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La cooperativa di Medolla è specializzata in giardini e piscine. In questi quattro anni non ha mai cessato la propria attività e domani – sabato 16 aprile – alle 10.30 inaugura la nuova sede, completamente antisismica, in classe A e con un giardino pensile sul tetto.
Modena, 15 aprile 2016
La sua sede si trovava esattamente nell'epicentro della scossa del 29 maggio 2012. Dopo essere stato dichiarato inagibile, l'edificio è stato abbattuto.
Ha dovuto delocalizzare materiali e utensili e spostare gli uffici nei container, ma in questi quattro anni la cooperativa Agriverde di Medolla non ha mai cessato la propria attività e domani – sabato 16 aprile – alle 10.30 inaugura la nuova sede, completamente antisismica, in classe A e con un giardino pensile sul tetto.
Intervengono il sindaco di Medolla Filippo Molinari e il presidente di Confcooperative Modena Carlo Piccinini.
Nata nel 1988, Agriverde è specializzata nella progettazione e realizzazione di giardini "chiavi in mano", completi cioè di impianti di irrigazione automatici, camminamenti e percorsi, arredi da esterno, pergole a gazebo, manutenzione. «Nel nostro piccolo, abbiamo supportato le aziende del cratere nella ripresa post terremoto, curando la manutenzione del loro verde», afferma il presidente di Agriverde Giorgio Ganzerli.
Undici soci, un fatturato medio annuo intorno al milione di euro, dal 1999 progetta e realizza anche piscine; distribuisce in esclusiva per Modena e provincia le piscine Castiglione, l'azienda italiana leader del settore. Agriverde commercializza ogni anno una decina di piscine tradizionali, principalmente nella provincia di Modena.
Da una decina d'anni la cooperativa medollese realizza anche biopiscine, o laghetti balneabili, bacini ornamentali d'acqua dolce privi di prodotti chimici e che usano sistemi naturali – principalmente piante - per filtrare l'acqua. Queste piscine, molto popolari nel Nord Europa, stanno cominciando a diffondersi anche in Italia. Agriverde ne realizza sette-otto l'anno.
«Il nostro punto di forza consiste nella capacità di integrare la piscina nel giardino del cliente – spiega Ganzerli – In questo modo forniamo un servizio completo che comprende anche l'assistenza per la gestione sia dell'acqua che del verde». L'ultima è stata realizzata a Monteveglio (Bologna) presso l'agriturismo gestito dalla cooperativa La Corte d'Aibo, che produce vino secondo i dettami dell'agricoltura biologica.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
Partono oggi due corsi gestiti dalla Scuola Edile di Modena per trenta profughi accolti in provincia nell'ambito di Mare Nostrum, uno sulle tecniche di muratura e carpenteria, l'altro sulle tecniche di posa pavimenti e rivestimenti in ceramica.
Modena, 15 aprile 2016
La Scuola Edile di Modena insegnerà muratura e posa a trenta profughi accolti in provincia di Modena nell'ambito di Mare Nostrum. Lo prevede la convenzione sottoscritta dall'ente bilaterale che si occupa di formazione professionale per il settore delle costruzioni e dalla cooperativa sociale Caleidos, che gestisce l'accoglienza e l'inserimento sociale dei profughi per conto della Prefettura di Modena. «Erogheremo due corsi base: uno sulle tecniche di muratura e carpenteria, l'altro sulle tecniche di posa pavimenti e rivestimenti in ceramica – spiega il direttore della Scuola Edile Alessandro Dondi – Questo progetto rientra nell'attività istituzionale del nostro ente, che l'anno scorso ha organizzato e gestito quasi 150 azioni formative (per complessive 2 mila ore), alle quali hanno partecipato oltre 2 mila persone tra lavoratori dipendenti, imprenditori, tecnici e liberi professionisti».
«La nostra cooperativa gestisce circa 700 profughi sul territorio provinciale nell'ambito dell'operazione umanitaria denominata Mare Nostrum. Si tratta di persone – ricorda Elena Oliva, presidente di Caleidos - che hanno intrapreso in Italia un percorso di autonomia, supportato da personale educativo, che passa soprattutto per l'apprendimento della lingua italiana e la formazione professionale. Quella della Scuola Edile rappresenta un'opportunità funzionale all'inserimento lavorativo e all'autonomia individuale». Le persone da formare saranno indicate da Caleidos. Le attività formative dureranno ciascuna 48 ore e si svolgeranno presso la Scuola Edile, che mette a disposizione un istruttore per addestrare i profughi dal punto di vista tecnico-pratico, le attrezzature, i materiali di consumo e i dispositivi di protezione individuale necessari per le lavorazioni previste dai corsi. Il corso base pratico di muratura comincia oggi - venerdì 15 aprile - con otto ore dedicate alla sicurezza e prosegue fino al 5 maggio con dieci moduli (di quattro ore ciascuno) di pratica in laboratorio. Ai profughi verrà insegnato come si prepara la malta di cemento e come si costruiscono piccoli manufatti in mattoni pieni o semipieni, blocchi forati di laterizio o con cappotto isolante, muratura faccia vista.
