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Grazie a un gesto di generosità quattro pazienti senza speranza di trapianto ricevono un rene, Parma anello della rete. Tra queste, un paziente della nostra città che ha subito l'intervento nei primi giorni dell'anno e che nei prossimi giorni rientrerà a casa.

Parma, 12 gennaio 2017

Una catena di quattro coppie di persone, innescata da un donatore volontario detto "samaritano", passa dall'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Il risultato: quattro persone che non potevano ricevere un organo dal loro donatore famigliare, per motivi di incompatibilità, sono state trapiantate con successo. Tra queste, un paziente della nostra città che ha subito l'intervento nei primi giorni dell'anno e che nei prossimi giorni rientrerà a casa.

L'evento che ha reso possibile questo straordinaria catena è stato il gesto di estrema generosità di un cittadino della provincia di Vicenza che ha donato il suo rene in modo volontario. Da qui, sì è innescato il meccanismo complesso - definito cross over - che ha permesso di individuare quattro coppie, tra le presenti nel programma nazionale, con caratteristiche immunologiche tali da rendere possibile il trapianto, per ognuna, con un donatore diverso dal loro famigliare incompatibile. Il metodo è stato quello dello scambio delle coppie, innescato in questo caso grazie alla presenza di un primo donatore estraneo al gruppo.

Fatta la selezione delle coppie a livello nazionale, tutti gli accertamenti immunologici sulle nuove combinazioni donatore-ricevente sono stati eseguite presso il laboratorio di riferimento del Centro nazionale trapianti. Avuto il via libera immunologico, donatori e riceventi di quattro città italiane sono stati allertati e preparati per l'avvio della catena di interventi.
Il prelievo dal donatore volontario samaritano è avvenuto il 5 dicembre e già nella stessa giornata sono stati trapiantati i primi due riceventi della catena: un paziente di Pisa, che ha ricevuto l'organo del donatore volontario samaritano, e uno di Palermo che ha ricevuto l'organo del donatore di Pisa. Da Palermo, la catena è ripresa il giorno due gennaio per tornare a Pisa e permettere ad un altro paziente di ricevere il trapianto, già poche ore dopo. Il meccanismo è proseguito con il prelievo nel giorno successivo del donatore di Pisa che ha permesso a un altro organo di partire alla volta della nostra città. La catena si è conclusa con l'invio del rene messo a disposizione dal donatore di Parma, tornando all'area geografica che l'ha originata.

Il trapianto a Parma è avvenuto grazie all'intervento di Enzo Capocasale, della Clinica chirurgica generale con incarico di alta specializzazione per la chirurgia dei trapianti e Maurizio Iaria della Clinica chirurgica generale, nel comparto operatorio chirurgico dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Nello stesso comparto operatorio, ha avuto luogo il prelievo da donatore vivente eseguito da Raffaele Dalla Valle, responsabile della struttura semplice Chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica. La valutazione immunologica della coppia donatore-ricevente è stata effettuata nei mesi precedenti presso il laboratorio di Immunogenetica dell'Ospedale di Parma, riferimento regionale per il trapianto di rene, di cui è responsabile Paola Zanelli. La preparazione, la valutazione della idoneità della coppia donatore-ricevente della nostra città, la predisposizione degli aspetti organizzativi e clinici, oltre alla presa in carico del paziente trapiantato, sono stati realizzati dalla Nefrologia del Maggiore, grazie a Umberto Maggiore, responsabile struttura semplice trapianti rene-pancreas.

La logistica del delicato trasporto degli organi prelevati che ha coinvolto il nostro Ospedale e la nostra città è stata assicurata dalla Polizia stradale, sotto il comando di Eugenio Amorosa.

Tutta l'attività di trapianto si basa sul lavoro di équipe per una perfetta organizzazione degli aspetti sanitari e organizzativi, coordinata nella nostra regione dal Centro di riferimento trapianti, diretto da Gabriela Sangiorgi. In questa complessa circostanza, l'intero meccanismo di gestione degli spostamenti e dei tempi, la tutela dei pazienti e della loro salute sono stati possibili grazie alla rete di numerose professionalità di quattro città italiane che hanno lavorato in sintonia sotto il coordinamento del Centro nazionale trapianti, diretto da Sandro Nanni Costa.

"Lavorare all'interno di una catena e sentirsi parte della rete per una professionista come me – dichiara Paola Zanelli responsabile del laboratorio di Immunogenetica dell'Ospedale di Parma – è stata davvero una grande emozione". Questo evento è eccezionale in quanto il primo donatore volontario innesca una catena senza neppure sapere a chi andrà il suo organo", precisa Umberto Maggiore, responsabile struttura semplice trapianti della Nefrologia.
"Il rene donato a Parma – spiega da parte sua Raffaele Dalla Valle, della Clinica chirurgica generale – è stato prelevato con tecnica laparoscopica, per consentire il recupero rapido del paziente" e permettere il rispetto della tabella di marcia. "La fiducia nella rete dei professionisti che operano nelle altre città è fondamentale, perché nessuno di noi può verificare in modo personale e diretto le condizioni dei pazienti", approfondisce il chirurgo che ha preso parte al trapianto Maurizio Iaria della Clinica chirurgica generale.
"In questa occasione abbiamo dato l'esempio di come il sistema della rete funzioni", sottolinea infine il direttore generale dell'Ospedale di Parma Massimo Fabi.

