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Sciopero generale nazionale per l'intera giornata dell'8 marzo e sciopero nazionale di due ore, inizio turno, nella giornata del 12 marzo. Saranno garantiti i servizi minimi essenziali, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all'adesione allo sciopero

Si informa che USI-Unione sindacale italiana, Slai Cobas per il Sindacato di Classe e Confederazione USB-Unione Sindacale di Base e USB pubblico impiego, hanno proclamato lo sciopero nazionale per l'intera giornata dell'8marzo 2018 del personale appartenente a tutti i comparti pubblici, privati e cooperativi, comprendente i lavoratori a tempo indeterminato, determinato, con contratti precari e atipici.

Sempre nella giornata dell'8 marzo, l'Associazione sindacale CUB Sanità Italiana ha proclamato sciopero generale del comparto pubblico e privato afferente il settore della Sanità e del Socio-Sanitario-Educativo-Assistenziale, di 24 ore, interi turni.

Per il giorno 12 marzo l'Organizzazioni sindacale FSI USAE ha proclamato sciopero nazionale di due ore, all'inizio di ogni turno, del personale del comparto del Servizio Sanitario Nazionale.

Gli scioperi, potenzialmente, coinvolgono tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale.

Come prevedono le norme vigenti saranno garantiti i servizi minimi essenziali e in particolare le urgenze, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all'adesione agli scioperi.

Pubblicato in Cronaca Modena

Sempre più elisoccorso in Emilia-Romagna: altre 142 elisuperfici operative nel biennio 2018-2019, di cui oltre la metà in zone montane. Si passa dalle 17 attuali a 159 nell'intero territorio regionale.  A Reggio Emilia in totale saranno 21. La mappa dei punti di atterraggio da Piacenza a Rimini

Altre 142 aree per il decollo e l'atterraggio delle eliambulanze su tutto il territorio regionale, anche di notte, di cui oltre la metà (83) in zone montane e un nuovo elicottero dotato di tecnologia NVG (Night Vision Goggles, visori a intensificazione di luce) che consentirà di utilizzare anche basi di atterraggio non illuminate. Tutto ciò allo scopo di arrivare in tempi sempre più rapidi e sempre più vicino alle persone che hanno bisogno di ricevere un soccorso sanitario tempestivo, in condizioni di emergenza, in cui anche qualche minuto può fare la differenza. L'elisoccorso in Emilia-Romagna nel 2017 ha effettuato 3mila 213 missioni e 1.960 ore di volo. Nato nel 1986 con la prima base, quella di Bologna, a giugno 2017 è stato esteso alle ore notturne (con 17 aree a disposizione per il decollo e l'atterraggio) e ora viene ulteriormente ampliato e rafforzato.

Solo tre mesi fa, nello scorso mese di novembre, l'elisuperficie di Castelnovo né Monti era stata autorizzata dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) per il volo notturno. I costi di adeguamento dell'elisuperficie sono stati interamente sostenuti dall'Azienda Usl e ammontano a circa 300mila euro. La recente dotazione consente un più rapido trasferimento di pazienti con patologie complesse tempo-dipendenti (cardiache, neurologiche, politraumi, etc) verso i principali centri di riferimento quali gli ospedali di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Parma.

Ora al termine di un percorso di condivisione tra Regione, Ausl e Conferenze territoriali socio-sanitarie è stato raggiunto un accordo per individuare 142 nuove aree che diventeranno operative nel biennio 2018-2019.

Al termine di questo periodo l'Emilia-Romagna potrà contare complessivamente su 159 superfici attrezzate per l'elisoccorso, anche notturno, comprese quelle ospedaliere. Grazie a questa intesa alla provincia di Reggio Emilia saranno attribuite 19 nuove aree che si vanno ad aggiungere a quella di Reggio presso l'ospedale Santa Maria Nuova e a quella di Castelnovo né Monti, per un totale a fine biennio di 21. Già all'inizio dell'estate inoltre, l'elicottero oggi in servizio anche di notte sarà sostituito con un nuovo mezzo dotato di visori a intensificazione di luce, tecnologia militare adattata all'uso civile, che permetterà l'utilizzo del mezzo anche su aree di atterraggio non illuminate.

 

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Aree di atterraggio e decollo delle eliambulanze nelle varie province

PIACENZA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Farini, Ottone, Morfasso, Nibbiano, Rivergano, Castel San Giovanni, Fiorenzuola d'Arda, Vernasca, Corte Brugnatella, Monticelli d'Ongina, Ferriere, Pecorara, Zerba, Cerignale, San Giorgio Piacentino, Agazzano, Piacenza (ospedale)

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Bobbio

PARMA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Bedonia, Bardi, Berceto, Bore, Corniglio, Tornolo, Varsi, Monchio delle Corti, Varano de' Melegari, Pellegrino Parmense, Calestano, Tizzano Val Parma (Lagrimone), Neviano degli Arduini, Solignano, Busseto, Polesine Parmense/Zibello, Sissa/Trecasali, Palanzano, Fornovo di Taro, San Secondo Parmense, Fidenza (ospedale di Vaio)

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Ospedale Parma, Ospedale Borgo Val di Taro

REGGIO EMILIA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Carpineti, Vetto, Toano, Villa Minozzo, Villa Minozzo (Civago-Febio), Ventasso (Collagnana), Ventasso (Ligonchio), Ventasso (Busana), Ventasso (Ramiseto), Baiso, Ventasso (Succiso), Canossa, Casina, Toano (Cerredolo), Castelnovo ne' Monti (loc. La Gatta), San Polo d'Enza, Reggiolo, Brescello (Lentigione), Guastalla

