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Terminati secondo i tempi previsti, i lavori di ristrutturazione delle Camere Ardenti dell'Ospedale Civile di Baggiovara: le camere di esposizione sono passate da cinque a otto, tutto l'ambiente sarà più confortevole e accogliente.
Modena, 7 febbraio 2018
Sono terminati secondo i tempi previsti, i lavori di ristrutturazione delle Camere Ardenti dell'Ospedale Civile di Baggiovara, cominciati nell'agosto del 2017. Il primo stralcio si era concluso in ottobre ed era stato propedeutico al secondo che ha visto la creazione di tre nuove sale espositive e la ristrutturazione delle sale esistenti, e la sistemazione di tutti gli ambienti di servizio. Il numero delle sale di esposizione è passato da cinque a otto. I lavori terminati sono stati presentati nella giornata di ieri, 6 febbraio 2018, al Sindaco di Modena e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria Gian Carlo Muzzarelli. Ad accompagnarlo il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, Ivan Trenti, il Direttore del Servizio Unico Attività Tecniche, Gerardo Bellettato e il Direttore dei Lavori Carmen Braganolo.
Il progetto complessivo è stato suddiviso in distinte fasi esecutive in modo da permettere la continuità del Servizio durante i lavori che ha visto sempre in funzione almeno cinque sale di esposizione. L'intervento - che si estende ad una superficie di circa 400,00 mq. – ha compreso la realizzazione di un nuovo percorso interno destinato ai visitatori diretti alle Sale di esposizione, nonché il riassetto funzionale dei locali di supporto ad uso del personale del servizio.
"Un ottimo lavoro – ha commentato Gian Carlo Muzzarelli – che ha utilizzato finiture gradevoli e adatte al contesto. Un intervento che restituisce ai cittadini uno spazio adeguato per porgere l'estremo saluto ai propri congiunti e consente di onorare al meglio i nostri cari nel loro ultimo viaggio".
La ristrutturazione ha previsto anche il rifacimento delle attuali sale di esposizione di un nuovo corridoio per i visitatori, del locale destinato ai necrofori e del nuovo servizio igienico accessibile ai disabili. L'intervento ha comportato il restyling delle Sale di Esposizione esistenti affinché questi luoghi siano accoglienti, decorosi e possano favorire il raccoglimento e il commiato dalla persona defunta.
"Si è trattato di un investimento importante – ha aggiunto Ivan Trenti – quasi 400.000 euro che ci ha consentito di dotare l'Ospedale Civile di Camere Ardenti commisurate alla dimensione dell'ospedale, uno spazio dignitoso e funzionale, realizzato nei tempi previsti senza mai interrompere servizio. Per questo, quindi, ritengo doveroso ringraziare tutto il personale che ha lavorato in questi mesi."
L'intento è stato quello di migliorare la qualità percepita dai visitatori in questi locali la cui funzione si avvicina a un luogo di culto, piuttosto che ad un ambiente ospedaliero. Non potendo agire sulla dimensione delle Sale, l'intervento di riqualificazione ha previsto una nuova pavimentazione e il rivestimento delle pareti con materiali a texture morbide. Infine, sono stati installati nuovi controsoffitti e corpi illuminanti a Led a luce calda.
Fonte: Ausl Modena
Si tratta quindi del primo rene trapiantato da un donatore di questo tipo all'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. L'intervento si è svolto al Policlinico di Modena, è durato 4 ore.
