Parma piena di immondizia e perche' no... Parma abbandonata... ma prima, Parma usata ...Parma che sta morendo...
Gentile Direttore,
chiedo cortese ospitalità al fine di evidenziare anche al di fuori delle mura cittadine la triste realtà che sta vivendo la nostra bella Parma.
Città profumata di violetta che ha conosciuto i fasti di una corte raffinata e cosmopolita di cui andiamo ancora fieri ora è ridotta ad immondezzaio fisico e morale da chi dovrebbe ben governarla e invece la sfrutta solo per le proprie ambizioni politiche e di comodo.
Si sta spopolando a scapito di etnie che nulla hanno a che fare con le solide tradizioni e la voglia di curare e preservare la bellezza antica di cui è tanto ricca.
Sta morendo perché più nessuno desidera investire lasciando a quei pochi sfruttatori la possibilità di ingrassare con la complicità di joker fedeli...
Attività commerciali che piangono i loro investimenti e per tutto quello in cui hanno creduto ma che nessuno ascolta perché chi dovrebbe farlo ha altre priorità ... prima su tutte la VISIBILITA' in vista di Parma 2020 dove è previsto che, come al solito, si trasformi la città in uno splendido contenitore che racchiude all'interno carcasse putrefatte. Ma l'importante è che non si vedano da fuori e nemmeno se ne senta l'olezzo.
Concludo con una frase, che descrive bene l'idea di come la nostra bella città è nel cuore dei suoi abitanti, scritta da Marcel Proust nel volume "La Strada di Swann" :
«Il nome di Parma, una città dove desideravo più andare da quando avevo letto "La Certosa" mi appariva compatto, liscio, color malva e morbido, se mi si parlasse di una casa qualunque di Parma nella quale sarei stato ricevuto, mi si causava il piacere di pensare che abiterei una residenza liscia, compatta, color malva e morbida, che non aveva relazione con le residenze di nessun'altra città d'Italia.»
Ringrazio per l'attenzione e porgo cordiali saluti.
"Lettera Firmata"
(vedi servizio Gazzetta dell'Emilia del 15 giugno 2015)
Di Nicola Comparato e Foto di Valentina Carpin Sala Baganza , 4 maggio 2019 - Da Castellaro, frazione del comune di Sala Baganza, arriva una nuova segnalazione alla redazione della Gazzetta dell'Emilia. Alcuni residenti della zona ci rammentano lo stato di degrado e abbandono in cui versa l'acquedotto "Ponte della nave", detto anche "Ponte Romano".
La struttura, che attraversa il "Rio Ginestra", viene attribuita ai "Sanvitale" nel XIII secolo, in seguito a portarlo alla attuale fisionomia è stato l'intervento di Ranuccio I Farnese e infine ai nostri giorni si presenta come una vera e propria "costruzione fantasma". Il primo grido d'allarme, per lo stato di degrado del prezioso manufatto, fu lanciato sin dagli anni '80 dal Centro Studi della Valbaganza ma, a quanto pare, è rimasto del tutto inascoltato.
Valentina Carpin, con i suoi scatti fotografici, testimonia l'attuale stato di abbandono e chissà che questi non servano a smuovere gli animi di qualche generoso benefattore, prima che sia troppo tardi.
Per le vostre segnalazioni alla redazione della Gazzetta dell'Emilia scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Foto e Gallery di Valentina Carpin)
Alcuni iscritti del gruppo AMO - COLORNO, hanno voluto effettuare un sopralluogo nei pressi dell'argine Galasso, dove è situata la torre delle acque, antico manufatto idraulico situato lungo la strada provinciale per Golese.
La torre delle acque venne edificata nel periodo tra il 1718 e il 1719. Dallo stile rinascimentale, la struttura si occupava di convogliare a mezzo di un mulino, l'acqua verso il parco della reggia di Colorno, al fine di alimentarne le fontane. Ad oggi questa bellissima struttura storica versa nel più totale abbandono, attorniata da una fittissima e trascurata vegetazione.
