In seguito al piano di riqualificazione del Parco Ducale presentato dall'assessore Alinovi, l'associazione "L'Oltretorrente rinasce" esprime la propria incredulità per i tempi e i modi con cui è stata resa pubblica l'ennesima promessa dell'amministrazione uscente, impegnata a diffondere slogan elettorali dopo aver abbandonato il Parco Ducale al degrado e alla criminalità negli ultimi 10 anni.
Alberi, aiuole e panchine sono vittima dell'incuria più totale, i percorsi pedonali sono dissestati e spesso inutilizzabili per pedoni e ciclisti. Il Palazzetto Eucherio Sanvitale è preda di atti vandalici e graffiti, così come in pessimo stato è la Fontana del Trianon. Sono state abbandonate le politiche di rigenerazione e manutenzione avviate durante l’amministrazione di Pietro Vignali, che avevano permesso al Parco Ducale di rappresentare il fiore all’occhiello della città per la cura del verde e il decoro.
priDal punto di vista della sicurezza la situazione è ancora più drammatica. Da anni assistiamo attoniti ad un proliferare di violenza, microcriminalità e spaccio ad ogni ora del giorno. A differenza di quanto fatto proprio da Pietro Vignali, la Giunta attuale ha smantellato le attività di controllo e i presidi di vigilanza, che garantivano un monitoraggio costante su tutto ciò che avveniva all’interno del Ducale, garantendo la sicurezza e la tutela di famiglie e anziani che invece oggi evitano di frequentare il parco per paura e timore.
SICUREZZA: VIGNALI, QUARTIERI ABBANDONATI CON NOI TORNERANNO DECORO, PRESIDIO TERRITORIO E LUOGHI SOCIALITA’
Presentato il Manifesto dell’Associazione “Sicurezza e Decoro per Parma” di fronte a tanti parmigiani
“Presidi delle forze dell’ordine nelle zone più critiche, nuclei dedicati sulla sicurezza urbana, vigili di quartiere, ma anche cura del decoro, progetti di rigenerazione urbana, eventi culturali diffusi nelle strade e laboratori familiari, centri giovanili e presidi di socialità”, sono le priorità che Pietro Vignali ha individuato per “dare serenità, qualità della vita e sicurezza a famiglie, giovani, donne, anziani e commercianti” e che ha esposto di fronte a una sala stracolma di parmigiani alla presentazione del Manifesto dell’Associazione “Sicurezza e Decoro per Parma”, insieme al sindaco di Noceto Fabio Fecci, all’ex comandante della Polizia Locale Sauro Fontanesi e all’ex dirigente di Digos e Squadra Volanti Massimo Bax.
“La sicurezza non è solo una questione di ordine pubblico ma la precondizione della qualità della vita e dello sviluppo di una città” ha proseguito Vignali che ha poi ricordato l’esperienza della Carta di Parma, firmata nella nostra città nel 2009 dall’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni e da sindaci di ogni colore politico che rivoluzionò completamente l’approccio alla sicurezza urbana dando più potere di intervento ai sindaci.
“Oggi Parma ha fatto molti passi indietro e interi quartieri come il Pablo, San Leonardo, l’Oltretorrente, ma anche porzioni di Centro Storico sono abbandonati a se stessi- E’ importante intervenire tempestivamente per ripristinare il decoro ogni qualvolta si assista ad episodi di inciviltà e microcriminalità, solo così i cittadini possono riappropriarsi degli spazi pubblici e vivere in un contesto protetto e sicuro”, ha concluso Vignali.
“Occorre tornare ad una sicurezza di prossimità – ha aggiunto Fabio Fecci, rivendicando i risultati del suo impegno come assessore alla Sicurezza del Comune di Parma nell’amministrazione Vignali - . Durante gli anni della nostra amministrazione avevamo dato vita ad una serie di progetti importanti mettendo la sicurezza in primo piano. Avevamo costituito nuclei dedicati sulla sicurezza urbana, decoro, cinofilo e contro la violenza domestica alle donne e istituito volontari per la sicurezza nei parchi con convenzioni con associazioni di carabinieri e polizia in pensione. Le proposte che avanziamo sono concrete e realizzabili e sappiamo metterle in pratica”.
