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Più di 600 persone hanno partecipato, nell'ultimo anno, a iniziative promosse da Cescot. Sette su dieci tra coloro che erano in cerca di occupazione, a due anni di distanza dai corsi, hanno trovato un lavoro stabile. Sul canale 'Youtube' tre testimonianze esemplari di persone che dopo avere frequentato corsi di formazione guardano al futuro con minore incertezza.
Modena, 12 luglio 2014 -
La formazione e l'aggiornamento professionale servono o non servono? Sono davvero strumenti efficaci per aumentare e qualificare l'occupazione, sostenere la crescita economica e favorire la diffusione dell'innovazione nelle imprese? Tagliare o quantomeno ridurre drasticamente i finanziamenti, nazionali e comunitari significa ridurre degli sprechi o negare delle opportunità?
Domande dirette, per certi aspetti provocatorie, alle quali si deve dare una risposta, entrando però nel concreto, misurando qualità e quantità degli interventi e ascoltando i protagonisti veri, vale a dire i partecipanti ai corsi. Evitando, in altre parole, posizioni pregiudiziali o prese di posizione autoreferenziali. A scendere in campo con determinazione su questi temi che sono di recente stati giorni oggetto anche di aspre polemiche a livello nazionale, è CESCOT, l'ente di Formazione di Confesercenti Modena. Lo fa partendo dalle parole della giovane direttrice Francesca Sola, modenese poco più che trentenne, che snocciola dati e soprattutto porta tre testimonianze che possono definirsi esemplari. Quella di un imprenditore di successo come Silvano Franciosi dell'agenzia di comunicazione Proxima, di Davide Cacciani, laureato che dopo un corso ha finalmente trovato un'occupazione stabile con un contratto a tempo indeterminato e di Barbara Philippart, aspirante imprenditrice nel settore della promozione turistica.
"La formazione e l'aggiornamento professionale svolgono un ruolo importante nel qualificare le risorse umane – afferma Francesca Sola – e proprio nella formazione si possono trovare una parte delle risposte alle difficoltà che il mondo dell'economia, si tratti di lavoratori o imprenditori, è da tempo chiamato ad affrontare. A confermarlo sono i risultati conseguiti".
Lo scorso anno Cescot ha promosso più di 50 iniziative, che complessivamente hanno interessato oltre 600 persone (età media 35 anni), per un numero totale di ore di formazione erogate che ha raggiunto quota 4.350. A due anni dalla partecipazione a un corso professionalizzante, il 70% di chi non aveva un'occupazione ha un lavoro grazie alla formazione ricevuta.
"Si tratta di numeri molto incoraggianti, per noi, così come per l'intera comunità modenese, che sono frutto di analisi accurate che ci permettono di plasmare l'offerta formativa partendo dal fabbisogno reale delle imprese. Un giusto mix tra parti teoriche e applicazione sul campo in contesti reali, con l'affiancamento di docenti rigorosamente selezionati rappresentano i mattoni coi quali costruiamo la nostra offerta. Incontriamo regolarmente imprenditori e lavoratori, utilizzando la conoscenza diretta di centinaia di imprese del territorio per dare maggior concretezza ai nostri interventi - prosegue Francesca Sola - anche grazie alla collaborazione con Confesercenti Lavoro, la nostra agenzia per il lavoro, che permette di agevolare l'incontro tra domanda e offerta". "Non dobbiamo però dimenticare - prosegue Francesca Sola - che quasi nella totalità dei casi questi interventi sono stati possibili grazie a finanziamenti in parte riconducibili all'Unione Europea (Fondo Sociale Europeo) e in parte a Fon.Ter, il Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua del terziario. La presenza di questo sostegno è vitale. Naturalmente altrettanto fondamentale è che l'utilizzo delle risorse avvenga in modo trasparente ed efficace, offrendo sempre la possibilità di misurare i risultati effettivamente conseguiti".
Tre storie esemplari di persone che, dopo avere frequentato corsi di formazione, guardano al futuro con meno incertezza
Accanto ai numeri, per quanto lusinghieri, è altrettanto importante ascoltare la voce di alcuni dei veri protagonisti, di chi ha partecipato ai corsi di formazione per comprendere il valore strategico per il sistema socio-economico della formazione.
Il laureato che ha trovato lavoro a tempo indeterminato
"Ho trentasette anni – racconta Davide Cacciani – e un lavoro a tempo indeterminato in un supermercato a Carpi grazie a un corso di Cescot sulla lavorazione delle carni. Quando ho iniziato la formazione non sapevo cosa avrei fatto ma, oggi, posso dire che grazie a questa esperienza ho avuto la fortuna di potermi rimettere in gioco. Il corso a cui ho partecipato, infatti, mi ha dato una mano a trovare la strada giusta, mi ha indirizzato verso il lavoro, accompagnando la teoria alla pratica".
