Numero verde Cup 800.425.036, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00
Sito ufficiale: www.ausl.re.it
E’ pienamente operativa la nuova TAC a 64 strati recentemente installata all’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti, che va a sostituire la macchina del 2006. Il costo dell’apparecchiatura, acquistata tramite convenzione Consip, è di € 241.490 + IVA.
La nuova TAC è molto più rapida della precedente nell’esecuzione dell'esame, mentre i tempi di ricostruzione delle immagini e di refertazione medica rimangono invariati.
Con la nuova macchina si ha un risparmio nell’erogazione della dose di radiazioni ai pazienti di circa un 30%, grazie a nuovi algoritmi elettronici di ricostruzione. Oltre a garantire un aumento della qualità delle immagini, permette di incrementare la tipologia delle indagini che si possono fare a Castelnovo ne’ Monti; in particolare, si potranno fare studi vascolari, sia al sistema vascolare periferico che al sistema nervoso centrale. Anche le indagini del sistema vascolare dei tronchi sovraortici avranno benefici tecnologici notevoli.
La macchina è stata montata seguendo un cronoprogramma preciso e puntuale, in tempi strettissimi: dopo le prove strutturali del locale che ospita la TAC avvenute a metà aprile, per motivi tecnici di progettazione e burocratici legati alla acquisizione ministeriale, la nuova tecnologia poteva in effetti essere montata solo fra il 15 maggio e il 30 giugno. Il cronoprogramma di sostituzione ha previsto la formazione dei tecnici sanitari di radiologia all'Ospedale di Fidenza, ove è presente una tecnologia uguale, così da renderli pressoché autonomi già dal giorno di consegna dell’attrezzatura.
Gli esami che erano già prenotati da mesi nel periodo di sostituzione, sono stati tutti anticipati.
Il Dipartimento di Diagnostica per Immagini ha poi organizzato percorsi dedicati per gli esami TAC dei ricoverati o da Pronto Soccorso all’Ospedale Magati di Scandiano o all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per far fronte ai 15 giorni di fermo dell'attività: dal 17 giugno al 2 luglio.
La nuova macchina, infatti, è stata "accesa" il 3 luglio 2019, ed ha iniziato immediatamente a far fronte a tutte le esigenze dell’ospedale montano.
La diagnostica per immagini dell’Ospedale Sant’Anna, diretta dal Dr. Pierpaolo Pattacini, nel 2018 ha effettuato 2616 TAC su pazienti ricoverati, da Day Hospital o da Pronto Soccorso e 3462 TAC su pazienti ambulatoriali.
Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA): al Santa Maria Nuova un ambulatorio multidisciplinare per pazienti e famigliari
Da gennaio 2019 è attivo all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia un ambulatorio dedicato ai pazienti affetti daSclerosi Laterale Amiotrofica e ai loro famigliari, condiviso da Pneumologi e Neurologi per un approccio multidisciplinare che sia in grado di affrontare in maniera globale la malattia.
A Reggio Emilia e provincia a oggi sono seguiti circa 50 pazienti affetti da SLA: la metà di essi afferisce allo studio condiviso. L’ambulatorio, che è coordinato da Gloria Montanari medico della Pneumologia diretta dal dottor Nicola Facciolongo, e da Elena Canali, medico della Neurologia diretta dal dottor Franco Valzania, è rivolto ai pazienti affetti da SLA in ventilazione meccanica non invasiva e, quindi, nella fase avanzata di malattia. Lo spazio nasce dalla necessità di una stretta collaborazione tra gli specialisti su malati con molteplici complessità e con severe difficoltà di spostamento per cui si rende indispensabile ridurre e ottimizzare l’accesso ospedaliero. E’ presente all’interno dell’equipe un infermiere appositamente formato sulla SLA.
La possibilità di mettere in comunicazione simultaneamente col paziente le principali figure specialistiche coinvolte (pneumologo e neurologo, oltre all’infermiere domiciliare), garantisce l’approccio multidisciplinare del trattamento offerto al paziente e al caregiver (persona che si prende cura del paziente), in una vera presa in carico integrata. Nell’ottica della continuità assistenziale ospedale – territorio, l’attività dell’ambulatorio si integra da una parte con quella svolta a domicilio dal dottor Mirco Lusuardi(direttore del Dipartimento Neuro motorio e riabilitativo) e dalla dottoressa Monica Massobrio e, dall’altra, con il percorso fisiatrico territoriale coordinato dalla dottoressa Alena Fiocchi (direttrice della RRF di Albinea) e coadiuvato dalla fisioterapistaTiziana Fontanesi.
