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La prima parte die lavori è cominciata a fine luglio. La nuova Sala Operatoria verrà inaugurata il 21 dicembre nel corso dell'Open Day. Dopo il termine della prima fase di cantiere, il Blocco Operatorio verrà riattivato, nei primi giorni di settembre.

Modena, 24 agosto 2018

Entrano nel vivo i lavori per la realizzazione della nuova Sala Operatoria Ibrida dell'Ospedale Civile di Baggiovara. Alla fine di luglio, infatti, ha avuto inizio la prima fase del cantiere al 3° Piano del Corpo 9 dell'Ospedale per realizzare gli spazi e gli impianti necessari al funzionamento dell'angiografo digitale e delle attrezzature acquistate grazie alla Campagna di raccolta fondi.  Il cantiere coinvolge un'area di circa 300mq che comprende la vecchia Centrale di Sterilizzazione e le Sale Operatorie 7-8. Questa prima fase terminerà nei primi giorni di settembre.

In particolare, la Sala n.8 sarà unita alla vecchia Centrale di Sterilizzazione e costituirà la nuova Sala Ibrida. La Sala n.7, invece, attigua alla precedente, è coinvolta nel cantiere per modifiche dell'area preparazione chirurghi e adeguamento dell'impianto aeraulico. Durante i lavori l'attività chirurgica è stata spostata presso le sale operatorie della Day-Surgery. Dopo il termine della prima fase di cantiere, il Blocco Operatorio verrà riattivato, nei primi giorni di settembre. Il resto dei lavori, infatti, comportano un minor disturbo all'attività chirurgica e saranno portati avanti sino al mese di dicembre con il Blocco in funzione. Durante questa seconda fase, non solo le sale operatorie saranno isolate dal cantiere ma anche tutti i percorsi di accesso degli operai e di smaltimento dei detriti saranno accuratamente separati da quelli dei pazienti.

Come noto, il costo complessivo della Sala Ibrida è di circa 2,2 milioni di euro. Di questi, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria ha finanziato i lavori edilizi e di impiantistica per un importo di oltre 1.200.000 euro, mentre l'acquisto dell'angiografo, indispensabile per l'intero progetto, è reso possibile grazie alla campagna raccolta fondi lanciata lo scorso 23 ottobre insieme a ROCK NO WAR che ha prodotto una sorprendente generosità tra la popolazione modenese.

La nuova sala operatoria sarà un gioiello tecnologico all'avanguardia, un grande spazio che conterrà apparecchiature tra le quali un angiografo di grande potenza. In questo unico ambiente gli specialisti potranno effettuare una diagnosi immediata e contemporaneamente, senza spostare il paziente, agire per le fasi interventistiche e chirurgiche in modo rapido preciso e sicuro.

Fonte: Ufficio Stampa dell'AOU di Modena

Negli ultimi mesi la sicurezza negli ospedali modenesi Policlinico e Civile di Baggiovara si è ulteriormente rafforzata grazie ad una vera e propria task force che ha dato i suoi frutti. Il Piano Sicurezza avviato nel 2015 al Policlinico è stato esteso all'Ospedale Civile dalla fine del 2017 e permette di migliorare la sicurezza nei nosocomi cittadini grazie al lavoro svolto in collaborazione tra la Vigilanza Interna e le Forze dell'Ordine.

Il Piano Sicurezza mira a far collimare la vocazione di accoglienza dell'ospedale con la necessità di tutelare non solo i pazienti e dipendenti ma anche le attrezzature che, essendo di proprietà di un ente pubblico, sono della collettività.

Al Policlinico di Modena, nel 2015 sono state ripristinate tutte le 130 telecamere presenti, sostituendo quelle obsolete e/o non più funzionanti riposizionando quelle che, per effetto di modifiche avvenute agli spazi, non assicuravano più la giusta visuale. Nel 2016 il progetto ha visto l'installazione delle telecamere presso gli ingressi principali, le aree esterne non ancora videosorvegliate e misure ad hoc per alcuni reparti. Ad oggi le telecamere installate al Policlinico sono 183 di cui la maggior parte vigila sugli ingressi e sulle aree comuni che accolgono ogni giorno migliaia di visitatori.

All'Ospedale Civile di Baggiovara le telecamere installate sono 85. Tra queste, 68 sono interne e vigilano sugli ingressi, sui corridoi di transito e gli spazi comuni. 8 monitorano il parcheggio coperto, 9 gli accessi alla viabilità interna. Anche per questo Presidio Ospedaliero è previsto un progetto di implementazione delle telecamere per coprire aree ora scoperte e quindi rafforzare il controllo

Il posizionamento delle telecamere deve consentire il controllo, senza impattare sulla privacy dei degenti. A questi aspetti tecnologici si aggiunge la decisiva collaborazione tra il servizio di Vigilanza Interna (Coop Service) e i poliziotti dei due posti di polizia interni agli ospedali e le forze dell'ordine, che vengono attivate in caso di necessità a rafforzare l'apparato preposto alla sicurezza.

Il Piano ha consentito una sostanziale diminuzione dei furti sia al Policlinico sia a Baggiovara. Dal giugno 2017 al maggio 2018, al Policlinico si sono registrate 99 denunce, una media 8,25 al mese. Il dato è in linea con quello registrato nei 12 mesi precedenti (maggio 2016-aprile 2017) e certifica un consolidamento degli ottimi risultati ottenuti con il varo del piano nel 2015. Nello stesso periodo, all'Ospedale Civile di Baggiovara si sono registrate 25 denunce, una media di 2 al mese. Se si considera che, mediamente, nei due ospedali accedono oltre 6/7.000 mila cittadini al giorno, ci si rende conto del fatto che siamo in presenza di una situazione sotto controllo.

"Rispetto ai primi mesi successivi al varo del Piano Sicurezza – spiega il Security Manager aziendale – quando al Policlinico registrammo un calo di oltre il 60% dei furti, adesso siamo in una fase di consolidamento su livelli che riteniamo, tutto sommato, fisiologici. L'attenzione sul tema sicurezza deve sempre essere mantenuta alta, fermo restando che vista l'affluenza delle persone negli ospedali non esiste il "rischio zero". I risultati ottenuti confermano che siamo nella giusta direzione per contenere al massimo questo fenomeno, come dimostra il drastico calo dei furti di biciclette e l'identificazione in questi mesi di diversi autori di furti che sono stati denunciati all'autorità giudiziaria. È importante per migliorare ulteriormente la collaborazione di tutti, dipendenti e cittadini, che devono tenere la attenzione sempre alta e segnalare subito situazioni anomale o problematiche".

