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Le previsioni occupazionali, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sui dati Excelsior, sono improntate ad ottimismo, seppure cauto -
Reggio Emilia, 16 gennaio 2015 -
Gli imprenditori reggiani provano a far ripartire l'economia puntando su forze nuove.
Per il primo trimestre 2015, infatti, le previsioni occupazionali, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sui dati Excelsior, sono improntate ad ottimismo, seppure cauto: 1.460 assunzioni, il 33% in più rispetto alle 1.100 previste per lo stesso trimestre del 2014.
Il 57% delle assunzioni previste in provincia di Reggio Emilia - monitorate tramite il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro - sono destinate a lavoratori inquadrati con contratto a tempo determinato (830 unità). Di queste, 300 hanno come obiettivo quello di valutare candidati in vista di una possibile assunzione stabile, il 16% (230 assunzioni) viene utilizzato per far fronte a picchi di attività, l'8% per svolgere attività stagionali e altre 180 per sostituire lavoratori temporaneamente assenti dall'azienda (13%).
Le assunzioni "stabili", pari a 590 unità, rappresentano il 40% dei 1.460 nuovi ingressi: poco meno di un terzo riguarda ingressi a tempo indeterminato, mentre l'11%, pari a 170 unità, è destinato ad assunzioni con contratto di apprendistato. In particolare, questo tipo di contratto è destinato a circa il 30% dei giovani di cui è prevista l'assunzione. Nel primo trimestre 2015 gli imprenditori reggiani prevedono che la quota di assunzioni rivolte ai giovani con meno di 30 anni possa raggiungere il 36% del totale. Considerando però le assunzioni per cui l'età non è ritenuta un requisito importante e ripartendole proporzionalmente fra le due classi di età (meno di 30 anni e più di 30 anni), si stima che le opportunità per i giovani possano raggiungere il 68% delle assunzioni totali.
In due casi su tre le assunzioni programmate a Reggio Emilia nel primo trimestre 2015 sono destinate ad imprese che operano nei servizi, in prevalenza attività commerciali con 330 assunzioni, pari al 23% del totale provinciale. Seguono i servizi alle persone, con 150 assunzioni (10%), il turismo-ristorazione (140 unità e 9%) e i servizi avanzati (130 unità, 9%).
Per quanto riguarda le 450 assunzioni nell'industria, il comparto nel quale è previsto il maggior numero di nuovi ingressi è quello della metalmeccanica ed elettronica con 290 assunzioni, il 20% del totale.
Permangono le difficoltà riscontrate dalle imprese reggiane nel reperire i profili di cui necessitano. Le difficoltà di reperimento sono attribuite, nel 13% dei casi, alla scarsa offerta delle figure ricercate e nel 6% all'inadeguata preparazione dei candidati. Fra i diversi settori, le quote di assunzioni difficili da reperire sono comprese fra un minimo dell'1% nel commercio e un massimo del 76% nei servizi avanzati alle imprese.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Alle prime 16 imprese iscritte nel 2013 nella sezione speciale del registro imprese della Camera di Commercio, se ne sono aggiunte altre 25 nel 2014 -
Reggio Emilia, 14 gennaio 2015 -
Hanno raggiunto quota 42 le start-up innovative presenti in provincia di Reggio Emilia. Alle prime 16 imprese iscritte nel 2013 nella sezione speciale del registro imprese della Camera di Commercio, se ne sono aggiunte altre 25 nel 2014 e il primo aggiornamento del 2015 ha evidenziato l'iscrizione di una nuova start-up innovativa reggiana nei primi dieci giorni dell'anno.
Le imprese della provincia di Reggio Emilia che fanno innovazione in ambito tecnologico, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio, sono situate prevalentemente nel comune capoluogo (24 imprese, il 57,1% del totale), mentre le restanti 18 si distribuiscono per tutto il territorio provinciale, dalla montagna alla val d'Enza, dalla pedecollina ai comuni rivieraschi.
La qualifica di start-up innovativa non è limitata ad un unico settore, ma è aperta a tutto il mondo produttivo, dalle tecnologie delle telecomunicazioni e dell'informazione alla manifattura e ai servizi; è necessario, però, che le imprese abbiano, come oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
Relativamente alle imprese reggiane, delle 42 start-up innovative registrate in provincia, 21 rientrano in settori dell'industria. La fabbricazione di macchinari e produzioni meccaniche (8 aziende) e la produzione di apparecchiature elettrico-elettroniche (8 imprese) sono le attività nelle quali si registra il maggior numero di aziende, ma buone presenze si registrano anche in quelle della trasformazione alimentare, lavorazione di articoli in pelle o di carta (5 aziende in totale).
19 imprese appartengono invece alle attività professionali, scientifiche e tecniche che comprendono la produzione di software e consulenza informatica (10 aziende), la ricerca e sviluppo (2 imprese), la consulenza imprenditoriale (3) e "altri servizi" (4). Sono invece 2 le imprese iscritte all'interno del settore del commercio: commercio on line e di apparecchiature ICT.
