All’ospedale di Baggiovara uno dei primi interventi al mondo su due pazienti di 56 e 59 anni affetti dalla doppia patologia. Grazie alla tecnologia robotica i medici sono riusciti ad asportare le neoplasie risparmiando gli organi.
di M.F. Modena 9 agosto 2019 - – Si chiama Da Vinci come il celebre genio rinascimentale, ma non si tratta di una persona in carne e ossa, bensì di un robot che nello scorso mese di luglio è stato protagonista di una delle prime esperienze al mondo di asportazione di un doppio tumore, al rene e al colon retto su due pazienti, avvenuta all’ospedale di Baggiovara.
Grazie proprio alla tecnologia robotica, l’equipe chirurgica diretta dalla dottoressa Micaela Piccoli e quella urologica del professor Bernardo Rocco, con la collaborazione della squadra anestesiologica della dottoressa Elisabetta Bertellini, sono riuscite a trattare in maniera mini invasiva e in contemporanea una rara forma di tumore che colpisce il rene e il colon retto.
Il primo intervento è stato effettuato su un uomo di 56 anni che in passato aveva già subito l’asportazione di un rene per una precedente patologia e che presentava un tumore maligno localizzato al colon destro e una seconda neoplasia al rene destro. Il secondo ha riguardato invece una paziente di 59 anni affetta da tumore al retto, che durante un trattamento per una neoplasia mammaria ha scoperto di averne anche una al rene sinistro. Entrambi sono stati in grado di alzarsi a una giornata dall’intervento, sono stati dimessi e ora potranno proseguire le terapie previste dai protocolli.
Fondamentale nel post operatorio senza dolore e nella ripresa l’intervento della tecnologia robotica.
“Per quanto riguarda il rene”. ha dichiarato il professor Bernardo Rocco. “la chirurgia robotica è indispensabile per ottenere un’efficacia oncologica, preservare l’organo e al tempo stesso non sottoporre i pazienti a incisioni addominali estese e invalidanti. Mentre la chirurgia laparoscopia tradizionale è l’approccio corretto quando la lesione è così estesa da dover togliere tutto il rene, il robot diventa fondamentale per poter eseguire interventi finalizzati a togliere il tumore ma a risparmiare il rene. In questi casi il robot in mani esperte consente procedure molto più rapide, efficaci e sicure”
“La chirurgia robotica”, ha aggiunto la dottoressa Micaela Piccoli, “consente ai medici di eseguire vari tipi di procedure complesse con maggiore precisione, flessibilità e controllo. In modo mini-invasivo, attraverso piccole incisioni si realizzano procedure lunghe, delicate e complesse che, invece, potrebbero essere difficili o addirittura impossibili con altri metodi. Il robot dà al chirurgo una visione tridimensionale e gli offre la possibilità di fare movimenti altrimenti impossibili per un essere umano, come ruotare una mano o un braccio, a 360 gradi, o di arrivare in un punto preciso senza fare contorsioni faticose. Questi due casi ne sono una chiara esemplificazione”.
Ricordiamo che il tumore del colon retto è tra i cinque più diagnosticati in Italia con un’incidenza del 15% con 51 mila casi ogni anno e un trend in aumento. I tumori al rene e alle vie urinarie, invece, sono al nono posto tra le neoplasie più diagnosticate con circa 13.400 nuovi casi all’anno.
L’associazione simultanea dei due tumori è rara, (tra lo 0,03% e 0,5% dei casi). Tra le cause ci sono condizioni genetiche particolari o l’associazione di fattori di rischio comuni come il fumo di sigaretta. La sopravvivenza a cinque anni, in Italia, è del 71% per il rene e del 65% per il colon retto, la più alta rispetto alla media europea grazie anche ai programmi di screening sul colon retto da tempo attivi in Emilia Romagna e allo sviluppo di PDTA, Percorsi Diagnostici Terapeutico Assistenziali che assicurano una diagnosi accurata e una presa in carico della persona a 360°.