Tante iniziative, l'impegno di tutta la provincia per l'obiettivo comune. Calamitiamo? Enrico Cheli e Orietta Berti: tante iniziative e testimonial a favore della Sala Operatoria del Futuro. I lavori termineranno in agosto. Il 21 dicembre Open Day all'Ospedale Civile.

 

Il 18 ottobre 2017 l'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, insieme a Rock no War, ha lanciato la campagna di raccolta fondi Tutti insieme per la sala operatoria del futuro con l'obiettivo di realizzare all'Ospedale Civile di Baggiovara la Sala Ibrida della Provincia di Modena. Oggi, a sei mesi dal lancio della campagna, sono stati raccolti 620.000 euro, grazie a numerose iniziative e alla collaborazione di tutti. L'obiettivo della campagna è raggiungere il 1 milione di euro necessario ad acquistare l'angiografo digitale. Perché questo sogno diventi realtà, quindi, mancano ancora 380.000 euro. L'Azienda Ospedaliero - Universitaria ha disegnato la road map dei lavori edilizi e di impiantistica che cominceranno il 21 luglio per concludersi il 27 agosto 2018 e che verranno pagati dall'Azienda Ospedaliero – Universitaria per 1,2 milioni di euro.

Se tanto è stato fatto, la strada è ancora lunga: per questo motivo sono numerose le iniziative previste nei prossimi mesi per sostenere la campagna. Tra queste spiccano l'avvio di Calamitiamo? il supporto della grande distribuzione e l'impegno di molti testimonial che hanno deciso di sostenere la campagna. Tra loro, Maurizio Cheli e Orietta Berti, due storie diverse, unite dal progetto Sala Ibrida.

"Quando sei mesi fa abbiamo lanciato l'iniziativa non potevamo sapere quale sarebbe stata la adesione della comunità. – ha commentato Ivan Trenti, Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – Oggi, dopo circa sei mesi, siamo qui per ringraziare tutti coloro che hanno lavorato sodo per questa campagna che ha davvero unito le anime migliori del nostro territorio: associazioni, professionisti, mondo industriale, cittadini. In tanti hanno raccolto il nostro invito con entusiasmo. Per questo è indispensabile fare insieme il punto della situazione e prendere un impegno pubblico per la realizzazione completa del progetto. Riteniamo importante ufficializzare oggi la "road map" dei lavori per dare a tutti quelli che si stanno impegnando e che si impegneranno la concretezza di quello che stiamo facendo."

I lavori di ristrutturazione necessari all'installazione della Sala Ibrida comporteranno la modifica di una zona del Blocco Operatorio principale dell'Ospedale Civile. I lavori entreranno nel vivo dal 21 luglio e per circa sei settimane l'attività chirurgica verrà effettuata presso le sale operatorie della Day-Surgery. Dopo il termine della prima fase di cantiere, il Blocco verrà riattivato, presumibilmente nei primi giorni di settembre; il resto dei lavori, che creeranno un minore disturbo all'attività chirurgica, verranno portati avanti fino al mese di dicembre. Il 21 dicembre ci sarà l'Open Day all'Ospedale di Baggiovara dove, finalmente, verrà mostrato l'angiografo, il frutto dell'impegno di tutti e, più in generale, la cittadinanza potrà visitare le strutture dell'ospedale. La nuova sala operatoria sarà un gioiello tecnologico all'avanguardia, un grande spazio che conterrà apparecchiature tra le quali un angiografo di grande potenza. In questo unico ambiente gli specialisti potranno effettuare una diagnosi immediata e contemporaneamente, senza spostare il paziente, agire per le fasi interventistiche e chirurgiche in modo rapido preciso e sicuro.

Sono tante le iniziative effettuate in questi mesi. Tra queste vanno ricordate la cena degli Auguri della Confimi Emilia Associazione delle Imprese Manifatturiere del territorio Emiliano, e la cena del 12 dicembre 2017 al Club La Meridiana a cura di ALMAD (Associazione per la Lotta alle Malattie dell'Apparato Digerente), condotta da Andrea Barbi. Di grande impatto è stata, dal 16 al 17 dicembre, la vendita migliaia di sacchetti di agrumi, grazie alla generosa offerta di Animo Calabria. Le arance sono state acquistate anche da molti dipendenti dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena che hanno così voluto partecipare alla campagna di raccolta fondi. Il 21 dicembre, l'Ensemble Mandolinistico Estense, si è esibito in un concerto natalizio, nella hall dell'Ospedale Civile di Baggiovara. Sempre durante le feste natalizie e in occasione della Befana l'Associazione Magreta, Cultura e Solidarietà ha raccolto fondi per la Sala Ibrida tramite diverse iniziative tra cui la commedia teatrale della compagnia "Diritto e Rovescio" e la tombola della befana 2018. Il 23 gennaio 2018 è stata la volta della cena del Lions Club Wiligelmo, mentre il 26 gennaio c'è stata la cena organizzata da Borsari S.p.A Nonantola. Il 4 marzo il Circolo Paradisi di Vignola ha organizzato presso la propria sede un torneo di burraco in favore della Sala Ibrida. Il 20 marzo l'Auditorium Enzo Ferrari di Maranello ha ospitato una serata informativa, condotta dalla giornalista Federica Galli e dalla Strana Coppia, alla quale hanno partecipato 300 persone che hanno potuto conoscere la campagna di raccolta fondi. Il 22 di marzo è stata la volta della cena di gala organizzata dall'associazione Nord e Sud al ristorante La cartiera di Vignola. Domenica 8 aprile i Lions di Sassuolo, Vignola, Pavullo, Appennino EST, Formigine e Castelnuovo Rangone hanno organizzato, in occasione della Giornata Internazionale Lions, sei itinerari per conoscere meglio la storia di Modena e sostenere la Sala Ibrida.

