L'inaugurazione dell'esposizione delle opere donate alla Provincia di Piacenza è in programma sabato 10 maggio alle 16,30 -
Piacenza, 7 maggio 2014 -
Sarà la cornice di Villa Braghieri di Castel San Giovanni ad ospitare, da sabato 10 maggio e fino al prossimo 29 giugno, la mostra “Motti, il Po, Piacenza”. La nuova esposizione di opere dell'artista Giuseppe Motti, donate dalla famiglia all'ente di corso Garibaldi, avrà come tema fondante il Grande fiume e la sua gente: una sorta di viaggio, dunque, tra i paesaggi fluviali e le persone che nel tempo ne hanno scritto la storia.
A presentare la mostra sono stati ieri pomeriggio in Provincia il presidente Massimo Trespidi, il sindaco di Castel San Giovanni Carlo Capelli, il curatore scientifico Carlo Francou (direttore scientifico del Museo geologico “G. Cortesi” di Castell'Arquato e coordinatore del Museo Civico di Storia naturale di Piacenza) e la figlia dell'artista Sonia Motti con il marito Alessandro Pardi. “La nostra famiglia – hanno detto i parenti del pittore – è orgogliosa di vedere promosso sul territorio un evento dedicato proprio alla terra del Grande Fiume e a chi la abita”.
Le cinquanta tele esposte raffigurano scenari fluviali e scorci intimi e non mancano anche alcuni disegni originali dell'artista.
“La mostra – ha sottolineato il presidente della Provincia Trespidi – consente di far conoscere ulteriormente le opere dell'artista in uno dei luoghi più belli vicini al Po. La volontà dell'Amministrazione è quella di realizzare un'esposizione permanente dei dipinti nella sala Consiglio del palazzo della Provincia in via Garibaldi per onorare al meglio la memoria di Motti”.
L'inaugurazione della mostra si terrà sabato 10 maggio alle 16,30 a Castel San Giovanni (Villa Braghieri, via Emilia Piacentina 31). Si tratta, lo si ricorda, dell'esposizione di una selezione delle opere donate da Maria Scarani Motti e Sonia Motti alla Provincia di Piacenza.
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Piacenza)
Regione Emilia-Romagna e Veneto hanno firmato a Mesola (FE) un accordo che annulla le barriere geografiche ed istituzionali. Grazie al consorzio Visit Ferrara -
Parma, 14 marzo 2014
A dimostrazione del fatto che i confini tra Province e Regioni sono solo linee astratte, il Consorzio Visit Ferrara – nato nel 2013 per riunire gli operatori, le imprese e gli enti che vogliono puntare sul futuro del turismo nella Provincia ferrarese – ha fortemente voluto il protocollo d'intesa sull'unificazione del Parco del Delta del Po firmato dalla Provincia di Ferrara e dalla Provincia di Rovigo il 14 marzo 2014 a Mesola (FE), primo passo verso la costituzione di un'unica grande entità naturale e turistica.
«E' una data storica – spiega Gianfranco Vitali, Presidente di Visit Ferrara – che elimina finalmente le barriere amministrative tra le due Province e tra le due principali Regioni del turismo italiano, che registrano ogni anno ben 100 milioni di presenze».
Un accordo che fungerà da stimolo per i privati per perfezionare l'offerta turistica e che rappresenta una scelta "naturale" volta alla realizzazione di un turismo integrato attorno al Delta del Po, area ricca di vegetazione e fauna tra dune, lagune e residenze storiche.
A portare la propria testimonianza durante il seminario moderato da Roberto Vitali, Presidente Village 4 All, è stato Renzo Ghezzo, imprenditore turistico dell'area del Delta Veneto, che ha sottolineato come il Delta sia «l'unico mezzo che ci possa permettere di darci un'immagine attraverso la natura, senza vendere ognuno il proprio prodotto ma facendo conoscere una realtà territoriale coesa».
Un grande Delta dunque per il "Grande Fiume", per trasmettere le emozioni di un capitale naturale immenso. Si tratta infatti del più ampio territorio Unesco della penisola, che in forza di questo accordo saprà presentarsi in tempo per l'Expo 2015. Ma non solo: «Il progetto – dichiara Paolo Rosso, dirigente regionale Turismo Regione Veneto – guarda allo sviluppo dell'economia ben oltre il 2015, sfruttando la forza dei rapporti per proporre offerte complete ai turisti».
«Siamo due Regioni che non si fanno concorrenza ma che possono lavorare in sinergia – conclude Maurizio Melucci, assessore al turismo e al commercio della Regione Emilia-Romagna – per valorizzare un'area eccezionale attraverso la rete di impresa e gli operatori come Visit Ferrara che sanno fare sistema perseguendo obiettivi comuni».
All'incontro hanno inoltre partecipato attivamente le istituzioni regionali dell'Emilia-Romagna e del Veneto e tutti gli operatori turistici dell'intera area territoriale: la Provincia di Ferrara, Provincia di Rovigo, Camera di Commercio di Ferrara e Camera di Commercio di Rovigo, Parco Regionale del Delta del Po Emilia-Romagna, Parco Regionale Veneto del Delta del Po, GAL – Delta 2000, GAL – Polesine Delta del Po, Buy Delta del Po.
(Fonte:Ufficio stampa: Ella Studio di Carla Soffritti e C.)
I dati dell'annuale Conferenza Organizzativa Territoriale delle bonifiche evidenziano un incremento dell'emergenza nelle zone montane. Numeri positivi sul fronte dell'irrigazione a pieno sostegno all'agricoltura -
Bologna, 16 Gennaio 2014 –
La conferenza annuale organizzativa dei Consorzi di bonifica dell'Emilia-Romagna, che si è svolta quest'oggi in via Ernesto Masi 8 a Bologna, segna periodicamente l'appuntamento con la diffusione di dati assai rilevanti per il monitoraggio delle condizioni del territorio in cui viviamo.
