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Giovedì, 01 Novembre 2018 09:00

Bio, 5,3 milioni per le mense scolastiche

Biologico. Dalla Conferenza delle Regioni circa 5,3 milioni di euro all'Emilia-Romagna per lo sviluppo delle mense scolastiche bio. La soddisfazione dell'assessore Caselli: "Un risultato che premia il nostro lavoro". È la quota più alta del fondo nazionale stanziato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo, davanti a Toscana e Lombardia. La ripartizione basata sul numero dei beneficiari

Bologna – Emilia-Romagna sempre più bio, anche per quanto riguarda le mense scolastiche. È di quasi 5,3 milioni di euro, la quota più alta sulla cifra complessiva di 10 milioni di euro, la tranche finanziaria assegnata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, guidata dal presidente, Stefano Bonaccini - che ha dato via libera allo schema di decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo sul riparto del Fondo nazionale per le mense biologiche per il 2018. La ripartizione è avvenuta in base al numero di beneficiari del servizio di mensa scolastica in ciascun ambito territoriale. Una classifica che vede appunto l'Emilia-Romagna al primo posto in Italia, davanti a Toscana e Lombardia.

Grande soddisfazione è stata espressa dall'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli: "È il risultato del lavoro che da tempo stiamo portando avanti per promuovere il biologico all'interno dei servizi di ristorazione collettiva pubblica. Un impegno che viene da lontano: nel 2002 abbiamo approvato una legge ad hoc che prevede l'utilizzo del 100% di materie prime biologiche nella preparazione dei pasti nelle scuole dell'obbligo. Negli anni seguenti abbiamo sostenuto progetti di educazione alimentare sui prodotti biologici rivolti alle scuole e ai cittadini. Inoltre, abbiamo attivato servizi di informazione e formazione degli operatori del settore. Grazie a questa intensa attività la nostra regione è oggi la prima a livello nazionale per numero di mense bio".

In Emilia-Romagna sono oltre 330 le strutture - scuole d'infanzia, asili nido, primarie, secondarie e istituti comprensivi - che riceveranno i fondi stanziati dal Mipaaft a copertura delle maggiori spese sostenute per l'erogazione dei pasti bio e per realizzare progetti di informazione e di promozione nelle scuole di accompagnamento al servizio di refezione. /G.Ma

Giovedì, 01 Novembre 2018 07:11

Le Città Slow, una comunità che unisce l'Italia

L'Italia del fare che non ha perso la capacità di sognare si inventa nuove soluzioni e costruisce reti sinergiche laddove altri sistemi più complessi e storici vacillano, è la nuova Italia che riparte a discapito della crisi e contro la convenzionalità dei grandi sistemi tradizionali per far crescere i suoi territori.

da L'Equilibrista Novellara, 28 Ottobre 2018

Torino e Novellara, recenti teatri dell'evento Citta Slow 2018, non sono poi così lontane ma assolutamente ambedue così vicino all'esempio di Italia che vede nei giovani agricoltori la speranza di una rinascita per un rinnovato sistema agricolo. Si è lavorato a simposi dedicati, relazioni ed interviste sul futuro che ci aspetta per ripensare nuove logiche di sistema che vogliono emergere ed aggredire fette di mercato estere in cerca di eccellenza.

Unicità e distinzione si stanno diffondendo da ormai alcuni anni in Italia grazie anche alle città slow, il cui progetto, ormai noto al grande pubblico dell'Italia del gusto, porta alla ribalta 252 città in totale, per 30 Paesi coinvolti i quali conservano l'animo lento e scandito dalla natura di sempre, per forgiare le loro produzioni e svettando per merito delle loro nicchie di riferimento.

A Novellara, la tradizione targata Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia (ABTRE), sposa in modo eccellente l'artigianalità campana portata dall'Azienda Il Casolare di Caiazzo ad esempio.
Una solida realtà famigliare dell'Alto Casertano che grazie agli sforzi del fondatore Benito La Vecchia, partito da semplice ragazzo di bottega è riuscito a custodire i segreti della manifattura della mozzarella DOP e passarla ai figli, che oggi alla terza generazione, in un emozionante e disegno di amore in linea con la sua filosofia, lo vede protagonista. La sua impostazione è stata innovativa se la si colloca in relazione alla temporalità ed al mercato di riferimento, perché la famiglia nel tempo ha tessuto una rete stretta con tutti i Conferitori di latte tanto da sceglierli con cura ed averli al massimo a 15 km da casa, a riprova di presenza ed attenzione maniacale e che li colloca ad oggi in una posizione di assoluto vantaggio.