Tra i più importanti vantaggi rilevati nei primi mesi di funzionamento del servizio ci sono in primo luogo una migliore assistenza al paziente e una maggiore uniformità dei percorsi diagnostico-assistenziali. Inoltre si ravvisano un rafforzamento dellecompetenze in tutti i nodi della rete e la riduzione degli accessi in Pronto Soccorso e dei ricoveri inappropriati, nell’ottica di una gestione sempre più domiciliare delle fasi complicate di malattia.
Il servizio rientra nel Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la SLA attivo in provincia, che vede coinvolti numerosi professionisti tra ospedale e territorio e l’idea è stata supportata dal progetto aziendale REVIP, iniziativa di formazione che nasce dalla collaborazione dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia con l’agenzia Better Value Health Care (BVHC) di Oxford (Inghilterra) diretta dal professor John Muir Gray. L’iniziativa ha come obiettivo il miglioramento concreto dell’assistenza sanitaria tramite l’investimento sulla cultura professionale degli operatori. L’accesso all’ambulatorio, con cadenza mensile, avviene mediante richiesta specialistica interna su agenda autogestita dal Servizio. Durante il pomeriggio di attività ambulatoriale è presente un volontario AISLA per far conoscere ai pazienti il servizio svolto dall'Associazione di volontariato.
Nuovo reparto di Ortopedia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. Con il rilevante contributo della Fondazione Cuvier Boni sono stati riqualificati oltre 1000 metri quadrati al 4° piano del corpo storico. Giunge a compimento la prima parte del progetto che, dal 2020, vedrà allo stesso piano anche la specialità riabilitativa per un totale di 72 posti letto.
Reggio Emilia
Si è svolta questa mattina alla presenza delle autorità e della cittadinanza l’inaugurazione del nuovo reparto di Ortopedia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. La sua attivazione completa la prima fase del progetto di riqualificazione del quarto piano di uno dei corpi storici dell’ospedale (Corpo C).
I lavori hanno interessato 1.100 metri quadrati dei complessivi 2.180 previsti dal progetto di collocazione, al medesimo piano, delle Strutture di Ortopedia, Medicina Riabilitativa e del settore ortogeriatrico, progetto che arriverà a compimento entro il prossimo anno e che ha goduto del rilevante contributo di 2 milioni di euro da parte della Fondazione Cuvier Boni di Reggio Emilia. Si tratta di uno degli interventi di ristrutturazione dei fabbricati storici dell’Ospedale che può contare complessivamente su oltre 9 milioni di euro di finanziamenti statali e regionali.
Le 18 stanze di degenza del nuovo reparto ospitano 42 posti letto e sono dotate di servizi igienici dedicati. A queste si affiancano locali di servizio e di supporto. L’intervento ha creato spazi di degenza confortevoli dal punto di vista alberghiero e razionali da quello dell’organizzazione dell’assistenza, superando i limiti posti dall’età dell’edificio costruito oltre 50 anni fa. L’adeguamento alle normative sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi e di miglioramento degli standard di accoglienza ha reso necessario: ottimizzare l’accessibilità a stanze e servizi igienici attraverso varchi più ampi; rifare le finiture interne, gli infissi, gli impianti di climatizzazione e sicurezza; razionalizzare gli assetti logistici e distributivi.
“È motivo di grande soddisfazione e orgoglio essere qui oggi per l’inaugurazione di questo nuovo reparto, parte di un’opera di riqualificazione che renderà sempre più l’Arcispedale punto di riferimento d’eccellenza della nostra sanità- ha sottolineato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini-. Parliamo di un intervento realizzato anche grazie a una straordinaria collaborazione, non solo economica, tra pubblico e privato, con i finanziamenti regionali e statali e il rilevante contributo della Fondazione Cuvier Boni, che desidero ringraziare di cuore. Da parte nostra- ha aggiunto il presidente- continuiamo sulla linea che abbiamo tracciato sin qui: costruire nuovi ospedali laddove necessario, ammodernare quelli esistenti e assumere nuovi medici, infermieri e operatori per migliorare ulteriormente i servizi ai cittadini. Questa è la sanità che vogliamo e per cui continuiamo a lavorare, senza accontentarci dell’esistente, che pure colloca già l’Emilia-Romagna ai vertici in Italia”.
Al centro Nino Giordano Ruffini, a sinistra Giammaria Manghi e Luca Vecchi, a destra Giorgio Zanni; alle loro spalle, da destra; il Presidente Stefano Bonaccini, Giorgio Mazzi, Direttore del Presidio ospedaliero provinciale, Ettore Sabetta, Direttore del Reparto di Ortopedia.
“La scelta di sostenere questo progetto – ha ricordato l’avv. Nino Giordano Ruffini, Presidente della Fondazione Cuvier Boni - è avvenuta in piena coerenza con gli scopi istituzionali della Fondazione, attenta da sempre, per volontà statutaria dello stesso cav. Boni, alla cura e al benessere della popolazione anziana. Crediamo che una donazione come questa sia un esempio di valorizzazione sociale della ricchezza privata”.
