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Imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2016: la lettura realizzata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio sulla dinamica dei dati demografici.
Reggio Emilia, 2 febbraio 2017
Diminuiscono le cessazioni di attività, ma contemporaneamente calano, con una maggiore intensità, le iscrizioni di nuove imprese al registro camerale, con la conseguente contrazione numerica del sistema imprenditoriale reggiano.
Il dato emerge dalla lettura che l'Ufficio Studi della Camera di Commercio ha effettuato sulla dinamica dei dati demografici delle imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2016, che presenta l'immagine di una struttura economica che, in termini di vitalità anagrafica, fatica a ritornare verso i numeri degli anni ante-crisi, senza riuscire a stabilizzare lo stock di imprese.
Nell'anno appena trascorso le aperture di nuove attività sono state 3.354 contro le 3.729 del 2015, mentre le imprese che hanno chiuso i battenti nel 2016 sono state 3.433 (erano 3.503 nel 2015) con un saldo annuale della movimentazione anagrafica pari a -79 unità. Alla fine dello scorso anno erano 55.562 le aziende presenti nel Registro Imprese camerale.
La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese evidenzia, in modo indiscutibile, il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale. Con una crescita di 260 unità, pari al +2%, le società di capitale hanno superato le 13.000 imprese, quasi un quarto del totale. In particolare le società a responsabilità limitata, che rappresentano i tre quarti delle società di capitale reggiane, sono aumentate dell'1,7% in un anno, ma il maggior contributo all'incremento viene dal trend registrato negli ultimi anni dalle srl semplificate che sono passate dalle 306 del 2014 alle 577 del 2015 (+88,6%) fino alle 904 (+56,7%) del 2016.
Le imprese individuali, che con una consistenza di 29.397 unità continuano a rappresentare oltre la metà dello stock di imprese esistenti (il 52,9%), mostrano invece una flessione di oltre 300 aziende, facendo registrare, in termini relativi, un decremento dell'1,1%. In calo anche le società di persone - che scendono dalle 11.550 del 2015 alle 11.278 di fine 2016 (-2,4%) - e, in misura più contenuta, le "altre forme" (-0,5%).
Relativamente all'andamento dei diversi settori economici, è in crescita dello 0,4% il terziario che, con 27.627 imprese, rappresenta ormai la metà delle attività iscritte alla Camera di Commercio di Reggio Emilia. Le attività dei servizi alle imprese (trasporti, servizi di informazione comunicazione, attività finanziarie e assicurative, immobiliari, attività professionali e altri servizi alle imprese), con un aumento dello 0,5%, hanno raggiunto le 10.097 unità. In crescita anche i servizi alla persona (istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche, sportive e di intrattenimento, altre attività dei servizi) che registrano un +2,9% e contano 3.174 imprese. Trend positivo anche per i servizi di alloggio e ristorazione (bar, ristoranti) che a fine 2016 hanno raggiunto le 3.284 unità con una crescita, rispetto allo stesso periodo del 2015, dell'1%. Unica eccezione, all'interno del terziario, il commercio, per il quale si registra una flessione dello 0,6%.
Continua il calo delle costruzioni che, con una contrazione del 2%, fa scendere a 12.125 il numero delle imprese; in flessione dell'1,8% l'industria - che comprende le attività manifatturiere in senso stretto (7.771), quelle estrattive (29) e le multiutilities (energia, reti idriche, rifiuti: complessivamente 133 aziende). In diminuzione dello 0,6% anche l'agricoltura: in un anno le aziende del settore sono scese da 6.283 a 6.246.
(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia RE)
In controtendenza con il dato nazionale, sono tornati a crescere, nel 2016, i fallimenti in provincia di Reggio Emilia. Le procedure fallimentari, che erano scese sotto le cento unità nel 2015, lo scorso anno si sono infatti riportate a 125 unità.
Reggio Emilia, 23 gennaio 2017
Ancora una volta, secondo l'analisi effettuata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati del Tribunale di Reggio Emilia, è il comparto edile ad essere maggiormente interessato. Le imprese di costruzioni o gli impiantisti dichiarati falliti nel 2016 sono 42, il 33,6% del totale, alle quali si aggiungono 7 società immobiliari (5,6%).
Segue il settore manifatturiero con 39 fallimenti (31,2%) - relativi, in particolare, ad aziende metalmeccaniche – e il commercio sia all'ingrosso (8 procedure fallimentari aperte nel 2016) che al dettaglio (5 procedure); i pubblici esercizi hanno totalizzato complessivamente 8 fallimenti, e la maggior parte ha riguardato bar e ristoranti (7).
I fallimenti relativi ai servizi di supporto alle imprese sono stati complessivamente 6 e hanno riguardato sia attività professionali, scientifiche e tecniche che il noleggio e leasing. Per quanto concerne i servizi alle persone, i 4 fallimenti aperti nel corso dell'anno passato hanno riguardato sia attività dei centri per il benessere fisico che lavanderie.
Altri settori, come la logistica-trasporti e l'editoria-informazione, sono stati toccati più marginalmente: per ciascun settore le procedure fallimentari aperte sono 3.
L'incremento delle procedure fallimentari aperte in provincia di Reggio Emilia nel corso dell'anno scorso, più che alla situazione economica attuale – le indagini congiunturali delineano una economia in moderata ripresa - è probabilmente da imputare ad una fase recessiva che ha toccato la nostra provincia negli anni passati; l'attuale momento di leggera crescita non è forse ancora in grado di garantire a molte aziende del territorio un efficace risanamento.
(Fonte: dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Per il quarto anno consecutivo, in provincia di Reggio Emilia, si assiste al calo degli insoluti e dei protesti sia in termini numerici sia in termini di valore.
Tre assegni il cui importo complessivo (1.185.540 euro) rappresenta, da solo, un terzo dell'intero valore degli assegni cabriolet della provincia di Reggio Emilia; un valore medio delle cambiali protestate di pocoinferiore ai 900 euro; un calo, per il quarto anno consecutivo, sia del numero che dell'importo totale degli insoluti provinciali. Sono questi alcuni degli aspetti che emergono dall'analisi effettuata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati del Registro Informatico dei Protesti.
Trend in flessione, quindi, quello registrato dai protesti nei primi undici mesi del 2016 nella nostra provincia rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. E' infatti diminuito del 16,3%, raggiungendo quota 3.217, il numero di titoli esecutivi (cambiali-pagherò e assegni) e contemporaneamente è calato anche il valore complessivo, che in un anno è sceso da quasi 7 milioni a poco più di 5,6 milioni di euro, con una variazione pari al -18,8%.
A determinare questo andamento è stata, in egual misura, la flessione registrata sia dalle cambiali protestate - che rappresentano i tre quarti del totale insoluti – che dagli assegni. Il numero dei pagherò (che comprendono cambiali e tratte accettate) passa da 2.860 del gennaio-novembre 2015 a 2.379 dello stesso periodo dell'anno in corso, con un calo del 16,8%; analoga la flessione registrata per il valore (-16,9%) che è sceso a poco più di 2,1 milioni di euro., a fronte di una diminuzione del 14,9% nella consistenza (da 985 a 838) si registra un decremento del 19,9% nel valore, che passa così da oltre 4,4 milioni di euro dei primi undici mesi dell'anno passato a poco più di 3,5 milioni del 2016. Il maggior calo del valore degli assegni rispetto alla flessione del numero, ne ha fatto scendere il valore medio da 4.492 a 4.229 euro.
(Fonte CCIAA Reggio Emilia 30 dicembre 2016)