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CNA e CRESME insieme nel primo di una serie di convegni sull'innovazione nella filiera edile.
Modena, 6 ottobre 2014 -
Periti industriali, geometri, architetti, ingegneri, agronomi, imprenditori edili ed impiantisti riuniti insieme al convegno di CNA, svoltosi nei giorni scorsi presso la Camera di Commercio. "Le Costruzioni nel XXI° secolo: innovazione e filiera edile", questo l'argomento di un incontro teso a mettere in luce le potenzialità dell'innovazione di processo, resa ancor più evidente grazie a uno strumento come il B.I.M. (Building Information Modeling), e con l'integrazione tra i diversi attori della filiera delle costruzioni. Il tutto raccontato da un relatore d'eccellenza come Lorenzo Bellicini, esperto del CRESME, Centro Studi leader in Italia per il mercato delle costruzioni.
"Probabilmente siamo nel momento più difficile della crisi – afferma Lorenzo Bellicini di CRESME - però allo stesso tempo ci sono una serie di segnali, che provengono dall'aumento della domanda e che testimoniano come possiamo essere ormai vicini alla ripresa. Anzi, per alcuni settori possiamo affermare di essere già entrati ormai in una nuova fase. È evidente che il mercato non è più quello di prima: si è profondamente riconfigurato. È il mercato della riqualificazione quello che detta legge oggi, con una componente della tecnologia e dell'impiantistica che disegna già le basi del mercato futuro".
Le analisi del CRESME riportano che probabilmente nel 2015 il mondo delle costruzioni uscirà dalla fase recessiva, gli investimenti torneranno nel complesso a essere positivi, con la sola esclusione per le nuove costruzioni. L'errore da evitare però è quello di pensare che tutto possa tornare come prima e che si possa sopravvivere anche senza innovazione.
"Noi consideriamo l'edilizia - continua Bellicini - un settore che vivrà probabilmente una delle più grandi rivoluzioni della sua storia, perché l'impatto con le nuove tecnologie e la digitalizzazione avranno un effetto rivoluzionario. Non per altro, oggi siamo qui a parlare del Building Information Modeling: una delle innovazioni tecnologiche che consente processi di ottimizzazione nel settore delle costruzioni". Un mondo questo dell'edilizia che deve rivedere i suoi modelli di redditività e un primo aiuto può arrivare direttamente dal B.I.M.: un sistema di progettazione integrata in 3D che allarga la prospettiva al costo relativo all'intera vita utile di un immobile, invece che al solo investimento iniziale. "Se si riuscissero ad evitare tutti quegli errori che si commettono nella fase di realizzazione degli interventi edili a causa, ad esempio, del mancato coordinamento tra i vari operatori, si otterrebbero dei notevoli risparmi ad uso e consumo dell'intera filiera, sino al committente finale", osserva Giorgio Falanelli, responsabile di CNA impianti.
In questo momento il settore delle costruzioni è chiamato a confrontarsi con una situazione stimolante, che lascia spazio a tutti gli attori della filiera e che si basa sulla capacità d'innovazione. Chi resta fermo, si ritrova bloccato in un mercato sempre più piccolo e dove la competizione sempre più forte.
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
La voce degli imprenditori del tessile abbigliamento sul tema finanziamenti attraverso le parole di Marco Gasparini e Tamara Gualandi (CNA Federmoda) -
Modena, 1 ottobre 2014 -
Il settore della moda, nonostante le difficoltà che attraversa da anni e la crisi dei diversi mercati (con situazioni specifiche fonte di preoccupazione, come testimonia la recente crisi russa), è ancora oggi un settore di grande importanza nell'economia del nostro paese e, in particolare, sul nostro territorio. I dati lo dimostrano: l'industria italiana del tessile, dell'abbigliamento, della pelletteria e delle calzature ha un fatturato vicino ai 62 miliardi di euro e un export che si aggira sui 48 miliardi di euro, con un surplus della bilancia commerciale di poco inferiore ai 20 miliardi. Nella nostra provincia, solo nel primo semestre 2014, le esportazioni del settore hanno sfiorato i 400 milioni di uro, poco meno del 7% del totale.
Certo è che oggi, per sopravvivere, le aziende - soprattuto i piccoli e medi imprenditori - hanno bisogno di quella liquidità economica spesso latente, innescando una sorta di dipendenza fisiologica dagli istituti di credito. Un rapporto, quello con le banche, difficile per le imprese, soprattuto in un momento come questo di piena recessione, con una burocrazia che invece di calare sale e una disponibilità di concessione prestiti in continuo deterioramento.
