In altri termini, si nega il primato del Papa o si mettono in discussione aspetti che toccano in modo diretto l'unità della Chiesa cattolica. A differenza dei delitti di eresia e di apostasia, lo scisma non è determinato direttamente dalla negazione delle verità di fede. A questo si aggiunga che la sola disobbedienza al Romano Pontefice, che non nega il suo primato o non riguarda cause direttamente legate all'unità della Chiesa, non perfeziona il delitto di cui in trattazione.
Sono due le condizioni richieste:
1) l'atto interiore del singolo che lo porta a condividere in modo libero e cosciente (ossia consapevolmente) il cuore dello scisma che assume il sopravvento sull'obbedienza al Papa;
2) l'esteriorizzazione della scelta, partecipando esclusivamente alle funzioni scismatiche con contestuale non partecipazione a quelle della Chiesa cattolica. Ovviamente si tratta di un delitto che può essere commesso sia da chierici, sia da fedeli laici: entrambi incorrono, a seguito del perfezionamento del delitto, nella pena canonica della scomunica "latae sententiae" secondo il canone 1364, cioè senza che debba essere dichiarata ma per il solo fatto di aver posto in essere il delitto, cui si aggiungono, ma per il solo chierico, pene espiatorie indicate nel paragrafo 1 del canone 1336.
Che accade, invece, se fosse il Romano Pontefice regnante a cadere in eresia?
Un'ipotesi che i canonisti prendono in esame.
Ne parleremo in un contributo ad hoc, ma auguriamoci e preghiamo che tutto questo non accada mai.
(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.