Il sindaco uscente e candidato alle imminenti Amministrative esprime rammarico per il brutto episodio accaduto nella notte tra Pasqua e Pasquetta, ma è fortemente fiducioso verso la comunità e il lavoro delle Forze dell'Ordine.
Nella notte tra Pasqua e Pasquetta un gruppo di teppisti ha mandato in frantumi un vetro esterno della palestra di via Verdi a Torrile e, dopo essersi introdotto all'interno della struttura, ha distrutto la vetrina di un distributore automatico di bevande e snack e rovesciato sacchi colmi di spazzatura sul pavimento, prima di fuggire. Sull'episodio indaga la Compagnia dei Carabinieri di Colorno.
Queste le parole con cui Alessandro Fadda, sindaco uscente del Comune di Torrile e candidato alle imminenti Elezioni Amministrative 2019 per la lista "Torrile Obiettivo Comune", ha condannato il gesto sulla propria pagina Facebook: "Ogni volta che accadono atti simili non posso non pensare alle risorse che, come comunità, siamo letteralmente costretti a buttare via e questo per colpa dell'ignoranza di pochi che va a discapito della collettività. Ma so anche che Torrile e i torrilesi non sono questo e che, come me, condannano fermamente simili azioni da vigliacchi".
Parma, 10 aprile 2019 - Nelle scorse sere tra via Brescia e via Palermo, secondo le dichiarazioni di alcuni testimoni, sarebbero state avvistate sei o sette persone scendere dalle loro auto a fari spenti per commettere veri e propri atti barbarici, danneggiando, e non in modo lieve una decina di auto.
Un episodio che non può certo essere classificato tra le "ragazzate" e che conferma il dato inquietante di criminalità e non solo declinabile in mera "percezione".
Questa la dichiarazione di Alberto Prantera, esponente dell'associazione culturale Forza Civica:
"Dobbiamo prendere in considerazione che una città che tra un anno sarà capitale della cultura dovrebbe onorare al massimo questo titolo e non consentire che il vandalismo diventi uno stile di vita girandosi dall'altra parte. Nonostante la presenza di nuovi agenti in città questi episodi continuano ad accadere troppo spesso, per questo, da persona che ama la propria città, chiedo più impegno da parte delle istituzioni.
Oltre al grave gesto infatti, ricordiamoci delle tante famiglie che si troveranno economicamente in difficoltà per riparare i danni alle proprie auto. Chi penserà a risarcire le vittime di questi atti, dal momento che non tutti possono permettersi una polizza assicurativa che copra anche gli atti vandalici? In questa epoca più che mai l'automobile assume una primaria importanza nella vita quotidiana di una persona, perché conferisce la possibilità di spostarsi ovunque e conferisce grande senso d'indipendenza e dignità. Per recuperare il sentimento del rispetto per le proprietà altrui e
fermare il vandalismo – conclude Prantera - ci vuole un duro lavoro su ogni campo e in questo amministrazione e istituzioni dovrebbero fare squadra per cercare di riportare ordine nella nostra città!"
Nostro malgrado ci tocca ancora una volta denunciare episodi d'inciviltà e vandalismo nel nostro comune. Questa volta ad essere presa di mira è la chiesa di Santo Stefano che costeggia il torrente Parma. La chiesa era stata già nel marzo del 2017 oggetto di writers decisamente poco fantasiosi. Questa volta la storia si è ripetuta con ulteriori graffiti che si sono aggiunti a quelli già presenti e mai rimossi.
La chiesta dalla misteriosa bellezza, ispirata all'estetica della perfezione dei classici greci e romani, baciata dalle acque del torrente e sinuosa dalle forme neoclassiche, fu la prima sede parrocchiale del comune fino al 1582. Costruita in epoca remota fu agibile fino al 2012, ma il terremoto le provocò ingenti danni e definitivamente ne fu inibito l'accesso.
Un'altro bene storico e culturale del nostro territorio, aimè lasciato a se stesso, vilmente abbandonato. Oltre ai graffiti sulla facciata che costeggia il Parma, dagli svariati colori, bottiglie di alcolici sostano indisturbate da tempo sui muri dell'edificio sacro (si narra ora non lo sia più e che sia stato sconsacrato). Vetri e rifiuti oggi fanno da cornice ad un manufatto artistico che in epoca remota fu splendente, ed oggi invece giace come tanti altri nel più totale degrado.
Davvero un bel biglietto da visita per tutti quei turisti che dopo un giro alla reggia, decidono di fare una passeggiata sull'argine che costeggia il torrente parma.
Il coordinamento del gruppo
Amo - COLORNO
Danneggiati anche un appartamento e un esercizio commerciale. Nessun legame tra i proprietari dei mezzi colpiti. Si pensa al gesto di un folle. Al setaccio le immagini delle telecamere.
di Manuela Fiorini Castelfranco Emilia (MO) – Una "notte di fuoco" quella di giovedì a Castelfranco, quando, nel giro di 90 minuti, si sono sviluppati tre diversi roghi che hanno completamente distrutto quattro vetture e un bus, danneggiato un appartamento e un esercizio commerciale e mandato nel panico gli abitanti di una palazzina di quattro piani.