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Ospedale Reggio Emilia, Ospedale Castelnovo ne' Monti

MODENA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Pieve Pelago, Finale Emilia, Fanano, Fiumalbo, Prignano sul Secchia, Serramazzoni, Carpi, Marano, San Martino Spino/Gavello, Zocca, Sassuolo, Novi, Nonantola, Sestola, San Felice sul Panaro, Campogalliano, Castelvetro, Sorbara, Frassinoro, Formigine, Mirandola

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Policlinico Modena, Ospedale Baggiovara, Aeroporto Pavullo nel Frignano, Palagano, Montese

BOLOGNA e IMOLA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Loiano, Monghidoro, Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val di Sambro, Lizzano in Belvedere, Vergato, Castel di Casio, Galliera, Monterenzio, Savigno, Molinella, Marzabotto, Budrio, Crevalcore, Bentivoglio, Medicina, Sassoleone, Borgo Tossignano, Castel del Rio, Imola, Mordano

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Ospedale Maggiore di Bologna (2 elisuperfici), Gaggio Montano

FERRARA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Goro, Jolanda di Savoia, Cento, Copparo, Bondeno, Argenta, Mesola, Portomaggiore, Tresigallo, Sant'Agostino, ospedale Ferrara (ex Sant'Anna), Poggio Renatico

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Ospedale Ferrara - Cona, Ospedale Delta - Lagosanto

RAVENNA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Brisighella, Casola Valsenio, Alfonsine, Lugo, Faenza, Russi, Cervia

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Ospedale Ravenna

FORLI'-CESENA
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Santa Sofia, Rocca San Casciano, San Benedetto in Alpe, Modigliana, Bagno di Romagna, Premilcuore, Sogliano al Rubicone, Cesenatico, Mercato Saraceno, Verghereto, Meldola, Forlì (ospedale)

Aree già attive di notte da giugno 2017:
Ospedale Cesena

RIMINI
Comuni in cui saranno attivate le nuove aree per il decollo e l'atterraggio anche notturno:
Mondaino, Sant'Agata Feltria, Riccione, Ponte Verucchio, Cattolica, Sant'Arcangelo di Romagna, Morciano di Romagna, Casteldelci, San Leo, Bellaria, Novafeltria, Rimini (ospedale)

 

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Le tappe del servizio
1986: viene attivata a Bologna (ospedale Maggiore) la prima base di elisoccorso regionale, cui fanno seguito l'apertura della base di Ravenna (ospedale Santa Maria delle Croci, 4 luglio 1987) e di Parma (ospedale Maggiore, 17 luglio 1988). Nel 2000 si aggiunge quella di Pavullo nel Frignano (Modena), caratterizzata dalla presenza di un elicottero dotato di verricello e di personale, oltre a quello sanitario, appartenente al Soccorso alpino. Attualmente sono quattro gli elicotteri che prestano servizio sul territorio regionale.
2017: in volo anche di notte, pronte le prime 17 elisuperfici. Dal primo giugno 2017 si aggiunge un'importante novità: l'impiego di una eliambulanza 24 ore su 24 (con estensione del servizio della base di Bologna) e quindi anche di notte. L'avvio di questa nuova modalità ha coinciso con la realizzazione delle prime 17 aree idonee al decollo e all'atterraggio notturno degli elicotteri; ciò ha consentito di qualificare ancora di più il sistema di intervento per l'emergenza/urgenza, soprattutto a favore dei cittadini che vivono nelle località più decentrate. Con un investimento della Regione di 3,2 milioni di euro in più nel 2017.

Le prospettive future
Il progetto regionale prevede per i prossimi anni (2020-2021) un'ulteriore estensione della rete dei punti atterraggio notturni dell'elisoccorso, in modo da renderla ancora più capillare. Inoltre, grazie allo sviluppo tecnologico che consente agli elicotteri di nuova generazione di effettuare la navigazione in spazi aerei con livelli di accuratezza sempre più elevata, è in programma uno studio di fattibilità per creare rotte dedicate per il volo strumentale a bassa quota. Queste modalità operative, caratterizzate da elevati livelli di precisione e affidabilità, permetteranno di attivare l'elisoccorso regionale anche in condizioni meteorologiche critiche, tali per cui oggi non è consentito il servizio.

 

Roberto Facchini Hernandez, Amministratore delegato di Infinity Spa, al suo rientro dalla Nigeria è raggiante: "Torniamo con un accordo importantissimo firmato, anche se la felicità più grande me l'ha data il mangiare ad Abuja un piatto di ottimi Pisarei e Fasò buoni come a casa!"

E questa battuta la dice lunga sullo spirito dell'eclettico imprenditore piacentino, capace di presentarsi al mercato africano forte di anni di sperimentazione e di numerosissime applicazioni sul campo.

L'accordo, siglato con l'azienda nigeriana che detiene il contratto per la fornitura di servizi di disinfezione delle strutture sanitarie del governo del paese, affacciato sul golfo di Guinea, prevede la fornitura delle apparecchiature di infinity biotech in esclusiva per i prossimi 10 anni.

image2.jpgIl protocollo, siglato alla presenza del Ministro della Salute Frank O.E.Thorpe, prevede un iniziale affiancamento di tecnici piacentini al personale nigeriano ed una intensa attività di formazione con trasferimento di know how in materia di disinfezione e sanificazione di ambienti ospedalieri, che durerà per tutto il tempo della fornitura.