(Fonte: Ausl Parma)

 

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Meningite: diffusa preoccupazione è certamente dovuta ai recenti casi che si sono verificati in Toscana e in alcune altre regioni d'Italia. Di seguito una sintesi della scheda informativa tratta dal sito dell'Istituto Superiore di Sanità.

Reggio Emilia, 3 gennaio 2017

La Direzione Generale dell'Azienda USL informa che in questi giorni molti cittadini stanno telefonando al Dipartimento di Sanità Pubblica, ai Consultori familiari e alle Pediatrie di comunità, ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta per avere informazioni sulla vaccinazione contro la meningite e per fissare un appuntamento.
Questa diffusa preoccupazione è certamente dovuta ai recenti casi che si sono verificati in Toscana e in alcune altre regioni d'Italia.
Nel ribadire che sul nostro territorio non ci sono fortunatamente segnali di allarme, è utile ricordare che la vaccinazione è raccomandata per i bambini e per i giovani.
A seconda dell'età e della tipologia di vaccino il costo della vaccinazione varia da 50 a 91 euro, mentre è gratuita per i bambini e per gli adolescenti fino a 18 anni.
La vaccinazione negli adulti non è raccomandata a meno che non siano presenti i fattori di rischio o patologie croniche che comportino una riduzione delle difese immunitarie (trapiantati, splenectomizzati, immunodeficienza). Le persone con fattori di rischio vengono vaccinate con chiamata attiva da parte del Dipartimento di Sanità Pubblica e possono comunque rivolgersi al Dipartimento in qualsiasi momento.
La nostra Regione dal 2015 ha stabilito di offrire gratuitamente la vaccinazione agli emiliano-romagnoli che si recano per motivi di studio o di lavoro in la Toscana, regione dove si sta verificando un aumento dei casi.
Pur in assenza di una situazione di rischio che renda urgente la vaccinazione, il Dipartimento di Sanità Pubblica e la Pediatria di Comunità, a fronte dell'aumentata richiesta, attiveranno nelle prossime settimane sedute supplementari in modo da poter soddisfare un maggior numero di richieste.
Le ulteriori modalità di prenotazione saranno comunicate a breve.

Di seguito una sintesi della scheda informativa tratta dal sito dell'Istituto Superiore di Sanità

Quali batteri causano la meningite?



Tra gli agenti batterici che causano la meningite il più temuto è Neisseria meningitidis (meningocco), oltre a Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae. Del meningococco esistono diversi sierogruppi: A, B, C, Y, W135, X. 

Quali sono i più aggressivi e quali i più frequenti? 

Il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B è il più frequente in Italia e in Europa. Secondo l'ISS, nel 2015 si sono verificati in Italia quasi 200 casi di malattia invasiva da meningococco, la maggior parte dei quali causati dai sierogrupppi B e C.



Quali sono le fasce più a rischio di contrarre l'infezione causata dai diversi tipi di meningococco?



I bambini piccoli e gli adolescenti, ma anche i giovani adulti, sono a rischio più elevato di contrarre infezione e malattia. Per quanto riguarda il sierogruppo B, la maggior parte dei casi si concentra fra i bambini più piccoli, al di sotto dell'anno di età.



Quali sono i vaccini a disposizione contro la meningite e, esattamente, contro quali ceppi?



Esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco:
• il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC): è il più frequentemente utilizzato, e protegge solo dal sierotipo C;
• il vaccino coniugato tetravalente, che protegge dai sierogruppi A, C, W e Y;
• il vaccino contro il meningococco di tipo B: protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.



Sono obbligatori o raccomandati?



Alcuni vaccini sono già raccomandati ed offerti gratuitamente, altri invece lo saranno appena entrerà in vigore il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. La scheda vaccinale attualmente in vigore prevede la vaccinazione anti meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, mentre è consigliato un richiamo con vaccino tetravalente per gli adolescenti. Il vaccino tetravalente coniugato anti-meningococco A,C,Y,W, è consigliato anche per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli, e dovrebbe comunque essere somministrato a chi si reca in Paesi ove sono presenti i sierogruppi di meningococco contenuti nel vaccino. Al di fuori delle due fasce di età sopracitate, il vaccino è fortemente raccomandato in persone a rischio o perché affetti da alcune patologie (talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite etc.) o per la presenza di particolari condizioni (lattanti che frequentano gli asili nido, ragazzi che vivono in collegi, frequentano discoteche e/o dormono in dormitori, reclute militari. Il vaccino contro il meningococco B è attualmente offerto in alcune regioni nel primo anno di età tra cui la Regione Emilia-Romagna.

