Le prescrizioni dell'Ente Parco alle derivazioni di acqua sono un attacco al nostro territorio!
Piacenza, 5 aprile 2019 - Si avvicina la stagione irrigua e il Condominio del Rivo Villano ha necessità di ricevere l'acqua utile a soddisfare le campagne di Rivergaro per un territorio di oltre 1000 ettari.
Il Consorzio di Bonifica di Piacenza si è attivato per realizzare le opere in alveo che annualmente compie per permettere di derivare le acque dal Trebbia al Rivo Villano, intervento necessario per vincere il dislivello di oltre due metri - frutto delle asportazioni di ghiaia degli ultimi 10 anni - che separa la presa del canale irriguo dall'alveo naturale del torrente.
A un passo dalla realizzazione delle arginature, il Consorzio di Bonifica, ha ricevuto una prescrizione – nuova, inaspettata e molto limitante - da parte dell'Ente di Gestione dei Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale.
Prescrizione, firmata dal Dott. Michele Zanelli (responsabile d'area dell'Ente Parchi) che cita testualmente quanto segue:
"Prescrizioni specifiche per le opere di derivazione a favore del Rivo Villano: potranno essere eseguiti solo i lavori di modificazione morfologica del corso d'acqua in prossimità della presa, strettamente necessari per permettere la derivazione mediante trattrice e idrovora meccanica, così come già previsto dal richiedente in caso di abbassamento del livello dell'acqua in alveo;
Il cantiere di sollevamento dovrà essere organizzato in modo tale da evitare qualsiasi sversamento di carburante e lubrificante".
A commentare è Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza: "Questa determina del Parco è un attacco al nostro territorio di cui non capiamo i connotati. Paradossalmente il Parco invece di favorire l'ambiente lo inquina. Come si evince dalla prescrizione, infatti, il sollevamento dell'acqua (dal Trebbia al Rivo Villano) deve avvenire grazie ad un trattore che, acceso 24 ore su 24, permette alle acque di entrare nel rivo irriguo provocando un grande consumo di combustibile e un elevato inquinamento acustico".
Continua Fausto Zermani: "Si è costruito una scatola, quella del Parco, in cui tutti abbiamo creduto pensando fosse un partner con cui valorizzare il territorio e i suoi prodotti, con cui condividere l'operato a favore del mondo della produzione e con cui esaltare quella che è la straordinaria attività dell'agricoltura. In realtà (il Parco) si dimostra essere una scatola vuota in cui si annidano le personali convinzioni di alcuni funzionari le cui azioni e limitazioni si ripercuotono contro il territorio stesso".
Conclude Fausto Zermani: "La storia del Rivo Villano è plurisecolare, ci sono documenti che parlano dell'esistenza del rivo fin dall'epoca del Barbarossa. Stiamo parlando di acqua che non è solo un bene vitale per l'agricoltura ma per l'intero ambiente circostante in quanto, circolando nei canali, va ad alimentare la falda e a preservare la flora e la fauna che creano quel bel paese che ci emoziona quotidianamente ".
Piena condivisione alle parole di Fausto Zermani (Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza), è espressa dalle associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e Cia con i loro presidenti Marco Crotti, Filippo Gasparini e Franco Boeri.
Tavolo di coordinamento con Provincia e Università di Parma per potenziare l'azione corale sul territorio e valorizzare la fase operativa di raccolta delle acque alla vigilia di una stagione che si presenta già particolarmente difficile per le imprese agricole
Parma (PR), 6 Marzo 2019 – Un inverno sostanzialmente privo di precipitazioni consistenti e un improvviso innalzamento delle temperature offrono un panorama sulla prossima stagione irrigua non certo agevole da affrontare per le imprese agricole del nostro territorio: l'acqua caduta a Febbraio è stata completamente riassorbita e le prime colture già sembrano faticare proprio per la parziale carenza di risorsa idrica. È proprio per questo che il Tavolo di coordinamento sulla siccità guidato dal Consorzio della Bonifica Parmense – insieme a Provincia di Parma e Università degli Studi di Parma – ha riunito nei giorni scorsi i suoi esperti.