Si è giunti all'accordo dopo una intensa settimana di test e prove sul campo, grazie alle quali Infinity Biotech è riuscita a dimostrare l'efficacia dei propri trattamenti battericidi.

Si è trattato di disinfettare sale operatorie ed altri ambienti ospedalieri in un paese particolarmente esposto al rischio delle infezioni batteriche. Il cubo atomizzatore di Infinity, denominato "Cubo di Facchini", è un atomizzatore in grado di nebulizzare una miscela di acqua e H2O2 in particelle di pochi micron. In 6 minuti disinfetta perfettamente 100 metri cubi.

Le tecnologie per la disinfezione Infinity Biotech Spa, ià utilizzate da molte strutture sanitarie italiane ed europee, si offrono al mercato in un momento nel quale la proliferazione di super batteri, resistenti alle cure antibiotiche, sta diventando un problema globale.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha già più volte diffuso allarmi sul rischio rappresentato dai superbugs, che secondo molti rischia di trasformarsi in una vera e propria pandemia. La facilità d'uso ed i tempi ridotti per ottenete una totale disinfezione, rendono le tecnologie dell'Azienda piacentina particolarmente adatte ad un paese come la Nigeria, nel quale la necessità di frequenti operazioni di disinfezione è ancor più cogente che in Europa.

L'accordo non riguarda la sola Nigeria ma anche gran parte dei paesi dell'Africa occidentale, dal Senegal, alla Liberia, al Gambia al Togo, dato che l'Azienda con la quale è stato siglato accordo fornisce servizi di disinfezione anche a questi paesi. Pur forte delle certificazioni internazionali rilasciate dalle competenti autorità europee, Infinity dovrà dotarsi anche del placet delle autorità africane al commercio ed all'utilizzo delle proprie tecnologie: per questo

Il team di Infinity tornerà in Nigeria la prossima settimana, ed in occasione di questa seconda visita verrà eseguito un test al General Hospital di Abuja per la disinfezione di un superbugs Cyanobacterium in seguito al quale Infinity otterrà la certificazione nigeriana, valida e riconosciuta in tutto il continente africano, per l'abbattimento del rischio microbiologico da superbugs.

Infinity biotech spa, della quale il piacentino Roberto Facchin Hernandez è amministratore, è Presieduta da Aroldo Curzi, nipote di Enrico Mattei, che a suo tempo fu alla guida dell'ENI e perse la vita in un poco chiaro incidente aereo, diventando, suo malgrado, protagonista di uno degli episodi più controversi della moderna storia d'Italia.

 

 

 

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Pubblicato in Economia Piacenza

Dal 23 febbraio Daniela Viviani sarà il nuovo direttore della Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia dell'Ospedale Franchini di Montecchio.

Originaria della provincia di Verona, 59 anni, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia all'Università di Parma e la specializzazione in Ginecologia e Ostetricia nella stessa sede. Dal 1990 al 2008 ha svolto la sua attività all'Ospedale Franchini, dove ha acquisito specifica formazione nel trattamento chirurgico del pavimento pelvico collaborando con il dott Lorenzo Spreafico, uno dei pionieri e massimi esperti della disciplina, allora direttore della struttura di Ginecologia e Ostetricia.

Al Franchini, la dott.ssa Viviani ha rivestito il ruolo di responsabile Struttura semplice "Salute Donna e percorso Nascita" per il Distretto di Montecchio e, dal 2003 al 2008, quello di Coordinatore dell'Area Salute Donna della provincia di Reggio Emilia. È stata, inoltre, promotrice e responsabile di progetti innovativi dedicati all'assistenza alla gravidanza fisiologica per parte ostetrica e alla promozione e sostegno dell'allattamento al seno.

Dal gennaio 2008 ad oggi Daniela Viviani ha operato nell'équipe del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Azienda ospedaliero universitaria di Parma come responsabile della Struttura semplice "Percorso Centro Nascita" e svolto attività didattica e di ricerca in qualità di professore a contratto al corso di laurea in Ostetricia. Ha continuato il suo impegno nel ricondurre il parto alla naturale dimensione di evento fisiologico, con contenuti di rilevanza sociale e affettiva, e nell'organizzare l'assistenza alla gravidanza secondo i livelli di rischio, in integrazione con gli ospedali del territorio.

È stata responsabile dell'ambulatorio di Uroginecologia e rieducazione del pavimento pelvico e della conseguente attività chirurgica e responsabile del Progetto interdipartimentale per il corretto trattamento delle lesioni sfinteriali. Ha introdotto interventi innovativi per la correzione dell'incontinenza urinaria e del prolasso genitale ed è stata referente nel Progetto "Ospedale senza dolore".

Tra gli obiettivi affidati alla professionista all'atto del conferimento dell'incarico vi è il consolidamento delle competenze tecnico-professionali in ambito uro-ginecologico, la garanzia del mantenimento della qualità del Punto Nascita e l'integrazione con il dipartimento oncologico per i percorsi delle donne affette da tumore all'utero e all'ovaio.

Il reparto di Ginecologia e Ostetricia dell'Ospedale Franchini conta su una dotazione di 18 posti letto di degenza ordinaria e 1 di day hospital. Compongono l'équipe 38 operatori, tra i quali 10 medici e 14 ostetriche. Nel 2016 i parti sono stati 639 (il 29% dei quali con cesareo), gli interventi chirurgici 1.091 e i ricoveri 1732 (di cui 621 in day hospital).

