Modena, 27 aprile 2020 - «Orari scolastici spalmati tra mattino e pomeriggio, ingressi scaglionati, alternanza tra lezioni frontali in presenza e didattica a distanza. Tutti, dai docenti ai ragazzi ai genitori, dovremo adattarci a un nuovo modello di scuola».
Lo afferma la Cisl Scuola Emilia Centrale, per la quale la ripresa delle attività scolastiche in presenza, da tutti attesa perché ricondurrà la scuola alla sua dimensione più autentica di comunità fondata sul valore della relazione interpersonale diretta, non può essere comunque immaginata come un semplice ripristino delle consuete modalità operative.
«Se è vero che il passaggio alla fase 2 dell’emergenza va adeguatamente preparato e governato attraverso la definizione di regole che garantiscano una ripresa delle attività in un quadro di garanzie e tutele per la collettività, ciò è ancor più vero per il settore dell’istruzione, che coinvolge milioni di persone tra studenti e personale scolastico, con un impatto enorme in termini di mobilità, servizi, contatti sociali – dichiara la segreteria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale Antonietta Cozzo – Per un periodo di tempo che è difficile stimare, le attività scolastiche dovranno subire adattamenti di non poco conto, date le precauzioni e regole imprescindibili cui ci si dovrà ovunque attenere. Possiamo già da adesso immaginare orari scolastici spalmati tra mattino e pomeriggio, ingressi scaglionati, alternanza tra lezioni frontali in presenza e didattica a distanza. Tutti, dai docenti ai discenti ai genitori, dovremo adattarci a un nuovo modello di scuola».
In questa prospettiva la Cisl sollecita l’avvio di un confronto che, coinvolgendo amministrazione scolastica, sindacati e famiglie, prepari adeguatamente il ritorno all’attività scolastica, mettendo a fuoco tutte le problematiche su cui è necessario porre l’attenzione e individuare soluzioni operative.
«Il confronto deve aprirsi il più presto possibile, perché le questioni da affrontare sono tantissime – sottolinea Cozzo - e il tempo a disposizione non è molto, anche nel caso in cui la riapertura delle scuole avvenisse non prima di settembre».
A livello nazionale la Cisl Scuola ha redatto un documento con la definizione condivisa di un sistema articolato di indicazioni e regole, assunte a livelli diversi, necessarie per orientare le scelte e i comportamenti delle singole scuole alla ripresa delle attività. Per la Cisl è fondamentale la stipula di un protocollo nazionale, da declinare poi a livello di singola scuola in specifici protocolli di sicurezza anti-contagio, in parallelo con quanto disposto dal protocollo condiviso del 14 marzo fra Governo e parti sociali, assunto come modello di riferimento anche per quanto riguarda le modalità della sua definizione.
«Sulle Fonderie Cooperative Modena non serve prendersela con le istituzioni, ma occorre sedersi a un tavolo e cercare la soluzione migliore per i lavoratori e la città». Lo affermano la Cisl e la Fim Cisl Emilia Centrale.
«Fare dell’inutile polemica può forse regalare visibilità, ma rischia di essere controproducente – dicono Andrea Sirianni, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale, e Alessandro Gamba, segretario generale aggiunto Fim Cisl - Il piano industriale prevede la chiusura dello stabilimento della Madonnina a inizio 2022 e il trasferimento di alcune attività accessorie in un’altra zona della città. Al momento non ci sono elementi per ipotizzare scenari diversi, ma questo non significa che non siamo attenti all’evoluzione del quadro – sottolineano Sirianni e Gamba - Siamo impegnati a tutelare i lavoratori e incalzeremo il presidente della cooperativa affinché mantenga l’impegno a non licenziare nessuno.
Nel frattempo bisogna aprire una trattativa finalizzata a mantenere sul territorio occupazione e patrimonio industriale. A maggior ragione visto che i dipendenti sono quasi tutti soci della cooperativa e hanno, perciò, diritto – ricordano i due sindacalisti Cisl - a ulteriori garanzie e tutele sul loro futuro lavorativo.
Ben venga quindi la disponibilità del Comune di Modena a riprendere la discussione su questo tema. Chiediamo, pertanto, un tavolo istituzionale anche a livello regionale con tutti i soggetti coinvolti. Anche in questa vicenda vogliamo mettere al centro il lavoro e affermare – concludono Andrea Sirianni, componente della segreteria Cisl Emilia Centrale, e Alessandro Gamba, segretario generale aggiunto Fim Cisl - che si possono e si devono conciliare attività produttive e sostenibilità economica, sociale e ambientale».
«Sulla vertenza Italpizza siamo soddisfatti dei passi avanti compiuti, perché porteranno già nell'immediato grossi benefici a tutti i lavoratori. Questo dimostra che contrattare serve».