Modena, 18 gennaio 2018
Poco prima di Natale è stato dimesso un paziente di 52 anni che aveva ricevuto il 30 novembre un rene prelevato da un donatore a cuore fermo presso l'Ospedale di Cesena. Si tratta quindi del primo rene trapiantato da un donatore di questo tipo all'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena che segue di qualche mese il primo fegato trapiantato a settembre e la prima donazione a cuore forme effettuata all'Ospedale Civile di Baggiovara il 18 ottobre. Il secondo rene è stato impiantato a Bologna. L'intervento si è svolto al Policlinico di Modena, è durato 4 ore, e ha coinvolto il prof. Salvatore Micali dell'equipe di Urologia, diretta dal prof. Giampaolo Bianchi, il dottor Giovanni Ragazzi di quella di Chirurgia Vascolare, diretta dal dottor Roberto Silingardi, quella di Nefrologia e Dialisi, diretta dal prof. Gianni Cappelli e quella di Anestesia e Rianimazione 1 del Policlinico diretta dal prof. Massimo Girardis.
"Il paziente – ha spiegato il prof. Gianni Cappelli, Direttore della Nefrologia e Dialisi– residente nella nostra Provincia era in emodialisi da dieci anni e, grazie alla donazione ora potrà avere una qualità di vita decisamente migliore grazie alla generosità della famiglia del donatore che ringrazio vivamente.". Dalla sua attivazione, nel 1998, il centro trapianti di rene geminiano ha effettuato 606 trapianti di rene.
Questo tipo di donazione richiede l'utilizzo di sofisticati strumenti dedicati alla conservazione degli organi trapiantati per ri-ossigenare a temperature e pressioni controllate l'organo prelevato, al fine di migliorarne la performance prima del trapianto. "Da punto di vista tecnico – ha aggiunto il dottor Roberto Silingardi, Direttore della Chirurgia Vascolare - la procedura consiste di due distinte fasi. Nella prima si ha una circolazione extracorporea sul donatore cadavere durante la quale con ECMO si garantisce la perfusione degli organi addominali; la seconda fase avviene dopo il prelievo ed ogni singolo organo viene ri-perfuso con un apposito device in condizioni di ossigenazione, pressione e temperatura controllate. È quindi possibile monitorare la vitalità dell'organo ed ottenere ulteriori parametri per ottimizzare il trapianto. Il rene trapiantato a novembre è stato mantenuto per 3 ore in perfusione pulsatile pratica che imita il flusso sanguigno normale, ipotermica ossigenata e quindi trapiantato".
"All'estero il prelievo di organi a cuore fermo è una prassi molto diffusa, mentre in Italia è praticata, ancora, solamente in un numero molto limitato di centri dotati di competence e tecnologia adeguate alla complessità della procedura". Conclude il prof. Massimo Girardis, Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione 1 del Policlinico - In questi casi è fondamentale garantire la funzionalità degli organi prelevati grazie ad un'accurata gestione del donatore e del ricevente."
"Grazie alle attuali procedure di perfusione sia prima che dopo il prelievo – conferma il prof. Giampaolo Bianchi, Direttore dell'Urologia - la qualità degli organi donati da un paziente a cuore fermo è la stessa rispetto a quella degli organi prelevati a cuore battente. La procedura da seguire è più articolata perché l'arresto cardiaco ha tempistiche più stringenti della morte cerebrale e, quindi, occorre decidere più in fretta e agire velocemente".
La donazione a cuore fermo
Normalmente la donazione viene effettuata da donatore in morte encefalica quindi a cuore ancora battente. In questo caso, invece, il cuore del donatore era fermo di conseguenza il processo di donazione, quale procedura clinico chirurgica di alta complessità richiede un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse, in questo caso: Terapia Intensiva, Chirurgia Vascolare, Nefrologia, Laboratorio analisi, Ingegneria clinica, Laboratorio di tipizzazione Tissutale e Centro di Riferimento Regionale.
La legge in Italia sancisce che per determinare la morte con criteri cardiologici occorre osservare un'assenza completa di battito cardiaco e di circolo per almeno 20 minuti: tale condizione determina con certezza una necrosi encefalica, con la perdita irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo stesso. La donazione "a cuore fermo" in Italia è regolata dai medesimi riferimenti legislativi ed etici della donazione da donatore in cui la morte è accertata con criteri neurologici (sei ore di osservazione da parte della commissione che deve accertare la morte). Una volta accertata la morte, il prelievo di organi da un donatore a cuore fermo a scopo di trapianto si presenta come una procedura complessa dal punto di vista organizzativo, a partire dal sistema di emergenza sanitaria territoriale e dalle equipe di medici e operatori sanitari coinvolti nelle diverse procedure.