 

L'Ufficio Stampa Ausl Reggio Emilia

Nato in ambulanza verso Sassuolo, Aimi (FI): "La chiusura dei punti nascita in montagna va azzerata. Se non lo farà il Ministro Lorenzin, correggeremo noi all'errore'

"'La chiusura dei punti nascita di Pavullo, Castelnuovo Monti e Borgo Val di Taro va azzerata. Il parto di ieri notte, in condizioni estreme e in ambulanza, della donna che si era recata ma non ha potuto partorire all'ospedale di Pavullo, lo conferma. I Governi nazionale e regionale a guida PD che hanno decretato la chiusura dei punti nascita della montagna di Modena, Reggio Emilia e Parma, hanno commesso un grave errore. Ciò che è successo in questi mesi lo conferma. Più disagi, più rischi, più insicurezza. Emergenze comuni in tutta la montagna. Non ci sarebbe nulla di male se il Ministro, ancora per poco, Lorenzin, lo ammettesse. E' chiaro ed evidente che quella decisione è stata assunta con il paraocchi della politica PD, senza tenere conto delle specificità della montagna e dell'importanza fino a quel momento rivestita dai presidi ospedalieri territoriali. Per questo, quella decisione va azzerata e riesaminata tenendo conto di tutti i problemi, i rischi per la sicurezza e la tranquillità negata a migliaia di donne e famiglie, che in questi ultimi mesi sono drammaticamente emersi. Anche se il 4 marzo è vicino, la Lorenzin faccia un ultimo sforzo prima di lasciare l'incarico da Ministro. Guardi in faccia la realtà. Azzeri quella scelta. Perché se non lo farà lei ci impegneremo da subito a farlo noi con il nuovo governo di centro destra'".
Lo ha dichiarato il consigliere regionale e candidato di Forza Italia, Enrico Aimi.

A seguire il testo dell'interrogazione presentata alla Giunta Regionale

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Il sottoscritto Enrico Aimi Consigliere Regionale del Gruppo di Forza Italia;

Premesso che:

- È stata quasi rocambolesca la corsa in ambulanza verso il punto nascite più vicino, dopo lo smantellamento di quello di Pavullo (MO): questo è ciò che è capitato di recente ad una mamma di Pievepelago dell'appennino modenese, obbligata a dare alla luce il proprio figlio in ambulanza, prima che il mezzo potesse raggiungere il primo punto nascite disponibile, quello di Sassuolo, a ben 1h e 30 minuti di distanza dall'abitazione della signora;

- Fortunatamente, da notizie di stampa pare che sia la madre, che il bambino, stiano bene ma la vicenda riapre le discussioni sulle chiusure dei punti nascita di Pavullo n/F (Mo), Castelnuovo Monti (RE) e Borgo Val di Taro (PC);

considerato che:

- Tornano cosi' ad infiammarsi gli animi, sui potenziali rischi ai quali sono sottoposte decine di gestanti e neo mamme residenti in montagna, ed in particolare per quanto riguarda Modena, nell'alto Frignano;

- I disagi si manifestano soprattutto, durante l'inverno, dove essendo in appennino, la neve e ghiaccio rendono i circa 70 km che dividono dalla pianura, un vero e proprio percorso ad ostacoli;

evidenziato che:

- per le donne residenti nella montagna Modenese, dopo la chiusura del punto nascite dell'ospedale di Pavullo, il punto attrezzato più vicino per partorire rimane l'ospedale di Sassuolo. Che con neve, ghiaccio, permettendo sembra sempre e comunque in capo al mondo;

evidenziato infine che:

• fortunatamente, questa volta tutto è andato per il meglio, ma nella malaugurata ipotesi che si fossero presentate complicazioni, la vita della madre e del nascituro sarebbero state a forte rischio;

tutto ciò premesso

INTERROGA

La Giunta per sapere:

• se si è a conoscenza della situazione sopra esposta;

• se sia stato messo in atto, il piano straordinario di assistenza e di emergenza per le donne gravide, residenti nelle zone di montagna, annunciato dai rappresentanti tecnici e politici, in occasione della scelte strategiche da parte della Regione Emilia-Romagna di chiudere il punti nascite di Pavullo, Borgo Val Taro e Castelnuovo Monti;

• visti i continui disagi e i rischi che si stanno correndo, non si ritenga necessario ritornare sui propri passi e riaprire i tre punti nascita, onde scongiurare rischi per la salute e per la vita delle partorienti e dei nascituri.

Enrico Aimi

La prima è il medico Tiziana Pasquariello, assegnata all'U.O. di Medicina interna, in servizio dal primo febbraio. I dati del 2017 confermano il trend positivo dell'Unità Operativa diretta da Michele Meschi.

Parma, 8 febbraio 2018

Come annunciato a fine anno dall'Assessore regionale alle Politiche per la Salute Sergio Venturi, l'Azienda USL di Parma ha iniziato a realizzare il piano di assunzioni per l'Ospedale di Borgotaro, a potenziamento dell'organico.

Giovedì 1 febbraio, ha preso servizio Tiziana Pasquariello, medico internista trentacinquenne, con specifiche competenze in ecografia internistica, in ambito angiologico ed emocoagulativo. Assegnata all'U.O. di Medicina interna del Santa Maria, si occuperà di tutte le attività di degenza, dell'ambulatorio Emostasi e Terapie Antitrombotiche e sarà il raccordo con il Punto di Primo Intervento.

