Lo staff di FLASHON MAG e oggi ancor più SUSANNA VOLIANI, con il suo articolo dedicato ai bambini e al fantastico mondo di Peter Coniglio e di Beatrix Potter, vi augura una Felice Buona Pasqua!
Di Susanna Voliani
La Pasqua si avvicina e con l'occasione potremmo dedicare ai nostri bambini qualche momento di lettura che abbia per protagonista l'animaletto pasquale per eccellenza: il coniglietto.
Come non scegliere quindi un classico senza tempo, una raccolta di storie che hanno visto la luce tanti anni fa e che ricompaiono in scaffale oggi, per Mondadori, in una nuova veste unica ed integrale.
Peter Coniglio e le sue ventitré avventure, create ed illustrate da Beatrix Potter dai primi anni del 1900, sono in grado di riportare anche noi adulti, che forse abbiamo conosciuto Peter nella nostra infanzia, in un'atmosfera di tenerezza e calore, di incanto e dolcezza.
Le vicende del coniglietto, della sua mamma, delle sue sorelle, del suo cuginetto e di tutti gli amici del bosco, simpatici animaletti con innegabili caratteristiche umane, le sue marachelle, i piccoli guai in cui si caccia, altro non sono se non rimandi a ciò che tutti noi abbiamo un tempo vissuto: situazioni difficili da cui ci si salva, pentimenti certi, inevitabili ricadute. E via da capo con nuove birichinate.
Il genio di Beatrix Potter si completa con le illustrazioni: gli animali, le piante, i giardini, i boschi, tutti ispirati alla campagna inglese, sono straordinariamente resi attraverso i colori delicati, i tratti fluidi, i precisissimi dettagli di ogni personaggio e di ogni suo movimento.
Tradotte in trentacinque lingue nel corso degli ultimi cento anni, le storie di Peter Coniglio hanno affascinato i bambini di tutto il mondo e sono e rimarranno per sempre un classico senza tempo, da non farsi mancare in casa e da rileggere quando si sente il desiderio di una coccola per gli occhi e per l'anima.
Dai 3 anni.
La luna ha da sempre un suo fascino tutto speciale e secondo antiche tradizioni influenza buona parte della natura che ci circonda. Anche il mondo del vino e quello delle pratiche agricole hanno un forte legame con la luna.
Di Cecilia Novembri
Racconti, leggende e poesie in ogni luogo e tempo sono sempre stati influenzati dall'inafferrabile ed enigmatica Luna!
Ariosto, Leopardi, Shakespeare e, fino ai nostri giorni, Banana Yoshinomo e Haruki Murakami sono solo alcuni degli scrittori e poeti che si sono ispirati per i loro racconti dalla luna.
Anche registi del calibro di Federico Fellini con il suo "La Voce della luna" l'astro è presente per tutta la durata del film interpretando l'inconscio dei protagonisti.
Anche il mondo del vino e quello delle pratiche agricole hanno un forte legame con la luna, seguendo le esperienze tramandate attraverso i secoli dalla tradizione popolare, i contadini hanno sempre seguito le fasi lunari per la semina, l'impianto, le cure colturali e la raccolta.
Per esempio si ritiene che durante il periodo che va dalla luna nuova alla luna piena le radici assorbano dal terreno il nutrimento, la linfa sia in pieno movimento e le piante si sviluppino con maggior forza mentre nella fase dal plenilunio alla luna nuova i ritmi rallentino.
Inoltre i giorni immediatamente precedenti la luna piena sono considerati i migliori per la semina in quanto il seme ha il tempo di abituarsi al nuovo habitat prima di subire l'influsso energetico indotto dal plenilunio.
La tradizione lunare consiglia di imbottigliare: al primo quarto in fase di luna crescente per ottenere vini frizzanti, all'ultimo quarto in fase di luna calante i vini a lungo invecchiamento, con la luna piena si può imbottigliare qualsiasi tipo di vino.
Molti sono i produttori di vino che sono rimasti affascinati da questi antiche tradizioni seguendo loro stessi le tecniche antiche oppure rendendo merito alla luna nei nomi delle loro produzioni.
