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È nata nel 1945 grazie a don Mario Prandi, fondatore Case della Carità -
Modena, 4 settembre 2015 -
Ha compiuto settant'anni la cooperativa Fontanaluccia, la storica cooperativa di produzione e lavoro fondata il 21 agosto 1945 nella frazione di Frassinoro per iniziativa di don Mario Prandi, il sacerdote reggiano fondatore delle Case della Carità scomparso nel 1986. Il settantesimo anniversario della Fontanaluccia viene celebrato domani – sabato 5 settembre – a Fontanaluccia con una messa in programma alle 10 nella chiesa di S. Lucia; a seguire la proiezione nel CineLux di un dvd sulla storia della cooperativa e un pranzo presso il PalaPrandi. La cooperativa Fontanaluccia, specializzata in edilizia, sia nuova che ristrutturazioni, ha quindici dipendenti, tutti soci; il presidente è Andrea Agostinelli, affiancato dal vice Mariano Zanotti. La cooperativa è attualmente impegnata nella costruzione di 24 alloggi a S. Damaso per conto di Unioncasa, 18 alloggi a Magreta (committente l'Opera Pia Don Franchini) e la sala polivalente del centro pastorale S. Francesco per la parrocchia di Formigine. Da segnalare che la Fontanaluccia è riuscita ad abbattere quasi completamente il numero degli infortuni nei suoi cantieri. Dal 2003 a oggi ne ha registrati dodici, il più grave dei quali ha costretto il lavoratore a 35 giorni di assenza; tutti gli altri infortuni hanno avuto una prognosi compresa tra i quindici e i sei giorni. Nessun infortunio si è verificato negli ultimi due anni. Nonostante possa essere considerata un esempio virtuoso nella prevenzione degli infortuni, la cooperativa Fontanaluccia ha partecipato al progetto A Modena la sicurezza sul lavoro, in pratica, che da cinque anni si propone di assistere le imprese modenesi nell'applicazione delle norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso l'elaborazione di indicazioni semplici e concrete e la condivisione di buone prassi aziendali.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
La cooperativa formiginese ha offerto a queste donne un lavoro dignitoso e vicino a casa per poter seguire i figli e gestire la famiglia. -
Modena, 31 agosto 2015 -
Sono passati più di dieci anni da quando la cooperativa sociale Vagamondi di Formigine, specializzata nel commercio di prodotti equosolidali, ha iniziato a lavorare con lo Sri Lanka. In principio c'erano otto donne, perlopiù madri di bambini sordomuti, che cominciarono a produrre fiori finti realizzati con materiali vari, tra cui le calze da donna, spezie, semi e foglie, da utilizzare poi nel mercato italiano per il confezionamento di bomboniere. Attraverso il lavoro la cooperativa formiginese ha offerto a queste madri un lavoro dignitoso e vicino a casa per poter seguire i figli e gestire la famiglia. Nel 2007 Vagamondi ha aiutato queste donne a creare una vera e propria impresa, chiamata Araliya Community Company. Araliya, che in cingalese significa "bellezza di donna", è il nome di un profumatissimo fiore bianco dello Sri Lanka usato, secondo antiche tradizioni, per dare il benvenuto agli ospiti. Negli anni Araliya Community Company è cresciuta fino ad avere nel 2010 ottanta dipendenti.
«Adesso il gruppo di Aralya, formato da circa sessanta donne, lavora la corda di cocco, che è la materia prima principale utilizzata per produrre zerbini, sottopentole, piccole lavagnette portamessaggi ecc. - spiega Luca Borsarini, della cooperativa sociale Vagamondi – Inoltre le donne realizzano articoli in carta da giornale e piccoli fiori per il confezionamento di bomboniere». Le donne di Araliya hanno molta manualità e sono brave anche a cucire, tanto che alcune di esse si sono specializzate nella produzione di tovaglie, tovaglioli e centrotavola in cotone 100 per cento certificato; il tessuto è fornito da un'altra azienda storica del commercio equo cingalese. La retribuzione delle donne di Araliya rispetta i criteri stabiliti da Agices Equo Garantito, la principale associazione italiana del fair trade. Araliya lavora per diverse organizzazioni del commercio equosolidale in America e in Australia, ma il suo cliente più importante resta Vagamondi. «In questi anni la nostra cooperativa ha dato ad Araliya la possibilità di realizzare un sogno. Anche le donne cingalesi, però, ci hanno dato molto, a partire – conclude Borsarini - dalla certezza che un certo modo di fare cooperazione è possibile».
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)
Si tratta della prima innovazione di questo tipo applicata ai servizi alla persona in Emilia-Romagna e tra le poche esistenti in Italia. -
Modena, 10 agosto 2015 -
Grazie a uno smartphone e a un'applicazione, gli operatori sociosanitari della cooperativa sociale Domus Assistenza di Modena potranno dedicare più tempo all'assistenza e alla cura degli anziani. Si tratta della prima innovazione di questo tipo applicata ai servizi alla persona in Emilia-Romagna e tra le poche esistenti in Italia. Il nuovo strumento, denominato "SmartSad", sarà sperimentato a partire da domani – martedì 11 agosto - nel servizio di assistenza domiciliare (sad) che Domus gestisce in appalto per conto dell'Unione Comuni del distretto ceramico. A regime saranno oltre 200 gli operatori sociosanitari Domus che potranno usarlo, con grandi benefici per il loro lavoro e per la qualità del servizio prestato agli utenti.
«L'oss (operatore sociosanitario) inserirà nel proprio SmartSad le attività e i dati che riguardano ogni singolo utente – spiega Gaetano De Vinco, presidente della cooperativa sociale Domus Assistenza e di Confcooperative Modena – Operazioni come l'alzata e messa a letto, i pasti e la spesa, l'igiene e la deambulazione, fino a oggi venivano registrate su carta e consegnate agli uffici comunali e della cooperativa. Con questo strumento si ridurranno al minimo la parte burocratica e i percorsi improduttivi dell'oss, che potrà impiegare più tempo all'assistenza della persona anziana. Avverranno via smartphone anche i passaggi di consegne tra gli oss e lo scambio delle informazioni per la cartella sociosanitaria degli utenti. Queste e altre operazioni tipiche del lavoro dell'oss risulteranno più semplici e potranno essere immediatamente condivise con i coordinatori dell'assistenza domiciliare».
Grazie al tempo sottratto alle "scartoffie", l'oss potrà dedicare maggiori attenzioni ed energie ai nuovi bisogni espressi dagli anziani assistiti; inoltre la razionalizzazione dei suoi spostamenti gli consentirà di essere disponibile a occuparsi nell'arco della giornata di un numero più alto di utenti. Lo SmartSad, che sarà collegato in cloud con la sede del servizio di riferimento, è di uso facile e intuitivo; in ogni caso Domus Assistenza ha previsto una formazione ad hoc per gli operatori che dovranno utilizzarlo. «Questa innovazione aumenterà la trasparenza e tracciabilità del nostro lavoro, perché permetterà alle pubbliche amministrazioni nostre committenti di sapere in tempo reale dove sono e cosa stanno facendo i nostri oss. Infine – conclude Gaetano De Vinco – migliorerà la conoscenza della realtà sociosanitaria del territorio, non solo ai fini statistici, ma soprattutto per decidere le politiche e i servizi a favore della popolazione anziana».
(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)