Comune di Piacenza

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Sito Ufficiale: http://www.comune.piacenza.it/

Reportage da Sarajevo per Valentina Porcu e Silvia Manini, che il 24 luglio hanno terminato il loro viaggio, accompagnate da Francesco Millione della Caritas diocesana, nell'ambito del progetto Kamlalaf, promosso dal Comune di Piacenza in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Svep e diverse associazioni di volontariato del territorio. -

Piacenza, 27 luglio 2015 -

La capitale della Bosnia Erzegovina ci accoglie con i suoi moderni palazzi che svettano al fianco dei ruderi sopravvissuti alla guerra, sui quali la stessa ha lasciato evidenti segni; i fori che vediamo evocano in noi il suono degli spari e le grida della gente. La nostra prima giornata è dedicata alla memoria: è Roberta Del Prete, giovane donna che continua a collaborare con Caritas dopo il servizio civile, ad accompagnarci per le vie della città. 
A Sarajevo, la Caritas italiana supporta la Caritas locale nelle sue attività allo scopo di renderla autonoma e, insieme ad altre Caritas internazionali, tra cui quella americana, ha un progetto di supporto alle vittime civili nel processo di rielaborazione del trauma post-guerra e della riconciliazione, tema di cui è ancora necessario parlare guardando in modo concreto la società. Gli accordi di Dayton hanno fatto terminare la guerra ma non hanno risolto i vari contrasti: la pace va costruita giorno dopo giorno con fatica, non è scontata.

L'incontro organizzato per noi coinvolge tre persone sopravvissute alla guerra: Angelko, croato, ci parla della sua esperienza ricordando "persone buone in tempi cattivi" ed esprime speranza nel futuro per "smettere di vivere nel passato"; Andrich, serbo, a stento trattiene l'emozione in alcuni momenti in cui ricorda torture, paura per i propri familiari e senso di colpa, chiedendo giustizia per quanto sofferto, giustizia che può arrivare solo col riconoscimento dei loro diritti (uno fra tutti l'invalidità da shock post traumatico); Amir, bosniaco, è il più giovane, aveva poco più di 10 anni quando, dopo essere stato allontanato dalla sua casa e poi deportato altrove insieme ai suoi compaesani, la vede bruciare alle sue spalle. Nonostante tutto ciò e la perdita del padre, ha ancora un bel ricordo vivo nella mente: l'arrivo degli scout italiani nel campo profughi di Fiume (l'attuale Rijeka) al confine con la Croazia, che facevano giocare i bambini e portavano gli hamburger. 
Il filo comune a tutti e tre gli interventi è stato sicuramente il punto di partenza per imboccare la strada della riconciliazione, che dev'essere il Perdono, necessario e doveroso da parte di tutti verso tutti, perché in questa guerra, come in tutte le guerre, la violenza è di tutti contro tutti, l'umano viene disumanizzato, e le motivazioni che la innescano si perdono nei meandri dei molteplici problemi sociali, etnici, religiosi e culturali; l'altro elemento fortemente sottolineato è il ruolo che la politica deve assumere in questo processo di giustizia sociale, necessaria per poter ripartire (ricordiamo anche come le disposizioni per la costituzione di una Commissione per la riconciliazione, come previsto dagli accordi di pace di Dayton, sono state del tutto disattese).

Un esempio di quanto ancora la politica sia "indietro" rispetto alla maturità ormai acquisita da gran parte della popolazione, è il mancato supporto statale in termini di finanziamento ai progetti di riconciliazione: Caritas Bosnia Erzegovina, ad esempio, riceve il 97% dei fondi dall'estero. 
Quest'anno, tra l'altro, l'associazione spegne 20 candeline e ripercorre la sua storia ricordando come è nata (aiuti umanitari rivolti a tutte le etnie/fedi religiose nel contesto della guerra) e come lavora oggi, collaborando con altre organizzazioni su progetti di sviluppo: assistenza domiciliare ad anziani rimasti soli dopo l'emigrazione dei giovani familiari, interventi sul mercato del lavoro per ridurre la disoccupazione ed evitare la conseguente emigrazione verso l'estero, che si declina anche come azione di prevenzione della tratta di esseri umani (prostituzione e traffico di organi umani).


La seconda giornata è stata dedicata al dialogo interreligioso, partendo da una visita ai quattro cardini religiosi (cattedrale cattolica, moschea, sinagoga e chiesa ortodossa), per poi incontrare alcuni membri del gruppo del Consiglio Interreligioso, costituito da una ventina di giovani che operano insieme a ragazzi dai 15 ai 25 anni. Si cerca di educarli alla pace, in particolare nelle zone rurali, perché è nelle periferie che sono rimasti ancora molti pregiudizi e ostacoli da superare, dopo la guerra. Non bisogna dimenticare che la coesistenza tra le tre religioni è imperfetta, non si può credere che sia tutto semplice, per questo bisogna continuare a impegnarsi in modo costante perché vi possa essere un futuro di pace. Il Consiglio collabora anche con le comunità, con i religiosi e con le donne. "Bisogna amare il prossimo come se stessi" è ciò che viene sottolineato dai membri. Indipendentemente dalle differenze etnico-religiose "l'amore non fa nessun male al prossimo". E' questo il grande insegnamento che tutte le religioni chiamate in causa ci insegnano.

Sulle stesse tematiche oggetto del lavoro di Caritas Bosnia Erzegovina, opera anche l'associazione Education Builds Bosnia & Herzegovina, fondata nel 1994 dall'ex Generale dell'esercito Jovan Divjak. I destinatari principali del loro operato sono i bambini vittime della guerra e le madri degli stessi: forniscono aiuti agli invalidi e borse di studio per i ragazzi, anche di etnia Rom. Le difficoltà che incontrano sono numerose, prima fra tutte il sistema scolastico, estremamente frammentato: il territorio è infatti diviso in Cantoni, ognuno dei quali ha le sue leggi indipendenti dal quelle del governo centrale della Federazione, anche in tema di istruzione. I giovani vengono inoltre sensibilizzati a buone pratiche di vita, come ad esempio evitare di iscriversi ad un partito politico per ottenere un lavoro o altri privilegi (pratica estremamente diffusa). 
Concluderemmo questo racconto su Sarajevo con una frase che ci riporta all'importanza della riconciliazione e a riflettere sulla costanza necessaria per superare le avversità: "ogni giornata porta con sé il bello e il brutto". Conserviamo quindi con cura ciò che di buono otteniamo e mettiamo da parte ciò che è andato storto; col tempo il cassetto si riempirà di tante cose positive.

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Il sindaco e l'assessora al Commercio Katia Tarasconi hanno preso parte, nella cornice del padiglione cinese di Expo 2015, al Chongqinq Day, organizzato dall'omonima città metropolitana. -

Piacenza, 22 luglio 2015 -

Ieri mattina il sindaco Paolo Dosi e l'assessora al Commercio Katia Tarasconi hanno preso parte, nella cornice del padiglione cinese di Expo 2015, al Chongqinq Day, organizzato dall'omonima città metropolitana che conta oltre 30 milioni di abitanti.

Presenti anche il direttore di Confapi Andrea Paparo e Simona Bazzoni, piacentina residente a Roma, che lavora nel settore alimentare e, grazie ai frequenti contatti con l'area asiatica, si è fatta promotrice dell'incontro tra i due territori.
Il sindaco Dosi ha approfondito, in una riunione ristretta con il primo cittadino di Chongqing Huang Qifan, i contenuti del memorandum che la Giunta comunale ha approvato nella seduta di lunedì, consegnato anche al console italiano nel distretto di Chongqing Sergio Maffettone. Oggetto del documento, che dopo la traduzione in cinese sarà firmato dai due sindaci, la reciproca collaborazione per condividere informazioni, favorire scambi e investimenti, in particolare nei settori dell'agricoltura e della logistica.

"Siamo particolarmente orgogliosi – commenta il sindaco Paolo Dosi – dell'evento vissuto stamani, foriero di grandi potenzialità per il sistema piacentino così come, ci auguriamo, per la realtà cinese con cui ci siamo impegnati a concretizzare nuove iniziative di condivisione e conoscenza, che speriamo preludano a investimenti con ricadute positive anche in termini occupazionali. Molto interesse ha destato il nostro polo logistico, comparto che anche per Chongqing rappresenta un caposaldo dell'economia locale, così come il nostro know-how in ambito agroalimentare".

