Confesercenti Emilia Romagna

Confesercenti Emilia Romagna

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Osservatorio Confesercenti: ancora forte in Emilia Romagna la restrizione del credito alle micro imprese commerciali e turistiche

Bologna,  dicembre 2014 -
Anche se il cosiddetto credit crunch nei confronti delle imprese va gradualmente diminuendo, l'Osservatorio Confesercenti sul credito rileva a giugno 2014 una contrazione dei prestiti vivi alle imprese del commercio e turismo in Emilia Romagna del -2,7%; tale dato è disomogeneo per dimensione d'impresa e si aggrava in modo significativo se consideriamo le imprese fino a 5 addetti nei confronti delle quali la riduzione dei prestiti arriva al -9,3%.

La dinamica tendenziale delle sofferenze lorde delle imprese del comparto commerciale e turistico su base annua, sempre a giugno 2014, ha registrato in Emilia Romagna una crescita del 22%, contro una media nazionale del 24,1%; anche su questo indicatore si rilevano differenze notevoli in relazione alle dimensioni d'impresa, con le micro imprese in particolare, che fanno registrare un aumento delle sofferenze del 10,9%, molto più contenuto rispetto al complesso del comparto.

"I dati evidenziano come soprattutto le micro imprese fino a 5 addetti del comparto commerciale e turistico siano ancora colpite dalla restrizione del credito – sottolinea Stefano Bollettinari, direttore regionale di Confesercenti – e in modo più rilevante rispetto al complesso delle imprese del settore, risultando in tal modo penalizzate pur avendo un incremento minore delle sofferenze; occorre quindi migliorare l'accesso al credito bancario, che rappresenta spesso l'unica fonte esterna di finanziamento in particolare per le imprese di minore dimensione".

(Confesercenti Emilia Romagna)

Nei primi 8 mesi del 2014 nel solo settore commerciale al dettaglio in Emilia Romagna, hanno già chiuso i battenti ben 2.006 negozi. Confesercenti Emilia Romagna avanza proposte di intervento ai candidati alla presidenza della Regione -

Parma, 20 novembre 2014 -

Anche nell'imminenza delle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea legislativa regionale, Confesercenti Emilia Romagna vuole sottolineare la situazione allarmante in cui versano le p.m.i. del commercio e del turismo, in gran parte ormai soffocate da questa lunghissima crisi, il cui effetto si manifesta non solo con un aumento del numero di chiusure, ma anche e soprattutto con una riduzione del numero di nuove aperture. Si assiste dunque a una sempre maggiore difficoltà ad aprire una nuova impresa: un dato allarmante, soprattutto in una regione come l'Emilia Romagna che ha sempre registrato un altissimo tasso di imprenditorialità della popolazione.

Nei primi 8 mesi del 2014 nel solo settore commerciale al dettaglio in Emilia Romagna, hanno già chiuso i battenti ben 2.006 negozi mentre le nuove attività sono state solamente 880; stesso trend per le imprese ricettive e pubblici esercizi: 1.294 chiusure a fronte di 643 nuove aperture.

Le imprese del commercio e della somministrazione versano in una situazione difficilissima: è interesse di tutti evitare l'ecatombe in due dei settori più importanti della nostra economia. Occorre intervenire subito, non si possono lasciare le imprese nel guado e lasciare che le città si desertifichino, con la scomparsa degli importantissimi punti di riferimento per la popolazione storicamente costituiti dai negozi di vicinato. Confesercenti chiede a Comuni e Regione di predisporre con urgenza un piano per salvare il commercio delle nostre città, studiando anche misure di supporto, anche attraverso un Fondo vero e proprio, per chi si mette in gioco e scommette sul futuro decidendo di aprire un nuova attività a partire da credito, assistenza tecnica, affitti e agevolazioni sulle tasse locali.

Per quanto riguarda l'emergenza negozi sfitti è necessario definire un sistema che coniughi le necessità di messa a reddito degli immobili commerciali con il bisogno delle imprese di locali a prezzi ragionevoli per gestire le loro attività. Quindi Confesercenti propone di istituire Tavoli tecnici tra Associazioni imprenditoriali e proprietari immobiliari, anche con la presenza dell'Ente pubblico con un ruolo di garanzia, per studiare un "canone" che sia remunerativo per il proprietario del negozio e sostenibile per il conduttore, con un impianto giuridico concordato.

Questo meccanismo potrebbe essere attivato anche per gli alberghi e le altre forme di ricettività turistica che da un lato vedono le difficoltà di subentro nelle gestioni e dall'altro la necessità in molti casi della rinegoziazione di canoni troppo onerosi e non più adeguati all'attuale trend economico e comunque di più forte competitività economica e di contrazione continua della redditività.