"Sono stati mesi di grande attività – ha spiegato Maurizia Gherardi, Direttore del Servizio di Comunicazione – grazie alla passione dei singoli professionisti del comitato promotore e al supporto del mondo del volontariato e delle istituzioni. La campagna, però, non è conclusa. Anzi, si può dire che abbiamo conservato alcune importanti iniziative per il gran finale. La conferenza stampa di oggi è l'occasione per lanciare Calamitiamo? In questi giorni, sugli scaffali di diversi esercizi commerciali della nostra Provincia, cominciano ad apparire espositori di calamite che riproducono l'orchestra della Sala Ibrida. Si tratta di gadget pensati per tutti, per coloro che non hanno grandi possibilità ma vogliono mettere un piccolo mattoncino per la sala ibrida. Si tratta delle tipiche calamite da fissare, ad esempio, al frigorifero, per ricordo. Chi desidera avere questa calamita o regalarla a qualcuno può acquistarla e contribuire anche con questa iniziativa alla raccolta fondi per la sala operatoria del futuro." Le calamite sono state fornite dalla Margen SPA, dalla Carrozzeria Zanasi e da SICER e sono distribuite grazie alla collaborazione dell'Associazione Angela Serra, dell'Associazione ALMAD e dell'Associazione Regina Elena. Sono una quindicina a oggi gli esercizi in tutta la Provincia che hanno aderito all'iniziativa.

"Oltre alle calamite – conclude Maurizia Gherardi – abbiamo avuto la disponibilità di una serie di testimonial che hanno accettato di prestare il loro volto alla campagna. Oggi presentiamo i primi due testimonial, due personaggi diversi le cui storie sono state unite dalla campagna per la Sala Ibrida. Oggi conosciamo queste storie, vi posso anticipare che ne seguiranno altre". Maurizio Cheli, nato a Zocca, ha sentito parlare della campagna da un amico, paziente dell'Ospedale Civile e ha dato subito la sua disponibilità a promuovere la Sala Ibrida. Cheli, ingegnere aereospaziale e astronauta, ha visto nella tecnologia e nel lavoro di equipe della Sala Ibrida molte similitudini con una missione spaziale. Orietta Berti ha avuto un parente seguito all'Ospedale Civile di Baggiovara ed è stata questa sua esperienza personale a coinvolgere la cantante di Cavriago nel progetto.

Da maggio a giugno la grande distribuzione, in collaborazione con ROCK NO WAR, parteciperà alla campagna di raccolta fondi, devolvendo una parte dell'incasso su alcuni prodotti alimentari tipici del nostro territorio – lambrusco, grana – che saranno identificati dall'etichetta della campagna. "In meno di otto mesi abbiamo raggiunto 620.000 euro – ha commentato Giorgio Amadessi, Presidente di ROCK NO WAR – un risultato di grande importanza sia per la cifra raggiunta, sia per la modalità di raccolta che ha visto convivere le grandi donazioni sia il contributo di tante associazioni e cittadini. Ciascuno ha donato ciò che riusciva per il bene comune. Una bella avventura che sta unendo un'intera Provincia intorno alla propria sanità pubblica. Questi benefattori verranno ringraziati ufficialmente il 29 giugno nel corso della cena di gala che organizziamo in Accademia con la Banca Interprovinciale di Modena, dove saranno presenti alcuni donatori e i testimonial". I 620.000 euro raccolti sono frutto della generosità di cittadini e grandi gruppi industriali e finanziari della Provincia. "Ciascuno ha donato ciò che poteva in una bellissima gara di solidarietà". Ha concluso Amadessi.

"In questi mesi c'è stato un forte impegno collettivo a favore dell'obiettivo, e vanno ringraziati tutte e tutti coloro che hanno sostenuto la causa, mettendo a disposizione la propria professionalità o elargendo piccole e grandi donazioni. Un grazie va all'intero territorio modenese, sempre instancabile per altruismo e generosità – ha concluso Gian Carlo Muzzarelli, Presidente della CTSS e Sindaco di Modena – e a Rock No War per il suo costante supporto. Ora siamo vicini a raggiungere il milione di euro, e invito quindi chi può a contribuire per tagliare il traguardo. L'impegno per una sanità moderna, con personale qualificato e sempre le migliori tecnologie a disposizione, è fondamentale per la qualità della vita nel nostro territorio e serve il contributo di tutti".

 

Cos'è la Sala Ibrida

La Sala Ibrida è una Sala Operatoria ad alta tecnologia, dove sono presenti diverse apparecchiature radiologiche tra le quali un angiografo di grande potenza. È un ambiente chirurgico, quindi sterile, un unico ambiente dove si può effettuare una diagnosi immediata e, contemporaneamente, senza spostare il paziente, si possono eseguire le procedure chirurgiche. Questo consente di agire con più precisione e sicurezza per il paziente, perché l'intervento chirurgico può essere adattato all'evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale.

Grazie alle professionalità e alle nuove tecnologie è possibile intervenire con tecniche ancora più mini-invasive, cioè basate su piccole incisioni chirurgiche che comportano la riduzione delle complicanze e un netto miglioramento dei tempi di recupero del paziente. Una caratteristica che aiuta i chirurghi a intervenire su un'importante percentuale di malati, che altrimenti sarebbe esclusa dalla possibilità di un'operazione.

Il vantaggio della Sala ibrida è legato quindi all'urgenza, all'emergenza e alla traumatologia: il paziente arriva direttamente in sala operatoria non c'è perdita di tempo perché la diagnosi e la cura sono quasi contemporanee. La sala ibrida consente anche di svolgere una vasta gamma di interventi anche nelle patologie complesse di tipo vascolare, cardiologiche, neurochirurgiche, urologiche e gastroenterologiche.

 

La nostra orchestra: il comitato promotore

Il Comitato promotore è composto da: Marco Barozzi, Direttore Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso, Elisabetta Bertellini, Direttore Anestesia e Rianimazione, Giampaolo Bianchi, Direttore Urologia, Rita Luisa Conigliaro, Direttore Endoscopia Digestiva, Giacomo Pavesi, Direttore Neurochirurgia, Micaela Piccoli, Direttore Chirurgia Generale, d'Urgenza e Nuove Tecnologie, Roberto Silingardi, Direttore Chirurgia Vascolare, Stefano Tondi, Direttore Cardiologia, Pietro Torricelli, Direttore Dipartimento Diagnostica per Immagini.