Le start-up innovative della provincia di Reggio Emilia sono tutte di dimensione piccolissima, ovvero sotto i 10 addetti. Oltre l'80% delle imprese reggiane appartiene alla classe di addetti da 1 a 5, e solo 4 aziende impiegano 6-7 addetti.
In favore delle start-up innovative sono previste una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell'impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell'impresa. Fra i principali vantaggi previsti dal Ministero delle Sviluppo economico per le start-up innovative si evidenziano:
Abbattimento degli oneri per l'avvio d'impresa
Disciplina in materia di lavoro ad hoc per le start-up
Accesso semplificato, gratuito e diretto per le start-up al Fondo Centrale di Garanzia
Introduzione di incentivi fiscali per investimenti in start-up provenienti da aziende e privati
Sostegno ad hoc nel processo di internazionalizzazione
Introduzione del crowdfunding
Per maggiori informazioni ed approfondimenti: startup.registroimprese.it
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Gli scambi con l'estero, intanto, si mantengono in buona crescita
Reggio Emilia, 29 dicembre 2014 --
Toccheranno il record storico, nel 2015, le risorse messe a disposizione dalla Camera di Commercio a favore dell'internazionalizzazione delle imprese reggiane e della loro promozione nel mondo.
"Si tratta, infatti, di 1,5 milioni di euro, destinati – come sottolinea il presidente dell'Ente camerale, Stefano Landi – a rafforzare la presenza delle imprese reggiane su quei mercati internazionali che nel 2013 hanno generato 8 miliardi e 600 milioni di valore per la nostra economia, un record che quasi certamente sarà superato a fine 2014 dopo tre trimestri tutti all'insegna della crescita".
"Siamo di fronte – prosegue Landi – ad un andamento molto favorevole che occorre consolidare ulteriormente, puntando in primo luogo ad estendere il numero delle imprese che hanno rapporti con l'estero e, contemporaneamente, ad utilizzare nuove risorse sia per la partecipazione a mostre e fiere internazionali, sia per quelle azioni di incoming che anche quest'anno si sono succedute a ritmo intenso con tanti paesi esteri e a favore di alcuni dei settori trainanti la nostra economia".
E mentre la Camera di Commercio compie sull'internazionalizzazione il maggior investimento di sempre (e il bando è consultabile sul sito dell'Ente), dai mercati esteri giungono ancora segnali positivi per le nostre esportazioni.
Nei primi nove mesi del 2014, infatti, le esportazioni reggiane hanno raggiunto il valore di 6.764.958.979 euro, il 4,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2013 (quasi 6,5 miliardi). In aumento anche le importazioni che si sono attestate, da gennaio a settembre dell'anno in corso, sui 2,7 miliardi rispetto ai 2,5 dei primi nove mesi del 2013. Il saldo commerciale tra export ed import, con poco più di 4 miliardi, è comunque cresciuto dello 0,4%.
L'aumento osservato, secondo l'analisi dell'Uffici Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sui dati diffusi dall'Istat, è sicuramente influenzata dal +5,5% che si registra per l'export verso l'Europa che è passato da poco più di 4,6 miliardi del periodo gennaio-settembre 2013 ai quasi 4,9 miliardi del 2014. Il Vecchio Continente, con il 72,3% del totale esportato, continua infatti a rappresentare il principale acquirente di prodotti reggiani. Ai primi tre posti della graduatoria dei Paesi verso i quali sono dirette le nostre merci si posizionano tre paesi europei - Francia, Germania e Regno Unito - tutti in crescita, anche a doppia cifra come nel caso della Germania (+12,8%). Ancora in calo le vendite dirette verso la Russia (-10,1%) e verso la Turchia (-2,3%).
Per l'Asia e l'America l'andamento delle vendite di prodotti "made in Reggio" è stato positivo, con variazioni che hanno superato i quattro punti percentuali. Gli Stati Uniti, con 457 milioni ed una crescita rispetto al 2013 del 14,7%, posizionando al quarto posto, si confermano primo Paese extra Europa per prodotti reggiani acquistati.
Fra i prodotti di punta dell'economia reggiana registrano andamenti positivi, nel primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013, i prodotti metalmeccanici che crescono del 4,6% e raggiungono i 3,4 miliardi di esportato, continuando a rappresentare oltre la metà del totale dell'export reggiano; il tessile-abbigliamento raggiunge il valore di 1,1 miliardi con un aumento del 4,5%; la ceramica, passando da 685,4 a 744,4 milioni euro, registra un +8,6%; l'elettrico-elettronico cresce del 4,9% raggiungendo i 516,8 milioni.
In lieve flessione gli alimentari-bevande il cui export passa dai 457 milioni dell'anno passato ai 455 milioni del 2014 (-0,5%). In calo del 4,3% la gomma-plastica il cui export scende da 94,8 a 90,7 milioni, le sostanze e i prodotti chimici (da 216,4 a 212,8 milioni, pari al -1,7%) e i prodotti in legno (da 78,7 a 73,6 milioni; -6,5%).
(Fonte CCIAA RE)