Quali sono gratuiti e quali a carico del cittadino?



La vaccinazione contro il meningococco C è gratuita e prevede una dose a 13 mesi e una agli adolescenti. La vaccinazione contro il meningococco B prevede diversi dosaggi a seconda dell'età in cui si inizia a vaccinare, anche se il vaccino è indicato soprattutto al di sotto di un anno di età. Per quanto riguarda i vaccini contro gli altri agenti batterici della meningite, la vaccinazione contro Haemophilus Influenzae B (emofilo tipo B) è solitamente effettuata, gratuitamente, insieme a quella antitetanica, antidifterica, antipertosse, antipolio e anti epatite B, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino, come da calendario vaccinale italiano. Non sono necessari ulteriori richiami. La vaccinazione contro Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è offerta gratuitamente e va somministrata in 3 dosi, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino.

Negli adolescenti va fatta la vaccinazione? E se è stata fatta a un anno di età va fatto un richiamo?

La vaccinazione contro il meningococco C, o meglio il vaccino tetravalente, è certamente consigliabile per gli adolescenti. In Emilia-Romagna la vaccinazione è offerta gratuitamente al tredicesimo anno con chiamata attiva, anche in coloro che sono stati vaccinati da bambini. Il richiamo con vaccino tetravalente è gratuito fino al diciottesimo anno d'età.

Per gli adulti che nell'infanzia non sono stati vaccinati contro il meningococco è consigliata la vaccinazione?

La vaccinazione negli adulti non è raccomandata a meno che non siano presenti i fattori di rischio o patologie croniche che comportino una riduzione delle difese immunitarie (trapiantati, splenectomizzati, immunodeficienza).

(Fonte: Ufficio Comunicazione Aul RE)

Ai nidi e ai servizi per l'infanzia solo con le vaccinazioni. Obbligo per i bambini da 0 a 3 anni che frequentano le strutture educative, pubbliche e private. Anche i bambini che già frequentano devono essere vaccinati. Venturi: "Vogliamo proteggere i bambini, i vaccini sono uno strumento straordinario per farlo".

Bologna, 3 gennaio 2017

A un mese dalla approvazione della legge sui servizi educativi per i bambini da 0 a 3 anni, la Regione emana le linee guida relative all'obbligo vaccinale. Destinatari sono i bimbi che, a partire dall'anno educativo 2017-2018, frequenteranno non solo gli asili nido, ma anche i servizi integrativi al nido e i servizi ricreativi, sia pubblici che privati, secondo quanto previsto dalla legge regionale approvata lo scorso mese.

"E' un impegno che avevamo preso- spiega Sergio Venturi, assessore regionale alla Salute- per far sì che la legge potesse essere resa pienamente operativa. Lo ripeto, ancora una volta: i vaccini sono una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina. Sono uno strumento efficace e sicuro per proteggere le persone, in particolare i bambini. E il nostro impegno è finalizzato a raggiungere questo obiettivo, perché non solo noi, ma la comunità scientifica internazionale, ha da tempo ribadito il ruolo essenziale dei vaccini per la prevenzione. Per questo non potevamo rimanere indifferenti al dato secondo il quale in Emilia-Romagna si è scesi, da almeno un paio d'anni, sotto la soglia di sicurezza del 95% delle vaccinazioni. Era, ed è, nostro dovere fare ciò che è possibile per riportare questo dato nei margini di sicurezza: lo stiamo facendo, perchè vaccinare i bambini vuol dire proteggerli"

Le linee guida della Regione

Il provvedimento approvato dalla Giunta stabilisce la road map delle vaccinazioni, indispensabili non solo per i bimbi che accedono per la prima volta ai servizi educativi, ma anche per i bambini che già frequentano questi servizi.
Per servizi educativi la Regione intende l'asilo nido (micronidi, nidi part-time, tempo lungo, ecc.), i servizi integrativi (spazio bambini, servizi domiciliari, centro per bambini e famiglie, ecc.) e i servizi puramente ricreativi.
Le linee guida emanate dalla Regione prevedono che i genitori, una volta scelta la struttura pubblica o privata alla quale intendono iscrivere il proprio figlio, debbano impegnarsi a farlo vaccinare.
Dovranno quindi presentare la certificazione delle vaccinazioni effettuate, che dovrà essere consegnata ai gestori dei servizi educativi e che sarà rilasciata dalle Aziende Usl, oppure autorizzare la direzione della struttura educativa ad acquisire l'idoneità alla frequenza direttamente presso l'Azienda USL di competenza.
Per ottenere la certificazione, e quindi l'accesso ai servizi educativi, sarà necessario che il bambino, per quanto riguarda i vaccini obbligatori (antipolio, antidifterica, antitetanica, antiepatite B) abbia eseguito 1 dose se ha fino a 6 mesi di vita, 2 dosi entro il primo anno, 3 dosi entro 18 mesi di vita.
Il provvedimento assunto dalla Regione prevede anche la possibilità di accedere ai servizi educativi per i bimbi di età inferiore a 6 mesi: in questo caso c'è l'ammissione con riserva, con l'impegno da parte dei genitori di vaccinare il figlio (1^ dose) entro il compimento del sesto mese di vita.
Per i bambini che si iscrivono direttamente al 2° e 3° anno, e che non sono mai stati vaccinati, è previsto l'obbligo di iniziare il ciclo vaccinale, ed effettuare almeno le prime due dosi di ciascuna vaccinazione obbligatoria prima di accedere ai servizi. Dovranno poi completare il ciclo vaccinale, con la terza dose, prima di iscriversi all'anno successivo.
Le linee guida della Regione prevedono infine che, nei casi in cui la vaccinazione deve essere omessa o differita, l'esonero per motivi sanitari debba essere certificato dal pediatra di libera scelta e autorizzato dai Servizi Vaccinali delle Aziende USL.