Confesercenti chiede quindi ai candidati alla presidenza della Regione Emilia Romagna di impegnarsi prioritariamente per:

l'accesso pieno ai Fondi Europei 2014-2020 anche per le imprese del commercio, turismo e servizi e relativi progetti di investimento, con misure operative e bandi che consentano la reale fruibilità dei contributi anche alle micro e piccole imprese;

la maggiore dotazione di risorse per la patrimonializzazione e i Fondi di garanzia dei Confidi da affiancare ai positivi interventi già effettuati per la mitigazione del rischio di credito, con un maggiore coordinamento delle modalità di intervento nei vari settori produttivi, anche prevedendo un Fondo e misure ad hoc per le start-up.

lo stop a qualsiasi ulteriore aumento dell'imposizione locale e delle tariffe pubbliche, il cui impatto sulle imprese dovrebbe invece gradualmente diminuire;

misure ancora più efficaci in materia di semplificazione amministrativa e burocratica;

No ad ulteriori inasprimenti dei provvedimenti di limitazione al traffico veicolare privato ed eliminazione dei blocchi del giovedì;

un'attenzione ancora più forte ai temi della mobilità, trasporti, sosta, raggiungibilità delle città e delle destinazioni turistiche che rivestono per le imprese di questi settori un'importanza vitale;

misure concrete per garantire il rispetto della legalità, la lotta all'abusivismo commerciale e alle infiltrazioni malavitose nel tessuto economico; eliminazione dei "regimi agevolati" nelle attività commerciali, turistiche e della somministrazione alimenti e bevande;

il completamento degli interventi di sostegno e dell'erogazione di contributi per le imprese delle aree colpite dal sisma del 2012.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Regionale)

Fiepet Confesercenti Emilia Romagna lancia l'allarme e chiede interventi immediati: "Continua inarrestabile la cessazione di attività di servizi di ristorazione nella nostra regione. Tra le attività cessate, 1550 e quelle iscritte, 1.110, nei primi nove mesi del 2014 sono 440 quelle che hanno chiuso le saracinesche" -

Parma, 11 novembre 2014 -

Nonostante nel nostro territorio il cibo e la buona tavola abbiano sempre maggiore attrattiva, continua inarrestabile la cessazione di attività di servizi di ristorazione nella nostra regione: secondo l'elaborazione Confesercenti su dati Infocamere, tra le attività cessate, 1550 e quelle iscritte, 1.110, nei primi nove mesi del 2014 sono 440 quelle che hanno chiuso le saracinesche.

La provincia con il maggior numero di chiusure è Bologna (-258) che però è anche quella che registra il maggior numero di nuove iscrizioni (+220); segue Modena (209 cessazioni e 156 iscritti), Rimini (201 cessazioni e155 iscritti), Ravenna (176 chiusure e 113 iscritti), Parma (169 chiusure contro 95 iscrizioni) Reggio Emilia (165 cessazioni contro 129 iscrizioni), Forlì Cesena (143 chiusure e 93 iscrizioni), Ferrara (139 chiusure e 96 aperture) e Piacenza (90 chiusure e 53 iscrizioni).

Su questi dati pesano naturalmente la crisi che persiste ormai da anni, ma soprattutto la tassazione eccessiva e una concorrenza anomala esercitata da attività che, pur essendo autorizzate, godono di "regimi agevolati", beneficiando di tutta una serie di facilitazioni che rendono impari la competizione tra imprese.

Secondo una ricerca di Nomisma commissionata da Confesercenti E.R. i pubblici esercizi nella nostra regione sono 25.725. Di questi 10226 subiscono concorrenza sleale. Alla domanda sulla diffusione del fenomeno dei "regimi agevolati", il 58% dei pubblici esercizi ha risposto che è "molto diffuso" e il 60% ritiene che negli ultimi due, tre anni il fenomeno sia aumentato.
Alla domanda su quale siano le attività che influiscono negativamente sulle loro attività, hanno risposto il 73% fiere, sagre, circoli e associazioni e agriturismi, il 15% l'abusivismo commerciale, il 9% le attività agevole di vendita di prodotti nei mercatini.
La soluzione per il 54% sarebbe garantire lo stesso sistema fiscale per tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande.

"La Fiepet Confesercenti E.R.- spiega Andrea Cavallina presidente della Federazione pubblici esercizi - ritiene che per contrastare questi fenomeni si debba intervenire sulla normativa nazionale, rivede la semplificazione introdotta per coloro che fanno ristorazione in sagre, fiere etc. garantendo anche i requisiti di sicurezza e salute per i consumatori; in più è necessario ridurre significativamente il limite massimo delle 30 giornate per la somministrazione temporanea per ogni evento e che i tempi di presentazione dei requisiti siano tali da garantirne l'accertamento."

Per Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna: "questi dati confermano quanto andiamo dicendo ormai da tempo: senza un'equa concorrenza l'economia della nostra regione rischia di perdere colpi, con il conseguente impoverimento del tessuto imprenditoriale. Occorre mettere tutti in grado di competere nel mercato con le stesse condizioni di partenza: sarà poi la qualità ad essere premiata. Inoltre la tassazione eccessiva non solo non consente più di investire nella propria attività, ma è diventata tale da far chiudere anche imprese consolidate da tempo. Sembra inoltre incredibile che in queste condizioni si possa solo immaginare di aumentare ancora l'Iva: sarebbe un vero e proprio autogoal per la nostra economia."

Nelle zone in cui esercita la sua attività o in generale nella sua città, il fenomeno dei "regimi agevolati" nella ristorazione lo ritiene:

dati fiep regimi agevolati

Pensa che negli ultimi due tre anni il fenomeno dei "regimi agevolati" nella ristorazione sia:

dati fieb regimi agevolati 2

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Regione Emilia Romagna)

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