Dopo aver analizzato le tematiche generali sopracitate l'incontro ha focalizzato l'attenzione sulle possibili e praticabili azioni potenziamento della raccolta della risorsa idrica per finalità irrigue. Dapprima si è provveduto al censimento mirato delle infrastrutture vocate a questo tipo di utilizzo, alla mappatura del territorio con monitoraggio delle aree di maggiore inefficienza (bacinizzazione delle ex-cave oasi naturalistica Cronovilla; implementazione delle portate dei pozzi Tortiano e Torrano). Nel quadro generale del "climate change", rappresentato nella fattispecie dalla scarsità di precipitazioni che colpisce il territorio ed in modalità quasi endemica proprio le aree padane dall'Appennino al Po, gli enti coinvolti – consapevoli che il protrarsi di questa situazione potrebbe determinare un significativo calo delle produzioni agroalimentari del parmense con conseguente danno economico soprattutto per i mercati di pomodoro e foraggio per Parmigiano Reggiano – offrono ancora una volta il loro contributo con finalità di tradurre fattivamente nei prossimi mesi le necessarie progettualità volte al contrasto degli effetti dello stress idrico.
Il tavolo ha visto, tra gli argomenti all'ordine del giorno, anche gli interventi di ricarica della falda; il miglioramento della qualità delle acque dei depuratori; e un approfondimento sulle modalità efficienti d'irrigazione per aspersione e scorrimento: possibile trasformazione delle casse di espansione dei torrenti Enza (sul quale è stata anche dedicata una sessione a parte in merito al fabbisogno irriguo del suo territorio), Parma e Baganza in serbatoi ad uso plurimo. Discussi anche i dati sulle siccità storiche e sulle proiezioni a scala locale determinate dal cambiamento climatico, oltre alla valutazione delle risorse idriche stesse e ai progetti in cantiere (tra cui il depuratore Monticelli). Spazio per una ulteriore sessione sulla servitù di allagamento, sul progetto "Faldanet" dei laboratori di ricerca agronomica del CER – Canale Emiliano Romagnolo e sulla realizzazione dei nuovi invasi di Medesano e Noceto.
Particolarmente apprezzato l'intervento sulla gestione dell'acqua di Sergio Vallesi – collaboratore di importanti atenei e centri ricerca inglesi – che ha trattato i molteplici temi della valorizzazione dei metodi di raccolta e conservazione naturali della risorsa idrica. Proprio il direttore generale del Consorzio Fabrizio Useri – coordinatore del Tavolo – si è soffermato sull'importanza dell'intervento di Vallesi che determina una diversa visione di lettura del territorio, agevolando il compito di riconoscere e potenziare sistemi naturali di stoccaggio e irrigazione (ecostrutture) integrate alle infrastrutture esistenti e programmate, utilizzando soluzioni basate sulla natura (Nature-based Solutions, NbS), per individuare le aree di maggiore inefficienza e opportunità di intervento mediante particolari tecniche di mappatura.
Finanziamento del piano invasi, numerose le opere che si realizzeranno nel bacino del po per l'irrigazione e la sicurezza dei territori sottesi. Soddisfazione del Segretario Generale dell'Autorità di Bacino del Po Meuccio Berselli per il decreto emanato dal Governo per mano dei Ministri Toninelli e Centinaio
Parma, 7 Dicembre 2018 – La recente approvazione del decreto che sostiene e finanzia il Piano Straordinario degli Invasi avvenuta nella serata di ieri ad opera del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in accordo con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo permette di sbloccare circa 250 milioni di euro a beneficio diretto di una trentina di infrastrutture idraulico-irrigue. A tal proposito sono già in via di attivazione le convenzioni stipulate con i soggetti attuatori delle opere e la priorità nella scala dei valori individuata è l'assegnazione dei finanziamenti a quelle opere immediatamente cantierabili in tempi brevi.
Nell'elenco numerosi sono gli interventi che si realizzeranno all'interno del comprensorio di pianificazione dell'Autorità di bacino Distrettuale del Fiume Po e, tra questi, si segnalano:
Traversante Mirafiori e organizzazione relative derivazioni in Comune di Rivergaro e Gazzola Piacenza (8.753.200 euro) Consorzio di Bonifica di Piacenza, Adeguamento e ammodernamento sistemi irrigui aree sottese all'invaso di Pianfei e Chiusa Pesio (7.350.000 euro) Consorzio irriguo Bealearotto Mussi, Sovralzo della Traversa di presa del Canale Ferrari sul Tanaro a Felizzano e Masio (3.920.000 euro) Consorzio irriguo Canale de Ferrari, Interventi di riqualificazione del sistema irriguo media pianura Cavezzo, Mirandola, San Prospero, Medolla e Nonantola Modena (3.356.970 euro) Consorzio di Bonifica di Burana, Impermeabilizzazione Canale Ticino Villoresi nei Comuni di Somma Lombardo, Vizzola Ticino, Anconate Busto Garolto e Panbiago (20.000.000 euro) Consorzio di Bonifica Ticino Villoresi, La cassa di espansione sul torrente Baganza (cofinanziata per 6 milioni di euro su 61 di costo totale, il cui soggetto attuatore sarà AIPO), Recupero Volume utile Diga di Mignano Piacenza (3.500.000 euro) Consorzio di Bonifica di Piacenza, adeguamento funzionale delle opere di ritenuta e di distribuzione invasi Ingagna e Ravasanella (2.430.000 euro) Consorzio di Bonifica della Baraggia Billese e Vercellese.