A Torino invece, fra i tanti assaggi e le grandi narrazioni di gusto, mi concentro sulla produzione di una Azienda storica in particolare, quella gestita da Loris Ferrari perché si respira qualità, ricerca e storia, La Macelleria Magnani dei fratelli Ferrari.

E' da Natale Magnani infatti, che Loris ed Andrea Ferrari comprendono ed approfondiscono la passione per l'arte norcina e la fanno loro, dopo il passaggio di consegna proprio dal loro predecessore, andando avanti e sperimentando solo grazie all'uso di aromi naturali e trovando differenti ricette pur mantenendo inalterata la voglia di imparare e la granitica scuola che Natale gli aveva trasmesso. Si comprende parlando con Loris, qui a Torino, come la sua voglia di fare sia contagiosa tanto che a breve sarà aperto un nuovo spaccio proprio nel centro di Salorno dedicato alla vendita ma soprattutto vocato alla creazione di un punto di riferimento per la cura dei prodotti della zona, andando a valorizzare il prodotto principe quale lo Speck.

Le cosce sono prodotte solo da coscia intera italiane, disossata e refilata a mano, salata ed affumicato a freddo con legno di faggio e stagionato per nove mesi.

Le storie di queste Famiglie e di queste persone che iniziano a fare della loro passione il loro lavoro è proprio quello che deve incarnare le città slow, che per crescere ancora, hanno bisogno di gente preparata, appassionata e soprattutto attenta alla qualità e che sposi in toto l'ideologia delle produzioni lente e nel rispetto delle regole che il territorio impone per riequilibrarsi e rigenerarsi.

 

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Ryanair e Wizz: bagaglio a mano a pagamento sospesa la nuova policy. Secondo l'Antitrust la richiesta di un supplemento per un elemento essenziale fornisce una falsa rappresentazione del reale prezzo del biglietto e vizia il confronto con altre compagnie

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato, a seguito dell'avvio di un procedimento istruttorio, ha disposto in via cautelare la sospensione della nuova policy bagagli a mano delle compagnie low-cost Ryanair e Wizz Air, che sarebbe entrata in vigore dal primo novembre 2018.

Lo si legge in una nota dell'Antitrust. In base alla nuova policy «è richiesto un supplemento di prezzo per il bagaglio a mano (trolley), che rappresenta tuttavia, spiega, un onere non eventuale e prevedibile per il consumatore che dovrebbe essere ricompreso nella tariffa standard».«Di conseguenza, secondo l'Antitrust, la richiesta di un supplemento per un elemento essenziale del contratto di trasporto aereo, quale il bagaglio a mano, fornisce una falsa rappresentazione del reale prezzo del biglietto e vizia il confronto con le tariffe delle altre compagnie, inducendo in errore il consumatore».

In base alla decisione dell'Authority, Ryanair e Wizz Air dovranno quindi sospendere provvisoriamente ogni attività diretta a richiedere un supplemento di prezzo, rispetto alla tariffa standard, per il trasporto del 'bagaglio a mano grande' (trolley), mettendo gratuitamente a disposizione dei consumatori, a bordo o in stiva, uno spazio equivalente a quello predisposto per il trasporto dei bagagli a mano nell'aeromobile.

Le compagnie, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", il 60% dei viaggiatori non sarà interessato dai cambiamenti.dovranno comunicare all'Autorità entro 5 giorni le misure adottate in ottemperanza a quanto deciso.

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(31 ottobre 2018)

Giovedì, 01 Novembre 2018 06:24

Gotha si reinventa - dall'8 all'11 novembre a Parma

Gotha si reinventa tra old master, arte contemporanea, Petitot e un Arturo Martini "ritrovato". Fiere di Parma punta sull'antiquariato e rinnova lo storico appuntamento. In arrivo buyer da Russia, America e centro Europa.

(Parma, 31 ottobre) – Oltre 60 gallerie internazionali e 300 opere d'arte tra Old Master e Novecento: ci sono ad esempio un prezioso Bureau Plat alla maniera di André-Charles Boulle del XIX secolo, un cofanetto de XV secolo della Bottega dei Trionfi Romani (1480 - 1490), ed una mosaico bizantino del V secolo.
Poi c'è il Novecento, con le tele di artisti come Filippo De Pisis, Tullio Crali, Guido Reni, e Giovanni Boldini (il suo "Ritratto di donna seduta" è quotato 350 mila euro), solo per citarne alcuni.

La 14° edizione di Gotha che prenderà il via giovedì 8 novembre a Fiere di Parma è questo: un mix virtuoso di artwork di altissimo antiquariato e arte moderna per strizzare l'occhio a nuovi pubblici.

