La Difesa Civile Siriana ha dichiarato che “Quest’anno, fino a pochi giorni fa, ci sono stati tredici attacchi di droni che hanno ferito sette persone, tra cui due bambini”.
Il vicedirettore dei Caschi Bianchi, Munir Mustafa, ha spiegato ai media che “L’uso di droni FPV da parte delle Forze siriane, così come degli alleati russi e iraniani, contro i civili è un pericolo che minaccia le vite e distrugge i mezzi di sussistenza. Questi attacchi non si limitano alla perdita diretta di vite umane e ai danneggiamenti alle proprietà, ma si estendono anche alle aree agricole e alla zona della diga di Qarqur [villaggio nel nord della Siria], minacciando i mezzi di sussistenza di molte famiglie”.
Inoltre, il vicedirettore Mustafa ha sottolineato: “Questi attacchi deliberati esaspereranno l’insicurezza alimentare e ostacoleranno ulteriormente l’accesso ai servizi di base, aggravando le sfide affrontate da comunità già devastate da tredici anni di guerra”.
È facile immaginare come lo stato di paura e preoccupazione provocato da questi attacchi rischi di aggravarsi e di spingere comunità già vulnerabili alla fuga.
Il Syrian Network for Human Rights ha affermato che il Governo siriano sta violando le risoluzioni 2139 e 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il Diritto umanitario internazionale sulla distinzione tra civili e combattenti, “Come è consuetudine – secondo quando dichiarato da Abu Amin, che monitora gli aerei militari e da guerra siriani e russi per avvisare i civili di Idlib degli attacchi in arrivo - da ormai da tredici anni, colpire i civili è l’obiettivo primario del regime di Assad”.
I droni FPV, alta precisione e basso costo
Questa tipologia di drone è classificata come munizione da combattimento per la sua capacità di librarsi vicino a un bersaglio fino al momento di colpire. L’FPV è relativamente economico da produrre e offre un alto grado di precisione nei colpi.
Questi droni offrono all’operatore il vantaggio di una visione aerea che viene trasmessa dalla telecamera montata sul velivolo agli occhiali per la realtà virtuale o a un monitor portatile.
Tuttavia, l’utilizzo di questi mezzi è aumentato recentemente nella guerra russa contro l'Ucraina.
In Siria, secondo alcune fonti militari, le Forze governative producono il maggior numero possibile di velivoli a livello nazionale e utilizzano tecnologie diverse, ma l’obiettivo sarebbe sempre lo stesso.
Abu Amin, infatti, ha spiegato ai giornalisti che “I droni suicidi FPV utilizzati dalle Forze del regime di Assad sono prodotti in laboratori di ricerca a sud di Hama [Siria centrale] sotto la supervisione delle Forze russe e iraniane. Le unità militari responsabili dei droni sono la 25° Divisione, sostenuta dalla Russia, e la Guardia Repubblicana, sostenuta dall'Iran”.
Sembra che i droni possano trasportare circa due chili di esplosivo e che abbiano un raggio di controllo di circa tre chilometri e mezzo a un’altitudine non superiore ai trenta metri.
Secondo il Colonnello Mustafa Bakour, un ufficiale siriano disertore, ora leader delle Forze di opposizione siriane “Le milizie iraniane, dunque, avrebbero installato un sistema principale per i droni suicidi presso l’aeroporto di Hama e in due punti affiliati a Maarat al-Numan, nella campagna di Idlib, e nella pianura di Ghab. Da quando i sistemi sono stati installati diversi mesi fa, sono iniziati i test dei droni e la formazione degli operatori. Questi droni hanno un’elevata precisione e un basso costo rispetto ad altri tipi di armi, come aerei da guerra, artiglieria e missili”.
“Fino a questo momento, gli attacchi - ha aggiunto il Colonnello - si sono svolti lungo le linee del fronte tra le Forze governative e quelle dell’opposizione, colpendo l’area della diga di Qarqur nella campagna settentrionale di Hama, i villaggi di Afs e Maaret Elnaasan nella campagna occidentale di Idlib e Kafr Amma nella campagna occidentale di Aleppo”.
I droni suicidi non sarebbero una novità nella guerra siriana.
“Questi, infatti - ha ricordato Bakour - sono stati utilizzati dalla Russia dopo il suo intervento diretto in Siria nel 2016, ma in modo limitato”.
Ora, l’interrogativo principale si concentra su quale sia il finanziatore straniero del Governo siriano a guidare l’aumento dell’uso dei droni suicidi, Iran o Russia?
(immagine da screenshot, da pressbee.net.)