Parma – Alle ore 23.30 del 29 febbraio un equipaggio della Squadra Volante è intervenuto presso un esercizio commerciale di Via Farini dove si era andato a rifugiare un gruppetto di giovanissimi in fuga da un’aggressione.
Si è accertato che poco prima tre giovanissimi parmigiani, tutti 14enni, mentre passeggiavano in Via Cavour venivano avvicinati da un gruppetto di almeno 4 giovani nordafricani che avevano loro chiesto denaro per comprare sigarette.
Alla risposta che non avevano denaro era scattata una violenta aggressione: mentre due vittime riuscivano a darsi alla fuga, uno veniva bloccato e, mentre in due lo tenevano fermo, altri lo prendevano a pugni sul volto e riuscivano a sottrargli il portafogli.
In soccorso del malcapitato giungeva un altro suo amico coetaneo che transitava anche lui in Via Cavour ed aveva riconosciuto l’amico. Il gruppetto però si accaniva anche su di lui, scaraventandolo in terra e picchiandolo con pugni e calci. Dopo vari tentativi di fuga, sempre raggiunti e bloccati, i due riuscivano finalmente a divincolarsi e fuggire, fino a rifugiarsi in Via Farini all'interno del primo locale che avevano trovato aperto. Da qui i giovani contattavano la Polizia al 113.
Mentre un equipaggio della Volante, intervenuto immediatamente, raccoglieva le testimonianze delle giovani vittime, uno degli aggressori veniva visto transitare proprio davanti al locale, pertanto immediatamente veniva bloccato e condotto in Questura dagli Agenti.
Identificato in un 17enne tunisino regolarmente residente a Parma con la famiglia, all'esito degli approfonditi accertamenti è stato tratto in arresto per il reato di rapina aggravata in concorso e ristretto presso il Centro di Prima Accoglienza per la Giustizia Minorile di Bologna.
In seguito il Gip del Tribunale dei Minorenni di Bologna ha convalidato l’arresto, disponendo per il minore la permanenza presso la casa famigliare, con il divieto assoluto di allontanarsene.
Sono tutt'ora in corso le indagini volte ad assicurare alla giustizia tutti i partecipanti all'aggressione.
L’attività appena descritta si pone al culmine della costante attività di prevenzione e repressione posta in essere ogni giorno dalla Questura di Parma, volta al contrasto dei reati commessi da bande di giovanissimi nel centro cittadino.
L’attività di prevenzione e contrasto ha visto la Polizia di Stato raggiungere, con grande impegno, i seguenti risultati nel corso del 2019:
- Identificato e controllato 256 giovanissimi;
- Tratti in arresto 3 soggetti di origine nordafricana: 2 per rapine a danno di coetanei; 1 per rissa e lesioni aggravate;
- Denunciati in stato di libertà: 69 giovani, di cui 49 minorenni e gli altri appena 18enni (31 per rapine ai danni di altri minori; 7 per rissa aggravata; 4 per violenza privata; 1 per spaccio; gli altri per reati contro il patrimonio ai danni di esercizi commerciali).
Sentenza Tribunale di Mantova: foto dei figli su Facebook solo con il consenso dell'altro genitore. "L'inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi"
Attenti a pubblicare su facebook le foto dei vostri figli.
Un genitore non può pubblicare sulle reti sociali foto dei figli minorenni senza il consenso dell'altro genitore, e le foto che sono già in rete vanno immediatamente rimosse.
Lo ha stabilito il Tribunale di Mantova con una sentenza del giudice Mauro Bernardi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", riguardante il caso di due coniugi separati in cui il padre aveva richiesto la revisione dell'accordo sull'affido dei bambini e la loro residenza con la madre.
Nel ricorso l'uomo ha sottolineato il fatto che la madre, a cui erano affidati i due figli (uno di tre anni e mezzo e un altro di un anno e mezzo) aveva deciso di pubblicare le loro foto sul web. Il padre si era opposto e, quando le ha viste ancora sui social network, è ricorso al giudice.
Il Tribunale, infatti, ha ritenuto che l'inserimento delle foto dei figli minori sui social network nonostante l'opposizione di uno dei genitori integri violazione dell'art. 10 c.c., che vieta la pubblicazione di foto e immagini senza il consenso dell'avente diritto, nonché degli artt. 4, 7, 8 e 145 del Dlgs. 196/2003, riguardante la tutela della riservatezza dei dati personali, nonché degli artt. 1 e 16, 1° comma, della Convenzione di New York sui Diritti del Fanciullo (Conv. NY 20.11.1989, ratificata dall'Italia con l. 27.5.1991 n. 176) che entrerà in vigore l'anno prossimo.
«L'inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi - scrive il giudice - in quanto ciò determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini» non potendo, inoltre, trascurare il pericolo che qualcuno «con procedimenti di fotomontaggio», ne tragga «materiale pedopornografico da far circolare tra gli interessati».
Nonostante questo il giudice non ha ritenuto di modificare l'accordo sui figli.