Questa ricorrenza, tradizionalmente, viene chiamata Candelora poiché si effettua la benedizione e l'accensione delle candele per celebrare il tema della luce che viene espresso nella benedizione a Dio di Simeone nell'accogliere, al tempio, il bambino Gesù tra le sue braccia chiamandolo: "« ...luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele»". (Lc 2,32); perciò la luce delle candele vuole sono rappresentative della luce divina che evoca la figura di Gesù: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo". (Gv 1,9).
Nella descrizione dell'evento al tempio; sono due le figure che riconosco nel fanciullo Gesù il Salvatore: entrambe, persone anziane, Simeone e la profetessa Anna sono devoti, giusti e pii a tal punto che lo Spirito Santo è su di loro; indulgendo ai loro occhi di discernere la salvezza (Lc 2,30) e proclamare il compimento della profezia di Malachia dell'Antico Testamento sulla venuta del Messia, dopo la loro lunga attesa e vigilanza.
Simeone, mentre esprime la gioia dell'incontro con il Redentore, benedice i due genitori: Giuseppe e Maria; e parla alla Madre Santissima rivolgendole un discorso profetico che anticipa: la missione "segno di contraddizione" (Lc 2,34) e la crocifissione del Cristo, con la sua compartecipazione alle ostilità incontrate da Gesù ed alla passione, stando sotto la croce del figlio, dicendole: "«E anche a te una spada trafiggerà l'anima»." (Lc 2,35).