Simona Caselli: "In Emilia Romagna dobbiamo rapidamente ragionare sugli invasi, almeno sui medi invasi, perché non si può più procrastinare la soluzione del problema." -
- di LGC - Parma, 30 luglio 2015 -
Di acqua se ne è discusso ieri sera nel tradizionale convegno che inaugura la Fiera Agricola di Trecasali. Moderato dall'Assessore alle attività produttive del Comune di Sissa Trecasali Igino Zanichelli, il convegno ha visto la partecipazione oltre che del Sindaco Nicola Bernardi di illustri accademici dell'Università di Firenze e di Parma, Stefano Cecchi e Afro Quarantelli, del Direttore del Consorzio della Bonifica Parmense, Meuccio Berselli e della Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli.
Dopo le presentazioni e i ringraziamenti di rito degli amministratori locali, il rappresentante dell'Università di Firenze ha portato i risultati dell'indagine da loro realizzata su richiesta dell'AMIS, volta a misurare l'efficienza dei sistemi di irrigazione, in particolare mettendo a confronto il sistema di irrigazione a pioggia (aspersione) con quello a "goccia". Inaspettatamente, il sistema da noi maggiormente diffuso, quello per aspersione, è risultato vincente a parità di qualità e quantità di prodotti raccolti.
"Questi risultati, sottolinea il professor Cecchi, non sono inaspettati ma tutti perfettamente riconducibili alla scienza agronomica". Il sistema a goccia, in sintesi, ha dimostrato "una minore efficienza agronomica condizionata anche dalle condizioni pedoclimatiche verificate nell'ambiente delle coltivazioni. In particolare per quanto riguarda i volumi distribuiti, in colture diverse, in 9 casi su 11 sono stati distribuiti volumi di acqua superiori agli omologhi appezzamenti irrigati per aspersione da un minimo di pochi millimetri, come nel caso della coltivazione di Tabacco nel veronese nel 2010, fino a un massimo di 85 millimetri nel caso di pomodoro da industria, registrato in provincia di Parma nel 2011. 85 millimetri, vale la pena di ricordare, corrispondono a 850.000 litri di acqua in più distribuita per ettaro, pur realizzando produzioni analoghe dal punto di vista qualitativo e quantitativo".
A seguire, l'intervento del secondo accademico, il professor Afro Quarantelli del dipartimento di Veterinaria dell'Università di Parma, ha sviscerato l'importanza dell'acqua nella salute e nella attività produttiva delle bovine da latte.
"Finalmente - introduce Quarantelli - si è compreso che l'acqua è un elemento nutriente a tutti gli effetti. Gli animali e l'uomo assumono l'acqua attraverso tre canali, gli alimenti (assunzione esogena), da bevanda (esogena) ma anche per via endogena ovvero attraverso l'azione metabolica."
"L'acqua, - prosegue Quarantelli - svolge un ruolo importantissimo; partecipa alla digestione, interviene nell'assorbimento dei principi nutritivi nella eliminazione dei prodotti di scarto ma soprattutto ha un ruolo importante nel mantenimento del bilancio idrico, un punto sul quale fare molta attenzione".
Da alcune tabelle mostrate dal docente, si evince quanto sia la necessità d'acqua della bovina in piena lattazione, che può arrivare anche a 190 litri al giorno e che potrebbero sensibilmente aumentare all'incremento delle temperature esterne. Considerando perciò che l'animale è pigro e impiega 4-5 ore per mangiare e soli 20-30 minuti per bere, occorre che gli allevatori pongano particolare attenzione al bilancio idrico di ogni capo in azienda, poiché a uno sbilancio del 10% del fabbisogno si manifestano segni di prostrazione dell'animale per giungere alla morte con un deficit idrico del solo 16-17%.
Il professore ha quindi illustrato dettagliatamente le caratteristiche che devono possedere le acque per mantenere in efficienza l'animale a favore della sua salute e della produzione lattiera. "La pregiata secrezione mammaria è composta per circa l'85% da acqua ed è appunto nella lattazione che la bovina perde la maggior parte del prezioso nutriente." ha ricordato Quarantelli.