"Opere che hanno un percorso così illustre sono particolarmente preziose e, se combinate con l'arte moderna, possono ulteriormente attirare nuovi target di pubblico attenti appunto all'arte come forma di investimento - afferma Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma. Siamo dunque partiti dal concetto di rarità ma anche di conformità per riposizionare Gotha, concetti che abbiamo sviluppato inserendo nel format anche un'area dedicata espressamente alle opere notificate."

Tra le novità assolute dell' appuntamento internazionale di Fiere di Parma figura infatti la sezione dedicata alle opere notificate: si va da "Le tentazioni di S. Antonio Abate" (1590-1595) di Camillo Procaccini, ad un armadio da sacrestia di metà '700 (proprietà Fondazione Cini) fino alla tempera del "Compianto su Cristo morto" del XVI secolo.

"Abbiamo costruito questa sezione e in generale la nostra offerta - prosegue Auricchio- pensando ai privati ma anche ai musei che a Gotha potranno così acquistare opere per le loro collezioni con la stessa logica con cui i curatori vengono inviati ai grandi appuntamenti mondiali".

Gotha si rinnova in una congiuntura di mercato favorevole.
Sarà l' effetto traino del Salvador Mundi di Leonardo acquistato nel 2017 da un privato per 450 milioni di dollari. Sarà il potere di emulazione di Victoria Beckam, (ex Spice, modella, moglie del calciatore David) della quale sono circolate le foto del suo show- room con inaspettate opere "Old master" appese ai muri, sta di fatto che l'arte antica ha riacceso l'interesse di collezionisti (giovani) e degli investitori.
Secondo un recente report dell'ArtTactic basato su interviste a mercanti d'arte antica, è emerso infatti che il 63% afferma di aver aumentato le vendite nei primi sei mesi del 2018 mentre solo il 13% parla di decrescita. Gli intervistati hanno inoltre riferito che il 41% delle vendite effettuate sono state realizzate con clienti nuovi e sempre più giovani.

E se l'arte antica è tornata alla riscossa - nel 2017 secondo uno studio Artprice ha capitalizzato vendite per 1,075 miliardi di dollari con un aumento del 92,6% sulla stagione precedente - Gotha risponde con un intenso programma di incoming che porterà a Parma buyer da mezzo mondo (Russia, centro Europa e USA).

D'altra parte che le fiere abbiano un ruolo fondamentale nel mercato mondiale dell'arte lo dicono anche i numeri: nel 2017 pare abbiano rappresentato il 46% delle vendite tramite intermediari (Report Ubs "The art market 2018).

Le collaterali di Gotha.
La 14° edizione di Gotha vedrà alcuni importanti debutti. Innanzitutto due mostre collaterali che avranno come protagonisti Ennemond-Alexandre Petitot e le opere "riscoperte" di Arturo Martini".
Due mostre sobrie, dagli allestimenti essenziali, che danno volutamente una spallata a qualunque apparentamento creativo per dar voce unicamente ai suoi protagonisti.

La prima, "Tesori del settecento: tre opere donate all'Accademia di Parma", ruota attorno alla figura di Ennemond-Alexandre Petitot, ed è curata dall'Accademia Nazionale delle Belle Arti di Parma. "Oltre a essere opere uniche, di elevato valore economico, - specifica il Professore Carlo Mambriani - i dipinti esposti costituiscono altrettanti tesori "affettivi" per l'Accademia di Parma, in quanto ricevuti in dono tra Settecento e Novecento, ma soprattutto quali testimonianze emblematiche del ruolo che la città Parma e questa istituzione ebbero in campo artistico e culturale sulla cosmopolita scena europea dell'età dei Lumi".

La seconda, "Leone e Leonessa 1935-1936" accende i fari su due sculture ritrovate di Arturo Martini.
L'atrio dell'Università Bocconi è presidiato dal 1941 da due celebri sculture di Arturo Martini, il Leone e la Leonessa . A lungo si è creduto che quelli presenti nell'atrio di via Sarfatti fossero gli unici esemplari fino a quando Paolo Aquilini, Direttore del Museo della seta di Como, e il critico Roberto Borghi non ne scoprirono gli originali in una villa alle porte di Lecco.
"I "Leoni" - specifica il critico d'arte Roberto Borghi - sono tra le sculture più insolite e preziose di Arturo Martini. Sono l'esito di un tentativo di creare opere d'arte con procedimenti industriali, eppure hanno una qualità formale persino superiore a certi pezzi unici. Pensati come sedili da giardino, avrebbero dovuto avere una funzione d'uso, e invece possiedono l'aura di sacralità propria delle sculture delle cattedrali. Arcaici e infantili allo stesso tempo, possiedono una grazia spiazzante".