"Questa è la prima assunzione del 2018 per l'Unità Operativa di Medicina - afferma Michele Meschi, direttore dell'U.O. di Medicina interna dell'Ospedale di BorgotaroNe sono in programma altre. In particolare, si tratta di ulteriori 2 medici internisti e 1 cardiologo, oltre a 1 infermiere e 2 operatori tecnici, a supporto anche dello sviluppo del Punto di primo intervento. Grazie anche al potenziamento dell'organico che si sta realizzando, sarà possibile dare un ulteriore impulso all'attività dell'Unità Operativa, che già registra dei buoni risultati. Solo nei primi nove mesi del 2017 – continua Meschi – abbiamo registrato un aumento dei ricoveri, rispetto allo stesso periodo del 2016, del 4.3%, con un più 35% dei casi ad alta complessità. In aumento anche l'indice di occupazione dei posti letto con un 3.5% in più e una contestuale riduzione del 3.3% della durata della degenza media".

Oltre a quelle previste per l'U.O. di Medicina interna il piano assunzioni concordato con la Regione prevede un incremento del personale di ulteriori 3 medici, 10 infermieri, 3 fisioterapisti e 1 ostetrica destinati ad altri reparti e servizi.

L'UNITA' OPERATIVA DI MEDICINA INTERNA

Ha 20 posti letto per acuti, 3 di osservazione breve internistica, 6 di lungodegenza post acuzie, 3 degenza monitorata ad alta valenza clinica e 6 di riabilitazione cardiologica. L'équipe, diretta da Meschi, è composta da 10 medici (3 di medicina interna, 2 nefrologi, 1 diabetologo, 1 geriatria anestesista-rianimatore, 3 cardiologi), 25 infermieri e 8 operatori socio-sanitari. L'équipe lavora in stretta collaborazione con altre Unità Operative, in particolare, con l'hospice "La Valle del Sole", il day service e day hospital oncologico, la lungo-assistenza territoriale e gli ambulatori multidisciplinari.

Fonte: Ausl Parma

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Il trasferimento: nessuna imposizione solo una scelta di carattere assistenziale e clinica, sentiti i famigliari.

In riferimento all'articolo "Mia madre spostata su richiesta di una musulmana", uscito ieri sulla Gazzetta di Parma, solo alcune precisazioni per chiarire meglio la vicenda che vede coinvolte due pazienti dell'Ospedale Maggiore, entrambe ricoverate per un intervento chirurgico nel reparto di Chirurgia Maxillo-facciale ed entrambe dimesse nei giorni scorsi, dopo la buona riuscita delle operazioni e le cure del personale medico e infermieristico della struttura, guidata dal professor Enrico Sesenna.

La direzione del Maggiore, venuta a conoscenza della vicenda attraverso i social, ha preferito non intervenire in prima battuta per meglio verificare l'accaduto con il personale presente in turno nel fine settimana.

"Il trasferimento della signora nella stanza a fianco, dal letto 7 al letto 9 - precisa Giuseppe La Torre coordinatore infermieristico dell'unità operativa - non è ovviamente stato imposto ai famigliari della signora, ma è stato eseguito insieme a loro; tant'è – prosegue La Torre – che da quanto verificato il nipote della paziente si è dimostrato molto gentile con gli infermieri aiutandoli a spostare gli oggetti della nonna, presenti sopra al comodino".

Le cure e la degenza della signora sono quindi proseguite nella stanza a fianco insieme ad un'altra paziente di simile età anagrafica.

"Il trasferimento –ribadisce il Prof. Enrico Sesenna, direttore della Chirurgia Maxillo Facciale- è stato concordato dall'équipe e veniva incontro alle rispettive esigenze. Ci sembra del tutto ragionevole – conclude il primario - mantenere un clima sereno e collaborativo da parte di tutti, in special modo quando questo non causa disagi ai pazienti e ai loro congiunti".

Nessuna imposizione quindi e nessun trattamento differenziato della bimba, visto anche che di norma i pazienti pediatrici sono ricoverati in stanze singole o insieme ad un altro bambino. Inoltre, in questo caso, i particolari drenaggi posti dopo la delicata operazione rendevano comunque inopportuno lo spostamento della bimba. Solo quindi valutazioni di carattere assistenziale e medico come per ogni altro paziente.

Quanto poi alla presenza di letti in corridoio, dichiarata dalla signora Mariella Battistotti, si precisa che in Chirurgia Maxillo-facciale la presenza di letti e barelle tecniche fuori dalle stanze di degenza fa parte della normale attività di consulenza specialistica che la struttura svolge per il Pronto soccorso. Non erano quindi pazienti ricoverati che non avevano una stanza, ma pazienti in attesa di una prestazione specialistica presso gli ambulatori d'urgenza chirurgica presenti all'interno del reparto. E, come sempre avviene, non appena terminate le cure fanno ritorno nella struttura di afferenza.

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Terminati secondo i tempi previsti, i lavori di ristrutturazione delle Camere Ardenti dell'Ospedale Civile di Baggiovara: le camere di esposizione sono passate da cinque a otto, tutto l'ambiente sarà più confortevole e accogliente.

Modena, 7 febbraio 2018

Sono terminati secondo i tempi previsti, i lavori di ristrutturazione delle Camere Ardenti dell'Ospedale Civile di Baggiovara, cominciati nell'agosto del 2017. Il primo stralcio si era concluso in ottobre ed era stato propedeutico al secondo che ha visto la creazione di tre nuove sale espositive e la ristrutturazione delle sale esistenti, e la sistemazione di tutti gli ambienti di servizio. Il numero delle sale di esposizione è passato da cinque a otto. I lavori terminati sono stati presentati nella giornata di ieri, 6 febbraio 2018, al Sindaco di Modena e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria Gian Carlo Muzzarelli. Ad accompagnarlo il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, Ivan Trenti, il Direttore del Servizio Unico Attività Tecniche, Gerardo Bellettato e il Direttore dei Lavori Carmen Braganolo.