Il Segretario Generale dell'Autorità del Bacino Distrettuale del Fiume Po Meuccio Berselli esprime soddisfazione per il decreto del Governo sul Piano straordinario degli Invasi, (sostenuto convintamente anche dall'associazione dei consorzi di bonifica nazionale ANBI), che possiede vari meriti strategici: accresce notevolmente l'attenzione collettiva sulla risorsa idrica e soprattutto consente di poter realizzare una parte corposa di quelle opere essenziali per la salvaguardia delle comunità insediate nei territori sottesi all'area Po e per la tutela dei valori agricoli e agroalimentari e ambientali del territorio.
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In allegato l'elenco dei progetti approvati
"Il Consorzio per la scuola": i progetti formativi della bonifica portano in classe la cultura e il valore della gestione delle acque nel parmense. Useri: un progetto sfidante. 1.500 allievi l'obiettivo auspicabile. Innovativo progetto con il Bocchialini sulla Bassa, incremento dell'Alternanza Scuola Lavoro. E nuove iniziative con le scuole per l'Infanzia.
Parma, 25 Ottobre 2018 – Il valore dell'acqua, il risparmio idrico, la gestione idraulica del territorio e la conoscenza approfondita dei delicati equilibri che lo regolano saranno al centro dei progetti di Formazione Scolastica 2018 che il Consorzio della Bonifica Parmense offrirà anche per quest'anno scolastico agli istituti provinciali.
L'obiettivo sarà quello di coinvolgere e sensibilizzare le giovani generazioni su tematiche ambientali di indubbia attualità e rilevanza collettiva.
La Bonifica locale – oltre a rinnovare l'impegno organizzativo nella promozione nel nostro comprensorio di alcuni progetti regionali di ANBI Emilia Romagna – che nel corso degli anni hanno coinvolto migliaia di studenti di ogni ordine e grado – proporrà percorsi del tutto innovativi che amplieranno così le attività educational nelle scuole.
La rinnovata collaborazione fattiva con l'Istituto ITAS Fabio Bocchialini e il contributo dell'Associazione culturale ArcheoVea hanno consentito al Consorzio di presentare con soddisfazione un'iniziativa triennale dal titolo "TRA TERRA E ACQUA: IL PAESAGGIO DELLA BASSA". Il progetto vedrà coinvolti gli allievi del triennio del Bocchialini che lavoreranno sinergicamente con lo staff tecnico consortile e gli esperti di ArcheoVea sullo studio del territorio della Bassa Parmense partendo dalle centuriazioni romane fino ai giorni nostri.
All'incontro di presentazione dei progetti didattici - tenutosi presso la Sala Consiglio della Casa dell'Acqua sede della Bonifica - sono intervenuti il direttore generale della Bonifica Parmense Fabrizio Useri unitamente alla Dirigente Scolastica dell'ITAS Bocchialini Anna Rita Sicuri; le peculiarità delle singole attività sono state approfondite del dettaglio dalla dirigente consortile Gabriella Olari, dalla docente del Bocchialini Patrizia Lottici e da Francesco Garbasi presidente dell'Associazione Culturale VEA.
Particolare attenzione è stata dedicata anche all'Alternanza Scuola-Lavoro che il Consorzio ha attivato con gli Istituti comprensivi favorendo l'inserimento di alcuni giovani e offrendo loro l'opportunità di operare e apprendere direttamente dal personale – all'interno e all'esterno dei locali della Bonifica – i segreti della gestione delle acque nella nostra provincia.
Con questo progetto è intenzione del Consorzio di Bonifica "raggiungere 1.500 allievi della provincia, un obiettivo molto sfidante" ha dichiarato il direttore generale del Consorzio Fabrizio Useri.
