CNA Reggio Emilia

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Per la Presidente CNA Area centro Annarella Ferretti è tempo di passare dai tavoli di coordinamento ad alcune soluzioni "sperimentali" per il rilancio del centro storico reggiano -

Reggio Emilia, 9 settembre 2014 -

Viabilità e "accesso smart", servizi, eventi, sicurezza. Secondo Annarella Ferretti, Presidente provinciale CNA Area Centro, la ricetta per rivitalizzare il centro storico comprende questi quattro ingredienti: "Dobbiamo passare alla sperimentazione di piccole azioni concrete per dimostrare a cittadini e imprenditori che non si fanno solo chiacchiere e che il centro ha tutte le carte in regola per ritornare ad essere il cuore pulsante della vita cittadina".

"E' tempo di tentare concretamente qualche sperimentazione - continua la Presidente Ferretti - CNA chiede da almeno 5 anni di intervenire sulla viabilità senza stravolgere le relazioni tra residenti e commercianti, ma adottando dei provvedimenti "temporanei" in grado di far capire qual è la "strada giusta" per migliorare l'accesso nell'esagono: tempi di franchigia più lunghi rispetto agli attuali 15 minuti, varchi con orari più flessibili, un'ora di sosta gratuita. Si può fare. È tempo di provare con soluzioni reali. Sono state fatte indagini, riunioni, tavoli di coordinamento tra amministrazioni e associazioni, indispensabili per confrontarsi ma che da soli, se non accompagnati da azioni non bastano a risolvere i problemi". Allo stesso tempo una politica più elastica e intelligente sulla viabilità favorirebbe l'ingresso di visitatori anche in occasione di particolari eventi e iniziative che animano la città.

"Non ci servono macro pianificazioni a lungo termine: quelle le ha fatte il Governo con l'apertura domenicale, creando molta confusione e cambiando solo le abitudini dei consumatori senza un effettivo aumento dei consumi. Dobbiamo concentrarci sulle peculiarità del nostro territorio, sull'artigianato di servizio che svolge un ruolo importante soprattutto con l'invecchiamento della popolazione, che necessita di un centro commerciale naturale con attività commerciali di varie dimensioni ma anche con servizi, ad esempio quelli di lavanderia, che non richiedano l'uso dell'auto per uscire dal centro".

Dopo i servizi pubblici non possono andar via anche quelli privati. Il tribunale non tornerà più in centro ma le attività di servizio al cittadino devono restare. A tutto questo va aggiunto il tema legato alla sicurezza reale e percepita. Gli imprenditori hanno bisogno di sentire che non sono soli ad affrontare episodi di criminalità sempre più diffusi, oltre a lottare tutti i giorni per pagare i fornitori e sopravvivere.

"CNA, che dà voce a 2.500 associati nell'area cittadina, - conclude Annarella Ferretti – è in prima linea in questa partita. Dopo aver ideato il sistema di animazione estiva del cuore cittadino, la nostra Associazione è impegnata a creare, ad esempio, nuove opportunità e momenti di formazione che coinvolgano tutte le attività, dal commerciante al professionista all'artigiano, per sensibilizzare gli imprenditori sull'utilità delle nuove tecnologie. Lo stiamo facendo attraverso i corsi Ecipar e i nostri seminari che intensificheremo per andare incontro alle diverse esigenze. Il rilancio del centro storico è una priorità. Ce lo chiedono le imprese che fanno parte del più grande e più bel "centro commerciale" che la città possa mai avere".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

Soluzioni innovative e pratiche sperimentali da implementare nelle pmi reggiane. A vincere il bando della Provincia è stato il progetto presentato da CNA Impresa Donna, in collaborazione con l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia -

Reggio Emilia, 1 settembre 2014 -

Essere mamma, moglie, lavoratrice, in una parola: donna. È sempre più difficile per le donne conciliare i tempi vita-lavoro e far combaciare i ritmi e le esigenze della sfera familiare e professionale, oltre a trovare uno spazio per sé stesse.

Per cercare di dare un aiuto a imprese e dipendenti e dare una risposta a un tema di grande attualità al centro delle politiche attive del lavoro, delle politiche di welfare e, in generale, delle politiche di sviluppo territoriale, la Provincia di Reggio Emilia ha istituito un bando per la presentazione di idee progettuali per la realizzazione di azioni per il miglioramento della conciliazione dei tempi vita lavoro. A vincerlo è stato il progetto presentato da CNA Impresa Donna, in collaborazione con l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Il raggruppamento del sistema CNA che rappresenta 3.000 imprenditrici in tutta la provincia reggiana, svilupperà una ricerca con il coinvolgimento diretto di molte imprese associate strutturate per affrontare i temi della conciliazione. Obiettivo dell'indagine quello di raccogliere il fabbisogno reale di imprese e lavoratori e progettare soluzioni innovative e pratiche sperimentali "non calate dall'alto" e in grado di essere implementate in futuro in molte altre aziende reggiane.