(Fonte: ufficio stampa ER)

Ristrutturazione e restauro conservativo della facciata del padiglione maternità dell'Azienda Ospedaliero-Università di Parma: conclusi i lavori del lato che guarda su via Gramsci, nel rispetto dei vincoli storico artistici a cui è soggetto.

Parma, 29 dicembre 2016

Sono terminati questa settimana i lavori di ristrutturazione e restauro conservativo della facciata del padiglione maternità dell'Azienda Ospedaliero-Università di Parma, uno dei primi nove edifici che costituiscono il nucleo storico del Maggiore, realizzati intorno al 1926. Un altro piccolo, ma significativo passo verso un Ospedale che sposa l'inserimento di nuove funzioni alla manutenzione dell'esistente nel rispetto dell'alto valore simbolico che ha per la città.
L'intervento ha riguardato la parte esterna della struttura che si affaccia su viale Gramsci, sottoposta a tutela storica artistica da parte della Soprintendenza, con la riqualificazione completa del basamento e dei 3 piani dell'edificio ma soprattutto il ripristino del colore originario altamente identificativo della struttura ospedaliera con la caratteristica scritta "Maternità" incorniciata nel frontone.
Il progetto ha visto, inoltre, il recupero delle opere in ferro come le inferriate delle finestre, i parapetti della rampa veicolare e il reggi bandiera. I lavori di riqualificazione di questa prima fase sono stati finanziati dalla Regione Emilia-Romagna per 300 mila euro e sono stati conclusi nei tempi previsti. Nel corso del prossimo anno si proseguirà con il recupero e la riqualificazione delle parti restanti dello storico padiglione dell'Ospedale Maggiore di Parma.

Brevi cenni storici sull'edificio

Il padiglione Maternità, che attualmente ospita l'unità operativa di Ostetricia e ginecologia, gli studi e i direzionali universitari, era in origine organizzato con le porzioni laterali ribassate, su due piani, rispetto alla parte centrale, su tre piani, che identificava l'ingresso principale. La forte volontà rappresentativa si denota nella parte centrale della facciata, di un timpano di copertura con la scritta "Maternità" che ne identifica, fin dal periodo della realizzazione, le funzioni.
Nel corso degli anni, si sono sovrapposti interventi di ampliamento che ne hanno modificato le linee e le caratteristiche architettoniche, con il sovralzo di un piano, attorno al 1964, delle parti laterali del fabbricato e della zona retrostante alla facciata. Inoltre, sempre nel 1964, è stata realizzata la pensilina sull'ingresso della facciata principale di via Gramsci. L'immobile, nella porzione di edificio parallelo alla via Gramsci, è sottoposto a tutela storico-artistica da parte della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza.

(Fonte: Ausl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Nuova ambulanza per il servizio di Emergenza territoriale 118. L'acquisto del nuovo Fiat Ducato 2200 TD, attrezzato con tutta la strumentazione necessaria per le attività in emergenza-urgenza, rientra nel programma di continuo aggiornamento previsto dall'Azienda Usl di Piacenza per rispondere sempre al meglio ai requisiti previsti dall'accreditamento regionale e alle esigenze del territorio. L'ambulanza sostituisce un precedente mezzo di soccorso della rete provinciale e va a completare il parco dei veicoli del 118 di Piacenza.

Il mezzo, già entrato in servizio sul Pronto soccorso di Castelsangiovanni, permette di effettuare a bordo prestazioni di telemedicina, manovre di rianimazione cardiopolmonari, di assistenza al paziente politraumatizzato e le centralizzazioni hub e spock.
La postazione del presidio della Valtidone, in particolare, effettua circa 1200 servizi all'anno.

(Fonte: Ufficio Comunicazione Ausl Piacenza)

Ospedale Santa Maria: finiti i lavori di ristrutturazione alla Medicina interna, Ortopedia e Traumatologia. Lungo-assistenza territoriale e Hospice. Consegnata l'ambulanza per il trasporto dei neonati in sicurezza grazie alla donazione del Comitato "Vicini a Clio".