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Il progetto complessivo è stato suddiviso in distinte fasi esecutive in modo da permettere la continuità del Servizio durante i lavori che ha visto sempre in funzione almeno cinque sale di esposizione. L'intervento - che si estende ad una superficie di circa 400,00 mq. – ha compreso la realizzazione di un nuovo percorso interno destinato ai visitatori diretti alle Sale di esposizione, nonché il riassetto funzionale dei locali di supporto ad uso del personale del servizio.

"Un ottimo lavoro – ha commentato Gian Carlo Muzzarelli – che ha utilizzato finiture gradevoli e adatte al contesto. Un intervento che restituisce ai cittadini uno spazio adeguato per porgere l'estremo saluto ai propri congiunti e consente di onorare al meglio i nostri cari nel loro ultimo viaggio".

La ristrutturazione ha previsto anche il rifacimento delle attuali sale di esposizione di un nuovo corridoio per i visitatori, del locale destinato ai necrofori e del nuovo servizio igienico accessibile ai disabili. L'intervento ha comportato il restyling delle Sale di Esposizione esistenti affinché questi luoghi siano accoglienti, decorosi e possano favorire il raccoglimento e il commiato dalla persona defunta.

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"Si è trattato di un investimento importante – ha aggiunto Ivan Trenti – quasi 400.000 euro che ci ha consentito di dotare l'Ospedale Civile di Camere Ardenti commisurate alla dimensione dell'ospedale, uno spazio dignitoso e funzionale, realizzato nei tempi previsti senza mai interrompere servizio. Per questo, quindi, ritengo doveroso ringraziare tutto il personale che ha lavorato in questi mesi."

L'intento è stato quello di migliorare la qualità percepita dai visitatori in questi locali la cui funzione si avvicina a un luogo di culto, piuttosto che ad un ambiente ospedaliero. Non potendo agire sulla dimensione delle Sale, l'intervento di riqualificazione ha previsto una nuova pavimentazione e il rivestimento delle pareti con materiali a texture morbide. Infine, sono stati installati nuovi controsoffitti e corpi illuminanti a Led a luce calda.

Fonte: Ausl Modena

Domenica 4 febbraio Giornata internazionale contro il cancro. Nonostante le 16mila nuove diagnosi fatte in un anno, nei dati dei Registri Tumori di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena l'incidenza dei tumori  appare in calo sia negli uomini che nelle donne ed è in linea con i dati nazionali. 

 

"Smettete di fumare, adottate un'alimentazione sana, fate movimento, rendete più salubri le città, i luoghi di lavoro e le scuole, fate prevenzione". Sono solo alcuni dei messaggi lanciati dagli organizzatori del World cancer day, la "Giornata internazionale contro il cancro" promossa dall'Unione Internazionale contro il cancro (Uicc) e sostenuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che si celebra domenica 4 febbraio in tutto il mondo.

Il triennio 2016 - 2018 è stato dedicato al tema "We can. I can."(Noi possiamo. Io posso), con l'obiettivo di incentivare più persone possibile a essere parte attiva nella battaglia contro i tumori. Uno slogan che vuole indicare l'opportunità che abbiamo, insieme o da soli, di prendere parte alla battaglia contro il cancro. Chiunque può fare la differenza: malati sopravvissuti, parenti, medici, personale ospedaliero e organizzazioni.
Come si evince dalla pubblicazione di recente presentata che mette a confronto, per la prima volta, i dati dei Registri Tumori di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, nonostante le 16mila nuove diagnosi fatte in un anno, l'incidenza dei tumori in AVEN (vale a dire nelle province che compongono l'Area Vasta Emilia Nord) appare in calo sia negli uomini che nelle donne ed è in linea con i dati nazionali.

"La strategia di controllo dei tumori sta dando nel nostro Paese come nella nostra Provincia risultati positivi. A sottolinearlo è il dottor Carmine Pinto – direttore dell'Oncologia del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Si riducono i nuovi casi come anche la mortalità per tumore e aumenta la sopravvivenza, che a Reggio Emilia a 5 anni supera il 61%, ai primi posti in Italia. Tutto questo è frutto delle campagna di prevenzione primaria e in primis la lotta al tabagismo, dei programmi di screening e dei miglioramenti nelle conoscenze biologiche e quindi nelle cure. Mettere in rete le realtà oncologiche provinciali e il Core ci permette di offrire per tutte le patologie percorsi terapeutici improntati alla multidisciplinarietà e per quanto concerne l'Oncologia medica trattamenti sempre più personalizzati che utilizzano al meglio la chemioterapia, le terapie a target molecolare e l'immunoterapia. Programmi che vedono insieme cura e ricerca in un legame che sta già producendo risultati rilevanti, sia come disponibilità di accesso ai più innovativi studi clinici, sia come attenzione alla qualità di vita e alla riabilitazione dei pazienti oncologici. Quindi non solo attenzione alla "quantità" di vita con sempre più pazienti guariti e con lunghe sopravvivenze (nella nostra Provincia sono oltre 21mila i cittadini che sono stati sottoposti a terapia per tumore), ma anche e soprattutto alla "qualità" della vita durante e dopo le cure".