La somma messa a disposizione dalla Fondazione ha coperto gli oneri di progettazione esecutiva e di realizzazione dell’intervento nonché la dotazione di attrezzature sanitarie.
“La riqualificazione degli edifici storici, per quanto complessa, rappresenta un traguardo importante perché tende a valorizzare il patrimonio di cui l’Azienda dispone. Questa generosa donazione conferma il sostegno del nostro territorio ai servizi pubblici e ai nostri professionisti” ha sottolineato il Direttore generale dell’Azienda Usl IRCCS di Reggio Emilia Fausto Nicolini.
Il progetto del 4° piano del Corpo C
Il progetto di nuova collocazione ad uno stesso piano delle Strutture di Ortopedia, Medicina Riabilitativa e del settore ortogeriatrico, nato nel 2016, trae origine dall’osservazione del progressivo invecchiamento della popolazione (nella nostra provincia la percentuale di ultrasessantacinquenni supera il 20%). Il cambiamento, particolarmente evidente nel corso dell’ultimo ventennio, ha visto crescere il numero di pazienti anziani che incorrono in traumi (circa 1.000 presi in carico annualmente dai due reparti) e necessitano, pertanto, di interventi ortopedico-riabilitativi. Il progetto intende ottimizzare l’assistenza ospedaliera a questa fascia di popolazione, rendendo coerente anche dal punto di vista logistico l’interazione tra le specialità interessate, dal trattamento chirurgico alla riabilitazione, per favorire un quanto più rapido recupero dell’autonomia del paziente e ridurre le complicanze date da degenza e allettamento.
La soluzione del 4° piano del Corpo C, razionale dal punto di vista planimetrico, riduce i percorsi orizzontali e agevola i collegamenti per linee verticali, favorendo l’incontro tra professionisti e la gestione collegiale dei casi. La vicinanza delle palestre facilita, inoltre, i percorsi di pazienti e operatori.
Gli spazi interessati dall’intervento sono 2.180 metri quadrati collocati al 4° piano del Corpo C dell’ospedale. Allo stesso piano dell’attiguo Corpo B, già oggetto di riqualificazione nel 2015, sono ospitati 17 tra studi medici e ambulatori e il settore post-operatorio (room) ortopedico.
Entro il 2020 sarà realizzata la riqualificazione dei restanti 1.080 metri quadrati del piano con l’allestimento di ulteriori 6 posti letto ortopedici e del nuovo Reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa dotato di 24 posti di degenza che porteranno a 72 letti la capienza complessiva del quarto piano. Il risultato vedrà ambienti a comfort alberghiero migliorato con benefici significativi sulla qualità di vita dei pazienti ricoverati.
Il progetto comporta un investimento complessivo di 3 milioni 924 mila euro, 2 milioni dei quali sono stati donati dalla Fondazione Cuvier Boni. La restante parte è attinta da Fondi Ministeriali assegnati nell'ambito dell'accordo di programma 2012. La somma messa a disposizione dalla Fondazione ha coperto gli oneri di progettazione esecutiva e realizzazione dell’intervento e di acquisizione delle attrezzature sanitarie.
La Fondazione Cuvier Boni
Istituita nel 2009 per testamento del Cavaliere Cuvier Boni, la Fondazione è un ente di diritto privato riconosciuto con provvedimento della Giunta della Emilia-Romagna. Cuvier Boni, deceduto nel 2007, era originario di Rosano di Vetto in provincia di Reggio Emilia. Imprenditore tessile profondamente legato al territorio della montagna reggiana, il Cavalier Boni ha dato esempio di alto valore sociale e umano con opere di rilevanza per la comunità, quali la casa protetta per anziani inaugurata a Vetto nel 1994 e intitolata alla memoria della moglie Maria Boni Spaggiari La Fondazione, memore del suo esempio, prosegue il cammino tracciato, potendo contare sulla disponibilità del cospicuo patrimonio oggetto del lascito testamentario. Attivo nei settori di interesse statutario, l’ente dedica attenzione a interventi di rilevanza sociale a favore dei soggetti più fragili e degli anziani, a fianco di Istituzioni e Associazioni di Volontariato. Significativa la donazione della Risonanza Magnetica dell’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti, nel 2010, in occasione dell’ampliamento del Reparto di Diagnostica per Immagini e il contributo di due ecografi portatili, nel 2011, al Reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. Del Consiglio Direttivo della Fondazione fa parte il Presidente Avv. Nino Giordano Ruffini e due componenti che sono espressione del Comune di Reggio Emilia e della Curia Vescovile. La sede legale è in Piazza della Vittori n.1 a Reggio Emilia.