Questo tipo di donazione richiede inoltre l'utilizzo di sofisticati strumenti dedicati alla ri-perfusione dei reni. La tecnologia attuale permette infatti di ri-ossigenare a temperature e pressioni controllate l'organo prelevato, al fine di migliorarne la performance prima del trapianto.
Una nuova speranza per chi è in attesa di trapianto
Questa procedura consente di estendere il numero dei potenziali donatori, comprendendo donatori che un tempo non era possibile prendere in considerazione, contribuendo a ridurre la "cronica" carenza d'organi che determina lunghi periodi di attesa in lista, con conseguente rischio di uscita dalla stessa per la progressione della malattia e la conseguente impossibilità di affrontare un trapianto.
(Fonte: Policlinico MO)
Influenza e festività: 2.006 accessi ai PS modenesi nella prima settimana dell'anno. I Medici: "Venga al PS solo chi ne ha bisogno".
A Baggiovara attiva l'Admission Room. Al Policlinico una sezione straordinaria della Medicina d'urgenza per il periodo invernale. Gli specialisti "Non fate gli eroi e rimanete a letto".
Modena, 9 gennaio 2018
L'Epifania, tradizionalmente, segna la fine delle feste. Quest'anno la settimana da Capodanno al 6 gennaio è coincisa il primo significativo picco influenzale che, complice anche il periodo festivo, ha portato molti i pazienti che si sono rivolti ai Pronto Soccorso dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. A questi si sono aggiunti gli accessi tipici dei periodi festivi, quando i pazienti – soprattutto le categorie più fragili come gli anziani – tendono a rivolgersi al Pronto Soccorso con più frequenza.
Sono stati 2.006 i pazienti che si sono rivolti al Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara e del Policlinico di Modena dal 1 gennaio 2018 al 7 gennaio, una media di 286 al giorno, sovrapponibile allo stesso periodo dello scorso anno. Di questi 89 erano codici rossi, 517 gialli, 1302 verdi, 98 bianchi. I ricoveri sono stati 341. Il dato è sovrapponibile con quello dello stesso periodo dello scorso anno, quando gli accessi erano stati 1947 con 334 ricoveri.
"Nessuna emergenza, ma possiamo dire che gli ospedali non si possono prendere una pausa nemmeno nei momenti di festa – spiegano il dottor Marco Barozzi, Direttore del Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara e il dottor Antonio Luciani, Direttore del Pronto Soccorso del Policlinico – È normale, infatti, che in questi gli accessi al Pronto Soccorso aumentino e che, soprattutto, aumentino i codici verdi e bianchi. Avviene in estate per il caldo e durante le feste natalizie per le malattie invernali, non solo l'influenza, ma anche virus intestinali, e altre patologie simili. Non è un caso che il numero complessivo di accesi nella prima settimana del 2018 sia sostanzialmente sovrapponibile con quello della prima settimana del 2017. I Pronto Soccorso dell'Azienda si sono attrezzati, come tutti gli anni per far fronte all'aumento di accessi, ma è importante comprendere che inevitabilmente vi sono state e vi saranno attese più lunghe della media annuale".
Per far fronte alle previste difficoltà, sia al Policlinico sia a Baggiovara è stato attivato da tempo un meccanismo (in gergo chiamato "cingolo") che prevede una riserva giornaliera di posti letto – tra medicine e chirurgie - per il Pronto Soccorso che è stata calcolata sugli accessi torici. A Baggiovara si tratta di 26 posti letto, al Policlinico di 23. Questa riserva può essere ampliata in momenti di particolare emergenza, intervenendo sui ricoveri programmati (come è avvenuto, ad esempio, in occasione dell'evento Modena Park). Figura fondamentale intorno alla quale ruota questa organizzazione è il bed manager, attivo sia al Policlinico sia a Baggiovara.