 

La campagna di raccolta fondi per l'acquisto dell'angiografo

Chiunque voglia e possa contribuire alla raccolta fondi può effettuare il proprio versamento tramite bonifico bancario sul conto corrente "Rock NO WAR ONLUS – SALA IBRIDA" IBAN IT 62 O 03395 66780 CC0020011937 Banca Interprovinciale – filiale di Formigine (in causale indicare: EROGAZIONE LIBERALE + nome/cognome indirizzo e C.F.) oppure Tramite PayPal con destinatario Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (nel messaggio aggiuntivo indicare: EROGAZIONE LIBERALE + nome/cognome indirizzo e C.F.). Grazie a ROCK NO WAR che usufruisce dei vantaggi fiscali delle ONLUS, sarà possibile recuperare parzialmente quanto donato in base alla normativa vigente. Tutti i dettagli sono disponibili sul sito web www.salaibridamodena.it e sul sito di ROCK NO WAR.

 

Fonte: Ufficio Stampa AOU di Modena

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Sciopero generale nazionale per l'intera giornata dell'8 marzo e sciopero nazionale di due ore, inizio turno, nella giornata del 12 marzo. Saranno garantiti i servizi minimi essenziali, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all'adesione allo sciopero

Si informa che USI-Unione sindacale italiana, Slai Cobas per il Sindacato di Classe e Confederazione USB-Unione Sindacale di Base e USB pubblico impiego, hanno proclamato lo sciopero nazionale per l'intera giornata dell'8marzo 2018 del personale appartenente a tutti i comparti pubblici, privati e cooperativi, comprendente i lavoratori a tempo indeterminato, determinato, con contratti precari e atipici.

Sempre nella giornata dell'8 marzo, l'Associazione sindacale CUB Sanità Italiana ha proclamato sciopero generale del comparto pubblico e privato afferente il settore della Sanità e del Socio-Sanitario-Educativo-Assistenziale, di 24 ore, interi turni.

Per il giorno 12 marzo l'Organizzazioni sindacale FSI USAE ha proclamato sciopero nazionale di due ore, all'inizio di ogni turno, del personale del comparto del Servizio Sanitario Nazionale.

Gli scioperi, potenzialmente, coinvolgono tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale.

Come prevedono le norme vigenti saranno garantiti i servizi minimi essenziali e in particolare le urgenze, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all'adesione agli scioperi.

Pubblicato in Cronaca Modena

Terminati secondo i tempi previsti, i lavori di ristrutturazione delle Camere Ardenti dell'Ospedale Civile di Baggiovara: le camere di esposizione sono passate da cinque a otto, tutto l'ambiente sarà più confortevole e accogliente.

Modena, 7 febbraio 2018

Sono terminati secondo i tempi previsti, i lavori di ristrutturazione delle Camere Ardenti dell'Ospedale Civile di Baggiovara, cominciati nell'agosto del 2017. Il primo stralcio si era concluso in ottobre ed era stato propedeutico al secondo che ha visto la creazione di tre nuove sale espositive e la ristrutturazione delle sale esistenti, e la sistemazione di tutti gli ambienti di servizio. Il numero delle sale di esposizione è passato da cinque a otto. I lavori terminati sono stati presentati nella giornata di ieri, 6 febbraio 2018, al Sindaco di Modena e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria Gian Carlo Muzzarelli. Ad accompagnarlo il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, Ivan Trenti, il Direttore del Servizio Unico Attività Tecniche, Gerardo Bellettato e il Direttore dei Lavori Carmen Braganolo.

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Il progetto complessivo è stato suddiviso in distinte fasi esecutive in modo da permettere la continuità del Servizio durante i lavori che ha visto sempre in funzione almeno cinque sale di esposizione. L'intervento - che si estende ad una superficie di circa 400,00 mq. – ha compreso la realizzazione di un nuovo percorso interno destinato ai visitatori diretti alle Sale di esposizione, nonché il riassetto funzionale dei locali di supporto ad uso del personale del servizio.

"Un ottimo lavoro – ha commentato Gian Carlo Muzzarelli – che ha utilizzato finiture gradevoli e adatte al contesto. Un intervento che restituisce ai cittadini uno spazio adeguato per porgere l'estremo saluto ai propri congiunti e consente di onorare al meglio i nostri cari nel loro ultimo viaggio".

La ristrutturazione ha previsto anche il rifacimento delle attuali sale di esposizione di un nuovo corridoio per i visitatori, del locale destinato ai necrofori e del nuovo servizio igienico accessibile ai disabili. L'intervento ha comportato il restyling delle Sale di Esposizione esistenti affinché questi luoghi siano accoglienti, decorosi e possano favorire il raccoglimento e il commiato dalla persona defunta.

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"Si è trattato di un investimento importante – ha aggiunto Ivan Trenti – quasi 400.000 euro che ci ha consentito di dotare l'Ospedale Civile di Camere Ardenti commisurate alla dimensione dell'ospedale, uno spazio dignitoso e funzionale, realizzato nei tempi previsti senza mai interrompere servizio. Per questo, quindi, ritengo doveroso ringraziare tutto il personale che ha lavorato in questi mesi."

L'intento è stato quello di migliorare la qualità percepita dai visitatori in questi locali la cui funzione si avvicina a un luogo di culto, piuttosto che ad un ambiente ospedaliero. Non potendo agire sulla dimensione delle Sale, l'intervento di riqualificazione ha previsto una nuova pavimentazione e il rivestimento delle pareti con materiali a texture morbide. Infine, sono stati installati nuovi controsoffitti e corpi illuminanti a Led a luce calda.

Fonte: Ausl Modena

Si tratta quindi del primo rene trapiantato da un donatore di questo tipo all'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. L'intervento si è svolto al Policlinico di Modena, è durato 4 ore.

Modena, 18 gennaio 2018

Poco prima di Natale è stato dimesso un paziente di 52 anni che aveva ricevuto il 30 novembre un rene prelevato da un donatore a cuore fermo presso l'Ospedale di Cesena. Si tratta quindi del primo rene trapiantato da un donatore di questo tipo all'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena che segue di qualche mese il primo fegato trapiantato a settembre e la prima donazione a cuore forme effettuata all'Ospedale Civile di Baggiovara il 18 ottobre. Il secondo rene è stato impiantato a Bologna. L'intervento si è svolto al Policlinico di Modena, è durato 4 ore, e ha coinvolto il prof. Salvatore Micali dell'equipe di Urologia, diretta dal prof. Giampaolo Bianchi, il dottor Giovanni Ragazzi di quella di Chirurgia Vascolare, diretta dal dottor Roberto Silingardi, quella di Nefrologia e Dialisi, diretta dal prof. Gianni Cappelli e quella di Anestesia e Rianimazione 1 del Policlinico diretta dal prof. Massimo Girardis.

"Il paziente – ha spiegato il prof. Gianni Cappelli, Direttore della Nefrologia e Dialisi– residente nella nostra Provincia era in emodialisi da dieci anni e, grazie alla donazione ora potrà avere una qualità di vita decisamente migliore grazie alla generosità della famiglia del donatore che ringrazio vivamente.". Dalla sua attivazione, nel 1998, il centro trapianti di rene geminiano ha effettuato 606 trapianti di rene.

Questo tipo di donazione richiede l'utilizzo di sofisticati strumenti dedicati alla conservazione degli organi trapiantati per ri-ossigenare a temperature e pressioni controllate l'organo prelevato, al fine di migliorarne la performance prima del trapianto. "Da punto di vista tecnico – ha aggiunto il dottor Roberto Silingardi, Direttore della Chirurgia Vascolare - la procedura consiste di due distinte fasi. Nella prima si ha una circolazione extracorporea sul donatore cadavere durante la quale con ECMO si garantisce la perfusione degli organi addominali; la seconda fase avviene dopo il prelievo ed ogni singolo organo viene ri-perfuso con un apposito device in condizioni di ossigenazione, pressione e temperatura controllate. È quindi possibile monitorare la vitalità dell'organo ed ottenere ulteriori parametri per ottimizzare il trapianto. Il rene trapiantato a novembre è stato mantenuto per 3 ore in perfusione pulsatile pratica che imita il flusso sanguigno normale, ipotermica ossigenata e quindi trapiantato".

"All'estero il prelievo di organi a cuore fermo è una prassi molto diffusa, mentre in Italia è praticata, ancora, solamente in un numero molto limitato di centri dotati di competence e tecnologia adeguate alla complessità della procedura". Conclude il prof. Massimo Girardis, Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione 1 del Policlinico - In questi casi è fondamentale garantire la funzionalità degli organi prelevati grazie ad un'accurata gestione del donatore e del ricevente."

"Grazie alle attuali procedure di perfusione sia prima che dopo il prelievo – conferma il prof. Giampaolo Bianchi, Direttore dell'Urologia - la qualità degli organi donati da un paziente a cuore fermo è la stessa rispetto a quella degli organi prelevati a cuore battente. La procedura da seguire è più articolata perché l'arresto cardiaco ha tempistiche più stringenti della morte cerebrale e, quindi, occorre decidere più in fretta e agire velocemente".

 

La donazione a cuore fermo

Normalmente la donazione viene effettuata da donatore in morte encefalica quindi a cuore ancora battente. In questo caso, invece, il cuore del donatore era fermo di conseguenza il processo di donazione, quale procedura clinico chirurgica di alta complessità richiede un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse, in questo caso: Terapia Intensiva, Chirurgia Vascolare, Nefrologia, Laboratorio analisi, Ingegneria clinica, Laboratorio di tipizzazione Tissutale e Centro di Riferimento Regionale.

La legge in Italia sancisce che per determinare la morte con criteri cardiologici occorre osservare un'assenza completa di battito cardiaco e di circolo per almeno 20 minuti: tale condizione determina con certezza una necrosi encefalica, con la perdita irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo stesso. La donazione "a cuore fermo" in Italia è regolata dai medesimi riferimenti legislativi ed etici della donazione da donatore in cui la morte è accertata con criteri neurologici (sei ore di osservazione da parte della commissione che deve accertare la morte). Una volta accertata la morte, il prelievo di organi da un donatore a cuore fermo a scopo di trapianto si presenta come una procedura complessa dal punto di vista organizzativo, a partire dal sistema di emergenza sanitaria territoriale e dalle equipe di medici e operatori sanitari coinvolti nelle diverse procedure.

Questo tipo di donazione richiede inoltre l'utilizzo di sofisticati strumenti dedicati alla ri-perfusione dei reni. La tecnologia attuale permette infatti di ri-ossigenare a temperature e pressioni controllate l'organo prelevato, al fine di migliorarne la performance prima del trapianto.

Una nuova speranza per chi è in attesa di trapianto

Questa procedura consente di estendere il numero dei potenziali donatori, comprendendo donatori che un tempo non era possibile prendere in considerazione, contribuendo a ridurre la "cronica" carenza d'organi che determina lunghi periodi di attesa in lista, con conseguente rischio di uscita dalla stessa per la progressione della malattia e la conseguente impossibilità di affrontare un trapianto.

 

(Fonte: Policlinico MO)

Influenza e festività: 2.006 accessi ai PS modenesi nella prima settimana dell'anno. I Medici: "Venga al PS solo chi ne ha bisogno".
A Baggiovara attiva l'Admission Room. Al Policlinico una sezione straordinaria della Medicina d'urgenza per il periodo invernale. Gli specialisti "Non fate gli eroi e rimanete a letto".

Modena, 9 gennaio 2018

L'Epifania, tradizionalmente, segna la fine delle feste. Quest'anno la settimana da Capodanno al 6 gennaio è coincisa il primo significativo picco influenzale che, complice anche il periodo festivo, ha portato molti i pazienti che si sono rivolti ai Pronto Soccorso dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. A questi si sono aggiunti gli accessi tipici dei periodi festivi, quando i pazienti – soprattutto le categorie più fragili come gli anziani – tendono a rivolgersi al Pronto Soccorso con più frequenza.

Sono stati 2.006 i pazienti che si sono rivolti al Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara e del Policlinico di Modena dal 1 gennaio 2018 al 7 gennaio, una media di 286 al giorno, sovrapponibile allo stesso periodo dello scorso anno. Di questi 89 erano codici rossi, 517 gialli, 1302 verdi, 98 bianchi. I ricoveri sono stati 341. Il dato è sovrapponibile con quello dello stesso periodo dello scorso anno, quando gli accessi erano stati 1947 con 334 ricoveri.

"Nessuna emergenza, ma possiamo dire che gli ospedali non si possono prendere una pausa nemmeno nei momenti di festa – spiegano il dottor Marco Barozzi, Direttore del Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara e il dottor Antonio Luciani, Direttore del Pronto Soccorso del Policlinico – È normale, infatti, che in questi gli accessi al Pronto Soccorso aumentino e che, soprattutto, aumentino i codici verdi e bianchi. Avviene in estate per il caldo e durante le feste natalizie per le malattie invernali, non solo l'influenza, ma anche virus intestinali, e altre patologie simili. Non è un caso che il numero complessivo di accesi nella prima settimana del 2018 sia sostanzialmente sovrapponibile con quello della prima settimana del 2017. I Pronto Soccorso dell'Azienda si sono attrezzati, come tutti gli anni per far fronte all'aumento di accessi, ma è importante comprendere che inevitabilmente vi sono state e vi saranno attese più lunghe della media annuale".

Per far fronte alle previste difficoltà, sia al Policlinico sia a Baggiovara è stato attivato da tempo un meccanismo (in gergo chiamato "cingolo") che prevede una riserva giornaliera di posti letto – tra medicine e chirurgie - per il Pronto Soccorso che è stata calcolata sugli accessi torici. A Baggiovara si tratta di 26 posti letto, al Policlinico di 23. Questa riserva può essere ampliata in momenti di particolare emergenza, intervenendo sui ricoveri programmati (come è avvenuto, ad esempio, in occasione dell'evento Modena Park). Figura fondamentale intorno alla quale ruota questa organizzazione è il bed manager, attivo sia al Policlinico sia a Baggiovara.

Da segnalare anche l'attivazione al Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara del settore di Admission e Discharge Room con 6 posti letto. Qui vengono ospitati i pazienti che, terminato il percorso di emergenza al PS, sono in attesa di essere inviati al reparto più appropriato per il loro problema assistenziale (admission) oppure quelli che, già dimessi da un reparto di degenza, sono in attesa di essere trasferiti a domicilio o in altre strutture del territorio (discharge). Questo consente di ottimizzare i ricoveri e le dimissioni, riducendo i tempi e, comunque, ospitando i pazienti in attesa in spazi consoni al loro quadro clinico. Al Policlinico, come ogni anno, da dicembre a febbraio verrà attivata inoltre una sezione straordinaria di Medicina Interna Area Critica di 17 letti per far fronte a possibili picchi di ricoveri legati al periodo invernale.

"La vera criticità – proseguono Luciani e Barozzi - di questo periodo non sono tanto gli accessi, il cui incremento non è significativo, ma i ricoveri, il cui aumento finisce per intasare il Pronto Soccorso perché la struttura deve assorbire un numero di pazienti più alto, persone spesso fragili che necessitano di ricoveri più lunghi. Vista questa situazione è fondamentale ricordare a tutti di recarsi al Pronto Soccorso quando è strettamente necessario. Il Pronto Soccorso non è un ambulatorio di guardia medica, è una struttura di emergenza e un suo utilizzo improprio finisce per penalizzare chi davvero ha bisogno."

L'Influenza in Provincia di Modena

Si stima che i modenesi colpiti sino ad oggi dall'influenza siano 8.800, con un'incidenza superiore, come in tutta Italia, allo scorso anno. "Il virus di quest'anno – spiega la prof. Cristina Mussini, Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – è molto contagioso ma non ha una sintomatologia più grave di quello dello scorso anno. Al momento, infatti, secondo le prime rilevazioni fatte dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), stanno circolando i virus A(H3N2) e B/Yamagata viruses, già presenti nella passata stagione influenzale. Questo non significa che l'influenza debba essere sottovalutata, basta osservare l'andamento della mortalità che cresce proprio durante il periodo influenzale". Proprio al Policlinico, a fine anno è stato ricoverato in Malattie dell'Apparato Respiratorio un trentenne per complicanze dell'influenza. Il paziente sta bene ed è stato dimesso dopo alcuni giorni di degenza.

Normalmente l'influenza si risolve in una settimana di riposo, vi sono però categorie a rischio, come i bambini, gli anziani e i pazienti con altre patologie pregresse, ad esempio l'asma, che devono prestare una maggiore attenzione ai sintomi influenzali. I sintomi sono sempre gli stessi: testa pesante, stanchezza, dolori diffusi, starnuti e brividi di freddo. Poco dopo subentrerà la febbre che si alzerà velocemente. Il consiglio è rimanere a casa, in ambienti non troppo caldi. Soltanto nel caso una ulteriore infezione batterica, come placche e forte mal di gola, sono consigliati gli antibiotici. Altrimenti sono sufficienti gli antipiretici. Fortemente raccomandati invece tutti gli alimenti che contengono la vitamina C, come la frutta e la verdura.

"L'ideale sarebbe stato vaccinarsi – concludono Barozzi e Luciani – se questo non è accaduto e ci si è ammalati, il consiglio è non fare gli eroi ma rimanere a casa a letto. – spiega il dottor Marco Barozzi, Direttore del Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Baggiovara – Voler andare a lavorare condurre una vita normale, oltre che diffondere l'influenza, espone il paziente, che è comunque debilitato dal virus influenzale, al rischio di altre infezioni batteriche. Questo peggiora così notevolmente una situazione dalla quale ci si riprende, generalmente, con il riposo ".

(Fonte: Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena)

Premiata la dottoressa Jessica Mandrioli, Responsabile del Centro SLA che riceverà un finanziamento per una ricerca innovativa da svolgersi nei prossimi 2 anni sui meccanismi patogenetici della malattia.

Importante riconoscimento per la Neurologia dell'Ospedale Civile di Baggiovara. La Dr.ssa Jessica Mandrioli, responsabile del centro SLA dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena è uno dei vincitori del Bando per la ricerca indipendente dell'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco. Tra i 343 progetti presentati, il Suo progetto si posiziona al 15° posto tra i quaranta premiati con un finanziamento di quasi un milione di euro che sarà utilizzato per sviluppare sperimentazione clinica della durata di 2 anni che verrà condotta in 9 centri di eccellenza per la cura della SLA in Italia, diffusi su tutto il territorio nazionale, coordinati dal centro di Modena e che prevedrà la collaborazione di 4 importanti laboratori universitari.

"Lo studio prevede l'affiancamento alla parte clinica di sperimentazione di un nuovo farmaco per la SLA, anche di una importante parte di studio sui meccanismi patogenetici della malattia e sugli effetti biologici del farmaco" – ha precisato la dottoressa Mandrioli. Oltre al Dipartimento di Neuroscienze dell'AOU di Modena, hanno partecipato al progetto anche il prof. Roberto D'Amico (Statistica Medica, UniMORE) e la prof. Serena Carra (Biologia Molecolare, UniMORE), con il supporto del Servizio Formazione, Ricerca e Innovazione, dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.

La sperimentazione sarà uno studio clinico di fase II, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco (strutturato quindi in modo da non creare effetti di aspettativa consci o inconsci, che potrebbero alterarne i risultati), controllato con placebo e rappresenterà un nuovo trial clinico nel panorama nazionale della ricerca farmacologica nella SLA.

"La SLA – spiega la dottoressa Mandrioli - è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla degenerazione e morte dei neuroni motori della corteccia cerebrale, del tronco cerebrale e del midollo spinale. Clinicamente si manifesta con la progressiva paralisi della muscolatura scheletrica che determina la perdita della capacità di movimento, di comunicare, di deglutire e di respirare". La malattia esordisce mediamente nella sesta decade di vita, anche se tutte le classi d'età possono esserne affette; l'incidenza nel mondo è di 2-3/100.000 abitanti/anno.

"Al momento – aggiunge il prof. Paolo Frigio Nichelli, Direttore della Neurologia - non sono disponibili trattamenti in grado di guarire la malattia, anche a causa dei processi patogenetici non ancora del tutto chiari. Nonostante numerosi trattamenti volti al controllo dei sintomi e al mantenimento della qualità della vita, in Italia l'unico farmaco con indicazione per la SLA è il Riluzolo che ne rallenta la progressione di pochi mesi."

Lo studio rappresenterà quindi una opportunità di partecipazione per i malati affetti da questa patologia ancora priva di trattamenti significativamente efficaci. Le informazioni derivate da questo studio, potranno essere utili a comprendere meglio alcuni meccanismi patogenetici della malattia, in particolare il ruolo dei meccanismi di degradazione delle proteine anomale che, accumulandosi all'interno della cellula, la portano a morte, nonché i meccanismi di azione del farmaco e la sua efficacia nel rallentare il decorso della malattia. Nel caso i risultati si rivelassero positivi, saranno la base necessaria per il disegno di un successivo studio di fase III di conferma.

(Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena)

Nella sera di giovedì 26 ottobre, verso le 21.30, l'allarme antincendio è suonato al Policlinico di Modena, nei pressi dell'ingresso 19, un'ala adibita a uffici e laboratori, non occupata da pazienti. Un principio di incendio si era sviluppato nell'Ufficio di smistamento posta, a causa probabilmente di un cortocircuito.

Come da procedura, immediatamente sono intervenuti la Vigilanza, l'elettricista e il geometra reperibile e il reperibile del Servizio Infermieristico tecnico che hanno provveduto a spegnere la piccola fiamma in pochi minuti e a mettere in atto tutte le azioni necessarie per evitare che il fumo potesse diffondersi nello stabile che, a quell'ora, era occupato solo da due tecnici del Laboratorio Centralizzato che hanno subito indossato le mascherine e arieggiato i locali.

Sempre come previsto dalla procedura di emergenza, sono stati chiamati i Vigili del Fuoco che hanno certificato il corretto spegnimento dell'incendio.

Il piano antincendio ha funzionato perfettamente e ha evitato danni a cose o persone.

Pubblicato in Cronaca Modena

La Sala Ibrida rende possibile effettuare la diagnosi e interventi con velocità e sicurezza. Al via la campagna di raccolta fondi con ROCK NO WAR. Un investimento di oltre due milioni di euro. L'obiettivo della campagna è acquistare l'angiografo digitale da 1 milione di euro.

Modena, 23 ottobre 2017

Tutti insieme per la sala operatoria del futuro. Questo è lo slogan della campagna di raccolta fondi organizzata dall'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena con il supporto di ROCK NO WAR Onlus che prende ufficialmente oggi avvio lunedì 23 ottobre 2017.

L'obiettivo è rendere possibile la costruzione, all'Ospedale Civile di Baggiovara della Sala Ibrida della Provincia di Modena. Stiamo parlando di una sala operatoria all'avanguardia, un grande spazio che contiene apparecchiature radiologiche tra le quali un angiografo di grande potenza. In questo unico ambiente gli specialisti potranno effettuare una diagnosi immediata e contemporaneamente, senza spostare il paziente, agire in modo più rapido preciso e sicuro.

"Gli Ospedali di Modena – ha spiegato Ivan Trenti, Direttore Generale dell'AOU di Modena – hanno la necessità di avere una sala ibrida. Per migliorare la qualità dell'assistenza del trauma center, ma soprattutto perché sono presenti tutte le professionalità cliniche per poter utilizzare al meglio questa tecnologia, assicurando così ai nostri cittadini interventi più sicuri, veloci e mininvasivi. Per dotarci di una sala ibrida abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Sin d'ora ringrazio il Comitato promotore e la ONLUS ROCKNOWAR per la collaborazione che ci hanno assicurato per raggiungere insieme questo importante obiettivo."

È una sala dove si trattano patologie in urgenza e patologie complesse in un modo corale, come in un'orchestra, grazie a un team in cui i diversi specialisti operano insieme e mettono a disposizione le proprie competenze. Si tratta di un investimento da circa 2.200.000 di euro. L'Azienda Ospedaliero – Universitaria finanzierà i lavori edilizi e di impiantistica, mentre 1 milione di euro sarà destinato all'acquisto dell'Angiografo indispensabile per la realizzazione dell'intero progetto.

"Rock No War ha aderito con convinzione a questo progetto – ha commentato il presidente Giorgio Amadessi – perché realizzare la sala Ibrida sarà un vantaggio per tutti i modenesi, quindi per tutti noi che potremo avere a disposizione una tecnologia all'avanguardia al servizio di tutti. L'angiografo è il cuore tecnologico della Sala Ibrida. È per il suo acquisto che abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti".

La Sala Ibrida sarà collocata all'Ospedale Civile di Baggiovara al 3 piano del corpo 9, in un'area attigua al Blocco Operatorio di circa 300mq complessivi dei quali 75mq per la sala operatoria e i rimanenti occupati dai locali di supporto e sala di controllo dell'angiografo.