Nell'occasione di confronto tra i diversi Consorzi riuniti oggi all'URBER, che hanno la competenza del governo delle acque nei rispettivi comprensori all'interno della regione, si evidenzia un generale incremento del valore allarmante del rischio di dissesto idrogeologico.
Nell'anno appena trascorso sono stati moltissimi gli interventi effettuati ad opera dei diversi enti territoriali e delle stesse bonifiche, ma l'ammontare complessivo del valore economico del rischio è balzato in avanti sfiorando il miliardo di euro (985 milioni) solo in Emilia-Romagna, rispetto al totale complessivo italiano di sette miliardi. Solo un anno fa il valore delle stime del rischio regionale era di 835 milioni di euro e il dato in sé chiarisce una volta di più quanto sia repentino il peggioramento che sarebbe da arginare al più presto.
Gli interventi segnalati dai Consorzi, dopo le opportune verifiche tecniche ultimate alla fine dell'anno passato, sono ben 1018 e richiamano prepotentemente l'attenzione della comunità e della politica verso questo tipo di emergenza di cui spesso ci si accorge solo a giochi fatti. Mettere in sicurezza preventiva il territorio significa risparmiare dalle 5 alle 7 volte il denaro pubblico speso per l'intervento a emergenza avvenuta e soprattutto dare certezze maggiori a chi vive e fa impresa in questi territori e quindi creare i presupposti per creare economia più stabile.
« Il Piano per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nazionale – ha commentato Massimo Gargano, Presidente Anbi – indica chiaramente migliaia di interventi prontamente cantierabili che oltre, a dare qualche sicurezza territoriale in più a chi vive nell'eterna incertezza, porterebbero un significativo incremento occupazionale. Pensate che a livello italiano è stato speso solo lo 0,1% delle risorse all' epoca destinate dal CIPE alla salvaguardia del territorio. I numeri dell'Emilia Romagna certo non rincuorano. A questo si aggiunge un' urbanizzazione spesso incontrollata ».
Il dato di un rischio crescente preoccupa anche Massimiliano Pederzoli, Presidente di Urber: « A fronte di questo numero Urber ha di recente messo in campo un'utile convenzione con la Regione Emilia Romagna e con l'Uncem per spendere dove serve, ma per gli eventi straordinari capite che la portata dei lavori per la messa in sicurezza complessiva è ben diversa e si impone uno sforzo corale che deve partire da ben più lontano e prima che sia troppo tardi ».
Sul fronte dell'irrigazione i dati sono del tutto positivi. In una regione a forte vocazione agricola come l'Emilia-Romagna occorre infatti che l'acqua venga trattata come risorsa esauribile più che mai preziosa. Garantirle perciò la corretta distribuzione attraverso l'irrigazione ed il governo dei flussi delle acque è basilare per le aziende agricole e per il sostegno costante ai prodotti tipici del "made in Italy" del paese.
I consorzi di bonifica dei singoli comprensori territoriali, uniti all'interno dell'Urber, nel corso del 2013 hanno prelevato (dal fiume Po e da altri corsi minori) e distribuito nella rete circa un miliardo e 100 milioni di metri cubi d'acqua (di questi, quasi 240 milioni solo dal Cer). Un dato che appare in lieve calo rispetto all'anno precedente, dove la diffusione a sostegno dell'agricoltura da parte del sistema di bonifica a livello di irrigazione si era attestata ad un miliardo e 400 milioni di metri cubi d'acqua. Ciò evidenzia come le condizioni climatiche del 2013 siano state certamente meno "stressanti" per l'attività dei singoli consorzi rispetto a quelle dell'anno prima, dove le scarse precipitazioni l'avevano segnato come uno dei più siccitosi degli ultimi 100 anni. Nel 2013 invece le piogge più abbondanti hanno permesso di far girare gli impianti a pieno regime soltanto da Giugno (e non dall'inizio della primavera). « Ma questo inizio tardivo non deve trarre in inganno – tiene a sottolineare Pederzoli – perché con l'inizio dell'estate abbiamo comunque lavorato a pieno regime e il dato complessivo di bilancio lo dimostra. Abbiamo distribuito grandi quantità di acqua a sostegno delle colture, rientrando alla fine perfettamente nelle medie degli ultimi anni ».
(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)
La Regione Emilia Romagna promuova la praticabilità di un sistema idroviario sul fiume Po. A chiederlo in una interrogazione la consigliera Udc Silvia Noè.
Un nome, o meglio un cognome, che è di sicuro buon auspicio. Chissà che, dopo tanto parlare, finalmente anche il caro Po possa diventare una via praticabile come lo sono la maggior parte dei corsi d'acqua più importanti d'europa.
"L'AiPo - scrive Silvia Noè - ha realizzato un progetto di fattibilità per la costruzione di un attracco commerciale sul fiume Po nel territorio del Comune di Berra, attracco considerato un'opportunità per tutte le imprese del territorio". Lo scrive Silvia Noè (Udc) in una interrogazione alla Giunta per sapere se la Regione intende promuovere un azione mirata allo sviluppo del sistema idroviario, nel contesto provinciale ferrarese e regionale. La consigliera chiede anche se tale contesto è in grado di supportare, anche in base alle risorse economiche e ai piani di fattibilità e di rientro, questa sistema quale corridoio commerciale nel contesto europeo e se esistono le condizioni di praticabilità per definire e investire concretamente nuove risorse in un piano trasporti fluviale nel quale il fiume Po risulti strumento per la movimentazione commerciale in Emilia-Romagna.