“Ci vuole un tavolo permanente che ascolti le segnalazioni dei cittadini e dia risposte in materia di sicurezza”, ha spiegato Massimo Bax, mentre Sauro Fontanesi ha concluso che “l’amministrazione uscente non aveva certamente tra le priorità la sicurezza”.
In merito alle nuove regole presentate dall’assessore Casa per l’esercizio delle attività artigianali e commerciali, l’associazione “L’Oltretorrente rinasce” esprime grande perplessità per questa serie di proposte rese note al termine del mandato della Giunta, quando bisognerebbe fare un bilancio sulle tante promesse disattese invece che ipotizzare nuovi fantomatici regolamenti per il futuro.
Dopo 10 anni di completo disinteresse da parte dell’amministrazione, il nostro quartiere versa in uno stato di abbandono e desolazione ormai irreversibili, frutto della mancanza di politiche di assistenza ai cittadini e ai negozianti. Lo dimostra la drammatica desertificazione commerciale di aree come piazza Giacomo Matteotti, via Don Giovanni Bosco, via Padre Lino, piazza Guido Picelli, borgo Pietro Cocconi, borgo Fiore, via Galaverna, piazzale Inzani, piazza Filippo Corridoni, va Imbriani.
L’intera area, già completamente riqualificata e pulita ai tempi di Pietro Vignali che l’aveva resa il fiore all’occhiello della città, in questi 10 anni è tornata ad essere teatro di degrado, spaccio, bivacco, frequentazioni moleste, largo uso di alcolici a tutte le ore nei market etnici di natura ambigua; sono decine le serrande abbassate e i negozi sfitti; sono scomparse le realtà artigianali tipiche del territorio, i caffè letterari e le botteghe storiche; i rifiuti si accumulano costantemente ai lati della strada, lungo i marciapiedi e davanti alle abitazioni. Un’intollerabile situazione generalizzata ed estesa ormai in tutto l’Oltretorrente.
I temi urgenti di cui il Sindaco e l’assessore avrebbero dovuto occuparsi riguardano l’introduzione di presidi nelle strade (e non negli uffici) nei punti cruciali, con nuclei dedicati alla sicurezza urbana e allo spaccio e nuovi vigili di quartiere, figure già inserite proprio da Pietro Vignali e poi sistematicamente abbandonate per disinteresse e dilettantismo. Inoltre occorre sviluppare centri commerciali naturali con l’istituzione di un city manager e riorganizzare totalmente la raccolta dei rifiuti.
“Senza ascolto della città, nessuna amministrazione può risolvere i problemi. In ogni incontro con i cittadini, i comitati, le associazioni sento ripetere sempre che il Comune non ascolta, che la burocrazia è un ostacolo insormontabile, che i problemi anche piccoli non vengono mai affrontati. È sbagliato: i cittadini, le famiglie, i commercianti e le imprese, soprattutto in tempi di crisi, hanno già abbastanza problemi: il Comune deve aiutare a risolverli, non crearne altri.
Nella mia esperienza amministrativa avevo creato un ufficio esposti e un contact center, con un ufficio tecnico e un global service dedicati, che permettevano al Comune di prendere in carico fino a 2.000 segnalazioni al giorno, dando risposte entro un mese. C’erano i tutor che accompagnavano i cittadini nel disbrigo delle pratiche burocratiche. Erano state semplificate le procedure introducendo, ovunque possibile, l’autocertificazione. Questi progetti non ci sono più, ma servirebbero soprattutto oggi. Bisogna tornare a quello spirito di collaborazione, anche con le associazioni: attraverso le consulte di categoria devono partecipare alla governance della città.
Le segnalazioni dei parmigiani non devono essere considerate scocciature: quando un cittadino segnala una buca da coprire, un gioco rotto in un parco, un cartello stradale divelto, sta aiutando il Comune a rendere la città migliore. Il cittadino è un alleato, non un problema”.
