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Allarme lanciato dal sindacato dei lavoratori agroindustriali Fai-Cisl di Modena per le forti ripercussioni negative sulla richiesta di manodopera sia nelle aziende agricole che nelle cooperative di trasformazione causate a causa delle recenti calamità naturali -
Modena, 19 giugno 2014 -
A causa delle recenti calamità naturali ci saranno forti ripercussioni negative sulla richiesta di manodopera sia nelle aziende agricole che nelle cooperative di trasformazione. L'allarme è lanciato dal sindacato dei lavoratori agroindustriali Fai-Cisl di Modena, che stima nel 2014 una perdita tra le 30 e 40 mila giornate di lavoro, con possibili ripercussioni anche nel 2015. «Nei Comuni più colpiti dagli ultimi eventi (Bastiglia, Bomporto, Nonantola e Soliera) gli operai agricoli a tempo determinato hanno lavorato negli ultimi tre anni in media quasi 78 mila giornate l'anno – spiega Pier Secondo Mediani, reggente della Fai-Cisl - Dunque quest'anno rischiamo di perdere la metà delle giornate di lavoro e ci sono timori anche per il prossimo anno. Il Comune con le maggiori difficoltà lavorative potrebbe essere Bomporto, dove ha sede una grossa cooperativa ortofrutticola di conservazione e commercializzazione che già nel 2013 ha subito una riduzione di 8 mila giornate rispetto all'anno precedente. Preoccupa meno il caso dei dipendenti fissi, il cui dato medio è di circa 12 mila giornate lavorative annue; essi dovrebbero risentire della calamità in misura inferiore rispetto agli stagionali». Ricordiamo che gli operai fissi sono quelli assunti con contratto a tempo indeterminato, mentre gli stagionali lavorano al massimo 150 giorni l'anno. Nelle cooperative ortofrutticole sono quelli che lavorano durante il periodo della raccolta frutta e, nelle cantine, durante la vendemmia. Con la tromba d'aria e la grandinata del 30 aprile si è allargata l'area già colpita dal terremoto e dall'alluvione. Sono quasi 13 mila gli ettari coinvolti. Nella zona del Sorbara i danni alle colture vanno da un minimo del 30 per cento fino al 100 per cento della produzione 2014. «Le coltivazioni più colpite sono pere e uva, non solo la frutta ma anche le piante, quindi con danni probabili anche alla produzione del prossimo anno – afferma Valeria Camurri, direttore della Copagri (Confederazione produttori agricoli) di Modena - Questo causerà alle imprese perdite di quote di mercato perché, quando manca il prodotto, grossisti e commercianti lo reperiscono su altri mercati. Per quanto riguarda i risarcimenti, meglio abbandonare la richiesta della no tax area, che non è stata concessa nemmeno per il terremoto. Abbiamo già provveduto a consegnare ai parlamentari modenesi un emendamento da inserire nel "decreto Modena", pubblicato a metà maggio in Gazzetta Ufficiale, con il quale chiediamo di lasciare aperta la valutazione dei danni da alluvione, risarcibili con il decreto, in modo da poter indennizzare con le risorse disponibili anche il mancato reddito causato dall'evento del 30 aprile per il quale, vista la sua eccezionalità e le distruzioni causate, chiediamo lo stato di emergenza». La Copagri ricorda che per le strutture danneggiate dal tornado, così come per la tromba d'aria del 3 maggio 2013, si aprirà una misura (la 126) sul Piano regionale di sviluppo rurale che liquida l'80 per cento delle spese di ricostruzione; sono comprese strutture, macchine e attrezzature, scorte vive e scorte morte eventualmente danneggiate. «Stiamo chiedendo alle nostre strutture nazionali maggiore attenzione e risorse sul "caso Modena", il cui territorio è stato colpito nel 2012 dal terremoto e dalla siccità, nel 2013 dalla tromba d'aria e dalle piogge persistenti, nel 2014 dall'alluvione, dall'eccezionale grandinata del 30 aprile, nonché dal tornado dello stesso giorno. Questo – continua Camurri - sapendo che siamo in "concorrenza" con i disastri ambientali accaduti in Veneto, Calabria, Sardegna e Marche. Urgono provvedimenti per far fronte all'emergenza ambientale e al dissesto idrogeologico. La legge 102 sulle calamità, infatti, non concedendo né contributi a fondo perduto né mutui a tasso agevolato per le aziende che hanno subito danni per le colture assicurabili, non è di fatto una fonte alla quale attingere. Questo nonostante la grandinata del 30 aprile abbia divelto reti antigrandine e danneggiato la produzione sottorete che non viene ovviamente assicurata proprio perché le reti – conclude il direttore della Copagri di Modena - dovrebbero essere sufficientemente protettive».
