2015.

"Nell'ambito del Piano pluriennale sulle politiche abitative – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini, titolare anche della delega alle Politiche abitative – abbiamo dedicato grande attenzione anche a chi desidera acquistare la prima casa, ma da solo non è in condizione di farlo. Il bando per le giovani coppie, giunto alla sua nona edizione, pensa a chi desidera rendere concreti i propri progetti di vita, chi vuole costruirsi una famiglia e magari avere dei figli e di chi, semplicemente, vuole affrontare il futuro sganciandosi dal nucleo familiare di origine".
"Si tratta – conclude la vicepresidente –anche di un importante stimolo all'economia che potrà, così speriamo, rendere un po' più dinamico il mercato delle abitazioni. La Regione, col Piano pluriennale ha deliberatamente voluto affrontare tutti i settori della filiera dell'abitare e tutti i soggetti coinvolti, dai piccoli proprietari, agli inquilini, dai giovani che si affacciano sul mercato della prima casa, alle persone a rischio di sfratto e in condizioni di grave disagio."
La campagna Accasiamoci a sostegno del bando, in chiusura in questi giorni, è stata promossa sul web, sui social network e in alcuni luoghi a grande frequentazione in Emilia-Romagna, tra cui la rete degli URP dei comuni capoluogo.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito web dedicato www.accasiamoci-emilia-romagna.it

Possono partecipare al bando: giovani coppie (si intendono nuclei costituiti da coniugi, da nubendi, da conviventi more uxorio nel medesimo stato di famiglia anagrafico o da persone intenzionate a convivere more uxorio, in cui almeno uno dei due componenti la coppia non abbia compiuto 40 anni); nuclei monoparentali (si intendono i nuclei costituiti da un solo genitore che abbia non più di 45 anni di età con uno o più figli coresidenti e fiscalmente a carico); nuclei numerosi (si intendono i nuclei nei quali almeno uno dei due genitori non abbia più di 45 anni di età e nei quali siano presenti almeno tre figli coresidenti e fiscalmente a carico, dei quali almeno uno minore di anni 18); nuclei sottoposti a procedure di rilascio dell'alloggio per ragioni diverse dalla morosità; nuclei assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica per i quali sia stata dichiarata la decadenza per superamento dei limiti di reddito; persone singole (si intendono nuclei costituiti da un solo componente che non abbia compiuto 40 anni di età, oppure che sono anagraficamente inseriti in altro nucleo familiare purché vadano a costituire un nucleo familiare a se stante).

Gli alloggi verranno venduti con la formula del "patto di futura vendita": le giovani coppie diventeranno effettivamente proprietarie dell'immobile dopo un periodo di locazione o assegnazione in godimento di massimo 4 anni. Le parti possono concordare la compravendita dell'alloggio anche prima della scadenza dei 4 anni di locazione o di assegnazione in godimento.
È possibile chiedere chiarimenti alla Regione, alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o agli altri recapiti indicati sul sito www.accasiamoci-emilia-romagna.it.

(Fonte: ufficio stampa Regione ER)

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