Così Pietro Vignali nel corso dell’incontro con l’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari.
Alla luce del nuovo Piano Verde della Giunta approvato durante l’ultimo Consiglio comunale, i presidenti di tre associazioni vogliono denunciare la drammatica situazione di degrado, incuria e criminalità dei parchi dei quartieri.
Solo ora - in piena campagna elettorale - il Comune si preoccupa di diffondere questo surreale Piano Verde, quando invece la situazione andava affrontata in precedenza, perché i tanti problemi di spaccio e violenza dei nostri parchi si sono aggravati negli ultimi 10 anni. Alla vigilia dell’appuntamento elettorale che ci vedrà coinvolti, chiediamo che si torni alle politiche adottate dall’ex sindaco Pietro Vignali, che durante gli anni della sua amministrazione si spese con forza per salvaguardare la cura e l’ordine dei nostri parchi, inaugurando inoltre nuove grandi aree verdi attrezzate come il Parco Del Dono tra via Montebello e via Bizzozzero, ad oggi vittima dell’incuria e della malagestione.
Antonio Balzani, presidente dell’associazione “Parma Futura Pablo”, ricorda che Parco delle Magnolie, Parco Golese, il nuovo Parco Mordacci, Parco “Toyland” e Parco Agricolo Periurbano sono tutte zone in cui è stato richiesto da tempo un intervento urgente per realizzare aree gioco bimbi, fontanelle, percorsi salute e installare nuove panchine, implementando la manutenzione del verde e la disastrosa gestione dei rifiuti. Tutto ciò era già stato preso in carico dall'amministrazione nel 2017, ma niente è stato realizzato.
L’associazione “L’Oltretorrente rinasce”, per voce del presidente Giuseppe Fertonani Affini, torna ad invocare a gran voce un intervento di riqualificazione nelle aree verdi di piazza Matteotti e piazzale Rondani, nel parco ex area Robuschi, nel Parco di via Varese e naturalmente il parco Ducale, passato da essere il fiore all’occhiello della città a diventare l'emblema di degrado, spaccio, sporcizia e scarsa manutenzione del verde.
Aldo Rizzoli, presidente dell’associazione “San Lazzaro – Lubiana”, insieme ai suoi membri ha più volte denunciato tramite reportage video (visibili sulla pagina Facebook dell’associazione) la necessità di un intervento di riqualificazione di Piazzale Lubiana e del parco di via Newton. In queste aree verdi sono stati di recente installati dei cantieri per ammodernare i giochi, ma dopo la passerella iniziale dell’assessore Alinovi questi cantieri sono già fermi, creando anche situazioni di pericolo perché le recinzioni esterne non impediscono ai bambini di accedervi.
Per tutti questi motivi, le associazioni e i loro membri ritengono un puro slogan elettorale l’affermazione dell’assessore, che parla del Piano Verde come di “uno strumento che renderà Parma all’avanguardia”.
A seguito delle ultime dichiarazioni dell’assessore Alinovi che afferma di “aver ridato dignità” a Panocchia e alle altre frazioni della nostra zona, l’associazione “Parma Sud” vuole esprimere tutto il proprio dissenso nei confronti di queste parole poco rispettose della nostra comunità.
Il quadro descritto dall’assessore appare quanto mai anacronistico rispetto al totale disinteresse mostrato dall’amministrazione nel corso degli ultimi 10 anni. I problemi delle frazioni del Sud di Parma – da Corcagnano a Vigatto, da Carignano a San Ruffino, fino ad Alberi, Panocchia e Gaione – come abbiamo avuto modo di rilevare durante l’incontro fatto con l’ex sindaco Pietro Vignali sono sotto gli occhi di tutti e aggravano una situazione già molto complessa per cittadini, famiglie e commercianti.
Scarsa illuminazione, buche nelle strade, totale assenza di marciapiedi e piste ciclabili sono problematiche con cui siamo costretti a confrontarci ogni giorno. Inoltre l’incuria e il degrado delle aree verdi e la disarmante scarsità dei servizi di trasporto pubblico alimentano lo stato di abbandono in cui ci ritroviamo ormai da troppo tempo.