A Meuccio Berselli, direttore del Consorzio di Bonifica parmense, il compito di illustrare quali siano le soluzioni possibili per una più corretta distribuzione d'acqua, dopo avere chiarito i compiti a cui è chiamato il Consorzio di Bonifica - "Il consorzio ha tre funzioni principali: la prima riguarda il dissesto idrogeologico, il secondo è lo scolo e il drenaggio delle acque meteoriche e il terzo compito, di cui si parla stasera, è quello dell'irrigazione. Un tema delicatissimo, quest'ultimo, perché soprattutto in questo momento, i nostri partner - gli agricoltori - stanno soffrendo in modo particolare".
Molti gli interventi di manutenzione e ristrutturazione della rete distributiva sulla quale il Consorzio sta investendo notevoli risorse, ma insufficienti a risolvere il problema se non affiancati da interventi strutturali che sono in capo ad altri organismi. "Nella nostra provincia non sono state fatte delle scelte politiche forti negli anni precedenti. Secondo me, questa provincia - sottolinea Berselli - proprio per le eccellenze produttive e gastronomiche di eccellenza che possiede non può più aspettare. Per quanto riguarda il Consorzio di Bonifica noi possiamo fare dei progetti europei per migliorare le condotte e al riguardo è in cantiere un progetto di 12 milioni di euro che prevede la sostituzione di 5 km di canalette."
Il problema, posto dal direttore all'Assessore regionale, riguarda la cattura delle acque affinché tutta l'acqua che scorre a valle venga in qualche modo trattenuta per essere distribuita secondo le diverse necessità e quindi non corra direttamente in Po come sta sino ad ora accadendo. Il tema degli invasi, perciò, è di fondamentale importanza per la migliore efficientazione del sistema idrico provinciale.
Le conclusioni del convegno sono state lasciate a Simona Caselli, Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, peraltro chiamata in causa dall'intervento precedente. "La risorsa acqua - introduce la Caselli - sarà sempre più scarsa e la sua gestione è centrale per nutrire il pianeta. L'argomento, legato al cambiamento climatico, deve essere in cima ai nostri problemi." Ad Expo, - informa l'Assessore - sono esposte molte tecniche agronomiche innovative e ben presto si vedranno in campo. "Dobbiamo tornare a investire sulle tecniche agronomiche e sull'efficientamento dell'acqua e della sua distribuzione". Cruciale è per l'Amministratore regionale perseverare sull'agricoltura di precisione sulla quale la Regione punta molto. La nostra agricoltura è già all'avanguardia, ma occorre investire anche sulle strutture. "Il punto vero - sottolinea la Caselli - è che abbiamo bisogno di ragionare sugli invasi". "L'acqua ci vuole, -rimarca l'Assessore - e occorre la sicurezza di poterla gestire per tutto il corso dell'anno. Per cui mi aspetto con metodo partecipativo e concertativo, che si arrivi ad una soluzione molto rapida." In conclusione, l'Assessore ha voluto rimarcare l'estrema necessità - "Almeno sui medi invasi occorre che si comici a fare" .
Agricoltura di precisione e nuove tecnologie per la sostenibilità.
Fieragricola inaugura l’era delle «macchine fantasma», progettate per lavorare in condizioni estreme in assoluta sicurezza per un operatore che, infatti, guida il veicolo a distanza.
L’oggetto avveniristico è una macchina radiocomandata per la manutenzione del verde. Il nome del mezzo è «mini green climber», versione ridotta (1,3 metri di lunghezza e 1,3 metri di larghezza) di un modello più grande. «L’habitat ideale dove il mezzo opera - racconta Rocco Amoroso della Mdb - è su terreni con una pendenza che arriva anche al 60 per cento». L’ideale per gli alpeggi, le colline, i terreno inclinati dove è meglio che l’operatore non salga sul trattore, per questioni di sicurezza sul lavoro.