Chi è Davide Cacciani, un suo breve profilo
Classe 1977, nato a Correggio. È sposato e da poco è diventato papà. Grazie alla frequenza di un corso di seicento ore sulla lavorazione delle carni organizzato da Cescot Modena, ha trovato lavoro presso un'azienda per uno stage. Oggi, nella stessa ditta, ha un contratto a tempo indeterminato.
L'azienda di successo
"Abbiamo sempre fatto della ricerca e sviluppo la nostra ragion d'essere – sottolinea Silvano Franciosi, responsabile delle relazioni con i clienti dell'agenzia di comunicazione Proxima –. Gli interventi di formazione servono per acquisire capacità tecniche e professionali, ma anche per sviluppare e diffondere in azienda la cultura del 'gioco di squadra'. Siamo in un momento storico di grande cambiamento e credo che la formazione sia una risorsa strategica per continuare ad essere competitivi sul mercato".
Chi è Silvano Franciosi un suo breve profilo
Nato a Castelnuovo Rangone nel 1953, laureto al DAMS di Bologna, collabora per diversi anni con l'Ufficio cinema del comune di Modena. Agli inizi degli anni '80 il centro di Formazione professionale 'Patacini' lo incarica di sviluppare una innovativa attività di formazione e consulenza aziendale. Anche grazie a questa esperienza, nel 1987 dà vita insieme ad altri professionisti, alla agenzia di comunicazione Proxima. Dalla sua fondazione, ricopre il ruolo di Responsabile relazioni con i Clienti al quale si sono aggiunti la Ricerca e Sviluppo e il Mood aziendale. Con troppi hobby e passioni, esplora in camper, con curiosità, luoghi e persone.
L'aspirante imprenditrice
"Sono ventotto anni che lavoro in uno studio notarile – spiega Barbara Philippart – e a inizio gennaio 2013 sono stata messa in cassa integrazione. È stato un periodo molto duro. Sentivo di aver perso la mia identità di lavoratore. Così ho cercato di cambiare punto di vista. Da sempre amo viaggiare e ho pensato potesse essere interessante sviluppare nuove competenze come operatore turistico dei nostri prodotti locali. Il corso di formazione organizzato da Cescot, grazie a insegnanti validissimi che hanno sviluppato la mia curiosità, mi ha fatto conoscere un intero mondo. Oggi ho ripreso il lavoro nello studio notarile ma l'idea di creare qualcosa di mio per la promozione turistica del territorio non è scomparsa. Anzi, credo molto nel progetto e spero che a breve possa diventare realtà".
Chi è Barbara Philippart, un suo breve profilo
Nasce a Pavullo nel 1966 da padre belga - militare delle Forze della Nato - e mamma italiana. Vive i primi cinque anni tra Belgio, Germania e Olanda. Torna quindi a Pavullo dove si diploma all'Istituto Tecnico Commerciale Cavazza. Nel 1985 parte per un'esperienza di lavoro in Senegal per poi tornare a Modena e iscriversi al corso di laurea in Giurisprudenza. Inizia, proprio in questo periodo, a collaborare con il notaio Gino Bergonzini. Coltiva da sempre l'hobby dei viaggi, l'Africa è la sua seconda patria, dove va almeno tre volte all'anno. Il viaggio è la sua 'molla' e il sogno nel cassetto è lavorare nel settore del turismo. Oggi è impiegata nello studio notarile Bergonzini, dopo una parentesi non facile di cassa integrazione durante la quale ha frequentato i corsi di formazione di Cescot per mettere a frutto le sue aspirazioni legate alla promozione del territorio.
ON-LINE SU 'YOUTUBE'
Una sintesi video delle tre testimonianze è visibile sul canale 'Youtube' di Confesercenti Modena all'indirizzo: https://www.youtube.com/channel/UCwZkElsjqLJIESfefOrZkIw/featured
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Il Presidente nazionale di Confesercenti Marco Venturi a Modena. Appello rivolto sia in ambito nazionale, ma anche e soprattutto locale dove tra crisi, calo dei consumi e pressione fiscale opprimente, le PMI rischiano l'estinzione -
Modena, 27 giugno 2014 -
"Rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita, rimettere in moto l'economia, rilanciare le imprese". Il Presidente nazionale di Confesercenti e attuale portavoce di RETE Imprese Italia Marco Venturi si è rivolto in questo modo al Governo in occasione dell'assemblea nazionale associativa 2014. E si rivolge al tempo stesso e a maggior ragione anche agli enti locali viste e considerate le difficoltà che stanno caratterizzando i territori e colpendo molto duramente le piccole e medie imprese che operano esclusivamente sul mercato interno.