Questo nonostante i continui appelli rivolti al Sindaco e alla Giunta, che però non ci hanno mai risposto né tantomeno convocato per un confronto sulle possibili soluzioni, mostrando il loro totale disinteresse nei confronti della nostra zona e delle tante famiglie che la abitano.
Al termine di un mandato – invece che riempirsi la bocca di slogan elettorali – l’amministrazione dovrebbe tracciare un bilancio delle tante promesse disattese nel corso degli anni. Un atteggiamento che ha portato all’insostenibile degrado e all’insicurezza delle frazioni del Sud di Parma.
Incontro di Pietro Vignali con associazioni familiari e l’associazione “Parma è Donna”
Il quoziente familiare e la visione di una città a misura di donna e famiglia: questi i principali temi affrontati nell'incontro di sabato 9 aprile al ristorante Rosa Croce. Protagonisti Pietro Vignali, l’associazione "Parma E’ donna" e alcune associazioni familiari della città.
In un periodo storico in cui l'ombra della crisi è sempre più pressante su cittadini e famiglie, l'effetto combinato della pandemia, dell’inflazione e delle problematiche nel settore energetico rischia di diventare la tempesta perfetta che travolgerà i nuclei familiari della nostra città. Chi vuole governare Parma deve avere già pronto un piano d’azione per aiutare concretamente i cittadini e proteggerli dalle conseguenze dei rincari.
Ma non c’è solo la crisi. Da anni Parma, come quasi tutte le realtà italiane, è una città che invecchia (gli over 75 sono il 12% della popolazione) e fa pochi figli (nascite calate del 15% in dieci anni). Sono in aumento le fragilità e i rischi di solitudine. Crescono i cosiddetti poveri che lavorano, cioè le persone sotto la soglia di povertà pur avendo un’occupazione. Secondo quanto emerge dall'ultimo rapporto della Caritas, a Parma le persone in condizione di povertà relativa, che quindi non hanno a disposizione le risorse per una vita dignitosa, sono circa 35.000. Tremila in più rispetto al 2018.
”Le famiglie dovrebbero rappresentare, ha dichiarato Vignali, la cellula primaria della società, l’ambiente in cui i figli vengono educati, il luogo in cui le persone trovano protezione e sostegno ai propri progetti di vita. Ma se la famiglia entra in crisi, entra in crisi la società”
“Ripartire dal Quoziente Parma, continua Vignali, uno strumento efficace e immediato per fronteggiare la crisi delle famiglie. Il Quoziente Parma è stato da me sperimentato, come primo ed unico Sindaco in Italia, tra il 2009 e il 2011. È stato poi preso a modello nel Paese da tanti altri comuni. Faccio solo notare che tra i primi atti della Giunta Pizzarotti, nel 2012, ci fu proprio l’abolizione di quella misura. Quando sarò sindaco, il mio primo atto sarà il suo ripristino. Il Quoziente familiare (o Quoziente Parma) consentirà di ridurre per le famiglie l’impatto delle tasse e delle tariffe, facilitare l’accesso ai servizi comunali (nidi, scuole dell’infanzia, servizi per anziani e disabili) tenendo conto dei carichi familiari (figli, persone anziane, disabilità, condizione lavorativa genitori e donne, condizioni di monogenitorialità). Il Quoziente Parma verrà gradualmente esteso a tutte le tasse, le tariffe e i contributi comunali".
”Sempre più alto è il numero di famiglie in cui lavorano entrambi i partner adulti. E spesso all’impegno lavorativo si aggiungono responsabilità di cura dei figli, di persone anziane o di disabili. Per questo oggi gli amministratori pubblici devono riflettere sul tema della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Ciò diventa un fattore fondamentale per restituire alle famiglie la propria funzione”.
