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Acli, Inas, Inca e Ital dicono no al taglio del fondo patronati previsto dalla legge di Stabilità: "L'insieme delle norme proposte è viziato da pesanti limiti di costituzionalità, perché comporta la sostanziale eliminazione del sistema patronato" -
Modena, 14 novembre 2014 -
La legge di Stabilità prevede un taglio al fondo patronati articolato in tre punti: abbattimento dell'aliquota dallo 0,226 allo 0,148 per cento a partire dal gettito contributivo dell'anno 2014; decurtazione di 150 milioni di euro del fondo per l'esercizio finanziario dello Stato dell'anno 2015; diminuzione dell'acconto dall'80 al 45 per cento dall'esercizio finanziario dello Stato dell'anno 2016. Dal 2016, con il venir meno dei 150 milioni di euro, il valore del fondo subirà una riduzione del 34,51 per cento.
«L'insieme delle norme proposte è viziato da pesanti limiti di costituzionalità, perché comporta la sostanziale eliminazione del sistema patronato, che non potrà più garantire né la gratuità nell'accesso alle prestazioni che rendono esigibili i diritti sociali, né il supporto agli enti previdenziali che oggi consente il funzionamento degli stessi, non in grado di gestire le istanze dei cittadini – denunciano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil) – A livello nazionale sono 4-5 mila gli operatori di patronato che potrebbero perdere il lavoro; a Modena e provincia i nostri quattro patronati occupano complessivamente un centinaio di addetti. Il sistema è a rischio chiusura anche perché le norme che restringono l'anticipazione delle risorse per l'attività svolta strangoleranno finanziariamente i nostri istituti, portandoci di fatto a un'impossibilità operativa a partire dal prossimo anno. Con un taglio di questo tipo i patronati verrebbero privati di liquidità sufficiente, bloccata dal ritardo di minimo tre anni nei saldi del finanziamento».
Acli, Inas, Inca e Ital dicono no al taglio perché i cittadini pagano le tasse per un servizio che dovrebbe essere erogato dall'Inps, che a partire dal 2009 ha progressivamente chiuso gli sportelli al pubblico e informatizzato tutte le procedure. La tensione sociale che sarebbe potuta scaturire dalla mancanza di interlocuzione diretta tra cittadini e Inps-Inail-Ministero del Lavoro è stata contenuta grazie ai patronati, che hanno svolto un ruolo suppletivo rispetto agli enti. Il fondo per il 2013 ammonta a 430 milioni di euro, mentre il sistema dei patronati garantisce complessivamente al bilancio dello Stato un risparmio annuo stimato in circa 657 milioni di euro, così suddivisi: 564 milioni di euro per l'Inps, 63 milioni di euro per l'Inail e 30,7 milioni di euro per il Ministero degli Interni.
Cosa fanno i patronati
I patronati sono soggetti privati di pubblica utilità che, per legge, devono fornire assistenza gratuita ai cittadini per 92 tipologie di servizi, sotto il controllo del Ministero del Lavoro. Previdenza e salute sul lavoro, prestazioni socio-assistenziali, tutela dei cittadini immigrati e degli italiani all'estero sono le aree di competenza di queste strutture, presenti in tutta Italia e all'estero.
«Le nostre attività hanno l'unico obiettivo di aiutare tutte le persone, senza alcuna distinzione, a orientarsi tra le tante normative e iter burocratici, facilitando il loro rapporto con la pubblica amministrazione – spiegano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil) – Il nostro compito è agevolare i cittadini nella compilazione e presentazione delle domande agli enti previdenziali e assicurativi, accompagnandoli fino al riconoscimento dei diritti, anche con l'assistenza legale e medico-legale necessaria».
Le pratiche aperte dal 1° gennaio al 31 ottobre di quest'anno dai quattro patronati modenesi sono complessivamente quasi 135 mila e rappresentano il 61 per cento delle pratiche inviabili telematicamente all'Inps per la provincia di Modena. Il finanziamento delle attività e dell'organizzazione degli istituti di patronato, regolato dall'articolo 13 della legge 152/2001, avviene attraverso il "Fondo patronati". Gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il fondo è alimentato da una quota parte (lo 0,226 per cento) dei contributi previdenziali che tutti i lavoratori versano alle casse previdenziali, per assicurare tutele fondamentali – previste dall'art. 38 della Costituzione – anche a chi non può permettersele. Il fondo copre circa 1/3 delle prestazioni che i patronati forniscono. I restanti 2/3 delle prestazioni non prevedono recupero economico e sono a carico delle organizzazioni promotrici dei patronati.
(Fonte: ufficio stampa Cisl MO)
La protesta dei patronati contro i tagli delle risorse contenuti nella legge di Stabilità: sabato 15 novembre giornata nazionale di protesta e lunedì 17 novembre chiusura dei propri uffici e sportelli, con manifestazione regionale davanti alla Prefettura di Bologna -
Modena, 13 novembre 2014
Non si ferma la protesta dei patronati contro i tagli delle risorse contenuti nella legge di Stabilità. Per iniziativa del Ce.Pa. (il coordinamento che raggruppa i patronati Acli, Inas, Inca e Ital), dal 29 ottobre è stata avviata la raccolta delle firme di adesione alla petizione "No ai tagli ai patronati", a cui hanno già aderito decine di migliaia di cittadini. La mobilitazione promossa da Acli, Inas, Inca e Ital proseguirà per tutto l'iter parlamentare di approvazione della legge di Stabilità.