La dirigente scolastica Anna Rita Sicuri, è entrata nel dettaglio descrittivo delle attività , coadiuvata dalla professoressa Lottici, entrando nel merito del percorso alternanza lavoro, della durata di 400 ore suddivise in tre esercizi scolastici. L'obiettivo, dichiara la dirigente scolastica, "è fare acquisire due specifiche competenze: - imparare a imparare e - saper collaborare e partecipare."
Ecco, di seguito, l'elenco delle progettualità consultabili anche sul portale del Consorzio all'indirizzo www.bonifica.pr.it/chi-siamo/consorzio-per-la-scuola/ :
SCUOLE DI INFANZIA: "Acqua a Scuola: impariamo a conoscere i canali di Bonifica" (Progetto teatrale a cura de Le Svafilline Ilaria Zarri e Antonella Capezzera.
SCUOLE PRIMARIE: "Per l'acqua che scende e che sale c'è sempre un canale" a cura di Lorenzo Bonazzi rivolto alle classi 3-4-5;
"Concorso Acqua & Territorio Reporter d'Acque" piccola redazione giornalistica in classe sul tema dell'acqua e del territorio.
ISTITUTI AGRARI "Acqua e Territorio Lab" progetto rivolto agli studenti e agli insegnanti delle classi quarte sul risparmio idrico in agricoltura in collaborazione con ANBI ER e Canale Emiliano Romagnolo.
SCUOLE SUPERIORI: "Alternanza Scuola Lavoro" (protocollo d'intesa con Ufficio Scolastico Regionale) con inserimento di giovani studenti nelle attività svolte dai tecnici consortili a difesa e sviluppo del territorio governato idraulicamente.
(Allegati in pdf: 1- Bando concorso, 2- dettaglio attività frmativa, 3- sunto attività formativa)
(da sinistra: Gabriella Olari, Francesco Garbasi, Patrizia Lottici, Anna Rita Sicuri e Fabrizio Useri.)
Piacenza, 18 ottobre 2018 - Prevista entro la primavera prossima una difesa spondale in massi in località Case Buschi di Rivergaro.
Il progetto, che prevede un intervento di prolungamento dell'opera esistente, è stato presentato dai tecnici del Consorzio di Bonifica di Piacenza, alla Dott.ssa Patrizia Savarese - Capo di Gabinetto della Prefettura di Piacenza- e al proprietario di un immobile interessato dalla criticità idraulica dell'area fattosi promotore dell'intervento.
L'opera in questione risponde a una serie di richieste di messa in sicurezza formalizzate da parte di alcuni proprietari di immobili, in accordo con l'Amministrazione Comunale di Rivergaro, al Consorzio di Bonifica e alla Prefettura di Piacenza.
L'intervento in sponda destra Trebbia prevede la costruzione di una difesa radente proseguendo verso monte quella esistente realizzata da AIPo alcuni anni fa e, a seguito dei più recenti eventi alluvionali eccezionali, non più in grado di proteggere completamente sia l'opera di presa delle acque e l'edificio di Case Buschi che il nucleo abitato circostante
OBIETTIVI E DESCRIZIONE DEL PROGETTO
L'intervento ha il duplice scopo di proteggere le opere idrauliche di presa delle acque irrigue a Case Buschi e gli edifici storici del borgo evitando che future piene possano aggirare e scalzare la difesa radente esistente provocando danni sia all'abitato che alle opere irrigue del Consorzio.
L'opera in progetto prevede quindi di prolungare verso monte il tratto di difesa spondale esistente lungo circa 320 m realizzato da AIPO alcuni anni fa, con la costruzione di ulteriori 140 m di scogliera da realizzarsi con la stessa tecnica costruttiva di quella esistente. E' prevista anche la messa a dimora di piante arbustive e arboree autoctone al fine di ripristinare le aree a fine cantiere.
I lavori inizieranno appena perfezionate le procedure di gara e si concluderanno entro la prossima primavera.