Pietro Vignali conclude con un'indicazione estremamente utile: "Anche le aziende potranno fare la loro parte, adottando misure (senza oneri) che permettano ai lavoratori di conciliare al meglio gli impegni familiari e il lavoro. La mia Amministrazione si farà promotrice di un patto con le aziende per l’adozione di soluzioni family friendly quali la realizzazione di asili aziendali, di laboratori gioco/compiti per bambini, di lavanderie aziendali".
Nella serata di venerdì 1 aprile, nella gremita sala conferenze "Leonardo Mussini" della Cittadella del Rugby l’associazione “Parma è Sport” si è presentata ufficialmente alla città.
Ad aprire la serata è stato Pietro Vignali, già Sindaco di Parma, che ha tratteggiato il manifesto dell’associazione, spiegando come l’obbiettivo principale della prossima amministrazione dovrà essere quello di “riportare Parma sul podio dello sport in cui si trovava nel 2011”.
“Come certificato dal Sole 24 – ha dichiarato Vignali – nell’ultimo anno della mia amministrazione Parma era al 1° posto in Italia nella classifica delle città per lo sport. Primato che non ha mantenuto negli ultimi 10 anni, scivolando fino alla 41esima posizione. Quel risultato è stato frutto di un duro lavoro con investimenti nell’impiantistica sportiva come il nuovo stadio del Rugby, del Baseball, il centro polisportivo Campus e la Casa dello sport, oltre alle tante iniziative come i 330 eventi di Parma Capitale europea sport, il Festival dello sport e gli Stati generali dello sport”
“Ora per riportare Parma a quel livello – ha proseguito Vignali – occorre programmare un censimento degli impianti e delle aree abbandonate da destinare alla pratica sportiva, riqualificare e fare manutenzione degli impianti sportivi in concessione, promuovere la pratica sportiva all’aperto nei quartieri come antidoto al degrado e sostenere l’associazionismo sportivo e le società sportive dilettantistiche che svolgono un ruolo di agenzia educativa per i giovani al pari di scuola e famiglia. La cittadella – ha concluso Vignali – deve rimanere un grande polmone verde per gli sport individuali e il Palasport, per il quale sono stati persi 10 anni, va ripensato come spazio moderno per attività sportiva ed eventi”.
A seguire è intervenuto il presidente della nuova associazione Marco Osio, volto storico dello sport cittadino ed ex giocatore del Parma Calcio, che ha ribadito come l’associazione si occuperà di promuovere iniziative e progetti per lo sviluppo delle attività sportive locali.
Nella seconda parte dell’incontro è andata in scena la tavola rotonda “Cosa serve allo sport, cosa serve a Parma” a cui hanno partecipato l’ex giocatore del Parma Calcio Alessandro Melli e il responsabile Aned Sport Emilia Romagna Luca Colli. A chiudere la serata l’intervento “E’ il futuro che pilota il presente” del dirigente sportivo Roberto Ghiretti, Ceo di SG PLUS.
L’incontro è stato moderato dal giornalista Carlo Chiesa.
I presidenti delle associazioni Parma Futura Pablo e Parma Nuovo Futuro hanno presentato un esposto al “Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali”, al “Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici” e “Al Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici” riguardante lo stato di abbandono, degrado e omessa fruizione verso la collettività del Ponte Nord di Parma.
LE MOTIVAZIONI- A distanza di 10 anni dall'insediamento dell’amministrazione Pizzarotti e di un anno e mezzo dall'evento pubblico organizzato dal Comune di Parma nel quale il Sindaco ha comunicato che il Ponte sarebbe stato messo in funzione per ospitare gli uffici dell’Autorità Distrettuale del fiume Po (30 ottobre 2020), il Ponte Nord è ancora inutilizzato, sottratto alla libera fruizione della città e della sua popolazione, non usufruibile per l’ uso pubblico per cui è stato autorizzato, diventando terra di nessuno.
