CNA Modena

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Riduzione della Tari e agevolazioni del consumo sul posto tra le proposte di CNA. "Quello che chiediamo –dicono Fabbri e Masi – è concordare assieme le azioni utili a garantire non solo la sopravvivenza, ma la capacità del Mercato di via Albinelli di essere un polo di attrazione dei modenesi e non solo". -

Modena, 4 settembre 2015 -

"Crediamo che tutti siamo d'accordo sul fatto che Modena, così come ha affrontato il tema Expo, debba individuare cosa fare anche dopo l'esposizione universale di Milano, così come crediamo che il mercato di via Albinelli, per la sua storicità, per la sua potenzialità di essere uno dei luoghi caratteristici dell'agroalimentare modenese, possa rappresentare un valore in questo senso. Ecco perché riteniamo che ogni intervento a sostegno di questo luogo storico della nostra città abbia un'importanza che va ben al di là di quella meramente funzionale".

Sono le considerazioni di Nicola Fabbri e Roberto Masi, presidenti rispettivamente della CNA del Comune di Modena e di CNA.COM, il raggruppamento dei commercianti aderenti all'Associazione modenese rispetto alla discussione che si aperta in questi giorni sul mercato del centro cittadino.
"E' per queste ragioni che non crediamo che sia solo polemico rilevare come le tariffe Tari siano oggi sproporzionate e rappresentino un grande peso per l'attività degli esercenti dell'Albinelli. Così come crediamo siano necessari investimenti per diversificare l'offerta del mercato, ad esempio favorendo il consumo sul posto o finanziando un'operazione di restyling".
"Abbiamo sentito spesso chiedere ai negozianti di fare la propria parte nel rendere la città più attrattiva estendendo gli orari di apertura, investendo nella ristrutturazione dei propri locali, organizzando iniziative. Tutto giusto, però anche l'Amministrazione deve metterci del suo in questo senso".
"Quello che chiediamo – continuano Fabbri e Masi – è concordare assieme le azioni utili a garantire non solo la sopravvivenza, ma la capacità del Mercato di via Albinelli di essere un polo di attrazione dei modenesi e non solo, in un'ottica che non crei sperequazioni con le altre attività, ma che tenga conto della funzione del mercato. CNA è disponibile a fare la propria parte per aiutare il Consorzio e gli operatori del Mercato Albinelli a perseguire una complessa ma importantissima opera di riqualificazione, accompagnata a un'indispensabile riduzione della Tari oggi esorbitante e spesso non commisurata alla reale tipologia delle imprese presenti nel Mercato."

(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)

Piccole imprese più esposte al fenomeno del ritardo nei pagamenti

Modena, 14 agosto 2015. Un'indagine di Cribis D&BT ha evidenziato come le aziende emiliano-romagnole siano le più puntuali nell'onorare i propri debiti: il 46,6%, infatti, paga con regolarità, contro una media nazionale del 36,3%. Anche il dato dei ritardi è positivo rispetto a quello medio: 30 giorni, cioè l'8,9%, contro il 15,7% nazionale.

Particolarmente virtuose sembrerebbero essere le aziende modenesi, le più affidabili, visto che le soglie di puntualità di queste ultime vanno oltre il 48%.
"In realtà – osserva Umberto Venturi – non so se ci si possa rallegrare per i risultati di un'indagine che testimonia come le imprese che adempiono con onestà i propri impegni contrattuali siano meno della metà. E ancora più preoccupante il fatto che a pagare lo scotto di questa situazione siano le imprese più piccole, le più virtuose nel rispetto dei pagamenti (con una puntualità del 48,8%), ma quelle che allo stesso tempo presentano il dato più alto di ritardi gravi".

Una situazione aggravata dal fenomeno dei fallimenti e dei concordati, che ancora una volta incide in mood più pesante sulle realtà più piccole. "Purtroppo – osserva il presidente di CNA – non sono pochi i casi di aziende messi in difficoltà, a volte costrette anche a chiudere, a causa di questo istituto".

