Comma 1) La Chiesa Ortodossa Italiana ritiene che, come da insegnamenti biblici, evangelici e conciliari (*1): “l’uomo è fatto ad immagine di Dio al momento del concepimento” la vita umana deve essere difesa fin dal concepimento.
Comma 2) Fedele agli insegnamenti divini per i quali «Dio non ha fatto la morte, né si rallegra per la fine dei viventi!» (Sap. 1, 13), dei comandamenti “crescete e moltiplicatevi” (Genesi 1,27) e “non uccidere” (Esodo 20) e della Didaché dove è detto chiaramente: «Tu non ucciderai con l’aborto il frutto del grembo e non farai perire il bimbo già nato» (Capitolo II,2) la Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, nel solco della tradizione vetero e neotestamentaria condanna la pratica dell’aborto procurato e volontario come peccato grave contro la morale e la fede cristiana ed equipara l’aborto procurato all’omicidio.
Domenica 20 maggio a Roma si è svolta la Manifestazione per la Vita organizzata dal movimento Pro Vita e Famiglia onlus, organizzazione diretta da Maria Rachele Ruiu e Jacopo Coghe alla quale hanno partecipato migliaia di persone con l’adesione di oltre 120 associazioni, con striscioni quali “Scegliamo la Vita”, "meglio in braccio che sulla coscienza", "Aborto uguale bimbi e bimbe morti", “ogni aborto è un bambino morto” ecc., ha partecipato anche una delegazione della Chiesa Ortodossa Italiana guidata dal nostro Arcivescovo Metropolita S.B. mons. Filippo Ortenzi, accompagnato da diversi fedeli, tra i quali ricordiamo padre Sebastiano e il nostro amico Silvano Olmi, vice Presidente Nazionale dell’A.N.V.M. (Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate).
La nostra presenza è stata particolarmente notata essendo stata oggetto di numerose fotografie ed interviste da vari organi di stampa, tra le quali ricordiamo una troupe de La7 ed una giornalista (musulmana) di un’agenzia di stampa turca.
La Manifestazione, iniziata a Piazza della Repubblica, che si è svolta in modo gioioso con canti, slogan e rulli di tamburo, si è conclusa, sotto la pioggia, a piazza San Giovanni in Laterano.
Alla manifestazione di quest’anno era assente, perché impegnata al G7 che si teneva ad Hiroshima (Impero del Giappone), il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri on. Giorgia Meloni che diede notizia della gravidanza durante il Family Day del 30 gennaio 2016, in compenso hanno dato l’adesione numerosi esponenti politici (tutti del centro-destra attese le posizioni filo-abortiste delle sinistre) e la presenza, insieme ad associazioni conservatrici cattoliche anche di diversi gruppi evangelici pentecostali ed anche di qualche esponente delle comunità islamiche.
Il nostro Metropolita Sua Beatitudine Filippo I di Roma (al secolo Filippo Ortenzi) ha affermato che “La battaglia per la vita non riguarda soltanto la difesa della vita e il contrasto alle pratiche abortive ma anche contro la mercificazione della maternità e l’utero in affitto.”"