Il giorno 18 Ottobre al Consorzio di Bonifica un incontro tra i massimi esperti del territorio e presentazione dei progetti in corso di ultimazione sui bacini per contrastare la siccità e gli effetti dei cambiamenti climatici
Parma – Le attività tecnico-scientifiche di approfondimento sul calcolo dei nuovi e mutati fabbisogni del territorio in materia di approvvigionamento idrico proseguono in questi giorni al Consorzio di Bonifica Parmense unitamente a tutte le possibili e praticabili soluzioni per contrastare la siccità che sta caratterizzando gli ultimi anni penalizzando gravemente il comparto agricolo. Già dal Marzo 2017 infatti il Protocollo d'Intesa sugli stati di crisi dei flussi (uno dei primi siglati nell'intero panorama nazionale), aveva unito per la prima volta enti, amministrazioni, accademici e portatori di interesse con l'obiettivo di individuare antidoti e provvedimenti adeguati al livello delle criticità diffuse e reiterate nel tempo sulle nostre zone. Anche se il 2018 sotto questo profilo è andato un po' meglio l'azione concertata da parte dei sottoscrittori prosegue con azioni mirate. Il giorno 18 Ottobre (a partire dalle ore 15,30 presso la sede del Consorzio della Bonifica Parmense in via Emilio Lepido 70/a) si terrà un incontro tecnico-operativo su questi temi ed in particolare proprio sui dati raccolti nel corso del monitoraggio sul comprensorio governato idraulicamente dai diversi partner presenti e in forza delle collaborazioni e sinergie si converranno ulteriori e rinnovate azioni comuni.
I NUOVI BACINI CONSENTIRANNO DI RACCOGLIERE 3 MILIONI DI MC DI RISORSA
Al Tavolo – coordinato dall'ingegner Fabrizio Useri direttore generale della Bonifica insieme al presidente Luigi Spinazzi – il Consorzio presenterà, tra gli altri, progetti innovativi, alcuni già in corso di realizzazione e altri da avviare con auspicabili finanziamenti regionali PSR 2014-2020: quattro bacini nell'area di Medesano due in fase avanzata di realizzazione e due di progettazione ed uno nella zona di Noceto.
A Medesano tra i 4 bacini, quello situato più a valle è in fase di ultimazione, altri due sono in corso di realizzazione e l'ultimo è in progettazione esecutiva. L'intervento di realizzazione della condotta per l'invaso di uno dei bacini e per lo scarico nel Rio Canalazzo è stato recentemente finanziato dalla Regione Emilia Romagna per 1,4milioni di euro. Anche l'intervento riguardante la condotta di distribuzione in pressione dell'acqua dagli stessi bacini irrigui di Medesano dell'importo di circa 1,8 milioni di euro partecipa al bando di finanziamento PSR 2014-2020.
Alla luce delle stime fatte dai progettisti la quantità di acqua raccolta negli invasi si aggirerebbe sui 3 milioni di metri cubi complessivi: una quantità davvero molto utile in periodi di grave stress idrico.
Per quanto concerne invece l'area del Comune di Noceto è previsto l'utilizzo di 2 dei 3 bacini previsti: di questi 2 da utilizzare uno è quasi ultimato, l'altro dovrà iniziare. L'insieme dei bacini in questo comprensorio consentirà di invasare oltre 560 mila metri cubi e costerà 610 mila euro.
DATI SIGNIFICATIVI SULLA CRISI DEL TORRENE ENZA
Altro tema assai rilevante sarà rappresentato dall'approfondimento sui contenuti tecnici emersi dai monitoraggi effettuati sul Torrente Enza che durante questa estate è più volte stato al centro di accese polemiche e pubbliche rivendicazioni di diversa natura su volumi di utilizzo e deflusso minimo vitale DMV imposto in periodi di magra. Su questo argomento, ad esempio, la Bonifica Parmense rimarca un dato statistico particolarmente significativo ovvero che il Consorzio stesso ha una concessione di utilizzo sulle acque del Torrente Enza pari a 17 milioni metri cubi annui e per la scarsa presenza di risorsa idrica e concomitante applicazione della ferrea legge sul DMV non è consentito derivare volumi annui sufficienti superiori a 6/7 milioni di mc; considerati i nuovi bisogni individuati dal Tavolo tecnico pari a 21 milioni mc per la parte di territorio di competenza Parmense si rileva un importante deficit solo in parte sopperito dai prelievi da falda o da pozzi privati o aziendali.
I PRESENTI AL TAVOLO SULLA CRISI IDRICA
Bonifica Parmense Fabrizio Useri, Luigi Spinazzi Anna Ramorino di Atersir, Andrea Ruffini della Provincia di Parma, il Lorenzo Negri di Confagricoltura, il Sindaco di Palanzano Lino Franzini, il Prof. Paolo Mignosa e la Prof. Maria Giovanna Tanda dell'Università di Parma, Claudio Battilana dell'Unione Parmense Industriali, Davide Graziani Ordine Geologi Parma, Claudia Vezzani dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, il Dr. Manara della Società Canale Naviglio Taro, Alessandro Corsini Direttore di Coldiretti Parma, Valentino Piramide per IRETI, Giovanni De Leo per il Comune di Parma, Nicola Bassi di Emiliambiente, Mirella Vergnani di AIPO.