Parma, 22 dicembre 2016

Sono terminati i lavori di ristrutturazione nelle Unità Operative di Medicina interna, Ortopedia e traumatologia e Lungo-assistenza territoriale, iniziati nel maggio scorso e realizzati dopo gli interventi di miglioramento dell'hospice "La Valle del Sole".
L'intervento, per una spesa di oltre 180.000 euro, è stato realizzato senza interrompere l'attività assistenziale e fa parte del più ampio progetto di riqualificazione dell'Ospedale Santa Maria che vede un investimento complessivo di 2 milioni e 200 mila euro e che comprende il miglioramento della sicurezza infrastrutturale secondo quanto previsto dalla vigente normativa antisismica.

Inoltre, frutto della generosa partecipazione della Valtarese Foundation, l'Ospedale è già dotato di un aggiornato ed efficiente programma wi-fi di prescrizione informatizzata della terapia farmacologica, utile a garantire un incremento delle performances in termini di sicurezza e rapidità di intervento.
Infine, grazie alla raccolta fondi organizzata dal Comitato "Vicini a Clio", l'Ospedale può contare su un'unità mobile di rianimazione neonatale. Il contributo del Comitato pari a oltre 127.000 è stato infatti utilizzato per l'acquisto di un'ambulanza per il trasporto in sicurezza dei neonati debitamente attrezzata.

Sono questi i più significativi e recenti segni di un impegno che conferma come l'Ospedale di Borgotaro sia parte importante della rete ospedaliera aziendale e provinciale, insieme alla struttura di Vaio, con funzioni a servizio del bacino d'utenza distrettuale e dell'intera provincia.
Nel dettaglio, queste le Unità Operative coinvolte dalla riqualificazione.

Ospedale Santa Maria ristrutturazione borgotaro1

U.O. DI MEDICINA INTERNA Con circa 1200 ricoveri all'anno, l'attività diretta da Michele Meschi è finalizzata all'assistenza di persone affette da patologie internistiche, acute o croniche riacutizzate, con interventi ad hoc strutturati secondo il modello per intensità di cure. Al suo interno, l'area di "alta valenza" consente la gestione multidisciplinare dei quadri clinici più complessi, sia di ambito internistico e cardiologico, sia in fase perioperatoria, in collaborazione con il Dipartimento Chirurgico e del Servizio di Anestesiologia. I professionisti dell'U.O. contribuiscono inoltre all'attività ambulatoriale, a garanzia della continuità assistenziale ospedale-territorio. Sono attivi gli ambulatori di nefrologia, medicina interna e ipertensione arteriosa, diabetologia e malattie metaboliche, emostasi e sorveglianza terapie anticoagulanti, cardiologia clinica e strumentale, cure palliative, oltre ai Day Service per lo scompenso cardiaco, e il follow up del paziente diabetico e con patologie renali. L'équipe, oltre all'attività assistenziale, svolge anche attività didattica nei corsi di laurea e di specializzazione dell'Ateneo di Parma.

LA LUNGO-ASSISTENZA TERRITORIALE Con la direzione infermieristica di Giuseppina Delnevo, affianca la tradizionale Lungodegenza e si inserisce in modo innovativo nell'offerta assistenziale del Dipartimento di Cure Primarie distrettuale, collaborando insieme ai medici di medicina generale alla gestione delle persone che, superata la fase acuta della malattia, necessitano di un prolungamento di degenza per un percorso di riattivazione e di riabilitazione motoria, o per un monitoraggio clinico protratto preliminare a dimissioni difficili anche per motivi socio-sanitari. Dalla sua attivazione, l'U.O. ha già assicurato circa 200 ricoveri. I locali sono stati rinnovati e resi più accoglienti con nuovi arredi, grazie al contributo dell'Associazione "Amici della Valle del Sole".

Ospedale Santa Maria ristrutturazione borgotaro2

L'U.O. DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA Diretta da Aldo Guardoli, dotata di 16 posti letto per degenza ordinaria, 4 in Day Surgery e 8 di Riabilitazione estensiva e intensiva, l'U.O. riveste un ruolo di importanza strategica nell'offerta clinico-assistenziale in ambito di patologia chirurgica, con erogazione di prestazioni sanitarie tra le più avanzate nel panorama nazionale e con significativo indice di attrazione da sedi intra ed extraregionali. Tra le attività di eccellenza, si ricordano la chirurgia traumatologica dell'arto superiore e dell'arto inferiore con innovative tecniche mini-invasive, la chirurgia protesica del ginocchio e dell'anca con tecniche mini-invasive; la chirurgia artroscopica dell'anca, della spalla e del ginocchio (con ricostruzioni legamentose), del gomito e della caviglia; la chirurgia ricostruttiva articolare e legamentosa con trapianto da donatore. L'équipe garantisce anche prestazioni di riabilitazione postchirurgica in regime di ricovero, nonché attività ambulatoriale.