L’idea nasce dalla declinazione di speciali macchine studiate dall’azienda espositrice di Fieragricola per la manutenzione delle raffinerie. Una «rivoluzione verde» in tutti sensi, che è anche l’impronta che assume la rassegna internazionale di Veronafiere dedicata al comparto primario.
«La missione è produrre di più e meglio - sintetizza il presidente di Veronafiere, Ettore Riello - rispettando l’ambiente e riducendo i costi di produzione, spada di Damocle con la quale l’agricoltura italiana deve fare i conti, in uno scenario sempre più globale».
Le imprese agricole italiane - dice l’Ue - sono già sulla buona strada, considerato che solo il 5,4 per cento delle emissioni inquinanti del nostro Paese provengono dall’agricoltura. Una media ben al di sotto di quella europea, che si aggira intorno al 10 per cento.
La sostenibilità è la cifra stilistica di Fieragricola 2014. In salsa hi-tech, come si coglie visitando i nove padiglioni di Veronafiere, ma anche per il primo manifesto della chimica verde, illustrato da Sofia Mannelli, presidente di Chimica Verde Bionet, e che sarà presentato al ministero delle Politiche agricole, dell’Ambiente e alla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Le opportunità di crescita del settore sono incoraggianti: si prevede infatti che entro il 2030 in Europa il 30% della produzione di composti chimici sarà bio-based, che il 25% dell’energia per i trasporti e che il 30% dell’energia elettrica e termica sarà generato dalla biomassa.
La chimica verde, già oggi, offre lavoro in Italia a 1.600 persone, «ma serve una regolamentazione del settore, che porti ad una certificazione, presupposto per moltiplicare lo sviluppo delle filiere sostenibili», spiega Sofia Mannelli.
Le nuove tecnologie a Fieragricola sono il pezzo forte anche del «Dynamic show», grande spazio all’aperto dove le macchine sono presentate nell’arena e in movimento. È qui che si trovano seminatrici (come quella proposta dalla Vsd, il modello 3200 A) a basso impatto ambientale, in grado di trasmettere in tempo reale all’agricoltore che guida in cabina gli ettari coltivati, la superficie coperta in un’ora di lavoro, la distribuzione combinata del concime e del seme.
La ditta veronese Breviglieri presenta invece, fra le novità, il nuovo erpice pieghevole: un attrezzo che arriva fino a otto metri di ampiezza di lavoro, ma rigorosamente per il «minimum tillage», che prepara il terreno di semina con la minima lavorazione.
Caffini spa, altra realtà scaligera all’avanguardia per i prodotti al servizio dell’agricoltura, porta la sostenibilità nel vigneto, con il «Drift stopper», nuovo polverizzatore con pannelli recuperatori, studiato in collaborazione con l’Università di Padova. La macchina è in grado di recuperare fino al 95 per cento del prodotto (agrofarmaco o fertilizzante), riducendo così l’impatto ambientale, ma anche i costi di gestione del vigneto.
Il vigneto green passa da Magis, il protocollo promosso nel 2009 da Bayer CropScience, Image Line, l’Università di Milano e che oggi coinvolge oltre 140 aziende vitivinicole. A Fieragricola di Verona, nelle nuove aree dedicate al vigneto e al frutteto, è stato presentato il primo «Manuale della sostenibilità», che ha l’obiettivo di accompagnare le aziende agricole nel percorso verso l’eliminazione della presenza di contaminanti naturali o artificiali nel vino, partendo però dalla terra (grazie anche all’agricoltura di precisione).
«Per rilanciare il mercato delle vendite interno - afferma il presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni - è necessario che anche i contoterzisti possano accedere alle misure dei Programmi di sviluppo rurale, che le Regioni stanno predisponendo per il periodo 2014-2020», sposando così appieno la tesi di Leonardo Bolis di Confai e di Silvano Ramadori di Unima, le due più importanti associazioni di imprenditori agromeccanici a livello nazionale, che gestiscono oltre il 98 per cento delle operazioni di raccolta delle commodities e svolgono il 70 per cento delle operazioni meccanizzate in campo.
Fonte: Servizio Stampa Veronafiere