A Modena, invitato da Confesercenti in occasione dell'annuale Assemblea associativa, Venturi non ha mancato di porre l'accento su una serie di dati che denotano la grave situazione di difficoltà attraversata dal mondo imprenditoriale, ed in particolare dalle piccole realtà produttive a livello nazionale e quindi anche strettamente locale. In primo luogo la crisi del mercato interno, che nel solo biennio 2012-2013 ha fatto segnare una diminuzione per la spesa di beni da parte delle famiglie di 28 miliardi e mezzo di euro. "Un crollo per le PMI legate al nostro mercato, le cui conseguenze devastanti si sono abbattute sul Pil e occupazione". Alla flessione della domanda interna i somma poi anche la pesante contrazione registrata dal credito alle imprese comprese quelle virtuose che, unitamente alla ragnatela burocratica che di fatto blocca il mondo produttivo, quando, afferma Venturi, "Intorno a noi dilaga e prospera l'abusivismo. Chi ha chiuso negli ultimi 12 mesi per crisi, alti costi, tasse e burocrazia pensa che di legalità si muore e di illegalità si sopravvive."
E queste sono state alcune delle denunce che la grande manifestazione di piazza del Popolo a Roma il febbraio scorso ha evidenziato, "Oltre a significare e dimostrare – continua Venturi - come l'unità del mondo associativo in RETE Imprese Italia rappresenta il modo più efficace per dare risposte alle imprese. Lo abbiamo visto nei tanti incontri fatti da RETE con il governo Renzi e i suoi ministri. Dobbiamo continuare a pressare l'Esecutivo e il Parlamento, per incidere sulle 'ferite aperte', a partire da fisco e burocrazia. L'eccesso di prelievo in Italia è figlio di una spesa pubblica tracimante, causata anche dalla riforma del Titolo V che ha dato il via libera a 23000 centri di spesa. Occorre garantire, con interventi rapidi e decisi, tagli significativi ad una spesa mostruosa che non possiamo né vogliamo più permetterci. Soprattutto, occorre una riflessione coraggiosa sul debito pubblico. Meno spesa, meno tasse per favorire maggiori investimenti, rilancio dei consumi e crescita della occupazione. La riforma del fisco non può più essere rinviata e deve incidere sia sull'imposizione nazionale, sia su quella locale."
La prima emergenza per il Presidente nazionale di Confesercenti, sostenuto anche da Fulgenzio Brevini coordinatore sindacale provinciale per l'Associazione imprenditoriale modenese, è quella di mettere mano ad un fisco locale sempre più vorace e che alimenta sprechi ed abusi. Al di la del pasticcio Tasi - anche se Modena è tra le poche città che ha determinato per le abitazioni private una diminuzione dalla Tasi e per i beni strumentali delle imprese una minima riduzione dell'IMU - nel 1990 le imposte locali assorbivano l'equivalente di meno di 8 giorni di lavoro, nel 2013 hanno toccato i 26: un costo insostenibile. In soli quattro anni il prelievo locale è cresciuto di circa 20 miliardi, mentre l'imposizione centrale è salita di 14 miliardi. Ben 34 miliardi di euro in più per le casse pubbliche, e 34 in meno per redditi, investimenti e consumi. Nello stesso periodo il Governo ha tagliato 30 miliardi di trasferimenti agli enti locali. "C'è di fatto il rischio che con una mano si diano agevolazioni, come lo sconto del 10% della bolletta elettrica e il dimezzamento dei contributi camerali, e con l'altra, quella del territorio, si riprenda tutto aumentando il prelievo fiscale. Alla fine a fare la spending review sono stati i cittadini e le imprese che si sono visti sottrarr ei quattro anni 64 miliardi di euro: il 7% dei consumi complessivi delle famiglie."
"Ecco perché – evidenzia Brevini - ci sentiamo di riproporre in modo più forte e con iniziative più pregnanti ai colleghi di RETE Imprese Italia in occasione delle prossime discussioni sui bilanci comunali significative riduzioni di spesa che per il comune capoluogo potrebbero essere quantificate in una decina di milioni, intervenendo in settori non strategici da destinare ad un significativo abbattimento dell'IMU sui beni strumentali delle imprese."
Ma è anche un'altra la proposta che avanza il presidente nazionale di Confesercenti: "Un nuovo patto fiscale: nei prossimi cinque anni vogliamo un impegno solenne da parte di Governo, Regioni e Comuni, che preveda la restituzione di 10 miliardi l'anno a cittadini ed imprese, finanziato da tagli coraggiosi alla spesa pubblica. Senza nel frattempo altri aumenti di imposizione fiscale, nazionale e locale. Si possono in questo modo raggiungere alcuni fondamentali obiettivi: dare certezza e stabilità ai contribuenti ed in particolare al mondo imprenditoriale; favorire la programmazione di investimenti e occupazione; ridurre la pressione fiscale; semplificare gli adempimenti. Ma occorre fare presto. Perché a fine anno in soli tre mesi i contribuenti dovranno far fronte a Tasi, acconto Irpef, Tari, IMU: una nuova batosta che lascia presagire nuove chiusure e disoccupazione."