Il corso base di posa, invece, parte il 29 aprile (anche qui con otto ore sulla sicurezza in aula e laboratorio), per terminare il 20 maggio dopo dieci moduli di pratica in laboratorio. Gli stranieri verranno addestrati sulle caratteristiche e realizzazione del massetto e dell'intonaco, tecniche e figure di posa del pavimento e rivestimento in ceramica. Dal canto suo la cooperativa Caleidos, che il 28 gennaio scorso ha festeggiato trent'anni di vita ed è specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati (è attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili), garantirà per l'intera durata dei corsi la presenza di un proprio tutor capace, se necessario, di svolgere anche un ruolo di mediazione culturale. Inoltre Caleidos si impegna a far partecipare alle attività formative profughi che abbiano una conoscenza della lingua italiana sufficiente per interloquire con l'istruttore. La stessa Scuola Edile di Modena ha ormai acquisito una grande esperienza nella formazione degli stranieri che, anche se in misura inferiore rispetto a qualche anno fa, rappresentano una buona parte degli addetti complessivi del settore edile e sempre più numerosi partecipano ai corsi, convegni e seminari organizzati dall'ente.
(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
La cooperativa è il primo produttore modenese di vino a ottenere il certificato Viva. La cooperativa vitivinicola aderente a Confcooperative Modena è il primo produttore modenese di vino a ottenere questa certificazione, nata nel 2011 dal ministero dell'Ambiente come progetto nazionale pilota allo scopo di misurare e migliorare le performances di sostenibilità della filiera vite-vino.
Parma, 13 aprile 2016
La Cantina Settecani di Castelvetro ha ricevuto ieri al Vinitaly la certificazione Viva Sustainable Wine, che valuta l'impatto della vitivinicoltura sull'ambiente.
La cooperativa vitivinicola aderente a Confcooperative Modena è il primo produttore modenese di vino a ottenere questa certificazione, nata nel 2011 dal ministero dell'Ambiente come progetto nazionale pilota allo scopo di misurare e migliorare le performances di sostenibilità della filiera vite-vino.
Sono 23 finora i produttori italiani che hanno sottoposto il loro processo produttivo a una valutazione dell'impronta ambientale dal campo al consumo.
Grazie all'individuazione di quattro indicatori (aria, acqua, territorio e vigneto) e accompagnati dai relativi disciplinari, la Cantina Settecani – secondo produttore di Lambrusco ad aderire al progetto - ha potuto misurare l'impatto della sua produzione in termini di sostenibilità e intraprendere, su base volontaria, un percorso di miglioramento.
«Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto questo risultato, frutto del lavoro iniziato due anni fa – dichiara il presidente della Cantina Settecani Paolo Martinelli – In questo periodo sei aziende socie, e la stessa nostra cantina, hanno privilegiato l'acquisto di materie prime locali, la coltivazione di uve di collina, l'utilizzo di acqua piovana e l'adozione di buone pratiche agricole per proporre un nuovo prodotto, che si chiamerà "7bolle" e sarà un Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dop spumantizzato che esalterà il legame sempre più stretto con il territorio.
Aderendo al progetto Viva - continua Martinelli - pensiamo di ottenere vantaggi economici e di immagine. I valori ambientali associati a un prodotto, infatti, aiutano la competitività nel mercato nazionale e, soprattutto, internazionale. Inoltre le misure per la riduzione di gas serra e dei consumi idrici prevedono interventi di efficienza energetica e rinnovamento tecnologico in grado di attenuare non solo l'impatto dell'azienda vitivinicola sull'ambiente, ma anche di abbassare i costi di produzione e lo spreco di risorse. Il lavoro svolto, verificato da un ente terzo indipendente, viene riconosciuto dalla distribuzione e dai consumatori a livello internazionale, permettendo, oltre all'accesso a incentivi e bandi, di concorrere su mercati esteri molto attenti alle questioni ambientali.
Infine – conclude il presidente della Cantina Settecani - la divulgazione dei dati contribuisce a sensibilizzare il consumatore e orientare le sue scelte in modo consapevole».
I dati ottenuti sono accessibili grazie all'etichetta del ministero che rimanda con il suo Qr code a una pagina web dedicata, contenente la descrizione approfondita del prodotto, valori numerici e grafici. L'etichetta rappresenta, dunque, uno strumento trasparente sulla performance ambientale dell'azienda produttrice del vino e dà conto sia dei risultati attuali che del percorso compiuto dall'azienda nel tempo.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)