Un vero e proprio "attacco incendiario" che ha visto il primo rogo svilupparsi intorno alle 2 di notte in via Costa. Ad andare a fuoco sono due auto parcheggiate nel piazzale del Circolo "La Stalla", una Fiat Qubo e una Renault di proprietà di due amici che avevano parcheggiato vicino per andare a suonare in un locale. I Vigili del Fuoco di Modena riescono a spegnere l'incendio, ma le auto sono ormai distrutte. Una di essa ha il bagagliaio forzato.
Mentre si stanno ancora spegnendo i fumi in via Costa, arriva però un'altra chiamata da via Ripa Superiore, in pieno centro storico. Altre due auto, una Opel Corsa di una giovane che vive in un palazzo vicino, e una Fiat Panda di un ragazzo in vacanza sono avvolte dalle fiamme.
Questa volta, tuttavia, la situazione è più rischiosa, perché la Panda è alimentata a GPL e la vicinanza con i tubi del gas di una palazzina di quattro piani, abitata da una ventina di famiglie, fa temere che possano verificarsi delle esplosioni. Inoltre, il calore generato dall'incendio ha praticamente sciolto le tapparelle di un appartamento al primo piano, che è stato anche invaso dal fumo. Stessa sorte per il lavasecco "Le Magnolie 2", che in via Ripa Superiore ha un magazzino dove sono detenuti i macchinari e gli abiti.
Sul posto arrivano i Vigili del Fuoco di Vignola. I residenti vengono invitati a lasciare le abitazioni e a spostare le loro auto per impedire al fuoco di propagarsi.
Tuttavia, la lunga notte non è ancora finita. Alle 3.40 arriva infatti una chiamata al 115 dal vicino piazzale Braglia. Questa volta ad essere avvolto dalle fiamme è un bus della Tper. Nonostante l'arrivo tempestivo dei pompieri, il mezzo è ormai ridotto a uno scheletro incenerito. Le fiamme hanno aderito in parte anche al mezzo parcheggiato vicino al primo.
Dopo aver spento tutti i roghi, ora toccherà ai Carabinieri stabilire l'origine degli incendi e trovare il colpevole. Si tratta senza dubbio di roghi dolosi, ma il fatto che i proprietari dei mezzi dati alle fiamme non abbiano legami tra loro fa supporre al gesto di un piromane più che a una vendetta "mirata".
Al vaglio anche le immagini delle telecamere posizionate in vari punti della città e quelle di un impianto di vigilanza privato, che gli uomini dell'Arma, insieme alla Polizia Municipale di Castelfranco, stanno passando al setaccio, nella speranza che qualcuna abbia ripreso il piromane.
La stima totale dei danni si attesta attorno ai 500 mila euro, considerato il bus, che da solo nel vale 250 mila, le quattro auto da demolire e i lavori di ripristino dell'appartamento e dell'esercizio commerciale.
Tre giovani di colore tentano il furto da Zara ma insospettiscono il personale dipendente che chiede l'intervento della Polizia. In via D'azeglio invece uno straniero, completamente ubriaco, aveva cominciato a minacciare i clienti puntando loro al volto bottiglie in vetro.
FURTO PRESSO NEGOZIO "ZARA"
Alle ore 12.00 di ieri personale dipendente interveniva in Via Cavour presso il negozio denominato "ZARA" in quanto il personale dipendente aveva bloccato 2 giovani responsabili di furto.
All'arrivo della pattuglia la responsabile del negozio riferiva che poco prima aveva notato 3 giovani di colore entrare nell'esercizio e recarsi velocemente al piano -1 dedicato all'abbigliamento uomo. Seguiti a distanza l'addetta al negozio si avvedeva che i tre arraffavano diversi giubbotti dagli espositori e si dirigevano verso i camerini di prova, chiudendosi all'interno, per poi riuscire, scambiarsi i giubbotti tra di loro – come per provare gli stessi capi di abbigliamento - e poi ritornare a chiudersi nei camerini.
Insospettita da tale atteggiamento la donna chiamava un addetto alle vendite ma prima che questi potesse giungere per aiutarla a monitorare la situazione uno dei 3 giovani, accortosi della sua presenza, le andava incontro, le si parava davanti e, al chiaro scopo di intimorirla, le urlava che lui se ne andava perché doveva fumare, di fatto sopravanzandola ed allontanandosi.
Solo a quel punto la donna si avvedeva della presenza di almeno 3 placche antitaccheggio presenti sul banco vicino ai camerini; tramite lettore si avvedeva che il codice delle placche era riferibile proprio ai modelli di giubbotto che i giovani stavano provando.