Per dopodomani - sabato 15 novembre – è stata organizzata una giornata nazionale di protesta. A Modena e provincia Acli, Inas, Inca e Ital saranno presenti dalle 10 alle 12 nelle piazze dei Comuni capi-distretto: Modena, Carpi, Vignola, Castelfranco, Mirandola e Pavullo, oltre al mercato di Formigine. A Modena il gazebo sarà allestito in piazza XX Settembre, dove saranno presenti anche i segretari provinciali di Cgil-Cisl-Uil; attraverso incontri, volantinaggi e flash mob, gli operatori dei patronati spiegheranno ai cittadini i possibili effetti dei tagli.
Inoltre Acli, Inas, Inca e Ital, insieme alle rispettive confederazioni, hanno deciso per lunedì prossimo 17 novembre una giornata di chiusura dei propri uffici e sportelli, con manifestazione regionale davanti alla Prefettura di Bologna.
«Coinvolgeremo nuovamente i parlamentari modenesi, con i quali i segretari provinciali di Cgil-Cisl-Uil avevano già discusso del tema nell'incontro del 6 ottobre – affermano i responsabili dei patronati modenesi Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas), Maura Romagnoli (Inca) e Angela Vicenzi (Ital) - Ribadiamo con forza che la sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com'è, si tradurrebbe in un'altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole. Infatti, mentre i lavoratori dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all'Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Il governo, quindi, finirà per appropriarsi di soldi che sono dei lavoratori, senza specificarne l'utilizzo. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che – concludono i responsabili dei patronati modenesi – pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi pesantissima».
(Fonte: ufficio stampa Cisl Mo)
A Modena la percentuale di disoccupazione è salita al 7,6 per cento, contro il 6 per cento di fine 2013 -
Modena, 28 ottobre 2014
Aumentano i disoccupati modenesi. Al 18 settembre le persone senza lavoro iscritte ai Centri per l'impiego erano 30.531 (donne per il 57,76 per cento). A Modena la percentuale di disoccupazione è salita al 7,6 per cento, contro il 6 per cento di fine 2013. Nella fascia di età tra 15 e 24 anni cerca lavoro il 22,71 per cento; un dato inferiore sia alla media regionale (33,26 per cento) che nazionale (41,6 per cento).
«La nostra provincia non ha mai avuto così tanti disoccupati; storicamente il tasso di disoccupazione ha sempre oscillato tra il 3 e 3,5 per cento - ricorda Domenico Chiatto, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale Cisl - Una stima indica in circa 25 mila i posti perduti nell'industria nel quinquennio 2008/2013: i settori più colpiti sono ceramica ed edilizia. Le responsabilità sono prima di tutto della politica nazionale, ma nel nostro territorio avremmo dovuto fare di più per contrastare questa emorragia di posti di lavoro. Credevamo che l'economia modenese avesse una sua capacità di reazione indipendente dai fattori negativi esterni al territorio. Invece non era così e abbiamo capito che è necessario agire innanzitutto localmente».
Chiatto sottolinea che è praticamente conclusa la discussione tra le istituzioni, associazioni imprenditoriali e sindacati su come stimolare la ripresa del territorio. Domani - mercoledì 29 ottobre - verrà firmato il "Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva della città di Modena e del suo territorio" proposto dal Comune di Modena.
«L'auspicio è che serva per migliorare la competitività delle nostre imprese, stimolare la capacità di attrarre investimenti, sviluppare l'innovazione e ricerca, realizzare le infrastrutture viarie, energetiche e tecnologiche - aggiunge il segretario provinciale della Cisl William Ballotta – Noi sindacati siamo impegnati, attraverso la contrattazione aziendale, dentro le imprese per migliorare i salari e le condizioni dei lavoratori in cambio di aumento della qualità dei prodotti, efficienza dei processi produttivi, flessibilità degli orari. A loro volta le imprese devono investire sulla formazione professionale continua dei lavoratori e concedere forme di welfare aziendale (sanità integrativa, servizi per i figli, convenzioni ecc)».
Nei giorni scorsi, inoltre, la Cisl ha lanciato una campagna sui social network per chiedere ai ragazzi modenesi come vedono il loro futuro. «Stiamo ascoltando gli studenti sui temi che stanno loro più a cuore, dalla scuola al lavoro – spiega Ballotta – Ci arrivano domande, apprezzamenti e anche qualche critica. I ragazzi sono preoccupati per la mancanza di prospettive, avvertono una certa "solitudine" rispetto al lavoro, rivelano un bisogno di essere accompagnati nel mondo del lavoro. Noi – conclude il segretario provinciale Cisl – vogliamo raccogliere la sfida e dare risposte concrete a questa forte richiesta di aiuto che proviene dai giovani».
(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)