I PROGETTI DI ECCELLENZA DEI PARTNER
L'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po attraverso il contributo dei due tecnici Cristian Farioli e dall' ingegner Claudia Vezzani ha illustrato alcuni progetti stretegici sull'impiego della risorsa. Il progetto LIFE ACQUOR e il progetto REWAT. Inoltre è stato presentato un utilissimo strumento per la valutazione dell'impatto della siccità nell'intero ed esteso bacino del Fiume Po in grado di misurare e analizzare cause e danni, il cosiddetto SICC-IDROMETRO. In questo modo si riescono a comparare i livelli di portata dell'acqua con il fabbisogno irriguo reale dei territori serviti : un fabbisogno raddoppiato in soli dieci anni. Il Prof. Paolo Mignosa dell'Università di Parma ha parlato delle problematiche connesse con la trasformazione delle casse di espansione dei torrenti Enza, Parma e Baganza (in progetto) in serbatoi ad uso plurimo, mentre i Proff. Marco D'Oria e Maria Giovanna Tanda hanno relazionato sulla formulazione del bilancio idrologico volto alla valutazione delle variazioni indotte dal cambiamento climatico
Giovedì 18 ottobre si terrà il prossimo incontro tecnico-operativo con la presentazione di ulteriori e approfondite analisi di monitoraggio idrico frutto della ricerca interna del Consorzio e in forza delle collaborazioni con le altre istituzioni coinvolte, tra queste per esempio: il progetto Faldanet e dell'esperienza/progettualità delle Servitù di Allagamento.
Garantire un alto livello di controllo, definire le competenze, tutelare maggiormente operatori e consorziati per una migliore gestione delle attività consortili
Parma, 26 Settembre 2018 – Durante l'ultima seduta del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica Parmense è stato approvato all'unanimità il nuovo Sistema di Gestione della sicurezza sul lavoro volto a migliorare ulteriormente la propria azione operativa sul territorio gestito sul piano idraulico.
La definitiva approvazione rappresenta infatti l'ultimo atto di un lungo percorso di un nuovo modello di gestione organizzativa dell'ente (Modello Organizzativo e di gestione del D.Lgs. 231) che ha come obiettivo la certificazione del Consorzio per tutto ciò che attiene al tema sicurezza e la salute di tutti coloro che operano per la Bonifica Parmense e di coloro, (cittadini, consorziati o visitatori esterni), ne usufruiscano dei servizi.
Il "Modello Organizzativo rappresenta lo strumento fondamentale per la trasparenza, nell'ottica di stabilire con assoluta precisione il confine in cui operare secondo le norme più aggiornate, vigenti e codificate E questo grazie alla capillare opera di sensibilizzazione programmata con vere e proprie full immersion formative e informative dedicate allo staff, ai collaboratori e ai portatori d'interesse", afferma il Direttore Ing. Fabrizio Useri.
"Le procedure approvate con il Sistema di Gestione della sicurezza sul lavoro rappresentano oggi un elemento irrinunciabile delle organizzazioni per una corretta gestione delle attività - soprattutto per quelle a rischio - come quelle effettuate dal Consorzio", sottolinea il Presidente Luigi Spinazzi.
Le nuove regole hanno diversi scopi:
1) favoriscono l'omogeneizzazione dei comportamenti nei diversi operatori, riducendone così l'arbitrarietà e la possibilità di errori;
2) definiscono le responsabilità e competenze a diversi livelli
3) tutelano gli operatori, ma anche i clienti/utenti;
4) favoriscono l'inserimento e l'apprendimento di nuovi lavoratori;
5) garantiscono un alto livello di controllo delle fasi a rischio per un'attività.
Le procedure approvate riguardano: Accessi in Consorzio, Sorveglianza Sanitaria, Formazione, Informazione e Addestramento, Mezzi e Attrezzature, Campionamento Acque, Campionamento Terre. Ulteriori settori sottoposti a regolamentazione al vaglio della governance consortile riguardano: Controllo dei Cantieri e standard tecnico-strutturali dei luoghi di lavoro.