Lo afferma la Cisl Emilia Centrale commentando l'esito dell'incontro di ieri con la direzione aziendale di~Italpizza~e le~cooperative appaltatrici Evologica e Cofamo.
«Stiamo lavorando~per trovare una soluzione alla vertenza in atto da mesi – dichiarano Vittorio Daviddi (segretario generale Fai Cisl Emilia Centrale) ed Enrico Gobbi (segretario generale Fisascat Cisl Emilia Centrale) – C'è ancora un pezzo di strada da percorrere, in particolare per gli addetti del comparto movimentazione merci, per i quali aspettiamo risposte convincenti da parte dell'azienda nell'incontro già calendarizzato il prossimo 16 luglio. Speriamo nelle prossime settimane di presentare un buon contratto agli oltre mille dipendenti del sito Italpizza di S. Donnino».
«L'azienda confermi l'investimento annunciato, aumenti l'occupazione e migliori, attraverso la trattativa sindacale, le condizioni contrattuali e normative dei lavoratori - aggiunge il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta - Per noi, infatti, è fondamentale andare avanti con l'investimento da 25 milioni di euro per realizzare il polo logistico Italpizza a San Donnino, che produrrà centinaia di nuovi posti»
(Enrico Gobbi)
(Vittorio Daviddi)
(William Ballotta)
Modena -
Si calcola che siano circa un migliaio le persone che ogni giorno frequentano Palazzo Europa, il primo condominio a Modena a dotarsi di un impianto fotovoltaico che produce il 17% dell’energia elettrica consumata ogni anno.
Fonte: Cisl Modena
«La settimana prossima proveremo a chiudere il contratto Fca, Cnhi e Ferrari: ormai siamo nella fase conclusiva». Lo afferma il segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale Giorgio Uriti dopo l'ultimo incontro tra sindacati e azienda.
«Siamo a un punto in cui o si superano le distanze o si rischia la rottura – spiega Uriti - Rimangono ancora divergenze su alcuni temi che potrebbero trovare una soluzione positiva. Sul salario bisogna verificare concretamente le disponibilità. Altre questioni, come la malattia o la riformulazione dell'articolo del contratto che regolamenta i "rapporti in azienda", potrebbero determinare una crisi del negoziato».
Il segretario dei metalmeccanici Cisl di Modena e Reggio dice che negli ultimi giorni di trattativa sono stati compiuti ulteriori passi in avanti sul sistema di partecipazione del contratto, orario, sanità integrativa e previdenza. «In particolare abbiamo risolto le ultime questioni che hanno rafforzato il ruolo di partecipazione nelle commissioni paritetiche in azienda. Sull'orario di lavoro – continua Uriti - abbiamo introdotto ulteriori miglioramenti sulla gestione più flessibile dei permessi retribuiti con la possibilità di utilizzarli a ore, anche ai turnisti per un massimo di 16 ore. Sulla previdenza complementare verrà alzato il contributo aziendale di 0,5 punti, portando il contributo al 2,2% per operai e impiegati, mentre per i~professional~passerà al 2,5%. Si procederà a rafforzare anche la sanità integrativa, con una riduzione del costo a carico del lavoratore e un incremento a carico azienda, migliorando le coperture assicurative sanitarie. Abbiamo anche discusso le modifiche sul sistema d'inquadramento professionale».
Rimane aperta la discussione sul salario e sulla definizione dei premi collegati all'efficienza. Per la Fim Cisl è fondamentale trovare una risposta sugli incrementi in paga base e, nello stesso tempo, valorizzare il sistema premiante collegato al premio di efficienza che, nell'ultimo quadriennio, ha determinato un incremento economico di 5.879 euro per Fca e 4.492 euro per Cnhi.
«Abbiamo costruito le condizioni per migliorare molti aspetti normativi e salariali. Sarebbe un errore se non si superassero alcune posizioni che rischiano di impedire un accordo.
In questo contesto economico, - conclude il segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale Giorgio Uriti - una situazione di conflitto sul contratto è proprio la cosa da evitare».
È la settima struttura territoriale Cisl in Italia - Cisl Emilia Centrale: iscritti oltre quota 100 mila.
Hanno superato quota 100 mila gli iscritti della Cisl Emilia Centrale. Alla fine del 2018 le adesioni erano 100.303, in aumento di 3.699 (+3,8 per cento) rispetto al 2017.
Grazie a questi numeri la Cisl Emilia Centrale (nata nel 2015 dalla fusione tra la Cisl di Modena e quella di Reggio Emilia) si conferma la prima struttura territoriale Cisl in Emilia-Romagna e diventa la settima in Italia, scalando una posizione.