Alla luce degli ultimi avvenimenti che han visto le banche italiane precipitarsi a prendere in prestito denaro a tassi d'interesse stracciati dalla Banca Centrale Europea, la riflessione che sorge spontanea è: quanti di questi soldi saranno davvero girati a imprese e privati?
Gli istituti di credito dell'area Euro hanno battuto cassa per 82,6 miliardi, 23 dei quali (il 28%) sono finiti in mano a gruppi italiani. Questi sono i risultati del primo appuntamento della nuova sessione di rifinanziamenti a lungo termine organizzati dalla BCE: il meccanismo, simile a quello delle aste di fine 2011, fornisce denaro alle banche con una scadenza di quattro anni e a tassi d'interesse per gli istituti ultra vantaggiosi (questa volta pari allo 0,15%), così da spingerle a concedere credito a imprese e famiglie per fare ripartire l'economia. Parole molto belle, ma a fatti bisognerà vedere quanti di questi soldi saranno realmente girati a imprese e privati.
"È proprio per questa ragione che la Bce – afferma Marco Gasparini Vice Presidente Nazionale di CNA Federmoda e Presidente Regionale Federmoda Emilia Romagna- in questa nuova tornata di finanziamenti, ha stabilito che i soldi che escono dalle casse di Francoforte debbano essere trasferiti a imprese e famiglie in forma di credito, con la precisazione che le nuove operazioni, a differenza delle precedenti, siano "finalizzate". Il problema, è che i pochi vincoli fissati dalla Bce per spingere le banche a erogare credito sono deboli, con sanzioni praticamente inesistenti. Proprio per questo, come CNA saremo molto attenti a verificare che questi soldi non si fermino alle banche, ma al contrario arrivino veramente alle imprese e alle famiglie".
"La dimensione delle aziende nel nostro territorio è prevalentemente piccola e media e molti marchi avrebbero bisogno di irrobustirsi sotto il profilo patrimoniale e operativo - interviene Tamara Gualandi Presidente di CNA Federmoda Modena - ma è importante sottolineare come sia necessario, anche per dare una mano all'economia nazionale, puntare con decisione sulla valorizzazione della filiera. Le competenze specialistiche racchiuse in ciascuna realtà artigianale e imprenditoriale sono talmente uniche da dover essere a tutti i costi difese e, se possibile, valorizzate. È un compito che dovrebbe essere messo in pratica dall'intero sistema, banche in testa".
In attesa di capire come si comporteranno questa volta gli istituti di credito, vale la pena sottolineare come gli 82,6 miliardi presi a prestito nel complesso in questa prima asta di settembre siano decisamente meno di quanto ci si attendesse. Ben altre cifre erano state "prelevate" con le aste a tre anni del 2011 e del 2012, quando erano stati assegnati, rispettivamente, 489 miliardi a 523 banche (oltre la metà dei quali sono già stati restituiti).
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
Un progetto ideato da CNA, con la collaborazione di Democenter e la partenrship di Unicredit, per costruire nuovi orizzonti e finanziare l'innovazione.
Modena, 30 settembre -
Un'ottantina di aziende coinvolte, nove incontri di lavoro, tra i quali tre laboratori di due serate ciascuna. Sono questi alcuni "numeri" dell'innovativo percorso organizzato da CNA, Fondazione Democenter, con l'apporto di Unicredit, per offrire alle piccole e medie imprese del territorio nuovi spunti sulla strada dell'innovazione e del finanziamento di quest'ultima.
Si tratta del Progetto Open Industria, che mira a introdurre modelli innovativi per far nascere nuove startup impostate su un'idea di artigianato differente rispetto a quella tradizionale. Stiamo parlando di laboratori sperimentali di open innovation, business model generation, design, visual thinking e crowdfunding: tutto questo raccontato dalle testimonianze d'imprenditori e artigiani che hanno già adottato modelli innovativi di lavoro, di organizzazione aziendale, di gestione delle relazioni con il cliente all'interno delle loro aziende o tecnologie innovative.
Il progetto sarà presentato giovedì 2 ottobre, alle ore 20.00, in CNA Provinciale a Modena, in via Malavolti 27. Al lancio del progetto seguirà l'evento di un'intera giornata (giovedì 23 ottobre presso l'Incubatore Knowbel, a Spilamberto) nel quale si alterneranno, oltre alle testimonianze degli imprenditori, anche interventi di esperti riguardanti le strategie migliori da poter utilizzare per fare innovazione e le relative piattaforme cui potersi appoggiare per ottenere i finanziamenti necessari a sostenerla. Seguiranno poi tre laboratori serali gratuiti che metteranno le imprese partecipanti di fronte a tre problematiche specifiche: Crowdfunding Lab, per introdurre alle nuove piattaforme per raccogliere fondi e donazioni per realizzare progetti; Business Model Generation Lab, per applicare nuove tecniche per definire il modello di ricavo ottimale d'imprese innovative, e il Makers Lab, per realizzare insieme un prototipo con l'utilizzo di una stampante 3D a basso costo. Un percorso svolto passo a passo con CNA e Democenter per arrivare all'evento finale di presentazione dei risultati ottenuti dal lavoro di questi tre laboratori e per scoprire gli scenari futuri che verranno aperti dall'utilizzo di queste nuove tecnologie.