L'HOSPICE LA VALLE DEL SOLE Per primo interessato dagli interventi di riqualificazione, il Centro ha aperto nel 2005 dove opera un'équipe di infermieri specializzati, operatori socio-sanitari, medico palliativista, psicologa, assistente sociale, medici di medicina generale, volontari. L'hospice è rivolto a persone con malattie, oncologiche e non, che necessitano di un ricovero temporaneo per il perseguimento di vari obiettivi, primo tra tutti il miglioramento della qualità della vita, grazie, in primis, al controllo del dolore. Il Centro mette a disposizione un ambiente confortevole, costituito da otto camere singole dotate di ogni comfort, aperte a familiari, amici e ad animali di compagnia di piccola taglia.

(fonte: Ufficio stampa AUSL di Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

L'ospedale di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, con la nuova unità operativa di chirurgia plastica ricostruttiva diretta dal dottor Marco Stabile, diventerà un punto di riferimento per tutto il territorio. L'attivazione dell'UO specializzata risponde a chi vedeva come imminente il depotenziamento del nosocomio valtidonese.

di Alexa Kuhne

Piacenza, 21 dicembre 2016 -

Per superare il trauma di un intervento è necessario anche riacquistare un buon rapporto con il proprio corpo, con quella parte che è stata ferita profondamente dalla malattia.
Per questo è importante che gli ospedali si dotino di unità specializzate che siano in grado di offrire un servizio che aiuti un paziente a rinascere, a mantenere un buon equilibrio fra fisico e mente, grazie alla ricostruzione di una nuova identità che, inevitabilmente, passa attraverso l'accettazione di un trauma subìto.
L'ospedale di Castel San Giovanni, con la sua appena nata unità operativa specializzata in chirurgia plastica ricostruttiva, è l'esempio più vicino e unico di tutta la provincia, di un tipo di approccio sinergico e interdisciplinare con altri settori medici.
Una scelta coraggiosa ma in cui, probabilmente, si crede molto, visto che è un momento delicato, fatto di dubbi e di polemiche che riguardano proprio il futuro dell'ospedale valtidonese, che, secondo alcune voci di corridoio, potrebbe essere depotenziato.
L'Ausl, invece, ha dato un segnale che sembra andare in senso opposto.
Il presidio della Valtidone e Valleuretta si è infatti arricchito dell'unica unità operativa di questo tipo oggi presente negli ospedali piacentini.
A dirigerla è il dottor Marco Stabile, che fa capo al dipartimento di chirurgia diretto dal dottor Patrizio Capelli.
Ad essa si rivolgeranno, ad esempio, pazienti che hanno subito l'asportazione chirurgica di tumori cutanei, melanomi, oppure donne che, in seguito ad interventi oncologici, necessitano della ricostruzione del seno oppure, ancora, pazienti che devono riparare danni causati da traumi importanti, come le ustioni.

Piacenza ospedale di Castelsangiovanni 1

                            Dottor Marco Stabile e Dottor Luca Rosato

Non si tratta di trattamenti di pura chirurgia estetica, ma di interventi funzionali, per permettere al paziente di "riacquistare un giusto rapporto con il proprio corpo dopo malattie e interventi significativi", spiega il dott. Stabile.
Il reparto si appoggia alle quattro sale operatorie del reparto di chirurgia dell'ospedale di Castel San Giovanni e, oltre al dottor Stabile, ne fa parte anche il dottor Luca Rosato, insieme a uno staff infermieristico altamente specializzato.

dott marco stabile piacenza

"Si tratta di un'unità che interagisce in modo importante con altri ambiti chirurgici", ha sottolineato Stabile, che ricorda "l'alto numero di tumori cutanei che, ogni anno, anche in virtù della forte esposizione solare cui gli agricoltori sono sottoposti, occorre affrontare. Anche per questa patologia sono fondamentali la prevenzione e la cura".
Si avvia così un'unità operativa del tutto autonoma che offre cure altamente specialistiche e completa il trattamento chirurgico di altre discipline: l'unità di chirurgia plastica ricostruttiva attiva a Castelsangiovanni integra l'intervento di settori quali chirurgia generale, senologia, dermatologia, ortopedia, radioterapia, oncologia e ginecologia.
Oltre a Castel San Giovanni l'UO è presente anche presso gli ambulatori di dell'ospedale di Piacenza (il venerdì), collabora con l'unità spinale di Villanova e in futuro sarà presente anche a Fiorenzuola, dove è in programma l'apertura di un ambulatorio specifico.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

L'ospedale di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, con la nuova unità operativa di chirurgia plastica ricostruttiva diretta dal dottor Marco Stabile, diventerà un punto di riferimento per tutto il territorio. L'attivazione dell'UO specializzata risponde a chi vedeva come imminente il depotenziamento del nosocomio valtidonese.