L'area è pericolante e quindi puntellata. Si nota al primo sguardo la presenza di finestre rotte e di diversi buchi sui muri. E' presente anche una pensilina decisamente instabile e diverse sono le possibilità d'accesso per chiunque voglia visitarla, incurante dei rischi e della pericolosità che offre una così marcita e traballante costruzione. Durante la perlustrazione ovviamente solo esterna, abbiamo potuto riscontrare "la mano dell'uomo" in diversi graffiti dipinti sui muri e di diversi rifiuti abbandonati. E' poi presente anche un capannone abbandonato con un tetto in eternit, che andrebbe smantellato.
Un manufatto di così pregevole fattura e di tale importanza storica, non può rimanere in queste condizioni. Nel tempo diverse sono state le raccolte firme e l'impegno di svariate associazioni in merito. La struttura è privata, e tempo addietro si era anche parlato di "esproprio ai fini d'intervento" da parte del comune, ma la cosa fu esclusa per mancanza di fondi e di bilanci stretti. Occorre ricordare che l'area è spesso assoggettata ad esondazioni e che quindi potrebbe anche esserci la possibilità di perderla per sempre.
Se ancora non si riesce a recuperare l'area, intanto, quantomeno sarebbe opportuno mettere in sicurezza l'area inibendo l'accesso a chiunque. Questo è dovere dei proprietari, ma anche dell'amministrazione comunale che ha il dovere di garantire l'incolumità dei suoi cittadini.
Speriamo che quanto prima venga presa qualche decisione, e che si inizino a smuovere le acque, che ad oggi sono state per troppo tempo immobili.
Il coordinamento di
AMO - COLORNO
(25 aprile 2019)
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Gruppo Misto di Felino, composto da Dorotea di Giorgio e Chiara Militerno, due ex consigliere della maggioranza felinese.
A seguire la dichiarazione del gruppo misto:
"Per quanto riguarda il discorso immigrazione, sicurezza e degrado abbiamo, nel corso di questi mesi, avanzato diverse interrogazioni all'amministrazione attuale, in quanto riteniamo che siano dei temi attuali, importanti e delicati e che meritano un'attenzione ed una corretta sensibilità.
Crediamo che sia fondamentale informarsi il più possibile per capire cosa succede intorno a noi e quali sono le misure che si vogliono adottare.
Il nostro obiettivo è quello di mantenere monitorata la situazione, senza abbassare la guardia in quanto le risposte attualmente dateci non soddisfano appieno le esigenze e le preoccupazioni dell'intera comunità felinese. Possiamo dire che è un percorso aperto dato il nostro continuo interessamento che puntualmente viene espresso in sede di Consiglio Comunale.
Ci riserviamo di aggiungere altro in base alle risposte che otterremo e all'evolversi delle situazioni."
Gruppo Misto Consiglio Comunale di Felino
Gruppo Misto pagina Facebook https://www.facebook.com/Gruppo-Misto-Consiglio-Comunale-Felino-413614905708621/
Di Redazione Felino 17 settembre 2018 - Una nuova segnalazione di incuria e degrado recapitata alla redazione della Gazzetta dell'Emilia. Direttamente dal Poggio di Sant'Ilario Baganza, un piccolo paese del comune di Felino in provincia di Parma, alcuni residenti, attraverso prove fotografiche, documentano l'orribile stato di abbandono in cui versa il piccolo parco del nuovo quartiere residenziale.
Panchine distrutte, cartelli sradicati, cestini rotti e buttati sul prato.
Ci auguriamo che, chi di dovere, dopo il nostro servizio, si accorga della situazione, e faccia il possibile per sistemare questo polmone di verde pubblico del Poggio di Sant'Ilario Baganza in tempi brevi. E' una questione di decoro ma anche di rispetto per i cittadini che così potranno tornare a appropriarsi e, auguriamocelo, "custodire" la preziosa area.
Continuate a inviarci le vostre segnalazioni con le foto.
Per le segnalazioni contattare via mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. inserendo nome e cognome e un recapito telefonico, che comunque non verranno pubblicati per rispetto della privacy, salvo eplicita richiesta con autorizzazione scritta.