(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)
Il segretario provinciale della Cisl William Ballotta commenta l'intervento effettuato stamattina dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli al convegno "Creare lavoro (2)", organizzato dal centro culturale Francesco Luigi Ferrari, dalla Cisl e Confcooperative Modena -
Modena, 16 giugno 2014 -
«Accogliamo con favore le parole con cui oggi il sindaco Muzzarelli ha confermato la sua intenzione di arrivare presto a un "patto per Modena"». Lo dichiara il segretario provinciale della Cisl William Ballotta commentando l'intervento effettuato stamattina dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli al convegno "Creare lavoro (2)", organizzato dal centro culturale Francesco Luigi Ferrari, dalla Cisl e Confcooperative Modena. «Il sindaco ha ribadito oggi quanto già detto l'11 giugno all'incontro con le parti sociali e il giorno seguente all'assemblea di Confindustria Modena, e cioè che anche qui c'è urgente bisogno di un tavolo sindacati-imprese-istituzioni per rilanciare il nostro territorio. È quel "patto di comunità" che chiediamo da due anni e che finalmente potrebbe costituirsi - dice Ballotta – Serve un confronto ampio per individuare insieme le priorità e concertare le scelte da compiere, aprendo una riflessione su cosa siamo oggi e, soprattutto, cosa vogliamo essere domani e come arrivarci. Muzzarelli sa che un ruolo chiave deve giocarlo la politica». Il segretario Cisl mette al primo posto il lavoro e, quindi, il sostegno all'industria manifatturiera, che può offrire opportunità di occupazione e trainare anche lo sviluppo dei servizi. «Dobbiamo aiutare le imprese a restare sul nostro territorio. In questo senso – aggiunge Ballotta - ci auguriamo si concretizzino presto, per esempio, i progetti di sviluppo della Maserati. In un'economia globalizzata la competitività aziendale non basta: oggi è indispensabile essere competitivi anche come territorio e sistema-Paese. È di vitale importanza favorire l'innovazione tecnologica, di prodotto e processo, la formazione continua dei lavoratori, una logistica più efficiente, trasporti più rapidi, minori costi energetici, creazione di aree dedicate allo sviluppo delle imprese, rilancio dell'istruzione e formazione tecnica, un più stretto rapporto università-imprese, semplificazione burocratica, fiscalità di vantaggio, tempi della giustizia ragionevoli. Sono tutti aspetti – conclude il segretario provinciale Cisl - su cui si può intervenire anche a livello locale».
(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)
La richiesta dei sindacati confederali ai 41 Comuni modenesi su 47 che hanno già deliberato le proprie aliquote.
Modena, 10 giugno 2014 -
«È impossibile che tutti versino la prima rata della Tasi entro lunedì prossimo 16 giugno: occorre posticipare la scadenza di trenta giorni senza applicare sanzioni». Lo chiedono i sindacati confederali ai 41 Comuni modenesi su 47 che hanno già deliberato le proprie aliquote. «Una cosa è certa: sul pagamento della Tasi è il caos. In questa situazione - affermano i segretari provinciali di Cgil-Cisl-Uil Tania Scacchetti, William Ballotta e Luigi Tollari - chiediamo una decisione coordinata a tutti i sindaci modenesi: rinviate la scadenza del 16 giugno a mercoledì 16 luglio, senza sanzioni, come hanno già deciso di fare i Comuni di Bologna e Piacenza».
In questi giorni i Caf (Centri di assistenza fiscale) di Cgil-Cisl-Uil sono letteralmente presi d'assalto dai cittadini, confusi e preoccupati per "l'ingorgo fiscale" prodotto da Imu (scadenza 16 giugno), Tasi (idem), invio bollettini Tari, conguaglio Tares 2013 chiesto da alcuni Comuni (per esempio Modena). A ciò si aggiunge che il calcolo di quanto dovuto per la Tasi è tutt'altro che semplice. Per stabilire a quanto ammonta l'importo effettivamente da versare, infatti, all'imposta calcolata applicando le aliquote si devono sottrarre le detrazioni. «I Comuni si sono sbizzarriti deliberando le più diverse modalità di calcolo – spiegano i responsabili dei Caf di Cgil-Cisl-Uil Daniela Bondi, Franco Saracino e Patrizia Pedretti – Ai fini del calcolo della detrazione c'è chi tiene conto del numero di figli fiscalmente a carico. Qualcun altro chiede che il reddito 2013 dei componenti il nucleo familiare sia al di sotto di una certa soglia. Altri ancora hanno pensato di concedere degli sconti in misura scaglionata in funzione della rendita catastale dell'immobile. Insomma i cittadini sprovvisti di particolari competenze, cioè la grande maggioranza, non sono in grado di effettuare da soli i calcoli per pagare la Tasi». Per questo i sindacati e i loro servizi fiscali si appellano all'articolo 10 della legge 27 luglio 2000 n. 212 (cosiddetto "Statuto del contribuente") che prevede non siano irrogate sanzioni o interessi di mora qualora ci siano obiettive condizioni di incertezza sulla portata e applicazione della norma tributaria.
(Fonte: ufficio stampa Cisl Modena)