di Alexa Kuhne

Castelsangiovanni (Pc), 24 dicembre 2016 -

Per superare il trauma di un intervento è necessario anche riacquistare un buon rapporto con il proprio corpo, con quella parte che è stata ferita profondamente dalla malattia.
Per questo è importante che gli ospedali si dotino di unità specializzate che siano in grado di offrire un servizio che aiuti un paziente a rinascere, a mantenere un buon equilibrio fra fisico e mente, grazie alla ricostruzione di una nuova identità che, inevitabilmente, passa attraverso l'accettazione di un trauma subìto.
L'ospedale di Castel San Giovanni, con la sua appena nata unità operativa specializzata in chirurgia plastica ricostruttiva, è l'esempio più vicino e unico di tutta la provincia, di un tipo di approccio sinergico e interdisciplinare con altri settori medici.
Una scelta coraggiosa ma in cui, probabilmente, si crede molto, visto che è un momento delicato, fatto di dubbi e di polemiche che riguardano proprio il futuro dell'ospedale valtidonese, che, secondo alcune voci di corridoio, potrebbe essere depotenziato.
L'Ausl, invece, ha dato un segnale che sembra andare in senso opposto.
Il presidio della Valtidone e Valleuretta si è infatti arricchito dell'unica unità operativa di questo tipo oggi presente negli ospedali piacentini.
A dirigerla è il dottor Marco Stabile, che fa capo al dipartimento di chirurgia diretto dal dottor Patrizio Capelli.
Ad essa si rivolgeranno, ad esempio, pazienti che hanno subito l'asportazione chirurgica di tumori cutanei, melanomi, oppure donne che, in seguito ad interventi oncologici, necessitano della ricostruzione del seno oppure, ancora, pazienti che devono riparare danni causati da traumi importanti, come le ustioni.

Piacenza ospedale di Castelsangiovanni 1

                            Dottor Marco Stabile e Dottor Luca Rosato

Non si tratta di trattamenti di pura chirurgia estetica, ma di interventi funzionali, per permettere al paziente di "riacquistare un giusto rapporto con il proprio corpo dopo malattie e interventi significativi", spiega il dott. Stabile.
Il reparto si appoggia alle quattro sale operatorie del reparto di chirurgia dell'ospedale di Castel San Giovanni e, oltre al dottor Stabile, ne fa parte anche il dottor Luca Rosato, insieme a uno staff infermieristico altamente specializzato.

dott marco stabile piacenza

"Si tratta di un'unità che interagisce in modo importante con altri ambiti chirurgici", ha sottolineato Stabile, che ricorda "l'alto numero di tumori cutanei che, ogni anno, anche in virtù della forte esposizione solare cui gli agricoltori sono sottoposti, occorre affrontare. Anche per questa patologia sono fondamentali la prevenzione e la cura".
Si avvia così un'unità operativa del tutto autonoma che offre cure altamente specialistiche e completa il trattamento chirurgico di altre discipline: l'unità di chirurgia plastica ricostruttiva attiva a Castelsangiovanni integra l'intervento di settori quali chirurgia generale, senologia, dermatologia, ortopedia, radioterapia, oncologia e ginecologia.
Oltre a Castel San Giovanni l'UO è presente anche presso gli ambulatori di dell'ospedale di Piacenza (il venerdì), collabora con l'unità spinale di Villanova e in futuro sarà presente anche a Fiorenzuola, dove è in programma l'apertura di un ambulatorio specifico.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Nuovo incontro dell'Unità di crisi istituita dalla Regione. L'assessore Venturi: "Pronta a inizio gennaio la relazione finale". L'epidemia si è ufficialmente conclusa a fine ottobre. Prosegue il lavoro per "caratterizzare" i ceppi umani e ambientali del batterio.

Bologna, 7 dicembre 2016

Nuova riunione, ieri, dell'Unità di crisi istituita dalla Regione per far fronte all'epidemia di Legionella che ha interessato un'area residenziale del quartiere Montebello di Parma, compresa tra le vie Montebello, Traversetolo e Pastrengo. Epidemia che si può ritenere ormai conclusa, dal momento che l'ultimo caso accertato, riconducibile al focolaio, ha manifestato i primi sintomi a partire dal 9 ottobre.

"Entro la fine di dicembre- ha commentato l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- disporremo di tutti gli elementi epidemiologici, microbiologici e ambientali per ricostruire l'evento e, per quanto possibile, identificare la fonte di esposizione del contagio. L'Unità di crisi si è data come scadenza l'inizio di gennaio 2017 per consegnare la relazione finale".

Prosegue infatti il lavoro delle Aziende sanitarie di Parma, del Laboratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) per dettagliare nel modo più preciso possibile le caratteristiche - cliniche ed epidemiologiche - delle persone che hanno contratto la malattia nell'ambito dell'evento epidemico, e "caratterizzare" i ceppi umani e ambientali di Legionella.

Intanto, a partire dal 30 novembre, il Dipartimento di Sanità pubblica di Parma ha iniziato a richiamare, con un'apposita lettera inviata a domicilio, tutte le persone che si sono ammalate per proporre il test sierologico, utile a valutare l'andamento anticorpale, e un questionario mirato a rilevare informazioni in più sulle esposizioni ambientali. Il Laboratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena prosegue nell'identificazione dei ceppi isolati dai pazienti, mentre l'Istituto Superiore di Sanità sta caratterizzando i ceppi ambientali. /CV

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

1° Dicembre 2016 - Giornata mondiale contro l'AIDS. Giovedì 1 e Sabato 3 Dicembre a Reggio Emilia e Provincia 
TEST DAY - TEST COMBINATO per HIV HBV HCV SIFILIDE.