"Abbiamo scelto declinare la campagna di comunicazione partendo dall'idea di un'orchestra – aggiunge Maurizia Gherardi, Direttore del Servizio Comunicazione – perché in una sala ibrida i diversi specialisti possono lavorare assieme come tanti orchestrali, per un risultato comune. Inoltre abbiamo voluto rappresentare lo sforzo di tutta la città che si muove all'unisono per realizzare un importante obiettivo, l'acquisto dell'angiografo digitale. Il set fotografico si è svolto sul prestigioso palco del Teatro Comunale. Per questo motivo siamo grati alla Fondazione Teatro Comunale e all'Istituto Orazio Vecchi – Tonelli per la preziosa collaborazione."

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Cos'è la Sala Ibrida

La Sala Ibrida è una Sala Operatoria ad alta tecnologia, dove sono presenti diverse apparecchiature radiologiche tra le quali un angiografo di grande potenza. È un ambiente chirurgico, quindi sterile, un unico ambiente dove si può effettuare una diagnosi immediata e, contemporaneamente, senza spostare il paziente, si possono eseguire le procedure chirurgiche. Questo consente di agire con più precisione e sicurezza per il paziente, perché l'intervento chirurgico può essere adattato all'evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale.

Grazie alle professionalità e alle nuove tecnologie è possibile intervenire con tecniche ancora più mini-invasive, cioè basate su piccole incisioni chirurgiche che comportano la riduzione delle complicanze e un netto miglioramento dei tempi di recupero del paziente. Una caratteristica che aiuta i chirurghi a intervenire su un'importante percentuale di malati, che altrimenti sarebbe esclusa dalla possibilità di un'operazione.

Il vantaggio della Sala ibrida è legato quindi all'urgenza, all'emergenza e alla traumatologia: il paziente arriva direttamente in sala operatoria non c'è perdita di tempo perché la diagnosi e la cura sono quasi contemporanee. La sala ibrida consente anche di svolgere una vasta gamma di interventi anche nelle patologie complesse di tipo vascolare, cardiologiche, neurochirurgiche, urologiche e gastroenterologiche.

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La campagna di raccolta fondi per l'acquisto dell'angiografo

Il 23 di ottobre 2017 parte ufficialmente la raccolta fondi lanciata dall'Azienda Ospedaliero - Universitaria grazie alla collaborazione di ROCK NO WAR ONLUS che gestisce direttamente le donazioni. Chiunque voglia e possa contribuire alla raccolta fondi può effettuare il proprio versamento tramite Bonifico bancario sul conto corrente "SALA IBRIDA" attivato da ROCK NO WAR ONLUS, presso la Banca Interprovinciale, filiale di Formigine (IBAN IT62O0339566780CC0020011937).

Tutti i dettagli sono disponibili sul sito web www.salaibridamodena.it  e sul sito di ROCK NO WAR. Grazie a ROCK NO WAR che usufruisce dei vantaggi fiscali delle ONLUS, sarà possibile recuperare parzialmente quanto donato in base alla normativa vigente.

Un'orchestra al lavoro: la parola ai professionisti

Marco Barozzi, Direttore Medicina d'Urgenza e Pronto Soccorso.

"Sono molti i vantaggi che la sala ibrida può dare in condizioni di emergenza, in aiuto di quei pazienti che arrivano al pronto Soccorso con gravi emorragie e che devono essere sottoposti a un intervento diagnostico e uno terapeutico. Poter concentrare entrambi questi momenti in una sola sala, è decisivo in un ambito, quello dell'urgenza, dove la velocità è spesso la discriminante tra la vita e la morte"

Elisabetta Bertellini, Direttore Anestesia e Rianimazione.

"La Sala Ibrida è vicina alla terapia Intensiva e consente quindi di poter intervenire più volte sul paziente, nella massima sicurezza possibile, sia nei casi di patologie vascolari, sia nei grandi traumi".

Giampaolo Bianchi, Direttore Urologia.

"L'utilizzo della sala ibrida in Urologia si inserisce soprattutto nel trattamento della calcolosi urinaria per la tecnica endoscopica chiamata litotrissia percutanea, nella quale la possibilità di vedere immagini tridimensionali delle cavità renali consente maggiore precisione di intervento e, quindi, migliori risultati soprattutto in pazienti con problematiche particolari".

Rita Luisa Conigliaro, Direttore Endoscopia Digestiva.

"Nell'Endoscopia digestiva la Sala Ibrida è fondamentale soprattutto nella terapia della patologia bilio-pancreatica perché consente diagnosi molto sofisticate e, a seguire, un'interventistica di alto livello, spesso in procedure combinate con altre equipe."

Giacomo Pavesi, Direttore Neurochirurgia.

"La Neurochirurgia si basa sulla visione. L'acquisizione di una tecnologia che ci permetta di vedere meglio va nella direzione di una maggior sicurezza durante la manipolazione di strutture come i nervi e il cervello che sono molto delicate"

Micaela Piccoli, Direttore Chirurgia Generale, d'Urgenza e Nuove Tecnologie.

"Il paziente traumatizzato è un paziente difficile da trattare, al quale dobbiamo dare risposte con la miglior tecnologia possibile che consenta di effettuare la diagnostica per immagine durante l'intervento chirurgico per risparmiare tempo prezioso e trattare tutte le lesioni nella massima sicurezza."

Roberto Silingardi, Direttore Chirurgia vascolari.

"Spesso nei grandi traumi esiste anche una forte componente vascolare che necessita di ridurre il più possibile la distanza tra diagnosi e terapia. Ancora, nelle patologie dell'aorta toracica e addominale noi possiamo intervenire con nuovi materiali, nuovi cateteri che hanno grandi potenzialità ma devono essere impiantati in una Sala Ibrida, perché necessitano di immagini ad altissima risoluzione".

Stefano Tondi, Direttore Cardiologia.

"La Sala Ibrida ci consentirà di svolgere interventi di cardiologia strutturale, quindi non solo intervenire sulle urgenze coronariche ma anche impiantare le valvole cardiache in modo mini-invasivo."

Pietro Torricelli, Direttore Dipartimento Diagnostica per Immagini.

"Il contributo che la Radiologia può dare all'utilizzo della sala ibrida è molto importante. Essa supporta il chirurgo nella gestione di pazienti politraumatizzati che presentano spesso emorragie molto estese che vengono trattate con tecniche di embolizzazione. Il neuroradiologo, poi, gestisce assieme al chirurgo le patologie vascolari, come gli aneurismi cerebrali.

 

Ufficio Stampa Azienda Ospedaliera Unuversitaria di Modena

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