Parma, 14 Agosto 2018 – L'Autorità Distrettuale del Fiume Po ha convocato stamane la riunione dell'Osservatorio permanente che ha il compito di monitorare costantemente, soprattutto nella stagione più critica, lo stato idrologico e l'utilizzo delle acque all'interno dei confini dell'esteso bacino in cui concerta il governo della risorsa.
Nonostante la situazione più a rischio di siccità e stress idrico sia ormai agli sgoccioli in termini temporali segnalazioni sono pervenute da alcuni territori in particolare della regione Emilia Romagna in cui si manifestano, a macchia di leopardo, fenomeni di carenza dei flussi a carattere endemico anche in un anno sostanzialmente nella norma del periodo se si analizzano i macro-dati forniti da ARPAER e dal satellite europeo EDO (European Drought Observatory).
Alla presenza dei rappresentanti della Regione Emilia Romagna, di ArpaER, di ANBI Emilia Romagna e ANBI Lombardia l'Osservatorio, a seguito dell'analisi tecnica dello stato idrologico delle aree interessate e delle previsioni meteo, ratifica e ribadisce la criticità che si sta tutt'ora manifestando in alcuni territori dell'Appennino romagnolo non servite da una irrigazione strutturata che necessitano di provvedimenti specifici (come la deroga del DMV su provvedimento diretto della Regione Emilia Romagna).
Per quanto riguarda il torrente Enza la situazione presentata dai tecnici regionali e ArpaER fa rientrare la carenza evidenziata in un contesto in via di generale normalizzazione soprattutto grazie alle precipitazioni che dovrebbero arrivare nelle prossime ore.
Sul fronte "Lago d'Idro" l'Osservatorio inoltra la richiesta di rilascio dai serbatoi idroelettrici situati a monte del lago stesso limitatamente a modeste portate fino alla fine delle erogazioni (prevista il 20 Agosto), in assenza di precipitazioni atmosferiche.
Ad arricchire l'estate rivergarese, lunedì 6 agosto, la presentazione del progetto della traversa di Sant'Agata.
"Il territorio si è modificato negli ultimi decenni in seguito ad una fortissima attività antropica -in modo prevalente legata all'estrazione- ma l'uomo non può non farsi carico di quelli che sono stati i propri errori e porne dei rimedi" dice Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.
L'incontro pubblico vuole spiegare il progetto della traversa; un'opera che stabilizza il corso dell'acqua mettendo Rivergaro nelle condizioni di poter fruire dello specchio di acqua che storicamente ha sempre avuto e dando ai campi la possibilità di avere acqua per le colture agrarie che producono cibo e che costituiscono il paesaggio a cui tutti quanti siamo legati.
Zermani prosegue: "è condivisibile la preoccupazione di chi vede le attuali arginature in ghiaia; queste ultime, costruite per poter alzare artificialmente l'acqua e farla entrare nei canali, costituiscono uno spettacolo al quale non siamo abituati e stonano soprattutto se pensiamo che lambiscono l'area del parco".
Il progetto dell'opera mira a svolgere le stesse funzioni delle attuali arginature senza però movimentare significativi volumi di ghiaia e sfruttando al meglio l'ingegno umano e gli studi ingegneristici.
Zermani conclude "L'uomo non può lasciare un'opera a metà e la traversa, tutto sommato poco impattante anche visivamente nei confronti dell'alveo del fiume, mira a svolgere un'azione straordinaria e credo che la gente potrà apprezzarla per quello che vogliamo che sia e che faccia".
LIDO SANT'AGATA
A completare questa manifestazione un allestimento temporaneo che, posizionato sul lungo Trebbia, vuole far rivivere il fiume com'era negli anni '60 quando un vero e proprio lido attrezzato rappresentava un richiamo spontaneo per il turismo piacentino e le province limitrofe.
L'allestimento ospita anche i programmi delle manifestazioni rivergaresi e alcune foto storiche reperite dal Laboratorio di studi territoriali "Olimpia e Valentino Fornaroli", archivio creato e messo a disposizione dal Centro di Lettura di Rivergaro a ricordo degli anni passati.
Piacenza, 27 luglio 2018 - "Finalmente si parla di DMV e della necessità di aggiornare l'applicazione della normativa a livello nazionale" dice Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.
"Ora più che mai è importante confrontarsi per aggiornare i contesti legislativi", continua Zermani.