Da segnalare anche l'attivazione al Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara del settore di Admission e Discharge Room con 6 posti letto. Qui vengono ospitati i pazienti che, terminato il percorso di emergenza al PS, sono in attesa di essere inviati al reparto più appropriato per il loro problema assistenziale (admission) oppure quelli che, già dimessi da un reparto di degenza, sono in attesa di essere trasferiti a domicilio o in altre strutture del territorio (discharge). Questo consente di ottimizzare i ricoveri e le dimissioni, riducendo i tempi e, comunque, ospitando i pazienti in attesa in spazi consoni al loro quadro clinico. Al Policlinico, come ogni anno, da dicembre a febbraio verrà attivata inoltre una sezione straordinaria di Medicina Interna Area Critica di 17 letti per far fronte a possibili picchi di ricoveri legati al periodo invernale.
"La vera criticità – proseguono Luciani e Barozzi - di questo periodo non sono tanto gli accessi, il cui incremento non è significativo, ma i ricoveri, il cui aumento finisce per intasare il Pronto Soccorso perché la struttura deve assorbire un numero di pazienti più alto, persone spesso fragili che necessitano di ricoveri più lunghi. Vista questa situazione è fondamentale ricordare a tutti di recarsi al Pronto Soccorso quando è strettamente necessario. Il Pronto Soccorso non è un ambulatorio di guardia medica, è una struttura di emergenza e un suo utilizzo improprio finisce per penalizzare chi davvero ha bisogno."
L'Influenza in Provincia di Modena
Si stima che i modenesi colpiti sino ad oggi dall'influenza siano 8.800, con un'incidenza superiore, come in tutta Italia, allo scorso anno. "Il virus di quest'anno – spiega la prof. Cristina Mussini, Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – è molto contagioso ma non ha una sintomatologia più grave di quello dello scorso anno. Al momento, infatti, secondo le prime rilevazioni fatte dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), stanno circolando i virus A(H3N2) e B/Yamagata viruses, già presenti nella passata stagione influenzale. Questo non significa che l'influenza debba essere sottovalutata, basta osservare l'andamento della mortalità che cresce proprio durante il periodo influenzale". Proprio al Policlinico, a fine anno è stato ricoverato in Malattie dell'Apparato Respiratorio un trentenne per complicanze dell'influenza. Il paziente sta bene ed è stato dimesso dopo alcuni giorni di degenza.
Normalmente l'influenza si risolve in una settimana di riposo, vi sono però categorie a rischio, come i bambini, gli anziani e i pazienti con altre patologie pregresse, ad esempio l'asma, che devono prestare una maggiore attenzione ai sintomi influenzali. I sintomi sono sempre gli stessi: testa pesante, stanchezza, dolori diffusi, starnuti e brividi di freddo. Poco dopo subentrerà la febbre che si alzerà velocemente. Il consiglio è rimanere a casa, in ambienti non troppo caldi. Soltanto nel caso una ulteriore infezione batterica, come placche e forte mal di gola, sono consigliati gli antibiotici. Altrimenti sono sufficienti gli antipiretici. Fortemente raccomandati invece tutti gli alimenti che contengono la vitamina C, come la frutta e la verdura.
"L'ideale sarebbe stato vaccinarsi – concludono Barozzi e Luciani – se questo non è accaduto e ci si è ammalati, il consiglio è non fare gli eroi ma rimanere a casa a letto. – spiega il dottor Marco Barozzi, Direttore del Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara – Voler andare a lavorare condurre una vita normale, oltre che diffondere l'influenza, espone il paziente, che è comunque debilitato dal virus influenzale, al rischio di altre infezioni batteriche. Questo peggiora così notevolmente una situazione dalla quale ci si riprende, generalmente, con il riposo ".
(Fonte: Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena)