Bologna, 21 agosto 2013 -
Nuovo focolaio di influenza aviaria a Mordano, sul confine tra le province di Bologna e Ravenna -
Il virus è stato individuato in un allevamento di galline ovaiole, di proprietà dello stesso Gruppo titolare del sito di Ostellato (Fe), nel quale il fenomeno si era presentato nei giorni scorsi.
L'allevamento di Mordano, nel quale la conferma della presenza del virus del tipo H7 è stata fornita oggi dal Centro nazionale di referenza di Padova, è legato dal punto di vista produttivo e industriale al sito di Ostellato.
L'accertamento del nuovo focolaio è avvenuto grazie alla stretta rete di sorveglianza sanitaria messa in campo dalla Regione e dalle autorità sanitarie, proprio per garantire il contenimento dell'infezione all'indomani della scoperta del virus nel sito di Ostellato.
La Regione, per fronteggiare il nuovo caso di aviaria, ha già emanato un'ordinanza per l'attuazione delle misure straordinarie previste in questi casi dalla normativa sanitaria europea e nazionale. Previste, tra le altre misure, le operazioni di abbattimento dei quasi 500 mila esemplari presenti nell'allevamento.
Prosegue intanto, in ottemperanza alle direttive assunte già la scorsa settimana, il monitoraggio degli allevamenti e la tutela della salute pubblica, sotto lo stretto coordinamento degli assessori regionali alle politiche per la salute, Carlo Lusenti, all'agricoltura, Tiberio Rabboni, e della vicepresidente della Regione Simonetta Saliera.
Da parte delle Aziende USL competenti e dai Servizi Veterinari della Regione Emilia-Romagna sono state già predisposte tutte le azione utile a isolare il fenomeno. Questo sulla base dei protocolli operativi per la prevenzione della diffusione del virus che prevedono, tra l'altro, l'istituzione di zone di protezione e sorveglianza del territorio in cui risiede l'allevamento, il censimento di tutte le aziende e degli animali presenti, prelievi e accertamenti sierologici da parte dei veterinari, controlli straordinari su tutto il territorio regionale.
Nei giorni scorsi l'Unità di crisi, riunita a Bologna per fare il punto della situazione, ha confermato che non vi è alcun rischio collegato al consumo di uova e carni avicole.
(Fonte: Ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
di Virgilio -
Parma, 20 agosto 2013 - -
Nessun rischio collegato al consumo di uova e carni avicole.
Proprio pochi giorni prima del manifestarsi del focolaio di influenza aviaria a Ostellato, nel commentare la notizia del presunto caso di BSE umana del Beneventano, avevamo posto l'accento sull’efficienza del servizio veterinario nazionale e sull'elevato tasso di sicurezza che questo aveva sempre garantito durante le crisi sia di BSE sia di aviaria che, nemmeno a farlo apposta, subito è stato messo alla prova con il caso di aviaria individuato nel ferrarese.
I rischi di pandemia da influenza sono elevati e soprattutto è difficile il controllo della propagazione della malattia. L'efficacia del contrasto deriva, in grande misura, dall'efficacia e tempestiva messa in opera degli strumenti di prevenzione.
Al momento non si conosce una diretta trasmissibilità tra il virus che alberga nei volatili selvatici e l'uomo ma, perché quest'ultimo venga infettato, il virus deve prima infettare gli animali domestici. Ecco quindi che la tempestività dell'intervento e della messa in opera dei cordoni di sicurezza consentono, come il caso di Ostellato ha dimostrato, di mettere in protezione la popolazione da rischio di contagio.
- IL PUNTO della Regione Emilia Romagna -
Sono in fase di completamento le operazioni di chiusura del focolaio di influenza aviaria riscontrato in un allevamento avicolo a Ostellato in provincia di Ferrara, l'unico confermato sul territorio nazionale. Il punto della situazione è stato fatto ieri a Bologna, presso la sede della Regione, nel corso di una riunione dell'Unità di crisi, cui hanno partecipato rappresentanti del Ministero della salute, della Regione Emilia-Romagna, delle Regioni, a particolare vocazione avicola Lombardia, Veneto e Umbria, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, dell' IZS delle Venezie - Centro di Referenza nazionale per l'influenza aviaria - dei Carabinieri per la tutela della salute, con lo scopo di aggiornare e rafforzare le misure sanitarie in corso. All'incontro hanno preso parte anche la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera e il sindaco di Ostellato Andrea Marchi. "La Regione Emilia-Romagna - ha detto Saliera - continua nel suo impegno sul territorio di costante monitoraggio e di adozione di tutte le misure precauzionali necessarie a circoscrivere il focolaio e ad evitare danni ad altri allevamenti avicoli, secondo le indicazioni del Ministero della Salute e della Unione europea". Anche se al momento tutti i controlli effettuati su altri allevamenti hanno dato esito negativo, l'Unità di crisi ha deciso a scopo precauzionale di estendere le zone sottoposte a controllo sanitario anche all'alto Ferrarese e al basso Polesine e di rafforzare la vigilanza veterinaria negli allevamenti nonché le misure di biosicurezza.
E' stato ribadito che verranno erogati gli indennizzi sulla base della normativa nazionale e comunitaria. Si conferma anche che non vi è alcun rischio collegato al consumo di uova e carni avicole.
L'Unità di crisi resterà attiva per monitorare l'applicazione delle misure sanitarie concordate, valutare l'eventuale evoluzione della situazione epidemiologica e fornire alla cittadinanza un'informazione costante e tempestiva.
Il ministro della salute Beatrice Lorenzin segue l'evolversi della situazione per assicurare ogni cura a protezione del patrimonio avicolo nazionale e una rapida valutazione per il ristoro dei danni subiti attraverso la corresponsione dei previsti indennizzi.
COS’E’ L’INFLUENZA AVIARIA E LA PREVENZIONE
(dal sito del Ministero della Salute)
L'influenza aviaria è un'infezione dei volatili causata da virus influenzali del tipo A. Può interessare sia gli uccelli uccelli selvatici sia quelli domestici (per esempio polli, tacchini, anatre), causando molto spesso una malattia grave e perfino la morte dell'animale colpito. I virus influenzali appartenenti al tipo A possono infettare anche altri animali (maiali, cavalli, delfini e balene) nonché l'uomo, creando così la basi per fenomeni di ricombinazione in caso di infezione contemporanea (co-infezione) da parte di diversi ceppi. La maggior parte dei virus influenzali aviari non provoca sintomi o provoca sintomi attenuati negli uccelli selvatici, in particolare uccelli acquatici migratori, che costituiscono pertanto il serbatoio naturale dell'infezione. L'infezione viene mantenuta da alcuni uccelli acquatici che fungono da serbatoi del virus, ospitandolo nell'intestino anche senza mostrare una sintomatologia evidente ed eliminandolo con le feci.
Gli uccelli infetti, anche se non visibilmente malati, eliminano il virus con la saliva, con le secrezioni respiratorie e con le feci; il contatto di uccelli suscettibili con questi materiali, o con acqua contaminata da questi, determina la trasmissione dell'infezione; la trasmissione fecale-orale è la modalità di trasmissione più comune.
Il virus può sopravvivere nei tessuti e nelle feci di animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22° e più di 30 giorni a 0°) e può restare vitale indefinitamente in materiale congelato. Al contrario, è sensibile all'azione del calore (almeno 70°) e viene completamente distrutto durante le procedure di cottura degli alimenti.
Dove si sviluppa -
Il virus dell'influenza aviaria si è sviluppato inizialmente nei Paesi del Sud-Est asiatico, a metà del 2003. Ma con il passare del tempo, a partire dalla fine di luglio 2005, i rapporti ufficiali dell'Oie (l'Organizzazione mondiale per la sanità animale) indicano che il virus H5N1 ha esteso la sua diffusione geografica. Sia la Russia che il Kazakhistan hanno segnalato casi di influenza aviaria nel pollame e mortalità negli uccelli migratori infettati dal virus. Focolai epidemici (in animali) sono stati attribuiti al contatto tra volatili e uccelli selvatici attraverso la condivisione di fonti idriche. Si è trattato dei primi focolai epidemici di virus influenzale aviario H5N1 ad alta patogenicità in questi due Paesi, entrambi considerati in precedenza liberi dal virus. A gennaio 2006 il virus continua a essere segnalato in molte parti del Vietnam e dell'Indonesia, in Thailandia, alcune parti di Cambogia, Cina e anche nel Laos. Per quanto riguarda l'Europa, casi di animali infetti sono stati individuati in Romania, Croazia, Ucraina e Turchia.
Pericoli per l'uomo -
L'uomo può infettarsi con il virus dell'influenza aviaria solo in seguito a contatti diretti con animali infetti (malati o morti per influenza aviaria) e/o con le loro deiezioni. Non c'è infatti ancora alcuna evidenza di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova dopo la cottura e non ci sono ancora prove di un'efficiente trasmissione del virus da persona a persona. Dal 1997 al dicembre 2007 si sono verificati alcuni episodi documentati di influenza da virus aviario nell'uomo; in tutti i casi si è trattato di trasmissione da volatili domestici.
Ma come si manifesta il virus nell'uomo? I primi sintomi compaiono dopo un periodo di incubazione variabile (da 1 a 7 giorni): di solito sono gli stessi dell'influenza tradizionale, vale a dire febbre, tosse, mal di gola e dolori muscolari. Ma possono arrivare anche a infezioni oculari, polmonite e sindrome da distress respiratorio acuto. Nei casi finora documentati di infezione aviaria da ceppi H5N1, la mortalità nell'uomo varia dal 30 al 70-80%. Nell'epidemia di infezioni da virus aviario H7N7 osservata nei Paesi Bassi nella primavera 2003, le manifestazioni sono state, per lo più, a livello congiuntivale, con alcuni casi di manifestazioni di tipo influenzale ed un decesso per sindrome da distress respiratorio. La trasmissione da persona a persona di ceppi di influenza aviaria è stata osservata soltanto in occasioni limitate, in quanto i virus aviari non sono adattati all'uomo: un caso di trasmissione da persona a persona è stato osservato ad Hong Kong nel 1997 (virus H5N1); nei Paesi Bassi si è osservata trasmissione interumana limitatamente alle forme oculari (Virus H7N7); recenti studi, effettuati sia in Thailandia che in Vietnam, i due Paesi in cui si sono manifestati focolai di influenza aviaria nel 2004, hanno messo l'accento sulla probabilità che alcuni casi si siano generati attraverso contatti stretti e prolungati fra persone dello stesso nucleo familiare. L'ipotesi è scaturita dall'analisi di alcuni fattori: per esempio, la comparsa di più casi nella stessa famiglia, un periodo di incubazione compatibile con trasmissione interumana, la mancanza di contatto con animali malati per alcuni soggetti.
Prevenzione - Provvedimenti -
Con l'obiettivo di impedire che la malattia si introduca nel territorio dell'Unione europea, la Commissione europea e il Ministero della Salute hanno adottato alcune misure:
il divieto di importazione dalla Thailandia di carne di pollame e prodotti derivati (la Thailandia era l'unico Paese, tra quelli interessati dall'epidemia, autorizzato ad esportare carne di pollame verso la Comunità europea)
il divieto di importazione di uccelli ornamentali e da voliera da tutti i Paesi interessati dall'epidemia. Da ricordare come nessuno dei Paesi asiatici interessato dall'epidemia sia stato mai autorizzato ad esportare pollame vivo di interesse zootecnico nell'Unione europea divieto assoluto di esportazione di pollame e derivati per gli altri Paesi in cui è stato individuato il virus dell'influenza aviaria H5N1 l'obbligo che sulle carcasse di volatili da cortile venga apposta una specifica etichetta che indichi l'allevamento di provenienza degli animali. Se la macellazione è stata fatta in Italia, sull'etichetta si leggerà la sigla IT oppure ITALIA più il numero di registrazione dell'allevamento stesso; se è invece avvenuta in un Paese comunitario o terzo, l'etichetta riporterà in chiaro il nome di quel Paese.
Per quanto riguarda le carni di volatili sezionate (per esempio, i petti di pollo), oltre alla sigla IT o ITALIA se italiane, o al nome del Paese di origine se straniere, dovrà essere indicata anche la data o il lotto di sezionamento. Quanto infine alle preparazioni e ai prodotti a base di carne, sull'etichettà si dovrà leggere l'origine della materia prima.
I farmaci -
Il modo più efficace per contrastare il virus H5N1 nell'uomo sarebbe il vaccino, ma al momento è ancora allo studio: gli scienziati sono al lavoro per isolare il virus mutato che provocherà il contagio tra persona e persona. Se la pandemia di influenza aviaria dovesse scoppiare, il vaccino sarebbe pronto entro tre o quattro mesi. Sono disponibili invece da subito i farmaci antivirali, che abbreviano di un paio di giorni la sintomatologia e riducono l'ulteriore moltiplicazione del virus nelle cellule. Ma in questo contesto assume importanza ancora maggiore la normale vaccinazione antinfluenzale: i vaccini disponibili per la stagione 2005/2006 sono in grado di ridurre la possibilità di co-circolazione nello stesso individuo. Per questo è fortemente consigliata la vaccinazione non solo nelle categorie tradizionalmente a rischio, ma anche nella popolazione generale.
Le regole pratiche -
Se si resta in Italia, la rete di vigilanza per il controllo dell'infezione da virus H5N1 (composta dai servizi di sanità pubblica veterinaria, gli istituti di zooprofilassi, i Posti di ispezione frontaliera (Pif) e gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), garantisce la completa sicurezza. Per coloro che viaggiano nei Paesi dell'Unione europea, non ci sono particolari raccomandazioni, se non quelle legate al buon senso: prestare particolare attenzione alle normali regole di igiene, lavando sempre con cura le mani e cuocendo sempre bene carne o uova. Chi decidesse di recarsi nelle zone in cui l'infezione è presente, oltre a rispettare con maggiore scrupolo le norme d'igiene, dovrà evitare contatti con animali vivi e con le loro carcasse, tenersi lontano da mercati e fiere dove vi siano commercio o anche semplice esposizione di animali.
Consulta le Domande più frequenti
L'abbattimento degli animali durerà una settimana.
Attive le disposizioni straordinarie urgenti previste dall'ordinanza emanata dalla Regione Emilia-Romagna
Bologna – Focolaio di aviaria in un allevamento di Ostellato (Fe): continua con regolarità l'abbattimento degli animali, la durata delle operazioni è ipotizzabile intorno ai sette giorni. Il personale dipendente addetto all'impianto e i loro familiari sono stati fin da subito sottoposti a sorveglianza sanitaria.
Venerdi mattina nella sede del Comune di Ostellato si è riunita l'unità di crisi costituita per l'emergenza, presenti il sindaco Andrea Marchi, la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera, il direttore generale dell'Ausl di Ferrara Paolo Saltari e altri funzionari e tecnici della sanità pubblica.
L'abbattimento viene svolto secondo le normative comunitarie in materia di protezione animale, alla presenza costante di veterinari ufficiali dell'Azienda Usl di Ferrara. Le carcasse animali e materiali potenzialmente infetti vengono distrutti presso una ditta specializzata in tale attività sita in Emilia Romagna e autorizzata dalla Regione.
Secondo la vigente normativa l'azienda interessata, che non ha contatti con altri allevamenti rurali della zona, verrà indennizzata per i danni subiti in conseguenza del focolaio.
Non esistendo evidenze di trasmissione del virus alle persone attraverso il consumo di uova e carne non sono state disposte restrizioni al consumo di alimenti.
L'ordinanza emessa per il ritiro delle uova prodotte nello stabilimento ha esclusivamente lo scopo di prevenzione riguardo alla trasmissione del virus ad altri animali di specie avicola.
Sono inoltre già esecutive le disposizioni urgenti previste dall'ordinanza emessa dalla Regione il 14 agosto e sono attualmente in corso le operazioni di rintraccio e i controlli veterinari in tutti gli allevamenti della stessa filiera, al fine di escludere un'eventuale diffusione in regione e oltre.
Tutte le operazioni sono svolte sotto il coordinamento del dipartimento di Sanità pubblica, in modo particolare dal Servizio veterinario dell'Azienda Usl di Ferrara con la disponibilità eventuale, in caso di necessità, dei servizi veterinari delle altre aziende territoriali della Regione.
Ogni ulteriore informazione e aggiornamento sarà reperibile sul sito del Comune di Ostellato (www.comune.ostellato.fe.it), su quello dell'Azienda Usl di Ferrara (www.ausl.fe.it) e da lunedì sul sito della Regione Emilia-Romagna (www.regione.emilia-romagna.it).