"Nel rinnovare il ringraziamento a Simona Bazzoni per la sua intraprendenza e disponibilità nel rendere possibile questo incontro – aggiunge l'assessora Tarasconi – mi fa piacere sottolineare che la nostra era l'unica città italiana invitata oggi per discutere di questioni commerciali e imprenditoriali, accanto ad altre realtà come la Regione Valle d'Aosta. E' un'opportunità importante, che dopo la firma del memorandum vedrà probabilmente il viaggio di una delegazione piacentina sul posto, così come ci prepariamo ad accogliere qui i loro rappresentanti".

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Incontro sulla ristrutturazione dell'ex Collegio San Vincenzo, progetto finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca per 4.520.000 euro, con l'obiettivo di destinarlo a residenza per gli studenti. -

Piacenza, 21 luglio 2015 -

Si è tenuto ieri, lunedì 20 luglio, su iniziativa del vicesindaco Francesco Timpano, un sopralluogo con i rappresentanti di tutte le realtà accademiche presenti a Piacenza, in merito alla ristrutturazione dell'ex Collegio San Vincenzo, progetto finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca per 4.520.000 euro, con l'obiettivo di destinarlo a residenza per gli studenti. Un'operazione resa possibile con la concessione dell'immobile da parte del Comune di Piacenza alla Asp Collegio Morigi – De Cesaris che, nella sua funzione di ente delegato per il diritto allo studio, è intestataria e realizzatrice del progetto.

"Scopo dell'incontro – spiega l'assessore Timpano – è stato quello di raccogliere idee e suggerimenti per la realizzazione di un collegio di impianto innovativo sulla mobilità internazionale degli studenti, rivolto anche a docenti e ricercatori. E' nostra intenzione proporre un modello di residenza universitaria non tradizionale, aperto alle nuove forme della frequenza in ateneo, spesso caratterizzata dalla presenza per periodi di tempo limitati. L'obiettivo – aggiunge in proposito il vicesindaco – è per esempio quello di dare vita a una struttura adatta alle nuove esigenze dei corsi di laurea magistrale del Politecnico, ma anche a servire gli studenti internazionali delle lauree magistrali dell'Università Cattolica. Vogliamo poi coinvolgere l'Università di Parma e il Conservatorio, affinchè la struttura sia al servizio di tutto il sistema universitario piacentino".

"Sarà più una residenza che un collegio – precisa Francesco Timpano – e speriamo, con il sostegno di Ergo, Agenzia regionale per il diritto allo studio, di poterne fare un luogo di erogazione di servizi per gli universitari piacentini, collocato in centro storico. E' una scommessa importante sul futuro del nostro polo universitario, per mantenere e far crescere il quale occorre che il sistema territoriale continui ad investire, in un periodo in cui le sedi decentrate delle università sono oggettivamente in ridimensionamento. Vogliamo farlo con tutte le istituzioni del territorio ed abbiamo condiviso queste riflessioni con Provincia, Camera di Commercio e soprattutto con la Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha programmi importanti di sostegno alla nostra realtà universitaria".

Oltre agli assessori comunali Francesco Timpano e Silvio Bisotti erano presenti il professor Dario Zaninelli, prorettore della sede di Piacenza del Politecnico di Milano, il dottor Angelo Manfredini della sede di Piacenza dell'Università Cattolica, il Maestro Camillo Mozzoni del Conservatorio Nicolini, la professoressa Lorella Franzoni, delegata del Rettore dell'Università di Parma per il benessere studentesco e la dottoressa Ketty Bulgarelli, coordinatrice della sede didattica di Piacenza del corso di laurea in Infermieristica..
In rappresentanza della Asp Collegio Morigi – De Cesaris, il direttore Eugenio Silva e l'architetto Giuseppe Oddi hanno illustrato il progetto e guidato il sopralluogo. "Ora – conclude il vicesindaco – parte la corsa contro il tempo nella speranza di vedere l'opera realizzata per il 2017".

(fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

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