LE ORIGINI - Il Ponte Nord a Parma è stato finanziato dallo Stato e approvato dal Parlamento nell'ambito delle opere connesse all'insediamento dell'EFSA. Il finanziamento era stato ottenuto dall'allora Amministrazione di Parma con Sindaco Ubaldi, prevedendo di realizzare un Museo sul Design del Food (Parma Food Design Center) sulla base di uno studio fatto dalla Triennale di Milano. Il progetto è poi proseguito, seppur ridimensionato dall’amministrazione successiva del Sindaco Vignali. Il Ponte è stato inaugurato a novembre 2012 dall’Amministrazione Pizzarotti.
I FATTI - Lo spazio coperto del Ponte, dopo un’inerzia dell’amministrazione stessa durata 7 anni, è stato autorizzato dall’ emendamento del Senatore Campari approvato dal Parlamento col Decreto 18 aprile 2019 n. 32. In seguito a questi provvedimenti Legislativi, Il Ponte Nord è divenuto il terzo Ponte abitato in Italia dopo Ponte Vecchio di Firenze e il Ponte di Rialto di Venezia, con autorizzazione all'utilizzo permanente, mediante l'insediamento di attività di interesse collettivo.
Da allora si sono succeduti una serie interminabile di ritardi dell’amministrazione Pizzarotti.
Nell’ottobre del 2020, l’ex Consigliere Comunale di Parma Luigi Derlindati ha presentato un esposto alla Procura per danno erariale contro il Sindaco Pizzarotti. Motivazione, la mancata messa a disposizione e fruibilità della struttura pubblica, nonostante l'autorizzazione rilasciata per l'uso della parte coperta del Ponte. Con evidente precipitazione, il 30 ottobre 2020, è seguito il summit istituzionale citato precedentemente. Nei giorni scorsi (2022) c’è stato il via libera da parte della Corte dei Conti.
VOLONTARIETÀ DELLA CONDOTTA DELL’ AMMINISTRAZIONE PIZZAROTTI - L’amministrazione Pizzarotti è pienamente consapevole che si tratta di un’ opera pubblica finanziata dallo Stato, approvata fin dall’origine dal Parlamento e rientrante nelle opere inserite dal Ministero delle Infrastrutture nella legge per le opere connesse all’insediamento dell’EFSA, grazie al lavoro dell’allora Ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, all’epoca coadiuvato dal suo consigliere Giovanni Bernini.
Il Sindaco Pizzarotti, anche per il rilievo e la immediatezza delle relazioni con il Ministero competente, avrebbe potuto e dovuto far conseguire alla Città l'autorizzazione all'uso del Ponte Nord almeno 7 anni prima, chiedendo che venisse autorizzato ciò che era autorizzabile già allora. Ciò si è verificato in seguito con l’emendamento di un Senatore della nostra città.
Il sospetto è che l’amministrazione Pizzarotti, responsabile dell'evidente omesso utilizzo e quindi spreco del bene pubblico finanziato dallo Stato, intenda sottrarsi alle sue mancanze, riproponendo la teoria delle “macerie” lasciate dalle Amministrazioni precedenti, che al contrario, quell'opera l'hanno realizzata. È ormai chiaro che si tratta di una condotta messa in atto non in vista dell'interesse pubblico della città ma per calcolo e strumentalizzazione politica. L’amministrazione Pizzarotti aveva dichiarato nel 2016, durante una cena dentro al ponte, che “il ponte a nord non sarebbe rimasto inutilizzato e abbondonato al degrado”. Dopo sei anni, ancora nulla: le “macerie” sono da attribuire all’amministrazione attuale.
CONCLUSIONE E RICHIESTE - In tutti questi anni la Città di Parma è stata privata di un bene finanziato dallo Stato. Inoltre il Ponte Nord è rimasto abbandonato a se stesso, in uno stato di grave degrado, sede di bivacco e di spaccio.
L’esposto si conclude con la richiesta che la struttura coperta del ponte venga messa al più presto a disposizione dei cittadini attraverso la realizzazione di uno spazio museale che può essere dedicato o al tema dell’Acqua (come proposto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po) o a quello dell’alimentazione (realizzando il “Parma Food Design Center” sulla base del progetto realizzato dalla Triennale di Milano).