Provincia di Parma
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Terminati i lavori sulla strada provinciale sp654R della Val Nure. Le opere sono state finanziate dalla Regione. Posato anche un cartello che evidenzia. Il punto di massima altitudine di una strada provinciale nell'Appennino Ligure. Gli interventi del Servizio Viabilità della Provincia di Parma hanno riguardato lavori di ripristino della carreggiata, danneggiata dall'esondazione di un rio che ha prodotto anche l'interruzione della sede stradale. -
Parma, 17 novembre 2015 –
Sono terminati i lavori sulla strada provinciale sp654R della Val Nure. L'opera è stata finanziata dalla Regione Emilia-Romagna, per un importo di 64000 euro, come stabilito dalla Legge regionale 1/05, art.10. Sulla strada è stato posato il cartello che indica l'altitudine massima, di 1.519 metri sul livello del mare, di una strada provinciale in tutto l'Appennino Ligure. La segnalazione ha due valenze: dal punto di vista turistico poiché si tratta di una strada percorsa dai motociclisti, da aprile a novembre, e dagli sciatori che vogliono raggiungere il monte Penna; e dal punto di vista generale come caratteristica precipua della zona.
"L'impegno della Provincia di Parma per garantire la sicurezza e la transitabilità delle strade sul nostro Appennino è continua" ha dichiarato il Delegato provinciale alla viabilità, Gianpaolo Serpagli. "Il nostro lavoro di individuazione dei punti più critici e di reperimento delle risorse non s'interrompe, nella convinzione che garantire buone strade e buoni collegamenti stradali sia fondamentale. Si tratta di una strada a forte interesse turistico ed è giusto indicarne una caratteristica specifica, che ne esalti la singolarità, com'è quella della maggiore altitudine".
Gli interventi del Servizio Viabilità della Provincia di Parma hanno riguardato lavori di ripristino della carreggiata, danneggiata dall'esondazione di un rio che ha prodotto anche l'interruzione della sede stradale. Inoltre si è provveduto all'asportazione di massi presenti sulla carreggiata e al ripristino della funzionalità del tombone di attraversamento della strada da parte del rio.
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)
In mostra alcuni dei preziosi reperti della splendida ed inedita Collezione Luciano Narducci, un'articolata raccolta di oltre 1600 pezzi che comprende macchine che spaziano dal pre cinema all'avvento vero e proprio del cinema, attrezzature di notevole valore e rarità, restaurate e conservate in oltre cinquant'anni di ricerche. Ingresso gratuito, dal 20 al 22 novembre nelle sale del Palazzo Pallavicino, in occasione di November Porc. L'iniziativa illustrata in Provincia da Censi, Narducci, Mazzari, Latronico. -
Parma, 14 novembre 2015 –
Si intitola "Il Cinematografo - Le macchine del pre cinema e del cinema - Esposizione temporanea di un cantiere culturale" la mostra che si terrà dal 20 al 22 novembre 2015 presso le sale del Cinquecentesco Palazzo Pallavicino di Zibello, Ex Convento dei Padri Domenicani, voluta dal Comune di Zibello e patrocinata dalla Provincia di Parma, in concomitanza con November Porc.
L'ingresso è gratuito, orari di apertura: venerdì 17,30-21; sabato 10 - 13 e 16:30-21; domenica 10 -13 e 16,30 - 21.
L'iniziativa è stata illustrata ieri in Provincia, da Andrea Censi Sindaco di Zibello e Consigliere Delegato della Provincia di Parma, Luciano Narducci proprietario della collezione in mostra, Anna Mazzari curatrice del progetto, Enzo Latronico giornalista e critico cinematografico.