"Siamo ovviamente molto soddisfatti che il nostro progetto sia stato valutato così positivamente – afferma Paola Ligabue, Presidente provinciale CNA Impresa Donna – soprattutto perché contiamo di sensibilizzare in questo modo le piccole e medie imprese ad adottare delle pratiche condivise capaci di migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti. E si sa che un dipendente soddisfatto lavora meglio e contribuisce maggiormente allo sviluppo dell'azienda".

"Oltre alle imprese che ci daranno la loro disponibilità a partecipare alla ricerca, - conclude Paola Ligabue - ringrazio il prof. Massimo Neri, in qualità si supervisore scientifico del progetto, e il dott. Matteo Rinaldini, in qualità di coordinatore, entrambi del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dell'Economia di Unimore, che ci supporteranno durante le fasi di rilevazione, analisi e valutazione dei dati che presenteremo in un importante convegno nei prossimi mesi".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

Secondo una ricerca dell'Osservatorio CNA un reddito da 10 mila euro all'anno è esente per il lavoratore dipendente e tassato fino al 26,5% per imprenditori e professionisti -

Reggio Emilia, 29 agosto 2014 -

Un reddito annuo di 10mila euro può essere esente da tasse. Oppure gravato da un prelievo di 2300 euro, vale a dire consegnarne oltre un quarto all'erario. La differenza tra i due trattamenti? Esclusivamente nel profilo giuridico dell'attività esercitata. "Lavoro che scegli, tassa che paghi", si potrebbe sintetizzare in uno slogan. Sono i risultati, sorprendenti, di una ricerca dell'Osservatorio permanente CNA sulla tassazione delle Piccole imprese dal titolo: "Il fisco non è uguale per tutti".

Un reddito da 10mila euro annui è esente per il lavoratore dipendente. Gli stessi 10mila euro sono tassati al 16,6% per imprenditori individuali in contabilità semplificata e professionisti, addirittura al 26,5% per l'imprenditore in contabilità ordinaria.

"E' vero che la crescita del reddito – commenta Nunzio Dallari, Presidente CNA Reggio Emilia - aiuta a ridurre le abissali, e inique, differenze nel prelievo fiscale ma senza rendere giustizia al lavoro Autonomo o d'impresa. Di fronte a 20mila euro di reddito annuo entra in campo il prelievo anche sul dipendente (al 14,11%). Nel contempo sale, sempre su 20mila euro di reddito, al 23,65% per professionisti e imprenditori individuali in contabilità semplificata e al 27,5% per gli imprenditori in contabilità ordinaria".

"Mano a mano che le entrate da lavoro crescono, - continua il Presidente provinciale CNA - il livello dei prelievi tende ad addensarsi sulla fascia alta. Le differenze tra redditi uguali, ma generati da soggetti di natura giuridica diversa, non scompaiono, anzi si traducono in differenze pesanti migliaia di euro".

Infatti, a 30mila euro il prelievo per i dipendenti arriva al 22,71% contro il 27,4% su imprenditori individuali in contabilità semplificata e professionisti e il 29,23% sugli imprenditori in contabilità ordinaria, che in dodici mesi subiscono, quindi, un prelievo di quasi 2mila euro superiore a quello del dipendente.

"E pensare che la riforma fiscale del 1973 – aggiunge Nunzio Dallari - si poneva l'obiettivo opposto: garantire condizioni di equità tra le diverse categorie di reddito da lavoro sotto il profilo del prelievo fiscale. Dopo oltre quarant'anni, a parità di reddito non si garantisce parità di prelievo. E a fare le spese di questa incongruenza sono lavoratori autonomi, artigiani e piccoli imprenditori. La comoda, generica, e ingenerosa "presunzione di evasione" entrata purtroppo a far parte dell'immaginario collettivo non può essere il motivo di una differenza di prelievo così sostanziale".

Secondo il Presidente Dallari vanno ristabilite condizioni di equità fiscale riportando progressivamente la pressione fiscale sulle piccole imprese personali allo stesso livello previsto per i lavoratori dipendenti: "Come? La CNA lo sostiene da tempo: agendo simultaneamente su due leve, Irpef e Irap. Ovvero, aumentando la detrazione da lavoro autonomo e d'impresa allo stesso livello previsto per i lavoratori dipendenti, e definendo, in tempi brevi, i contorni della cosiddetta "autonoma organizzazione", al fine di chiarire quali imprese individuali sono esenti dall'Irap, portando nel contempo la franchigia da questa imposta dagli attuali 10.500 a 25mila euro".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

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