Alla Cisl Emilia Centrale aderisce l'8,4 per cento della popolazione modenese e reggiana (1,2 milioni di abitanti). Il 56,7 per cento degli iscritti Cisl è rappresentato dai lavoratori attivi, tra i quali aumentano soprattutto gli addetti del commercio e servizi, metalmeccanica e agroindustria, enti locali e sanità.
«Siamo molto soddisfatti per aver superato il traguardo dei 100 mila iscritti che ci eravamo posti al momento della fusione tra le strutture di Modena e Reggio Emilia - commenta il segretario generale della Cisl Emilia Centrale William Ballotta – I numeri certificano la crescita costante della nostra organizzazione e il rafforzamento della sua presenza politica, sociale e di servizi ai lavoratori e pensionati. Al di là dei numeri, però, ci conforta la fiducia che giovani, donne, immigrati, lavoratori e pensionati continuano a nutrire nei nostri confronti. Questo ci sprona a proseguire con slancio la nostra azione a difesa dei lavoratori e pensionati, tutela della loro dignità, miglioramento delle condizioni salariali, normative e professionali, per contribuire – conclude Ballotta – allo sviluppo delle nostre comunità».
Fca ed "ecotassa", Fim: «Governo ritorni sui propri passi o porteremo lavoratori sotto palazzo Chigi» Preoccupazione anche a Modena dopo le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Fca Mike Manley, che ieri ha annunciato la revisione del piano di investimenti nel nostro Paese segnalando che lo scenario è cambiato a causa dell'ecotassa introdotta dal governo con la legge di Bilancio 2019.
«Da tempo avevamo incalzato Fca sulla necessità di accelerare la transizione verso ibrido ed elettrico e di partire immediatamente con investimenti e nuovi modelli. Ora che avevamo raggiunto un'intesa con Fca, il governo rischia di far saltare tutto – afferma il segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale Giorgio Uriti - Così come è stata scritta, "l'ecotassa" è un suicidio di Stato dell'industria automobilistica italiana con contraccolpi enormi sull'occupazione. Il governo deve capire che la transizione verso l'elettrico è da gestire in maniera graduale investendo nell'ecosistema. Servono infrastrutture per garantire occupazione e una mobilità sostenibile per la salute e l'ambiente. Occorrono almeno venti mesi per avere i primi risultati. Il governo deve immediatamente ritornare sui propri passi e rivedere un provvedimento sbagliato che rischia di distruggere la nostra industria dell'auto e, con essa, migliaia di posti di lavoro. Se così non fosse, porteremo sotto palazzo Chigi i lavoratori di Fca, Cnhi e Ferrrari».
Per la Fim è necessario incontrare al più presto i vertici di Fca per avere conferma del piano, dei 5 miliardi di euro di investimenti, delle nuove motorizzazioni e delle relative assegnazioni produttive dei nuovi modelli.
Ricordiamo che Fca ha annunciato a fine novembre l'intenzione di proseguire a Modena la produzione delle Maserati Gran Turismo e Gran Cabrio.
Inoltre sono previste due nuove supersportive (una Alfa e una Maserati), che saranno sviluppate tra fine 2019 e 2020, per entrare in produzione nel 2021.
Almeno una delle due nuove vetture dovrebbe essere prodotta in versione elettrica.
Fca, Fim Cisl Emilia Centrale: «Lavoratori preoccupati, dai nuovi manager ci aspettiamo continuità»
«Calma e sangue freddo. Aspettiamo di capire quali sono le intenzioni dei nuovi amministratori delegati, dai quali ci attendiamo comunque continuità».
Lo afferma il segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale Giorgio Uriti commentando l'improvvisa sostituzione di Sergio Marchionne, decisa sabato da Fca a causa dei gravi problemi di salute dell'ormai ex ad del gruppo.
«Anche i circa 6.500 lavoratori modenesi Fca, da quelli della Ferrari e Maserati a quelli di Cnh, sono comprensibilmente preoccupati – dice Uriti – Noi ci aspettiamo un'accelerazione e indicazioni più precise rispetto al piano industriale presentato il 1° giugno a Balocco. Del resto il nuovo ad Mike Manley lavorava nel gruppo di Marchionne e ha condiviso il piano. Quanto al fatto che i nuovi ad non sono italiani, mi interessa relativamente: l'importante è che sappiano fare bene il loro lavoro. Li valuteremo presto alla luce dei fatti, a partire dal raggiungimento in tempi brevi della massima occupazione possibile in tutti gli stabilimenti italiani, compreso - conclude il segretario generale della Fim Cisl Giorgio Uriti - quello modenese della Maserati».