Un istituto introdotto già nel 1942 e ripetutamente modificato, quello che raccoglie oggi le critiche di Umberto Venturi. Se, infatti, questa procedura concorsuale dovrebbe servire per evitare il fallimento di un'impresa attraverso accordi con i propri creditori, oggi del concordato se ne fa spesso un uso distorto, finalizzato più a penalizzare i creditori che ad affrontare vere e proprie situazioni di crisi.

"Il problema – sottolinea Venturi – non è quando questo passo lo si fa per aziende davvero in crisi, ma quando il concordato maschera la prosecuzione dell'attività aziendale attraverso la costituzione di nuove realtà produttive, che assorbono le sole attività profittevoli della società precedente, lasciando il cerino, cioè i crediti in gran parte insoluti, in mano ai creditori. Si tratta di un comportamento sempre più frequente, che configura un approccio riprovevole da parte di quegli imprenditori che utilizzano il concordato in questo modo".

Negli ultimi anni, infatti, questa procedura è stata frequentemente utilizzata in modo sleale da imprese in difficoltà a scapito di fornitori di beni e servizi, soprattutto artigiani, micro e piccole imprese. "Per questo motivo – continua Venturi – abbiamo apprezzato i correttivi alla procedura di concordato dal Decreto fallimenti passato alla fiducia della Camera qualche giorno fa. In particolare, guardiamo con interesse alle disposizioni mirate ad accrescere la trasparenza nell'intera procedura concorsuale: la facoltà concessa ai creditori di presentare proposte di concordato alternative a quelle dei debitori; l'introduzione di requisiti più stringenti nella nomina del curatore e nella proposta di concordato preventivo, chiamato a soddisfare almeno il 20 per cento dei crediti chirografari".

Nel passaggio al Senato, però, Cna chiede di rafforzare ulteriormente l'impianto del decreto, introducendo vincoli più stringenti in caso di cessione o di conferimento in altra società, come il divieto di partecipare alla newco per soggetti riconducibili all'impresa che chiede l'ammissione al concordato, evitando che il debitore possa riprendere in maniera fraudolenta l'attività a danno dei creditori.

Mercoledì, 12 Agosto 2015 16:25

Modena. PMI, la crescita rallenta

Ancora positiva, ma senza squilli, la congiuntura economica delle pmi modenesi nel secondo trimestre 2015

Ancora positiva – ma con un trend in calo – l'andamento congiunturale relativo al secondo trimestre dell'anno per ciò che riguarda le imprese modenesi sino a 50 dipendenti. Situazione settoriale in chiaroscuro: continua la crescita a doppia cifra per la meccanica, male invece agroalimentare e maglieria. Incertezze anche sul biomedicale.

Modena, 12 agosto 2015. Con il quarto segno più consecutivo è arrivata ad un anno la fase congiunturale positiva delle piccole e medie imprese manifatturiere modenesi. Certo i ritmi della crescita non sono feroci, come testimonia il modesto +2% messo a segno nel trimestre aprile-giugno, ma il dato è comunque positivo, così come positiva è la tenuta del fatturato, che rispetto ad un anno fa cresce dell'1,8%. L'export scende al 20,4% del fatturato, a conferma del fatto che l'andamento favorevole è sostenuto anche da una piccola ripresa del mercato interno. A fare da traino, comunque, è ancora la domanda estera, come dimostra l'andamento degli ordinativi: +8,8 quelli oltreconfine, +0,5 quelli interni

 

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SI CONSOLIDA LA CRESCITA
A ogni buon cosnto, si tratta di un altro passo in più nel tentativo di ritornare ai livelli pre-crisi, che comunque rimangono ancora lontani.

 

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I SETTORI
Valori medi positivi, ma alcune situazioni non proprio allegre, nel panorama manifatturiero delle piccole imprese modenesi. Ai dati positivi che arrivano dalla meccanica e dall'elettronica, si contrappongono quelli negativi di settori importanti come l'agroalimentare e la maglieria. Segno meno anche per la ceramica e, un po' a sorpresa, per il biomedicale. Nel dettaglio gli andamenti settoriali (ciascun valore fa riferimento alla variazione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente).