A fine giugno l'Autorità distrettuale del fiume Po ha organizzato una giornata di formazione dal titolo "I Deflussi Ecologici per il raggiungimento degli obiettivi ambientali della direttiva 2000/60/CE. Attività in corso nel distretto idrografico del fiume Po", con lo scopo non solo di restituire agli interlocutori istituzionali e amministrativi un feedback relativo alle attività in corso a livello Nazionale e da parte delle Regioni del Distretto, ma anche di aprire un confronto, che proseguirà fino al mese di dicembre , con tutti i portatori di interesse.
L'obiettivo era quello di parlare dello stato dell'arte e delle esigenze future dell'attuazione della Direttiva Deflussi Ecologoci.
Quest'ultima si pone l'obiettivo di conseguire l'equilibrio tra tre elementi: il raggiungimento del buono stato dei corpi idrici, le richieste per gli utilizzi idrici e la diminuzione di disponibilità di risorse idriche a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.
A inizio luglio, a Roma, si è svolta l'Assemblea Nazionale dell'ANBI, ed è stato Meuccio Berselli ad approfondire le tematiche legate alla gestione della risorsa idrica e in particolare a introdurre il tema del deflusso ecologico, sottolineando la necessità di coinvolgere di tutti i portatori di interessi ad un confronto tecnico a livello nazionale e di sperimentare misure sostenibili che tengano conto delle specificità dei singoli territori.
Tra gli altri erano presenti i rappresentanti dei Consorzi di Bonifica di tutta Italia, il neo Ministro dell'Agricoltura e Turismo Gianmarco Centinaio , il presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella , il Capo dipartimento del MIPAAF Giuseppe Blasi, il presidente nazionale di Coldiretti Roberto Moncalvo, il Segretario della Autorità di Bacino distrettuale dell' Appennino Centrale, il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il vice presidente nazionale della CIA Maurizio di Zio.
Il tema del deflusso ecologico va quindi molto oltre l'applicazione di asettiche formule matematiche e il Consorzio di Bonifica, partecipando ai tavoli di consultazione, ribadirà la necessità di tenere conto delle condizioni dei torrenti appenninici, non confrontabili con i regimi idrologici dell'Europa e delle Alpi, chiedendo una forte revisione dell'impianto attuale fortemente penalizzante le attività primarie.
Zermani continua "Il Piano di Gestione Acque Piemonte prevede la riduzione ad 1/3 della portata del DMV in particolari periodi senza incorrere in sanzioni.
Perché se noi chiediamo di applicare la stagionalità, i funzionari della Regione Emilia Romagna ci prospettano infrazioni comunitarie?
Noi e il Piemonte non facciamo parte dello stesso bacino idrografico del Po? Sarà una foglia di fico? Povera Europa, tirata in ballo anche quando non ha responsabilità!
Siamo stati tra i primi a proporre studi sui criteri di misurazione delle portate e ben vengano nuovi approfondimenti; ma questi necessitano di tempo e nel mentre le amministrazioni si rinnovano. L'obiettivo qual è? Non cambiare nulla? Far sempre pagare il settore primario? Eppure nella nostra Regione sarebbe semplice mitigare l'aggravio per il settore primario dell'attuale applicazione del DMV; basterebbe calcolare la portata dell'acqua utilizzando il principio corretto della portata mediana.
Forse non tutti sanno che la formula del calcolo del DMV nella nostra Regione si applica alla portata media falsando la vera portata del fiume o torrente".
Conclude Zermani: "Vi è un'altra ingiustizia che è stata scritta nei documenti: il Trebbia è stato censito come un corso d'acqua naturale, che non ha subito antropizzazioni; probabilmente ci stiamo dimenticando che nella sua storia il Trebbia non scorreva nell'attuale sedime ma che addirittura sfociava in un altro punto rispetto alla città di Piacenza. E come non registrare che già a Travo ci sono derivazioni di acqua con relative prese, scarichi idraulici con manufatti artificiali, ponti, traverse, pennelli?
E come non sapere che a Piacenza si sono accatastati rifiuti proprio nell'alveo del Trebbia per decenni?
A questo punto è un vizio quello di aver considerato come corso d'acqua naturale il Trebbia?
Guarda caso in relazione alla naturalità la normativa prevede un aumento dei volumi di acqua nel calcolo del rilascio del DMV.
Questa sì che è una vera e propria artificializzazione di un ambiente che nei secoli ha consolidato il suo habitat con una portata torrentizia e dei periodi di arsura!".