Roma, 28 luglio 2021 – L’estate? Al mare, in montagna, al lago, comunque lontano dai vicini di casa. Già, perché i rapporti con loro sono ancora tutt’altro che idilliaci: il 40% dei parmensi, infatti, ha un atteggiamento di sostanziale freddezza o persino indifferenza verso chi vive alla porta accanto, e non mancano nemmeno i casi di aperta e continua conflittualità.
Cane lasciato libero in cortile: inquilino condannato. STOP agli animali liberi negli spazi verdi prospicienti lo stabile. Inoltre le esalazioni degli escrementi integrano in astratto il reato di getto pericoloso di cose
Addio ai cani liberi nel cortile dell'edificio. L'animale che circola indisturbato viola il pari diritto altrui al godimento degli spazi comuni: i bambini non possono giocare in giardino. La puzza delle deiezioni integrano in astratto il reato di getto pericoloso di cose e il proprietario del cane risarcisce il vicino perché Fido fa cacca e pipì all'ingresso della casa dell'altro.
Riconosciuto il risarcimento del danno non patrimoniale liquidato in via equitativa con la sentenza 1266/18, pubblicata dalla prima sezione civile del tribunale di Parma (giudice unico Angela Chiari).Accolta l'azione inibitoria proposta dai vicini: il giudice ordina ex articolo 844 Cc ai proprietari dei cani di non lasciarli più gironzolare nel cortile del comprensorio residenziale. Decisive le testimonianze di due amici di famiglia degli attori: frequentano la casa da circa dieci anni e confermano che la porta è sempre chiusa per paura che entrino gli animali dei vicini, che fanno paura ai nipotini.
Contro i convenuti pesa il fatto che i quattrozampe sono sempre in giro senza le cautele richieste dall'ordinario criterio di prudenza, ciò che comporta disagi ai condomini, impedendo loro di usare il cortile. E non conta se il cane "incriminato" è uno o sono due. Né che il proprietario degli animali sia solo il marito: risponde anche la moglie.
Il risarcimento di 2.500 euro stabilito dal giudice ex articolo 2059 Cc comprende anche le spese di mediazione sostenute dagli attori. Anche su questo punto è dirimente la mancata adozione di misure adeguate per evitare il disturbo ai vicini. Le deposizioni confermano la puzzadei bisognini di Fido e la condanna ai danni scatta anche se il reato ex articolo 674 Cp non risulta accertata da un giudice penale: le coppia che si dice amante degli animale non provvede a ripulire il cortile dalle deiezioni né individua spazi ad hoc: la contravvenzione di getto pericoloso di cose ben può configurarsi per le molestie olfattive e risulta integrata in tutti i suoi elementi, oggettivi e soggettivi.
Esalazioni moleste: un problema classico, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", nelle problematiche legate all'universo condominiale. Quando queste sono legate a possibili odori sgradevoli provenienti dalla presenza di un animale domestico, allora può entrare in gioco anche il codice penale quando è evidente il superamento della soglia di tollerabilità delle esalazioni legate alle deiezioni ed alla cattiva pulizia di Fido.
(15 febbraio 2019)
Parma: la Guardia di Finanza ha denunciato sette amministratori di condominio infedeli. Centinaia le famiglie di Parma e Provincia che avevano denunciato i fatti
Parma 29 settembre 2017 - Puntuali nel versare le spese condominiali, centinaia di famiglie, tra Parma e provincia, mai si sarebbero immaginate di risultare invece debitrici - per importi anche significativi - nei confronti dei fornitori, tra i quali le aziende di erogazione dei servizi pubblici.
Poi l'ulteriore spiacevole scoperta dei conti correnti condominiali in sofferenza, essendosi volatilizzate somme spesso consistenti.
Sono scattate così le denunce e le conseguenti indagini della Guardia di Finanza di Parma - delegate dalla locale Procura della Repubblica - nei confronti di alcuni amministratori infedeli, che per anni hanno fatto finta di sollevare i condòmini dalle incombenze della gestione condivisa della casa, finché non si è scoperto che conti e bollette risultavano non pagate.
I Finanzieri, dopo quasi un anno di intenso lavoro e dopo aver esaminato i movimenti finanziari di decine e decine di conti bancari, hanno ricostruito minuziosamente le "allegre" gestioni: oltre ad innumerevoli movimentazioni di denaro non dovute né giustificate, è emersa inoltre, da parte dei professionisti indagati, la frequente abitudine di emettere indebitamente assegni a favore di se stessi o di propri familiari, traendo i fondi dai conti correnti condominiali.
I casi più gravi hanno riguardato tre amministratori di Parma, i quali si sono complessivamente appropriati di circa 600.000 euro in tre anni.
La gestione, in generale, si è rivelata oltre tutto approssimativa e confusionaria, tanto che sovente le spese di un condominio venivano pagate con i soldi di altri.
Gli abitanti di un palazzo di Ponte Taro (PR), invece, si sono accorti della grave e compromessa situazione solo nel momento in cui hanno ricevuto un decreto ingiuntivo promosso dalla ditta che aveva provveduto al rifacimento del tetto senza tuttavia ricevere alcun corrispettivo; ciò, nonostante i condomini avessero regolarmente versato, per tale scopo, circa 20.000 euro sul conto corrente condominiale.
Alla fine degli accertamenti svolti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Parma, l'infedele professionista è stato denunciato per il reato di appropriazione indebita aggravata, per aver distratto un totale di circa 70.000 euro in un solo anno di gestione del condominio.
Lo stesso reato è stato contestato anche ad un amministratore di Medesano il quale, però, è stato scoperto che era anche un evasore fiscale totale, ovvero sconosciuto al fisco, per gli anni 2013 e 2014. Costui è stato quindi sottoposto anche a verifica fiscale da parte dei finanzieri, a seguito della quale sono emersi ricavi non dichiarati al fisco per circa 40.000 euro, oltre all'evasione all'IVA.
Le famiglie "truffate", composte prevalentemente da persone anziane, sono state costrette a mettere nuovamente mano al portafogli o a chiedere finanziamenti per evitare ulteriori gravi complicazioni, soprattutto per il rischio di chiusura delle utenze domestiche a causa dei mancati pagamenti delle bollette condominiali da parte dell'amministratore.
L'attività della Guardia di Finanza di Parma nello specifico settore è tuttora in corso nei confronti di altri soggetti, tra i quali uno studio con sede in città - che amministrava circa 80 condomini situati nel territorio parmense - il quale, negli anni 2014 e 2015, avrebbe sottratto dalle casse condominiali ben 400.000 Euro.
L'azione di controllo svolta a vasto raggio dalla Guardia di Finanza di Parma, oltre a tutelare gli interessi delle quasi 300 famiglie residenti nei condomini sottoposti ad indagine, vuole altresì salvaguardare l'immagine della maggioranza degli Amministratori di condominio che operano con professionalità nella provincia.
La Guardia di Finanza, inoltre, raccomanda a tutti i cittadini di mantenere comunque alto il livello di attenzione, partecipando attivamente alla gestione del condominio, ad esempio presenziando alle assemblee periodiche e pretendendo - quando ritenuto opportuno - l'esibizione delle fatture pagate ai fornitori nonché degli estratti dei conti correnti comuni.