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CNA Plaude all'attività di controllo che ha portato all'emersione di due centri irregolari a Carpi -
Modena, 25 agosto 2014 -
L'individuazione di due centri massaggi irregolari a Carpi, scoperti dalla Polizia locale, che ringraziamo per questi controlli, dimostra quanto sia diffuso il fenomeno dei centri estetici che svolgono la propria attività senza le necessarie autorizzazioni esiste. Si tratta di un problema grave da un punto di vista economico e sanitario. Nel primo caso, infatti, si tratta della concorrenza sleale che subiscono i professionisti del settore - a Modena stiamo parlando di circa 1800 centri, tra estetica e acconciatura, attualmente attivi - imprenditori che hanno investito risorse personali e finanziarie per ottenere le necessarie qualifiche.
Ma sono almeno altrettanto importanti le implicazioni sanitarie del fenomeno, che si manifestano attraverso i rischi che subiscono coloro che si fanno mettere le mani addosso da gente impreparata, magari con l'utilizzazione di prodotti contraffatti o non testati.
Quello degli attestati di qualifica falsificati è, peraltro, un problema non nuovo: "nelle scorse settimane – rivela Luana Franzoni, presidente dell'Unione Benessere e Sanità della CNA di Modena - ne abbiamo già denunciati un paio, due certificati prodotti in Sicilia e a Milano di cui noi stessi abbiamo rilevato l'irregolarità, avvertendo poi i comuni dove avrebbero dovuto insediarsi queste due attività con prestanome italiani".
"A questo proposito – continua Franzoni - ribadiamo la nostra disponibilità a fornire la necessaria consulenza ai comuni per la verifica degli attestati richiesti dalla legge regionale.
Fortunatamente i comuni modenesi sono tra i pochi a non accontentarsi dell'autocertificazione, ma a richiedere materialmente copia dell'attestato di qualificazione, ovviando ad un paradosso della burocrazia che, per consentire l'apertura di centro estetico oggi richiede di tutto – finanche la certificazione del collaudo degli impianti di ricambio di aria, dove previsti, o la conformità delle vetrate antisfondamento – ma, appunto, non necessita della copia dell'attestato di qualificazione.
E' appena il caso di sottolineare come sia importante, soprattutto in questo settore, l'attività dei centri di formazione accreditati come Ecipar, l'ente di CNA, da anni abilitato all'organizzazione di corsi qualificanti in questo settore.
Sì ai controlli, dunque, è sì anche alla burocrazia, quella sana, quella che serve. E la burocrazia che serve è quella dei documenti che contano, non quella che rifiuta il riconoscimento di un documento perché riporta la dicitura "Pavullo n/F, provincia di Modena" anziché "Pavullo nel Frignano". Perché è capitato anche questo.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Mo)
I dati Terna elaborati dall'Ufficio Studi di CNA Modena.
Modena, 23 agosto 2014. Al di là dei parametri aziendali (fatturato, produzione e via dicendo) ci sono dati oggettivi che consentono di valutare l'andamento dell'economia. Uno di questi è senz'altro quello dei consumi elettrici, quelli che l'ufficio studi di CNA Modena ha preso in esame per verificare, sulla base appunto di numeri "reali", come si sono comportate le aziende del nostro territorio nel 2013, ultimo dato storico disponibile.
Ebbene, il 2013 ha visto una crescita complessiva dei consumi elettrici del 3,8%. Attenzione, però, perché se si vanno a indagare i numeri, si rileva come questo aumento si concentri nel consumo domestico (62%) ed il rimanente net terziario, mentre il settore manifatturiero, che da solo rappresenta la metà del consumo elettrico modenese, ha visto una riduzione del 3,8%, segno inconfutabile delle difficoltà del nostro sistema produttivo.
Il grafico mostra in giallo l'incidenza sui consumi complessivi dei singoli macrosettori, ed in azzurrino la variazione misurata mettendo a confronto i consumi 2013 con quelli dell'anno precedente.
Affinando ancora l'analisi, il comparto che, consumi alla mano, appare più in difficoltà è quello alimentare (-7,3%), seguito dalla lavorazione di materie plastiche (-4,6%) e dalla meccanica (-1,7%), con la sola eccezione, nell'ambito di quest'ultima, dei mezzi di trasporto (+2,8%).
In controtendenza il settore tessile (+4,4%) e la ceramica (+0,6%, a fronte, però, di un'incidenza piuttosto elevata sul totale dei consumi, il 22,4%, anche a causa dei processi produttivi).
Da segnalare il -2,5% del commercio, ma anche il +12,2% del settore costruzioni, sul quale con ogni probabilità ha inviso l'attività di ricostruzione nell'Area Nord, colpita dal sisma 2012.
"Risparmioso", potremmo definirlo così, il consumo pubblico, con una diminuzione del 2,3% fatta registrare sia dalla pubblica amministrazione che dall'illuminazione pubblica.
"Sono numeri – commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena – che offrono un'ulteriore chiave di valutazione dello stato di salute della nostra economia, e da questo punto di vista certo non rassicura il fatto che, su base nazionale, tra luglio 2014 e luglio 2013 sia stato registrato un calo dei consumi di energia elettrica dell'1,6%".
Andamento negativo se confrontato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma che migliora se, invece, lo si mette a confronto con i dati del primo trimestre.
Modena, 12 agosto 2014. Più ombre che luci sulle piccole imprese modenesi, in particolare per ciò che riguarda le prospettive di sviluppo. Questi i risultati di un'indagine condotta dall'Ufficio Studi di CNA su un campione di 250 imprese con meno di cinquanta dipendenti del settore manifatturiero, delle quali CNA ha cercato di misurare l'andamento nel secondo trimestre dell'anno.
Andamento negativo se confrontato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma che migliora se, invece, lo si mette a confronto con i dati del primo trimestre.
Per ciò che riguarda il fatturato, ad esempio, il 22% delle imprese segnala un miglioramento rispetto ai risultati dello stesso trimestre del 2013, contro il 24% che, al contrario, denuncia un peggioramento, valori che salgano al 26,4% nel primo e caso e scendono al 17,6% nel secondo se paragonate al primo trimestre del 2014.
Più o meno in linea con i dati precedenti sono quelli relativi alla produzione. In questo caso, infatti, le imprese che manifestano un aumento, rispetto all'anno scorso, scendono al 21,2%, ma scendono (23,6%) anche quelle che rilevano una diminuzione. Se si sposta il confronto al primo trimestre 2014, invece, le aziende in aumento sono circa un quarto del campione (25,2%) mentre quelle in calo sono al 17,2%.
Insomma, una situazione non certo rosea, che si rispecchia nelle prospettive, sia occupazionali sia di lavoro. Le piccole impresa che prevedono assunzioni, infatti, sono appena il 2,4% del campione, mentre sono l'8,4% quelle che stimano una riduzione della forza lavoro, non tanto a causa di licenziamenti, quanto per il mancato rinnovo di contratti temporanei o la mancata sostituzione di eventuali licenziamenti. Una forbice, tra "positivi" e "negativi" che si riduce rispetto alle prospettive produttive: il 10,8% delle imprese intervistate, infatti, si aspetta un aumento, mentre quasi una su cinque – il 18% - attende, invece, un'ulteriore contrazione.
Di fatto, si conferma una congiuntura economica debole, nelle quali le imprese, soprattutto quelle più piccole, si muovono a vista.
L'Ufficio Stampa CNA