ALIMENTARE

Se ne primo trimestre la situazione nel comparto aveva tenuto, questa volta, assieme al fatturato, cede pure la produzione. Una situazione di difficoltà che si rispecchia anche nell'andamento dell'export, che schizza al a6,3% del totale (contro il 7,6% del primo trimestre).

MAGLIERIA

Sembra rallentare la corsa al ribasso del comparto, che configura in particolare la produzione in conto terzi. Le prospettive, però, non sembrano delle migliori, almeno ad osservare la dinamica degli ordinativi.

ABBIGLIAMENTO

Situazione decisamente migliore per l'abbigliamento, dove si concentra il conto proprio della filiera della moda modenese. Particolarmente positiva la ripresa del fatturato e le attese sull'export, che a fine giugno era attestata al 6,2% del fatturato totale.

CERAMICA

Brusco calo il settore della ceramica, rappresentato prevalentemente dal cosiddetto terzo fuoco, che retrocede sia in termini di produzione che di fatturato. Unica parentesi favorevole l'export, che supera la barriera del 10% del fatturato.

PRODOTTI IN METALLO

Sostanzialmente stabile il comparto della meccanica pesante, che vede aumentare ulteriormente la quota di fatturato estero (14,2%). Una congiuntura che pare confermarsi anche nell'immediato futuro.

MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI

Continua impetuosa la fase di crescita del comparto principe del manifatturiero geminiano, che accelera. Si tratta di un'indicazione importantissima per la manifattura modenese, visto che la meccanica rappresenta la cerniera dei vari distretti della nostra economia. La quota del fatturato estero cresce ancora, avvicinandosi al 40%, anche le attese per gli ordinativi sono più che favorevoli.

BIOMEDICALE

Una flessione che stupisce ma non preoccupa, quella del biomedicale, che continua ad essere un comparto estremamente dinamico, soprattutto sui mercati esteri, come dimostra il fatturato oltreconfine, che cresce ancora raggiungendo quota 61,7% del totale, il record nella serie storica datata 2007.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Buoni segnali continuano ad arrivare dal comparto dell'elettronica, magari ancora non molto rappresentativo, ma certo estremamente attento all'innovazione e piuttosto propenso all'export, che nel secondo trimestre dell'anno è rimasto attorno al 10% del totale.

LE CONSIDERAZIONI DI CNA.
"Sembra subire un rallentamento la fase di decisa crescita che, nei sei mesi precedenti all'ultimo trimestre, aveva caratterizzato l'andamento economico delle piccole e medie imprese modenesi", fa notare l'Ufficio Studi di CNA. Rallentamento che però non appare preoccupante, ma piuttosto fisiologico, visto il precedente – questo sì al di là di ogni più rosea aspettativa – del primo trimestre.
Quello che invece è fonte di perplessità è l'andamento in chiaroscuro di alcuni compaarti, l'agroalimentare – che evave meglio di altri superato gli anni della grande depressione" – e la maglieria su tutti.

"Al solito – commenta Umberto Venturi, presidente dell'Associazione modenese – regna sovrana l'incertezza, l'impossibilità di impostare un futuro a lungo termine, clima che impatta maggiormente sulle piccole e medie imprese e che rallenta gli investimenti, in capitale sia tecnologico che umano. Un contesto aggravato dalla situazione cinese".
Una realtà, quelle delle pmi, ancora in attesa di buone nuove sul fronte della riforma fiscale. "Non vi è traccia – continua Venturi - dei provvedimenti che le piccole e medie imprese si attendono dall'attuazione della Riforma fiscale, quali il riordino dei regimi impositivi, l'introduzione del regime di cassa per i soggetti in contabilità semplificata, la ridefinizione del nuovo regime forfetario, la definizione dell'autonoma organizzazione ai fini dell'Irap".

(in allegato le tabelle e gli indicatori di settore)