Una politica ambientale da ripensare e soprattutto da non accettare a occhi chiusi. Gli interessi di pochi dietro alla guerra del Diesel e della Benzina.
di Lamberto Colla giovedi 6 dicembre 2018 - E' notizia di queste ore che il Governo stia predisponendo gli incentivi e i disincentivi per le auto. Siamo alle solite!
A entrare nel mirino di Palazzo Chigi questa volta sarebbero tutte le vetture nuove alimentate a benzina e a gasolio.
La solita scusa ambientale, per la quale in questi giorni in Emilia Romagna è stato introdotto il divieto di circolazione anche per gli euro 4 (un'eresia!), ma che invece nasconde un più grande problema industriale tutto in carico ai petrolieri e alla guerra tra paesi produttori che oggi è persino riuscita a minare la coesione OPEC con il risultato che il QUATAR se ne è uscito, senza una motivazione tecnica plausibile ma solo di facciata.
Il QATAR è il più grande produttore di Gas e (LNG Gas Naturale Liquefatto) vuole incrementare le produzioni dei suoi derivati chimici, mentre è il più piccolo produttore di greggio (solo il 2%) dell'OPEC. Questa la giustificazione pubblica, ma la verità sta nel contrasto con l'Arabia Saudita (stretto partner di USA), posto che non sarebbe in contrasto la produzione di Gas con l'adesione all'OPEC.
Gli scenari mondiali legati al petrolio sono fortemente mutati da quando gli USA hanno inventato un nuovo modo di estrazione facendo uso del "fracking", una sequenza di micro-esplosioni controllate sotterranee seguite da immissione d'acqua a altissima pressione che scioglierebbe il petrolio dalle rocce.
Una tecnologia che ha consentito agli Stati Uniti di diventare un Paese autosufficiente nella produzione e addirittura forte esportatore di greggio.
E' per questo motivo, che negli ultimi 7-8 anni, il prezzo del petrolio è crollato di 2/3 e ora è al 50% del prezzo del 2011 (arrivato in california a 140$/bar). Da oltre 120$ al Barile il Petrolio WTI crollò a 40 per poi risalire intorno ai 50$/barile attuali.
Un prezzo che genera margine operativo alle imprese statunitensi ma non a quelle Venezuelane (sarebbe il maggiore produttore mondiale) e medio orientali e comunque valido per tutti gli altri estrattori con tecnologie convenzionali.
Ma questo ha portato a un problema di non poco conto.
Infatti, il petrolio estratto con le nuove tecnologie, essendo un prodotto leggero, non sarebbe indicato per la produzione di gasolio da autotrazione e perciò, è calata la direttiva, da molto in alto, di spostare il gasolio solo sulla autotrazione commerciale sacrificando l'uso privato.
Ancora una volta la "favola ambientale" è stata ben raccontata per fare passare indolore provvedimenti e cambi di strategia industriale che vanno a giovamento dei soliti pochi e potenti e ricchissimi, e a scapito soliti tanti pecoroni, deboli e sempre più poveri.
I Gilet Gialli francesi hanno fatto fare marcia indietro a "Macaron", il presidente duro fuori e tenerone dentro, ma sarebbe auspicabile che la protesta si espandesse un po' in tutti Paesi, con qualche miglioramento in termini di violenza e danni che invece servono solo a spaventare quelli che vorrebbero insorgere e protestare civilmente ma ostinatamente.
In conclusione, caro il nostro bel Governo, ripensate anche alla politica ambientale e soprattutto, date ascolto alla scienza che ha certificato che l'inquinamento della auto elettriche nel loro totale ciclo di vita (quindi smaltimento delle batterie compreso), essere pari alle auto euro 4.
Quindi di cosa stiamo parlando?
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Video campo petrolifero California: https://youtu.be/JYOmf1HxJmQ
E' un condizionamento collettivo o ci sono realmente seri problemi di salute? E' quello che in molti si chiedono al Poggio, gli stessi che vorrebbero trovare risposta alle loro preoccupazioni e tornare "proprietari" dell'aria che respiravano un tempo, ormai remoto.
Di Redazione - Poggio S. Ilario B. - PR - giovedi 6 dicembre 2018 - Ci troviamo nella Val Baganza, in provincia di Parma, più precisamente al Poggio frazione del comune di Felino. Un splendido villaggio circondato da colline e fattorie, dove tutti si conoscono ed è facile incontrarsi e parlare del più o del meno col proprio vicino. Insomma il Poggio è un posto dove è bello vivere e dove, chi può, cerca rifugio trasferendosi dalla città caotica e inquinata.
A turbare il "sonno" dei residenti è però un nauseante odore che avvolge il paese e che contrasta con le bellezze delle colline che lo circondano. Un odore forte e fastidioso, una puzza tremenda e persistente, si sente dire in giro.
Un odore di fogna che potrebbe essere imputabile al mal funzionamento di qualche processo industriale.
Non ci sono ancora certezze ma solo sospetti, mentre quel che è certo è il fastidio, da un lato, e la preoccupazione per la salute dall'altro.
E' un condizionamento collettivo o ci sono realmente seri problemi di salute? E' quello che in molti si chiedono al Poggio, gli stessi che vorrebbero trovare risposta alle loro preoccupazioni e tornare "proprietari" dell'aria che respiravano un tempo, ormai remoto.
In attesa di risposte dagli organismi competenti, è possibile mandare nuove segnalazioni all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Nuovo allarme ambientale. Mare del Nord, collisione tra navi. L'incidente è avvenuto in acque della Norvegia tra una petroliera e una fregata della marina norvegese.
Allarme ambientale al largo della Norvegia: la collisione tra la petroliera greca Aframax SOLA TS e la fregata della marina norvegese HNOMS HELGE INGSTAD ha causato uno squarcio di diversi metri nello scafo della nave militare, mentre una chiazza di petrolio è stata osservata attorno a entrambe le navi, anche se la sua natura deve ancora essere confermata. L'autorità marittima di norvegese, ha comunicato che la collisione di stamattina 8 novembre è avvenuta probabilmente intorno alle 0300 UTC, nel mare del nord a nord di Bergen, in Norvegia. La collisione ha causato uno squarcio di 10 metri sul lato destro della poppa della fregata che rischia l'affondamento. Secondo gli ultimi rapporti, la fregata è stata portata in acque poco profonde per evitare l'affondamento, l'ingresso di acqua è incontrollabile.
Tutti i 137 membri dell'equipaggio sono stati evacuati, 7 sono rimasti leggermente feriti. La Aframax SOLA TS è una petroliera di fabbricazione 2017, con una portata lorda di 112.939 tonnellate, lunghezza 250 mt, battente bandiera maltese, direttore Tsakos Columbia Shipmanagement (TCM) SA. Mentre la Fregata della marina norvegese HNOMS HELGE INGSTAD (F313), ha un dislocamento di 5290 tonnellate, lunghezza 134 m, fabbricata nel 2009. Le autorità portuali hanno immediatamente inviato nella zona un imbarcazione e nel giro di un'ora, una squadra di esperti dovrebbe essere presa a bordo.
L'autorità inoltre ha fatto sapere che le condizioni meteorologiche sono buone. Stando alla dinamica, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", sembra che la fregata stesse all'ancora con il pilota automatico e che nessuno fosse sveglio sulla nave. Non è invece ancora chiaro come sia stato possibile che nessuno si sia accorto per tempo della petroliera, considerato che i protocolli prevedono che ci siano almeno tre uomini di vedetta in diversi punti della nave e altri impegnati a tenere sotto controllo i radar.
(8 novembre 2018)
Ambiente.L'inquinamento atmosferico causa 518.700 morti premature in Europa. In Italia la cifra è di 32.000. A dirlo il rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente
L'esposizione prolungata all'inquinamento atmosferico ha causato la morte prematura di 518.700 persone in 41 paesi in Europa nel 2015, una cifra leggermente inferiore rispetto all'anno precedente (1.770 morti in meno), secondo il rapporto annuale sulla qualità dell'aria condotto dall'Agenzia europea dell'ambiente (AEA). Di questi, 483.400 si sono verificati nei 28 paesi dell'Unione europea (UE); in Italia ammontano a 32.000. Il problema più grande continua a concentrarsi sulle particelle sospese (PM di 10 e 2,5 micron), che hanno causato 422.000 di questi decessi, l'81% del totale. Il resto è dovuto alle elevate concentrazioni di biossido di azoto (NO2) e ozono (O3), che hanno causato rispettivamente 79.000 e 17.700 morti premature. Il rapporto include dati provenienti da oltre 2.500 stazioni di misurazione. Sebbene le variazioni da un anno all'altro siano ridotte, in Europa si è registrato un decremento medio del 60% delle morti premature attribuibili a particelle di 2,5 microgrammi tra il 1990 e il 2015, il più piccolo e, quindi, il più pericoloso.
L'inquinamento atmosferico continua a superare in molti luoghi i limiti fissati sia dall'UE che dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che sono più severi.Il rapporto mette in guardia dagli "impatti significativi" che la salute causa di essere esposti a questi livelli di inquinanti, "specialmente nelle aree urbane". Il trasporto su strada è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, che contribuisce anche alle emissioni dell'agricoltura, della produzione di energia, dell'industria e delle famiglie. Circa il 74% della popolazione urbana dell'UE è stata esposta a concentrazioni di PM2,5, che superano i livelli raccomandati dall'OMS, secondo i dati del 2016, indica il rapporto. Inoltre, anche l'Istituto Max Planck per la chimica ha pubblicato un nuovo report sulla rivista Nature, in cui stima la mortalità da inquinamento dell'aria potrebbe raddoppiare entro il 2050 arrivando a interessare 6,6 milioni di persone all'anno.
Gli esperti hanno combinato un modello globale di chimica atmosferica con i dati demografici e le statistiche sulla salute per stimare il contributo di diversi inquinanti, in particolare nelle polveri sottili, alla mortalità prematura.
Stando ai dati, le emissioni derivanti dall'energia residenziale, ad esempio per riscaldarsi e cucinare, sono prevalenti in India e Cina e hanno l'impatto più alto a livello mondiale sulle morti premature. In molte aree degli Usa a pesare sono il traffico e la produzione di energia, mentre negli Stati Uniti orientali, Russia e Asia orientale le emissioni provenienti dall'agricoltura danno il contributo maggiore alle polveri sottili. Secondo uno studio correlato, condotto dall'università inglese di Leeds e pubblicato su Nature Geoscience, tra 400 e 1700 morti premature si sarebbero potute evitare se fossero stati ridotti in modo considerevole gli incendi legati alla deforestazione registrati nell'Amazzonia brasiliana negli ultimi anni. Gli esperti hanno unito misurazioni satellitari e terrestri a un modello di trasporto chimico per dimostrare che, nella regione, le concentrazioni di polveri sottili sono calate del 30% durante la stagione secca, proprio a seguito della riduzione degli incendi associati alla deforestazione. Mentre idati estratti dagli esperti in Europa dicono che oltre il 90% dei cittadini, è esposto a livelli di inquinamento atmosferico superiori ai limiti massimi suggeriti dall'OMS. L'inquinamento outdoor, causando malattie cardiocircolatorie, cancri ai polmoni e altre patologie, è responsabile di circa 482mila morti premature l'anno, quello degli ambienti interni di circa 117.200.
Le morti premature da inquinamento atmosferico causano danni per 1.400 miliardi di dollari e un altro 10% dei costi, che porta il totale a 1.600 miliardi, viene dalle malattie. Sempre in Europa il Paese con meno danni da inquinamento atmosferico è la Norvegia (0,3%), seguita dalla Svezia (0,9%) e dalla Finlandia con lo 0,7% (in allegato in basso la sintesi dei dati per Paese e il report completo). In Italia il danno è pari al 4,7% del Pil, con 97.193 milioni di dollari (88.550 milioni di euro) e circa 32.400 morti premature all'anno.
Alla luce di questi dati, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti",bisogna fare della lotta all'inquinamento atmosferico una priorità politica.
(29 ottobre 2018)
Tagliaferri (FDI) euro 4 a casa? - No, a casa l'Assessore . A corollario della polemica innescata dalla decisione della Giunta – in prima battuta – di vietare la circolazione alle vetture diesel Euro 4 dal primo ottobre 2018, decisione poi clamorosamente rientrata sulle posizioni e istanze avanzate in primis da Fratelli d'Italia, il Capogruppo Giancarlo Tagliaferri ha chiesto le dimissioni dell'assessore Paola Gazzolo ed ha annunciato la mozione di censura, ai sensi dell'articolo 111, comma 1, del regolamento assembleare, firmata da tutto il centrodestra.
Nel merito il consigliere ha dichiarato: «La sinistra non perde il vizio di rappresentare in aula quel solito teatrino per cui tutti i meriti nelle scelte non possono che essere attribuiti a sé stessi. Anche quando personalmente li avevo anticipati, con il buon senso forse di chi è più abituato ad ascoltare i cittadini, nell'adottare le soluzioni migliori per la collettività, il diktat di partito della sinistra resta quello per cui non bisogna mai riconoscere i meriti altrui. Nemmeno la matematica nella datazione dell'emendamento da me presentato (8 ottobre) o dell'interrogazione (28 settembre) che, prevedeva il rinvio al primo ottobre 2020 nelle limitazioni ai diesel euro 4, in linea con quanto deciso dalle altre regioni del bacino padano è stata in grado di smuovere quel minimo pudore che dovrebbe avere chi si occupa di politica nel riconoscere i propri errori. Data la gravità della richiesta di censura e il fatto che il presidente Bonaccini non abbia avuto nemmeno il buon gusto di partecipare al dibattito nella situazione di, evidente, difficoltà del suo assessore, auspico, ora una sua assunzione di responsabilità se pur tardiva».
SVERSAMENTO DI LIQUIDI NEL CANALE MILANINO A COLTARO: LA CONDANNA DEL CONSORZIO DI BONIFICA - Spinazzi (Bonifica Parmense): "Atto riprovevole e incivile da approfondire e condannare duramente che tocca colture e biodiversità"
Coltaro (Sissa-Trecasali, PR), 9 Agosto 2018 – Il Consorzio della Bonifica Parmense, attraverso il costante monitoraggio del reticolo di canalizzazioni che si estendono in tutto il comprensorio idraulico locale gestito, ha rilevato, di concerto con il Comune di Sissa Trecasali, Arpaer e Carabinieri Forestali – a partire dalla serata di ieri (Mercoledì 8 Agosto 2018) – uno sversamento di alcuni liquidi (che presentavano evidenti chiazze oleose) che ha causato – tra gli effetti più evidenti – una morìa di pesci in un tratto del Canale Milanino nei pressi dell'abitato di Coltaro.
La Bonifica Parmense, per quanto di competenza, ha immediatamente attivato tutte le possibili azioni per mitigare le ripercussioni più negative: consentendo un deflusso progressivo delle acque a valle e rimpinguando l'invaso del canale a monte attraverso la apertura delle paratoie.
"Un fatto incivile e riprovevole da approfondire ulteriormente e condannare – ha commentato il presidente del Consorzio di Bonifica Parmense Luigi Spinazzi –. Le ripercussioni negative possono intaccare l'irrigazione gestita dall'ente – che è tutt'ora in corso ed è vitale per le colture e l'economia del territorio – e la biodiversità che la Bonifica crea come elemento positivo dell'ambiente in cui opera".
Allerta del Ministero della Salute. San Benedetto richiama acqua Fonte Primavera per contaminazione da idrocarburi aromatici
Un nuovo richiamo di prodotti alimentari che desta più di una legittima preoccupazione è stato lanciato in queste ore dal Ministero della Salute in una nota pubblicata come al solito sul sito nella pagina dedicata alle allerte alimentari nella sezione "Avvisi di sicurezza". Interessato dal provvedimento un lotto di acqua minerale San Benedetto Fonte Primavera.
Il motivo del richiamo la "presenza consistente di contaminanti idrocarburici" come xilene, etilbenzene, trimetilbenzene e toluene. L'allerta del dicastero della salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", riguarda il lotto attualmente sul mercato di bottiglie in PET da 0,5 litri identificabili dal numero di lotto 23LB8137E con scadenza 16/11/2019.
La minerale richiamata è stata imbottigliata da Gran Guizza Spa nello stabilimento di via Statale 17 a Popoli, in provincia di Pescara, marchio di identificazione 033PE1045.
A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare le bottiglie del lotto richiamato. L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) inserisce l'etilbenzene nel gruppo 2B delle sostanze "possibilmente cancerogene per l'uomo".
(15 giugno 2018)
Scattano le misure antismog per quatto capoluoghi emiliani. Al momento resta esclusa Parma. Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Ferrara le prime città a inaugurare la stagione dei blocchi al traffico.
Parma 17 ottobre 2017 - Il perdurare di un clima quasi estiva e l'assenza di precipitazioni piovose, ha determinato l'avvio delle procedure antismog i diverse città padane. La prima allerta stagionale per le polveri sottili, in conseguenza di quattro giorni consecutivi di sforamenti, ha fatto scattare i provvedimenti emergenziali che già da oggi coinvolgono Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Formigine, Sassuolo, Ferrara e Cento.
In queste località sono previsti il blocco della circolazione per i veicoli diesel fino all'euro 4 compreso, l'abbassamento del riscaldamento fino a un massimo di 19 gradi in case, uffici e negozi e 17 gradi nelle industrie.
Vietati anche falò e barbecue all'aperto e l'accensione di camini all'interno "con classe di prestazione energetica ed emissiva inferiore a 3 stelle", come precisa Arpae.
"Le misure - specifica la nota dell'APAE - sono previste nel caso in cui si verificano sforamenti dei valori di PM10 per 4 giorni consecutivi antecedenti il giorno di controllo (lunedì 16 ottobre) e le previsioni confermino la tendenza, e riguardano il blocco della circolazione per i veicoli diesel fino all´euro 4 compreso (in aggiunta al blocco dei veicoli più inquinanti già in essere dal 1 ottobre) oltre ad altre misure specifiche (verifica sempre l´ordinanza del Comune di interesse per le informazioni puntuali)."
Per controllare le ordinanze del Comune di residenza e il dettaglio dettaglio delle misure previste - clicca QUI.
Scatteranno domani, martedì 17 ottobre, sino a giovedì 19 incluso, le misure emergenziali previste dal Piano regionale integrato per la qualità dell'aria, a seguito del superamento continuativo – nei quattro giorni precedenti l'odierno bollettino Arpae – dei valori limite di Pm10 sul territorio provinciale.
L'allerta di 1° livello prevede che le consuete limitazioni al traffico già in vigore dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30, si estendano anche alla categoria Euro 4 per i veicoli a diesel, confermando invece il fermo fino all'Euro 1 per i mezzi a benzina e pre-Euro per i ciclomotori e motocicli a due tempi. Permane per tutti l'obbligo di spegnere il motore dei veicoli in sosta.
La prima fase di emergenza comporta inoltre il divieto assoluto di combustioni all'aperto di qualsiasi tipologia (falò, barbecue, fuochi d'artificio, ecc.), il divieto di spandimento di liquami zootecnici e di utilizzo di generatori domestici di calore alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianti di riscaldamento alternativo), se di classificazione inferiore a 3 stelle. Obbligatorio, infine, ridurre di almeno un grado centigrado le temperature negli ambienti riscaldati, fino a un massimo di 19° C nelle case, uffici, luoghi di culto, commerciali o ricreativi, non oltre i 17° C nelle sedi di attività industriali e artigianali.
Con il prossimo bollettino, la cui emissione è in programma giovedì 19, Arpae comunicherà l'eventuale rientro a una situazione di normalità, il mantenimento dell'allerta di 1° livello o l'eventuale passaggio all'emergenza di 2° livello.
(Fonte: Comune di Piacenza)
Oggi pomeriggio vertice in Municipio con Sindaco, assessore Folli, comandante Noè e tecnici Arpa e del Comune. Il Comune di Parma si è coordinato con i Comuni di Piacenza e Reggio Emilia, che, allo stesso modo, manterranno la limitazione al traffico prevista per domani, visto l'eccezionale sforamento di PM 10 delle ultime due settimane.
Parma, 4 febbraio 2017
La pioggia lieve delle giornate di ieri e di oggi non ha inciso in modo significativo sull'inquinamento dell'aria, quindi per domani, domenica 5 febbraio, verrà mantenuto il blocco totale del traffico. Confermate anche le agevolazioni per il trasporto pubblico con biglietto unico valido per tutta la giornata ed il potenziamento delle frequenze di alcune linee bus.
Oggi pomeriggio il sindaco Federico Pizzarotti, l'assessore all'Ambiente Gabriele Folli, il comandante della Polizia Municipale Gaetano Noè hanno incontrato i tecnici Arpa e del Comune per confrontarsi: le precipitazioni delle ultime ore erano già state previste nei giorni passati, quando, dopo il vertice in Regione, Parma e i Comuni limitrofi dell'Emilia Romagna hanno deciso di attuare il blocco totale del traffico, che, quindi, viene confermato nelle modalità già annunciate nei giorni scorsi.
Il Comune di Parma si è, anche in questo caso, coordinato con i Comuni di Piacenza e Reggio Emilia, che, allo stesso modo, manterranno la limitazione al traffico prevista per domani, visto l'eccezionale sforamento di PM 10 delle ultime due settimane.
Allegato in pdf la mappa scaricabile
(Fonte: Comune di Parma)