"E' l'inizio di un percorso che ci porterà a costruire a Zibello il Museo Amedeo Narducci – ha affermato Censi – La collezione è il risultato della passione di una vita che ha portato a questa raccolta strepitosa e completa di pezzi straordinari. Una qualità che ci avvicina a quella del Museo del Cinema di Torno, con oggetti tutti funzionanti, che ripropongono la dinamicità intrinseca del cinema. Si tratta di uno sforzo importante per la nostra piccola comunità, ma comprendiamo bene l'importanza della cultura, perché Zibello è November Porc, ma non solo. "
LA MOSTRA
L'esposizione nasce con l'intento di presentare in una breve finestra temporale parte di una splendida ed articolata collezione, che si auspica sarà il motore di un progetto ben più complesso e strutturato di realizzazione di un ufficiale e riconosciuto museo del cinema.
Verranno messi in mostra alcuni dei preziosi reperti della splendida ed inedita Collezione Luciano Narducci, un'articolata raccolta di oltre 1600 pezzi che comprende macchine che spaziano dal pre cinema all'avvento vero e proprio del cinema, attrezzature di notevole valore e rarità, restaurate e conservate in oltre cinquant'anni di ricerche.
Si tratta di 500 tra grammofoni, giradischi, proiettori, cineprese, obiettivi, moviola, giuntatrici.
E poi ci sono i cosiddetti pre-cinema: oggetti che vanno dal 1870 al 1900 e sono più che altro strumenti nati per sorprendere e giocare con i primi studi di movimento, stereoscopi, taumatropi, fenachistoscopi, lanterne magiche coi relativi vetrini e 900 dischi in cartone.
Ci sono poi le Proiezioni mute, che vanno dalla prima proiezione in pubblico, quella del 1895, fino al 1928 e conta proiettori francesi con meccanica Lumière e Pathè e proiettori tedeschi con meccanica Ernemann, cineprese a manovella e meccaniche con motorino d'avanzamento ricavato da quello di una sveglia; in esposizione anche i relativi filmini.
Vengono quindi le Proiezioni sonore, che vanno dal 1928 fino ai giorni nostri, con l'esposizione di alcune macchine datate 1930, e molte altre, che permettono di seguire l'evoluzione di questa tecnologia fino al 1970. A proposito di sonoro e musica, si segnala una preziosa collezione di grammofoni tutti rigorosamente funzionanti, databili tra il 1910 e 1930, strumenti che spesso vengono affiancati come colonna sonora alle proiezioni mute.
Sono tutti rigorosamente originali anche i 50 tra manifesti e locandine, le 200 bobine e film in pellicola e i numerosi documenti inediti.
Una chicca sono i reperti della cosiddetta "serata nera", com'era allora chiamato uno spettacolo riservato ai soli uomini adulti allestita in uno spazio apposito: filmati, naturalmente muti e della durata di pochi minuti; dalla riproduzione di un raro esemplare di volantino pubblicitario, conservato nelle raccolte teatrali della Biblioteca Panizzi, si viene a sapere che le brevi proiezioni, o "quadri viventi" come allora venivano chiamati, avrebbero mostrato degli audaci scorci.
STORIA DELLA COLLEZIONE
Fin dall'età di 16 anni, i fratelli Narducci, Amedeo e Luciano, appassionati di cinematografo, girano per le strade sterrate delle campagne del piacentino in bicicletta, con un proiettore, un telo bianco e qualche bobina cinematografica da mostrare alle famiglie abitanti delle cascine visitate. I due giovani, regalano un sogno, una magia, minuti preziosi nella vita di coloro che trascorrono le giornate in faticosi lavori agricoli e di cascinale in cambio di qualche prodotto della loro terra, ortaggi, frutta, uova... importanti ricompense in cambio di un sogno, dell'immagine di una vita così lontana dalla loro.
La passione dei due giovani cresce con loro, iniziano a ricercare e collezionare importanti attrezzature cinematografiche, bobine, vetrini, immagini fotografiche e di cartellonistica, sistemi di registrazione e riproduzione di suoni ed immagini.
Luciano diviene anche scenografo e tecnico audio e video per emittenti locali, tra cui Teleducato, affinando le doti innate e perfezionando le sue capacità di restauro anche meccanico dei pezzi collezionati, che vengono mantenuti funzionanti.