Massimo Costantini direttore dell'Irccs di Reggio Emilia, definisce la Ricerca un altro tassello fondamentale nella lotta ai tumori "È la via migliore per garantire le cure più avanzate ai malati di oggi e le cure più efficaci a quelli di domani, specialmente in Oncologia, dove molto è stato fatto, ma molto c'è ancora da fare. A Reggio Emilia la ricerca di laboratorio, clinica e sanitaria è intesa come un'opportunità per i professionisti della salute: tutte le strutture, e tutte le professioni, possono dare il loro contributo".

Per informazioni: www.airc.it  e www.worldcancerday.org.

Fonte: Azienda Sanitaria Reggio Emilia

Presentata oggi la prima pubblicazione sui casi di tumore in Area Vasta. A confronto i dati delle provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena: confermato il trend nazionale che vede in calo l'incidenza della malattia per entrambi i sessi.

23 gennaio 2018

È stata presentata questa mattina nella sede dell'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia la pubblicazione che mette a confronto, per la prima volta, i dati dei Registri Tumori (RT) di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, le provincie che compongono l'Area Vasta Emilia Nord, AVEN.

I Registri tumori sono strutture dedicate alla raccolta di informazioni su nuovi casi di tumore e sulla mortalità relativa in un determinato territorio, perciò rispecchiano le caratteristiche dell'assistenza sanitaria dell'area alla quale fanno riferimento.

Il confronto tra le province, con popolazione complessiva di circa 2 milioni di persone, offre un'importante novità nel panorama oncologico regionale e nazionale e anticipa, secondo l'indirizzo di programmazione voluto dall'Assessorato regionale alle Politiche per la Salute, la realizzazione del registro tumori di Area Vasta Emilia Nord, che segue altre due aree vaste regionali, quella centrale e quella romagnola.

Nonostante le 16mila nuove diagnosi fatte in un anno, l'incidenza dei tumori in AVEN appare in calo sia negli uomini che nelle donne ed è in linea con i dati nazionali. Negli anni passati, invece, il trend appariva stabile negli uomini e in aumento nelle donne. I dati evidenziano, in particolare, come negli uomini siano in calo i tumori di colon, stomaco, fegato, polmone, prostata e leucemie; nelle donne calano, invece, i tumori di stomaco, colon, fegato, colecisti, cervice e mieloma multiplo. Continuano ad aumentare i tumori del pancreas e i melanomi in entrambi i sessi, come anche il tumore al polmone nelle donne; negli uomini aumenta il tumore del testicolo e della tiroide.

L'altra novità è che i dati presentati sono i più recenti a livello nazionale, trattandosi del biennio 2013-2014. "Avere stime aggiornate ci permette di ipotizzare l'incidenza dei tumori negli anni a venire" ha spiegato Cristina Marchesi, direttore sanitario dell'Azienda Usl di Reggio Emilia - IRCCS "e quindi programmare meglio interventi sanitari, potendo valutare la qualità dell'assistenza erogata e i suoi esiti. Da qui l'importanza del confronto tra le quattro provincie e, quando possibile, tra aree regionali e resto d'Italia".

La monografia riporta per la prima volta, inoltre, alcune informazioni utili su stili di vita tratti dalla sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia) 2013-2016, sistema di monitoraggio delle condizioni di salute e degli stili di vita della popolazione avviato sin dal 2007 dal Ministero della Salute.

I dati

In generale i dati presentano un'elevata percentuale di conferme ottenute con esami istologici, a testimonianza della buona qualità dei dati ma anche dell'attenzione dei clinici nell'approfondire con cura il sospetto di tumore, anche in persone molto anziane.
"Qualità, completezza e accuratezza sono elementi fondamentali nella registrazione della casistica" ha spiegato Lucia Mangone, presidente dell'Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) e responsabile per l'Ausl di Reggio Emilia – IRCCS in questo ambito. "La loro elaborazione richiede, non a caso, un lungo percorso di formazione e standardizzazione delle procedure".
La monografia riporta anche i confronti altimetrici evidenziando caratteristiche comuni e differenze tra le popolazioni che vivono in pianura, collina e montagna nelle quattro provincie. Da segnalare più casi di tumori a stomaco, pancreas e cervice nelle aree di montagna mentre sia in montagna che in collina si registrano meno i tumori di colon, polmone, melanoma, mammella, prostata, rene, vescica e linfomi.

Sono quattro gli indicatori presi a riferimento per il confronto tra dati provinciali:

Incidenza
In riferimento all'anno più recente (2014) in AVEN sono stati registrati 12.575 nuovi casi di tumore (6523 negli uomini e 6052 nelle donne) escluso i tumori della cute non melanomi, con un TSD (Tasso Standardizzato Diretto: permette di confrontare i dati, con la stessa popolazione di riferimento) pari a 583 per 100.000 residenti.
I TSD, sempre su 100.000 residenti, rispettivamente per uomini e donne, sono stati pari a: 681 e 527 a Piacenza; 753 e 552 a Parma; 683 e 507 a Reggio Emilia; 644 e 484 a Modena.
La provincia parmense mostra un maggior numero di tumori complessivamente per fegato, pancreas, prostata e linfomi. Anche Piacenza mostra un lieve eccesso di tumori del fegato e stomaco, mentre Reggio Emilia presenta un lieve eccesso per il tumore del polmone e per il melanoma. Modena presenta tassi di incidenza per tutte le sedi che sono più bassi rispetto ad AVEN mentre Reggio Emilia presenta tassi più bassi per il tumore di colon, cervice e prostata.