Una di queste è Il Palagio, la tenuta chiantigiana di Sting che non a caso ha chiamato uno dei suoi vini Sister Moon. Nel Lazio, in zona Castelli Romani, Fontana Candida ha dedicato alla luna il suo Frascati Superiore top di gamma, il Luna Mater, sottolineando il suo ascendente benefico sulla nascita dei frutti della Terra.
Ai silenzi della luna fa invece allusione il passito Ombre di Luna, prodotto dalla tenuta Merlotta.
"Alle volte si crede di trovare il sole d'agosto e si trova la luna di marzo"!
Dall'ultima Fashion Week milanese lo stile di un giovane couturier dalla ricchissima esperienza: MARIO DICE. Un sovrapporsi di stili contemporanei, unici e originali, uno sguardo al passato e al futuro.
Di Veronica Volpi
Continuando la carrellata dei reportage sulle novità mostrate durante l'ultima Fashion Week milanese a Febbraio, siamo state particolarmente affascinante nel scoprire le linee e lo stile di un giovane couturier dalla ricchissima esperienza, vogliamo presentarvi il "mood" di MARIO DICE.
Facendo una piccola introduzione sul brand, la maison di MARIO DICE nasce nel 2007 dopo un esperienza ventennale del suo omonimo creatore.
Dopo l'incontro con Kevin Carrigan affermato professionista della Maison CALVIN KLEIN a New York, lo stilista inizia a lavorare per una delle più conosciute case di moda al mondo, l'esperienza new yorkese incide profondamente nel suo percorso formativo, dandogli l'opportunità di sperimentarsi in diversi ambiti artistici. Rientrato in Italia, l'esigenza di affinare i tecnicismi della moda lo porta ad affiancare le SORELLE FONTANA che gli permettono di acquisire un know how per infine collaborare con le più prestigiose case di moda italiane, tra cui GATTINONI, TRUSSARDI, KRIZIA e DAVID KOMA.
Uno stilista completo, terreno nelle strutture e le tecniche, ma visionario nelle forme e colori, curioso nell'utilizzare, e nello sperimentare tessuti all'avanguardia, propone anche con le sue omonime linee uomo/donna, capi iconici sartoriali, con contaminazioni del mondo artistico nelle sue diverse forme, danno alle sue collezioni un sapore "classico futurista".
Casual e raffinato, sobrio e divertente, elegante e dinamico, il look di MARIO DICE è un sovrapporsi di stili contemporanei, unici e originali, uno sguardo al passato e al futuro.
Nell'ultima collezione A/I 2016-17 presentata a Milano, la donna di Mario Dice non è solo sinonimo di eleganza e di femminilità, ma anche di forza combattiva e di tenacia.
Da questo concetto nasce l'ispirazione di "Roushi-gun", una forte pagina della storia del Giappone che racconta il coraggio di donne che hanno combattuto la guerra al fianco dei loro uomini.
La tradizione nipponica si respira in ogni particolare: la trama a origami fuoriesce in tubini dal tessuto broccato, creando giochi di chiaro-oscuro che conferiscono movimento alla pesantezza della stoffa.
Il disegno stilizzato si fa sempre più chiaro e nitido, assumendo dapprima la conformazione dell'araba fenice, e quindi dei fiori dei loti.
Con la cascata di fiori, la pesantezza del broccato lascia il posto alla leggerezza del jersey, che come un tatuaggio si plasma alla pelle disegnando aderenti bustier nel seducente gioco del vedo e non vedo.
Le lunghezze si protendono, le forme si ampliano e la seta avanza in un'esplosione infinita di animalier.
Leggiadre come libellule le modelle avanzano nell'incalzare della loro seta come pali di un fiore, che sul finale chiude la sua corolla avvolgendo il corpo in abiti a sirena dai raffinati e decori.
Rosso e blu cobalto sono i colori della battaglia e i riflessi dei fiori di loto che sul finale lasciano il posto alla sensualità del nero e alla raffinatezza del bianco.
With the Courtesy of: mariodice.com