Purtroppo Amedeo viene a mancare, ma Luciano continua nella sua passione in memoria del fratello, garantendogli la cura e la valorizzazione di una collezione unica nel suo genere.
L'intera collezione è già oggetto di tesi e ricerca presso l'Università di Parma, Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, al fine di garantirne la storia e la provenienza.
Sabato 14 novembre, alle 9.30, all'Auditorium dell'Itc Bodoni, il Delegato provinciale all'Agricoltura Moretti lo consegnerà al referente del gruppo, Tiziano Fantinel. Il riconoscimento sarà conferito a Coltivare condividendo, gruppo di agricoltori di Belluno, nato per recuperare, catalogare, riprodurre e diffondere la biodiversità locale. L'iniziativa è aperta a tutta la cittadinanza. -
Parma, 6 novembre 2015 –
Si terrà sabato 14 novembre, alle ore 9,30, all'Auditorium dell'Itc "Bodoni" di Parma (Viale Piacenza, 14), la cerimonia di consegna del Premio San Martino per la biodiversità in agricoltura anno 2015.
Il riconoscimento sarà conferito a Coltivare condividendo, gruppo di agricoltori di Belluno, nato per recuperare, catalogare, riprodurre e diffondere la biodiversità locale. Nel 2008 gli agricoltori della zona si sono uniti per risolvere un problema fitosanitario che ha investito alcune varietà di fagioli locali, mettendo a rischio tutta la produzione tipica e caratteristica di quel territorio. Con l'aiuto del Professore Salvatore Ceccarelli, già insignito del Premio San Martino nel 2012, è stato messo a punto un progetto di monitoraggio, controllo e selezione dei baccelli migliori, terminato con un'operazione di scambio partecipato dei semi tra gli agricoltori che hanno aderito all'iniziativa. Tutto ciò ha fatto si che il problema fitosanitario non si sia più ripresentato e le varietà di fagioli a rischio di estinzione sono state recuperate con successo. Tale "agricoltura relazionale" ha consentito quindi di affrontare la virosi in modo partecipativo e collaborativo.
Tiziano Fantinel
IL PROGRAMMA
Si parte alle ore 9,30 con l'omaggio musicale di Claudio Ferrarini, direttore artistico di Slowflute Festival e i saluti di Anna Rita Sicuri dirigente scolastico del Polo Agroindustriale di Parma; quindi aprono i lavori Claudio Moretti Delegato all'Agricoltura della Provincia di Parma e Monica Azzoni, Presidente dell'Associazione Fattorie didattiche.
Alle 10,30 Moretti consegnerà il Premio a Tiziano Fantinel, referente del Gruppo Coltivare condividendo, a seguire la conversazione tra Fantinel e l'on. Giuseppe Romanini, moderata da Paolo Maria Amadasi, giornalista della Gazzetta di Parma.
Le conclusioni saranno affidate al sen. Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano.
L'iniziativa è aperta a tutta la cittadinanza ed in particolare agli studenti delle scuole superiori, agli insegnanti e alla rete degli Agricoltori Custodi e del mondo produttivo agricolo parmense.
IL PREMIO
Il Premio San Martino, istituito nel 2008, è un riconoscimento che la Provincia di Parma assegna a figure di rilievo per l'impegno dedicato alla salvaguardia della biodiversità in agricoltura e alla sensibilizzazione in tale ambito. Le linee guida perseguite nella storia dell'assegnazione del Premio sono cinque: Educazione, Economia, Ecologia, Etica e Estetica.
Questo momento istituzionale ha contribuito a divulgare iniziative territoriali di recupero e valorizzazione delle risorse autoctone in agricoltura, consentendo inoltre di dare risalto, nella nostra Provincia, al lavoro di persone, enti ed associazioni che da anni si occupano della biodiversità, tra cui gli Agricoltori e Allevatori custodi, e di creare una importante occasione di incontro tra mondo produttivo, scientifico e la cittadinanza.
Tra i premiati degli anni scorsi il Presidente di Slow Food Carlo Petrini, l'ambientalista indiana Vandana Shiva e la trasmissione "Linea Verde".
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)