I due giovani rimasti nel negozio si dividevano e cercavano di allontanarsi; il primo accortosi della presenza della responsabile del negozio si liberava di un giubbotto che aveva in mano poggiandolo su un banco asserendo che non gli andava bene, mentre il secondo veniva bloccato e trovato in possesso di n. 2 giubbotti, piegati e nascosti sotto il giaccone che indossava.
Tutti e tre i giubbotti, valore circa 100 euro, risultavano privi dei dispositivi antitaccheggio e pure danneggiati e quindi non più rivendibili.
I due giovani, E. F. H. classe 2000, marocchino e B. A. M. S. classe 1998, tunisino, incensurati e residenti in altre province, venivano indagati in stato di libertà per tentato furto aggravato in concorso ed il minore riaffidato ai genitori.
DANNEGGIAMENTO IN VIA D'AZEGLIO
Nella decorsa notte, alle ore 01.25 circa, personale dipendente interveniva in Via D'Azeglio, 66 in quanto erano giunte segnalazioni di soggetto che lanciava delle bottiglie contro le vetrate dell'esercizio denominato "Los Cornettos".
Gli equipaggi prontamente intervenuti notavano un soggetto fuggire a piedi corrispondente alle descrizioni prima ricevute, rincorso da altra persona che gli intimava di fermarsi.
Gli operatori, postisi all'inseguimento di entrambe le persone, le raggiungevano mentre erano rovinati a terra; il fuggitivo, E. G. M., classe 1990, marocchino, residente a Traversetolo (PR) gravato da precedenti di polizia, ingaggiava un vero corpo a corpo con gli operanti, colpendoli con calci e pugni, fino a quando non veniva bloccato ed ammanettato. Si apprendeva quindi dall'inseguitore, risultato essere il titolare dell'esercizio che poco prima lo straniero, completamente ubriaco, aveva cominciato a minacciare i clienti puntando loro al volto bottiglie in vetro e che poi invitato ad uscire dal locale, prelevate bottiglie di vetro da un raccoglitore, aveva cominciato a lanciarle con forza contro le vetrine del locale danneggiandole.
Marocchino accompagnato in questi Uffici e denunciato in stato di libertà per minacce aggravate, danneggiamento aggravato e resistenza a P.U.
Lega Nord di Piacenza: «Teppismo mirato: l'intento era quello di colpire il capogruppo leghista alla Camera o il movimento».
Piacenza, Così la segreteria provinciale della Lega Nord di Piacenza definisce l'atto vandalico della quale è stata oggetto l'auto del deputato Massimiliano Fedriga sabato sera, in occasione della Festa della Lega Nord nazionale (regionale nel sistema leghista) tenutasi a Podenzano (PC).
«Il fatto che, tra tante di auto, solo il mezzo sul quale viaggiava Fedriga abbia subito profonde incisioni su entrambe le fiancate – afferma il Carroccio piacentino -, ci porta a giudicare l'episodio come un attacco politico da parte di chi è incapace di esprimere in altro modo opinioni diverse dalle nostre. Forse il livore ideologico di qualcuno infastidito dalle circa mille persone giunte in paese per salutare il segretario Matteo Salvini nella serata di venerdì non ha trovato altro sfogo che impugnare un cacciavite contro le lamiere di un'auto. Podenzano è comunque un paese civile, la cui immagine non merita di essere marchiata da un simile indegno gesto».
La Lega piacentina riconduce l'accaduto al clima di tensione che si respira da tre giorni, da quando giovedì scorso alcuni militanti sono entrati in consiglio comunale a Piacenza ognuno con una maglietta recante una lettera diversa a comporre la scritta "Tutti a casa".
«La Lega – prosegue la segreteria provinciale del Carroccio piacentino - è il partito che ha subito più attacchi, tanto fisici a militanti e rappresentanti, quanto vandalici alle sedi. Aggressioni, queste, giustificate sempre dal coro: "La Lega provoca" a far capire che merita di essere punita. Ciò è tipico di una certa cultura anni settanta, quella di chi al tempo solidarizzava con i terroristi e oggi copre politicamente i facinorosi dei centri sociali affinché le loro intemperanze verso l'avversario politico non vengano represse. È chiaro ormai il proposito degli assalti agli esponenti leghisti, che di riflesso puntano ad intimorire i simpatizzanti del movimento nel silenzio-assenso di quegli intellettuali e politici autoproclamatisi moralmente e geneticamente superiori. È in questo quadro di odio che la silenziosa protesta di alcuni militanti in un'aula consigliare è stata descritta dalle testate locali come "irruzione" colorita da "minacce al consigliere Pascai". Anche in quel caso, i leghisti insultati, spintonati e minacciati si sono trasformati in aggressori nelle parole della segreteria provinciale del Partito Democratico, la quale ha definito "squadrismo" e "attacco istituzionale" la quieta contestazione di una quindicina di persone. La strategia è ormai evidente: la sinistra, quindi, getti la maschera una volta per tutte».
(Comunicato Lega Nord di Piacenza 19 luglio 2015)