Mortalità
Nel 2014 in AVEN sono stati registrati 6024 decessi per tumore (3342 uomini e 2682 donne) con un TSD pari a 263 per 100.000 abitanti. A Piacenza sono deceduti per tumore 1062 residenti (583 uomini e 479 donne), 1439 a Parma (782 uomini e 657 donne), 1470 a Reggio Emilia (828 uomini e 642 donne) e 2053 a Modena (1149 uomini e 904 donne).

Sopravvivenza
La sopravvivenza a 5 anni per tutte le sedi tumorali è risultata pari a 63,9% a Modena, 62,1% a Reggio Emilia, 60,6% a Piacenza e 59,7% a Parma. I dati sono in linea con quelli registrati in Emilia Romagna (62,4%) ma più alti rispetto alla media nazionale (60%).

Prevalenza
Complessivamente sono oltre 83.000 le persone stimate in AVEN vive con pregressa diagnosi di tumore (circa 40.000 uomini e 43.000 donne). Ci sono naturalmente evidenti differenze tra le 4 province: le persone vive sono circa 30.000 a Modena, 22.000 a Reggio, 20.000 a Parma, e 10.000 a Piacenza.

 

I Registri tumori (RT)

I dati presentati sono raccolti dai Registri Tumori, strutture dedicate alla raccolta di informazioni sui malati di cancro residenti in un determinato territorio. L'obiettivo è sorvegliare l'andamento della patologia oncologica compiendo il processo di raccolta attiva dei dati nelle strutture ospedaliere, di loro codifica, elaborazione e archiviazione. Le informazioni raccolte includono dati sulla sede del tumore, la morfologia, l'età e il sesso del paziente, le condizioni cliniche in cui si trova, i trattamenti che ha ricevuto e l'evoluzione della malattia. Questi dati sono essenziali per la ricerca sulle cause del cancro, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, per la progettazione di interventi di prevenzione e per la programmazione delle spese sanitarie.

In Emilia Romagna ci sono tre RT: quello di Area Vasta Romagna, istituito oltre 20 anni fa, quello di AVEC per le provincie di Bologna e Ferrara, e quello di AVEN che interessa le provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena.
In Italia sono presenti 49 RT generali di popolazione accreditati in AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), per lo più a copertura provinciale con l'eccezione della Valle d'Aosta, del Friuli-Venezia Giulia, dell'Umbria e della Basilicata che, invece, hanno una copertura regionale.
La maggior parte dei RT italiani sono registri di popolazione generali, ovvero raccolgono i dati relativi alle malattie tumorali di tutti i residenti di un determinato territorio. I registri specializzati, invece, raccolgono informazioni su un singolo tipo di tumore o su specifiche fasce di età. Maggiori informazioni sono presenti sul sito http://www.registri-tumori.it/cms/

Tre registri specializzati sono presenti in AVEN: lo storico RT del colon-retto a Modena che raccoglie elettivamente informazioni sulla storia familiare dei pazienti con questo tumore; il Registro mesoteliomi dell'Emilia-Romagna che raccoglie anche informazioni sull'esposizione ad amianto con sede all'Ausl di Reggio Emilia dove è presente anche il più recente RT specializzato del pancreas che raccoglie informazioni dettagliate su stadio e trattamento.

Le novità dalla sorveglianza PASSI

PASSI è un sistema di sorveglianza sulle condizioni di salute e sugli stili di vita delle persone con 18-69 anni avviato nell'anno 2007 su richiesta di Regioni e Ministero della Salute e sviluppato attraverso interviste telefoniche.
Con riguardo all'abitudine al fumo, Piacenza fa registrare i valori più alti (29,1%) rispetto ad AVEN (27,3%). Per il consumo di alcool è la provincia di Reggio Emilia a mostrare valori più alti (24,1%) rispetto ad AVEN (22,5%) mentre per l'attività fisica è Parma che presenta la migliore performance (61,4%) rispetto ad AVEN (55,4%). L'eccesso ponderale (sovrappeso e obesità) mostra valori peggiori a Modena (45,9%) rispetto ad AVEN (43,3%), mentre il consumo giornaliero di frutta e verdura a livelli raccomandati (5 porzioni) mostra valori migliori a Modena (9,5%) rispetto ad AVEN (9,0%).
Per quanto riguarda la copertura dei test di screening, per la cervice i valori migliori si osservano a Modena (92,9%) rispetto ad AVEN (91,5%); per la mammella, i valori migliori si osservano a Parma (88,1%) rispetto ad AVEN (82,7%) mentre per il colon retto, i valori migliori si osservano a Reggio Emilia (73,9%) non solo rispetto ad AVEN (68,5%) ma anche alla media nazionale (44,5%).

In questa monografia sono riportati i dati aggiornati di due neoplasie poco frequenti ma gravate da elevata letalità. I mesoteliomi, tumori rari ma di grande interesse per la ben documentata esposizione professionale e ambientale ad amianto. In Emilia Romagna il tasso di incidenza è pari a 4,4 casi per 100.000 negli uomini e 1,6 per 100.000 nelle donne. Il tasso più alto è registrato a Reggio Emilia negli uomini (7,0) e a Piacenza nelle donne (2,7).
Nel periodo 2008-2014 il registro pancreas ha registrato 963 casi di cui l'88,8% residenti in provincia di Reggio Emilia. Il 52% dei pazienti presenta un tumore avanzato alla diagnosi (stadio IV). Questo rende ragione della bassa percentuale dei pazienti sottoposti a intervento chirurgico (14,7%), mentre il 14,1% è stato sottoposto a chirurgia palliativa, il 39% dei pazienti ha eseguito una chemioterapia e il 20,8% radioterapia.

(Fonte: Ufficio stampa Usl Reggio Emilia)

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