Reggio Emilia, 29 novembre 2016

Il 1°dicembre di ogni anno si celebra la giornata mondiale per la lotta contro l'AIDS.
I dati elaborati dalla Regione Emilia Romagna mostrano che a Reggio Emilia il numero di nuovi casi di HIV è stabile, analogamente a quanto accade nelle altre Provincie della Regione.
Nel 2015 i nuovi casi in Provincia di Reggio sono stati 24, dato analogo a quello del 2014, positivo se raffrontato ai 45 casi degli anni precedenti.
Le attività di prevenzione, educazione, informazione rivolte alla popolazione e agli operatori dei Servizi socio-sanitari sembrano dare, finalmente, i loro frutti.

Nonostante i risultati incoraggianti, persistono lo stigma e la paura nei confronti di questa malattia. Stigma e paura che portano a rimuovere il problema, a non eseguire o rimandare l'esecuzione del test, ritenendo che sia un problema che non riguarda noi "normali": in realtà sono anni che è normale avere rapporti con più persone durante la nostra vita, nel corso di relazioni sentimentali o al di fuori di esse, anche con persone conosciute da poco. Se questo comportamento non ci riguarda direttamente, può aver riguardato la persona con la quale conviviamo o abbiamo rapporti sessuali. Il fatto che il numero delle altre infezioni sessualmente trasmissibili non sia in calo conferma che questa è spesso la normalità.

giornata nazionale contro AIDS prevenzione test gratuito


Rimane fondamentale la prevenzione sia attraverso l'astensione da rapporti a rischio che con l'uso regolare del profilattico.
Il desiderio di concepire un figlio, l'inizio di una nuova relazione o anche semplicemente il dubbio di avere contratto l'infezione rende fondamentale l'effettuazione del test, anonimo a gratuito, da parte della persona che ha avuto rapporti non protetti.
Conoscere la propria situazione è importante, sia per proteggersi in caso di esito negativo, che per cercare aiuto dalle cure, prima che compaia la malattia, in caso di esito positivo.
Giovedì 1 e sabato 3 dicembre Azienda Usl, Azienda Ospedaliera e Comune di Reggio Emilia offrono ai cittadini il test gratuito per HIV, sifilide, epatite B e C a Reggio Emilia in Piazza Prampolini e in Piazzale Europa, e in altri punti prelievo della Città e della Provincia.

Per fare il test gratuito non è necessario il digiuno né la prenotazione.

Luoghi e orari dove sarà possibile eseguire il test

GIOVEDÌ 1 DICEMBRE 2016

REGGIO EMILIA
Piazza Prampolini dalle 10.00 alle 14.00 presso Ambulanza e gazebo della Croce Verde (test rapido HIV)
Centro per la Famiglia Straniera (Via Monte San Michele, 8) dalle 10.00 alle 14.00
SERT Ambulatorio Via Bocconi dalle 9.00 alle 12.00 (test rapido HIV)
Ambulatorio Malattie Infettive Ospedale S. Maria Nuova (V.le Risorgimento, 80) dalle 10.00 alle 12.00

PROVINCIA
Ospedale Civile di Guastalla - Via Donatori di sangue, 1 - Poliambulatori (piano terra stanza 6) | ore 10.00-14.00
Montecchio - Casa della Salute Via Saragat, 11 | ore 10.00-14.00
Ospedale S. Anna di Castelnovo ne' Monti - Servizio Igiene Pubblica (piano terra) |ore 10.00-14.00
Correggio, Servizio di Igiene Pubblica - Piazza San Rocco 4 (2 piano) | ore 10.00-14.00
Scandiano, Ambulatorio Igiene Pubblica - Via Martiri della Libertà, 8 | ore 10.00-14.00

SABATO 3 DICEMBRE

REGGIO EMILIA CITTÀ
Piazza della Vittoria di fianco al Teatro Municipale, Tendone della Croce Rossa dalle 10.00 alle 18.00
Piazzale Europa sede Arci dalle 10.00 alle 16.00
Ambulatorio Malattie Infettive dalle 8.00 alle 13.00
Centro per la Famiglia Straniera, Via Monte San Michele, 8 dalle 9.00 alle 12.00
Ambulatorio SerT Via Bocconi (test rapido HIV) dalle 9.00 alle 12.00
Ambulatorio SerT Via Amendola (test rapido HIV) dalle 9.00 alle 12.00

Programma completo e orari su www.helpaids.it  www.asmn.re.it  www.ausl.re.it  o contattando il Numero verde gratuito 800856080

giornata nazionale contro AIDS prevenzione test gratuito reggio emilia

(Fonte:ufficio stampa USL RE)

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