"Sono le imprese – tiene a precisare Venturi - quelle che creano ricchezza e lavoro sul territorio. Per questo ci aspettiamo interventi forti e mirati a mettere tutte le PMI italiane nella condizione non solo di tenere, ma di crescere. Il Governo ha fatto passi in avanti in questa direzione (Il Dl lavoro contiene un serio tentativo di semplificazione, il mini taglio dell'IRAP è stato positivo e Garanzia Giovani rappresenta un'opportunità) Però chiediamo un ulteriore impegno al governo di innalzare il tetto di esenzione dell'imposta e per sostenere le piccole e medie imprese."
Ci sono richieste però anche in ambito più strettamente locale, aggiunge Brevini, "Nello specifico per quello che riguarda la qualificazione urbana: che non deve intendersi solo in termini di mobilità, ma anche di qualità della vita. Il commercio rimane il perno di questa qualità, soprattutto come servizio di vicinato. Basta girare le nostre città e quindi anche Modena per vedere e percepire il dramma che hanno vissuto e stanno vivendo migliaia di imprenditori. Saracinesche chiuse, cartelli vendesi e affittasi. La totale deregulation del commercio avrebbe dovuto favorire la concorrenza, dare nuovo impulso ai consumi e, con essi, al Pil. Nessuno dei tre obiettivi è stato raggiunto. L'unico effetto, finora è stata la penalizzazione dei negozi di vicinato. Tornare alla regolamentazione degli orari è una scelta necessaria e obbligatoria, che garantisce un'equa concorrenza tra le diverse forme distributive. La nostra proposta di ripensare le liberalizzazioni - tema su cui Brevini tiene a ricordare le oltre 4000 firme raccolte solo in città sostegno della legge di iniziativa popolare – ha finalmente rotto il muro del silenzio. Ora sui vada a vanti e si trovi soluzione ad un problema che è al tempo stesso economici e sociale."
"Le piccole e medie imprese – concludono Venturi e Brevini – vanno ascoltate prima di varare qualsivoglia provvedimento, perché hanno il contatto diretto col territorio. E dato che le rappresentiamo non smetteremo mai di dare voce ai loro problemi alle loro speranze e quindi di avanzare proposte costruttive, volte alla loro tutela come alla loro crescita e sviluppo".
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
Partirà a fine giugno a poco più di un mese dal primo, l'appuntamento formativo in cui si insegnano le tecniche per trasformare carote, zucchine, ravanelli e peperoni in originali composizioni floreali per decorare la tavola -
Modena, 18 giugno 2014 -
Un corso a tutti gli effetti di successo e che considerate le tantissime adesioni pervenute in occasione della prima edizione - tenutasi a metà maggio - si è pensato di replicare già mercoledì 25 e giovedì 26 giugno 2014. Il corso in questione, che mette alla prova la manualità, la tecnica e soprattutto la fantasia di ciascuno, è quello di Intaglio artistico di frutta e verdura, promosso da Cescot, il Centro di formazione di Confesercenti Modena, in stretta collaborazione con FIESA, Federazione Italiana Esercenti Specialisti dell'alimentazione. L'iniziativa, articolata anche questa volta in due appuntamenti, ciascuno della durata di tre ore, mira a fornire le basi delle tecniche d'intaglio di frutta e verdura. Ai partecipanti si insegna, soprattutto attraverso esercitazioni pratiche, come trasformare carote, zucchine, ravanelli, peperoni, angurie, kiwi, cetrioli etc. in elementi decorativi per piatti da portata o in composizioni floreali, destinati ad impreziosire e abbellire le tavole per buffet, cene, banchetti o ricevimenti. Gli insegnanti, molto noti e conosciuti tra gli addetti ai lavori e spesso vera e propria attrazione dal vivo in occasione di fiere e sagre d'importanza anche nazionale, sono Luigi Colombini, docente d'intaglio di zucche in bassorilievo, esperto di ortofrutta e Franco Capitani, docente di intaglio di cocomeri e meloni. Il corso è rivolto a tutti coloro che sono interessati ad apprendere le nozioni di base dell'intaglio di questa particolare tecnica artistica. Al termine verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
Per iscriversi o riceve ulteriori informazioni in merito è possibile consultare il sito www.cescotmodena.com, oppure consultare la D.ssa Angela Pireddu all'indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al numero 059/892633.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)