A presentare questo innovativo progetto Giorgio Caretti, presidente di CNA Industria Modena, un altro imprenditore modenese, Giancarlo Cerchiari, presidente di CNA Industria Emilia Romagna, poi Francesco Baruffi, responsabile dell'area creazione imprese della Fondazione Democenter, e Giuseppe Zanardi, Area Manager Unicredit per Modena.
"Siamo particolarmente orgogliosi di questa iniziativa, che rappresenta anche la prima occasione di rilancio per il gruppo dei piccoli industriali di CNA Modena – ha commentato Giorgio Carretti – una qualifica che deriva non tanto e non solo da parametri strettamente economici, come il fatturato o il numero di dipendenti, ma anche dall'attitudine ad affrontare le tematiche dello sviluppo in modo originale, innovativo appunto. Un percorso, quello che abbiamo presentato oggi, che vuole coinvolgere le imprese di diversi settori – moda, produzione, alimentare, ict, servizi – convinti del fatto che le medie aziende – sono poco meno di tremila soltanto quelle aderenti a CNA - rappresentino quell'anello di congiunzione tra i distretti fondamentali al funzionamento della nostra economia".
"Una valutazione – ribadisce Cerchiari – che può benissimo essere allargata al contesto regionale, che non si ferma certo ai confini amministrativi regionali. Ci sono settori come il packaging, la motoristica, le macchine agricole, per fare solo qualche esempio, che coinvolgono ampi territori che hanno bisogno di parlare tra di loro per dare il meglio di sé. Come CNA questo è un invito al mondo dell'impresa: da qui ripartiamo con nuovi progetti e una nuova passione. Se riusciamo a vincere la sfida dell'innovazione e a cambiare il modo di vedere le cose, allora sì che potremo dare una vera svolta a questo mondo".
"Non è la prima esperienza in assoluto in questo campo in Regione – afferma Francesco Baruffi, Responsabile Area Creazione Impresa della Fondazione Democenter - ma sicuramente è la più intensa e una delle più valide. Non sono introdotti solo concetti e strategie di mercato in pillole, ma sono presentati modelli già collaudati da altre realtà e, cosa ancora più importante, vengono affiancati nuovi imprenditori in un percorso che potremmo definire "Rinascimento della manifattura". Noi crediamo fortemente che questo progetto sia il primo passo per la riconferma di quello che le aziende italiane sono in grado di fare".
"L'innovazione è un tema centrale per il nostro Gruppo – spiega Giuseppe Zanardi, Area Manager UniCredit per Modena – sia per lo sviluppo dell'economia del territorio sia al proprio interno, dato che fare innovazione significa introdurre servizi, soluzioni e prodotti capaci di offrire vantaggi concreti ai nostri clienti. È opportuno innovare per competere e crescere: a richiederlo è il mercato. E lavoriamo in tal senso per implementare un nuovo modo di fare banca, investendo risorse nello sviluppo di soluzioni all'avanguardia in grado di produrre anche nuovi prodotti e servizi. Lo stesso riteniamo sia fondamentale per la crescita del business delle imprese del nostro territorio. Per questo abbiamo messo a punto il piano "UniCredit per i Territori", volto a sostenere le imprese anche nell'ambito dell'innovazione. Un impegno con il quale nei primi sei mesi del 2014, nell'area modenese, abbiamo erogato più di 97milioni di euro proprio per supporto all'innovazione e nuova imprenditoria. Il progetto Open Industria che ci vede ancora una volta al fianco di CNA Modena, in collaborazione con Democenter, è certo un'opportunità concreta in tal senso per le nostre imprese: quella dell'innovazione è la strada che le aziende del nostro territorio devono percorrere".
Le iniziative di CNA Industria Modena continueranno nei prossimi mesi con seminari altrettanto operativi e con altri incontri su temi di ordine più generale. È il caso dell'appuntamento già programmato per il 6 novembre, quando si parlerà dei problemi legati al passaggio generazionale d'impresa con l'economista Franco Mosconi ed altri ospiti, nel corso di un evento intitolato, in modo provocatorio, "In fabbrica col nemico: le mille vite di un'impresa, i passaggi generazionali".
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)