Sì da Pd e Sel, no da Ln e Fdi-An, astenuto M5s. Caselli: le modifiche si sono rese necessarie "per recepire accordi locali specifici sottoscritti in alcuni ambiti provinciali"
Parere favorevole in commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, ad alcune modifiche introdotte al Calendario venatorio regionale per la stagione 2016/2017. Hanno approvato il provvedimento i gruppi Pd e Sel, hanno espresso voto contrario i gruppi Ln e Fdi-An, mentre si è astenuto il gruppo M5s.
Le modifiche al Calendario venatorio regionale, ha evidenziato l'assessore alla Caccia, Simona Caselli, si sono rese necessarie "per recepire accordi locali specifici sottoscritti in alcuni ambiti provinciali dai rappresentanti delle associazioni venatorie, di quelle agricole e di quelle ambientali nonché per adeguare il provvedimento ad alcune novità legislative nazionali".
Massimiliano Pompignoli (Ln) ha espresso perplessità su talune modifiche, invitando la Regione, "alla luce della sentenza odierna del Tar che ha rigettato l'ennesimo ricorso sull'uso dei telefonini da parte dei cacciatori, a eliminare dalla normativa regionale ogni riferimento in merito all'utilizzo del cellulare, come chiedono reiteratamente le associazioni venatorie, per evitare qualsiasi possibilità di ricorso".
Per Manuela Rontini (Pd) "il recepimento degli accordi locali specifici, come quello sottoscritto dai soggetti interessati in provincia di Ravenna, testimonia il rispetto della Regione per le peculiarità dei territori, come garantito in sede di approvazione del Calendario venatorio regionale 2016/2017". In merito all'uso dei telefonini da parte dei cacciatori, ha sollecitato i tecnici regionali "a emanare con rapidità una circolare di buon senso".
Tommaso Foti (Fdi-An) ha invitato la Regione a "inserire nella circolare il divieto dell'uso del cellulare unicamente nel momento della pratica venatoria e come richiamo per la selvaggina".
Per Gian Luigi Molinari e Barbara Lori (Pd), "solo l'abuso del cellulare, esplicitando nella circolare regionale unicamente i casi di utilizzo distorto, deve essere vietato e sanzionato".
(Bologna 27 luglio 2016 - Luca Govoni)
Nonostante si registrino, oramai da tanti anni, notevoli e gravi danni ambientali, riferiti maggiormente al settore agricolo e causati dalle continue immissioni di esemplari di lepri sul territorio, l'ATC, l'Ambito Territoriale di Caccia di Brindisi – A, con un provvedimento del suo Commissario ad Acta, prof. Luigi Argentieri, ha indetto un bando di gara per l'acquisto di lepri per una spesa complessiva di 100 mila Euro.
Non solo tale decisione continua a penalizzare, dal punto di vista ambientale, il settore agricolo del nostro territorio, perché le lepri si nutrono dei frutti del raccolto dei coltivatori brindisini. ma non è in linea con un corretto percorso procedurale e normativo, dal momento che l'ATC non puo' ragionare in maniera autonoma su questo aspetto, ma deve rifarsi ad atti regolamentari e di indirizzo della Provincia di Brindisi, con riferimento alle attività di controllo extracalendario su specie faunistiche cacciabili che determinano danni all'agricoltura. Non ci risulta, infatti, che tali procedure siano state attivate da parte della stessa Provincia, né che siano state effettuate indagini conoscitive per capire la reale situazione della presenza di lepri nel territorio brindisino. Da stime non ufficiali pare che ve ne siano 1000, appartenenti soprattutto a specie non autoctone.
Al di là del puro e gravissimo danno ambientale all'interno del Parco delle Saline di Punta della Contesa, causa di tantissime richieste di risarcimento danni da parte degli agricoltori, le lepri costituiscono un pericolo anche per la circolazione stradale, poiché molti esemplari arrivano in città, in particolare nella zona industriale, attraversando strade ad alta percorrenza veicolare. Anche la Regione Puglia, con un investimento di 460mila euro, ha attivato alcune misure per contenere i programmi di immissione di lepri nel Parco di Punta della Contessa, come la realizzazione di una recinzione comprensoriale sui territori del parco che presentano una maggiore densità di lepri, il posizionamento di dissuasori di tipo olfattivo a base di proteine animali; l'attuazione di un piano di prelievo e successivo spostamento degli esemplari in territori esterni al parco, e tanti altri provvedimenti.
Nonostante tutto questo, il Commissario ad acta dell'ATC di Brindisi persevera nel ripopolare di lepri il territorio brindisino in maniera incontrollata. In virtù di tutto ciò, visto che i contadini continuano a lamentarsi per danni che subiscono, che gli animalisti e gli ambientalisti intervengono puntualmente con denunce all'Autorità Giudiziaria, che gli enti locali non sanno che fare, chiediamo a viva voce, interessando l'opinione pubblica, che si ponga definitivamente un freno a questi acquisti dissennati di lepri, condotti dall'ATC Brindisi al di fuori di ogni regola e sempre con i soldi della comunità.
COMUNICATO STAMPA EKOCLUB (Brindisi, 1 dicembre 2015)