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Sito Ufficiale: www.re.camcom.gov.it
A cinque mesi dall'avvio del servizio gratuito, i documenti hanno superato le 1.300 unità. -
Reggio Emilia, 2 settembre 2015 -
Hanno superato quota 1.300 le fatture elettroniche emesse tramite il servizio gratuito della Camera di Commercio di Reggio Emilia, utilizzato ormai da oltre 400 imprese reggiane.
A cinque mesi dall'introduzione dell'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di ricevere fatture solo ed esclusivamente in formato elettronico, è dunque già alto il ricorso alla piattaforma online messa a disposizione gratuitamente dal sistema camerale per agevolare le piccole e medie imprese che hanno rapporti commerciali con la pubblica e media impresa.
La fatturazione elettronica – sottolinea la Camera di Commercio - si configura come uno dei principali cardini all'innovazione per il mondo delle imprese e ha quindi come obiettivo quello di favorire la rapida e completa transizione delle imprese, soprattutto le piccole e medie, verso l'utilizzo delle tecnologie digitali.
La piattaforma per la fatturazione online, nata da un accordo tra Unioncamere e Agenzia per l'Italia digitale e realizzata da InfoCamere, consente alle piccole e medie imprese registrate al portale di gestire senza alcun costo l'intero ciclo di vita delle fatture elettroniche: compilazione, spedizione, gestione e conservazione digitale a norma per dieci anni.
Il servizio relativo alla fatturazione elettronica, così come la firma digitale, la posta elettronica certificata e la business key, sono alcuni degli strumenti che la Camera di Commercio di Reggio Emilia mette a disposizioni di cittadini, imprese e Pubbliche Amministrazioni per generare e tradurre concretamente tutte le semplificazioni amministrative possibili che le imprese chiedono ad una Pubblica Amministrazione moderna e vicino alle esigenze del territorio.
Dal sito internet della Camera di Commercio di Reggio Emilia www.re.camcom.gov.it è possibile accedere ai numerosi servizi innovativi.
(fonte: dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Al 30 giugno le imprese attive straniere raggiungono quota 44.054 (il 10,7 per cento del totale). In un anno, aumentano di 1.160 unità, +2,7 per cento. -
Reggio Emilia, 31 agosto 2015 - in allegato scaricabile il documento con le tabelle -
Sono 44.054 le imprese straniere, aumentano di 1.160 unità in un anno (+2,7 per cento). La crescita nazionale è però più rapida (+5,3 per cento). Frena l'aumento delle ditte individuali (+714 unità), ma volano le società di capitale (+15,9 per cento). Crescono i servizi (+1.104 imprese, +5,3 per cento). Lievi incrementi per agricoltura e costruzioni; minimo calo nell'industria.
Prosegue in Emilia-Romagna la crescita della base imprenditoriale straniera, seppur più lenta rispetto a quanto avviene a livello nazionale.
Al 30 giugno le imprese attive straniere raggiungono quota 44.054 (il 10,7 per cento del totale). In un anno, aumentano di 1.160 unità, +2,7 per cento. Gli effetti della crisi economica contengono la loro tendenza a crescere, ma riducono dell'1,3 per cento l'insieme delle altre imprese regionali. In Italia l'aumento è ancora una volta più rapido (+5,3 per cento) e le straniere si avvicinano a quota 488 mila, il 9,5 per cento del totale, a fronte di una diminuzione dello 0,8 per cento delle altre imprese. Questi sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio (fonte InfoCamere) elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese straniere aumentano in tutte le regioni italiane. La crescita è stata più rapida in Campania (+12,9 per cento) e nel Lazio (+7,7 per cento). L'Emilia-Romagna con il +2,7 per cento è quattordicesima, superata da Lombardia (+5,8 per cento) e Veneto (+4,7 per cento).
La forma giuridica
La componente più cospicua è data innanzitutto dalle ditte individuali (+714 unità, +2,0 per cento), nonostante gli effetti della crisi ne contengano l'aumento. Esse costituiscono l'83,8 per cento delle imprese straniere. Sempre più risulta determinante la rapida crescita delle società di capitale (+436 unità, +15,9 per cento), sostenuta dall'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa ha contribuito alla lieve riduzione delle società di persone (-0,2 per cento). Aumentano anche le cooperative e i consorzi (+2,7 per cento).
Settori di attività economica
La tendenza positiva origina sostanzialmente dai servizi (+1.104 imprese, +5,3 per cento). In particolare, l'incremento è determinato soprattutto dall'aumento delle imprese del commercio (+365 unità, +3,4 per cento), nonostante la debolezza dei consumi, e di quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (+233 unità, +6,4 per cento), per la quasi totalità realizzato dalla ristorazione. L'aumento è rilevante anche per le imprese delle altre attività di servizi (+13,1 per cento, +170 unità), trainate dai servizi per la persona (+14,4 per cento). Variazioni minime negli altri macro settori, in aumento per agricoltura e costruzioni, lieve in diminuzione nell'industria.
(Fonte: ufficio stampa CCIAA RE)
I giovani reggiani scommettono sempre più decisamente su se stessi per cercare di superare l'impasse occupazionale e realizzare progetti d'impresa.
In provincia di Reggio Emilia, infatti, nei primi sei mesi del 2015 sono nate ben 644 imprese guidate da "under 35", vale a dire una ogni tre nuove iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Delle 2.131 iscrizioni effettuate complessivamente fra gennaio e giugno di quest'anno, il 30% riguarda proprio imprese giovanili, e nonostante 312 chiusure rilevate nel semestre, il saldo iscritte-cessate, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi camerale, è stato positivo (+332) portando così a 5.271 le imprese gestite da giovani.
In genere si tratta di imprese di piccolissima dimensione, visto che il 60% ha un unico addetto e un altro 20% si colloca nella classe da 2 a 5 addetti. Le dimensioni e la forma giuridica (nel 78,2% dei casi si tratta di ditte individuali), evidenziano ancora la prevalenza di imprese poco strutturate, anche se vi sono alcuni importanti cambiamenti in atto.
Negli ultimi anni, infatti, si assiste ad una aumento del peso delle società di capitale costituite da "under 35" (attualmente 671), che è passato dal 9,9% del giugno 2013 al 10,8% del 2014 e poi al 12,7% di quest'anno.
In flessione, invece, le società di persone (passate in un anno dall'8,2% al 7,6% del totale), mentre sono pressoché stazionarie le altre forme giuridiche: cooperative (1%), consorzi (0,2%) e altre forme (0,3%).
Sul piano della ripartizione settoriale, è il terziario il comparto sul quale i giovani hanno scelto di puntare. In un anno sono aumentate del 5% (passando da 418 a 439) le imprese giovanili attive nei servizi di alloggio e ristorazione, sono salite del 13,3% (raggiungendo le 299 unità) quelle presenti nel campo dei servizi alla persona e sono cresciute del 6,7% (arrivando a 716 unità) le aziende che si occupano di servizi alle imprese, con particolare riguardo alle attività ausiliarie dei servizi finanziari; professionali, scientifiche e tecniche; di supporto per le funzioni d'ufficio; produzione di software e consulenza informatica, pubblicità e ricerche di mercato, servizi per edifici e paesaggio.
Molto consistente, anche se in calo del 7,6%, la presenze di imprese giovanili nelle costruzioni, settore nel quale operano quasi 2.000 aziende "under 35" (il 37,1% del totale), mentre solo il 9,6% dei giovani ha deciso di investire nel settore manifatturiero (508 imprese in totale) e il 3,6% in agricoltura (191 unità).
(Fonte CCIAA RE)