I talk di Gotha
Collezionismo privato, collezionismo museale: origini a parte, dove sta andando il collezionismo?
A fare il punto della situazione collezionisti, mecenati dell'arte e direttori di musei che si alterneranno da giovedì 8 a sabato 10 novembre nel nuovo programma di talk organizzato da Fiere di Parma e disponibile sul sito www.gothaparma.it .

Ad intervenire saranno lo Storico dell'arte Alessandro Malinverni e il Professore Carlo Mambriani, i collezionisti Lucia Bonnani e Mauro De Rio in un dialogo con il giornalista di Repubblica Antonio Mascolo. E ancora Fabio Bertolo amministratore delegato di Finarte e responsabile del Dipartimento Libri, Autografi e Stampe, Mauro Felicori direttore della Reggia di Caserta e Serena Bertolucci, Direttore di Palazzo Reale di Genova. Un viaggio nel collezionismo che nel racconto di Bertolucci toccherà in particolare lo scultore Maragliano anticipando proprio a Parma i contenuti della mostra che lo vedrà protagonista a Palazzo Reale. Infine Fabio Romano Moroni e Stefano Ridolfi di Ce.S.Ar. Centro Studi Archeometrici.

Tutti gli incontri sono pubblici e organizzati in fiera alla Sala Farnese (pad 4)

Senza abdicare alla sua funzione di business, Fiere di Parma ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione del territorio. In tal senso ha creato Gothanet una rete museale cui hanno aderito le principali istituzioni di Parma e provincia per una promozione integrata di arte, territorio e cultura.
Un esempio di sinergia sarà infatti la collaborazione con il Labirinto della Masone, che inaugurerà proprio durante Gotha la mostra Pagine da Collezione, a cura di Fondazione Franco Maria Ricci e Fondazione Cariparma (11 novembre 2018- 24 marzo 2019).

Gotha chiuderà domenica 11 novembre. 

Per informazioni www.gothaparma.it 

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Mafie. Oggi a Reggio Emilia la sentenza e le condanne del processo "Aemilia". La Regione: "Grazie agli inquirenti e a tutta la comunità regionale che si è schierata con le istituzioni dalla parte della legalità". La Regione ha sostenuto il procedimento stanziando oltre 1,1 milioni per lo svolgimento delle udienze e si è costituita parte civile. Il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Manghi, presente alla lettura del dispositivo.

Bologna -

“Se in passato ci sono state sottovalutazioni o superficialità di analisi rispetto alla penetrazione delle mafie nel nostro territorio, adesso in Emilia-Romagna nessuno si volta più dall’altra parte, negandone il pericolo. Chi lo dovesse fare si renderebbe complice di una realtà che non è più negabile. Questo lo si deve anche al grande impegno che la Regione ha profuso in questi anni fino al sostegno concreto allo svolgimento dei processi sul nostro territorio, alla nostra costituzione come parte civile e con la testimonianza, altrettanto importante, di una comunità regionale che si è schierata senza se e senza ma con gli inquirenti, la Magistratura e gli agenti delle forze dell’ordine impegnati nella battaglia per la legalità, a cui va il grazie di tutti noi. Un fronte unito che va dalle istituzioni ai cittadini che oggi, con la sentenza di primo grado, qui in Emilia-Romagna ha dimostrato tutta la sua grande forza, per un impegno che prosegue in nome dei valori, dei diritti e del civismo che contraddistinguono la nostra comunità”.

È questo il commento dell’assessore alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti, alla sentenza di primo grado del processo “Aemilia”, celebrato a Reggio Emilia contro la 'ndrangheta da quasi tre anni. La Corte, riunita dal 16 ottobre nei locali della Questura reggiana, ha deliberato per i 148 imputati, la condanna per 125, 19 assoluzioni e quattro prescrizioni. Presente in aula alla lettura del dispositivo, in rappresentanza della Regione, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Giammaria Manghi.

“Un plauso particolare- aggiunge Mezzetti- va al Presidente del Tribunale e ai Pm , per la mole di lavoro svolto e per i tempi relativamente rapidi con cui si è arrivati a questa sentenza di primo grado”.

Il processo si è svolto nel capoluogo emiliano anche grazie allo stanziamento di 450mila euro da parte della Giunta regionale, che si sono sommati ad altri 748 mila euro precedentemente stanziati per sostenere la prima fase del dibattimento a Bologna.
La Regione, che si è costituita parte civile in coerenza con l’impegno messo in campo per combattere la criminalità organizzata, durante il dibattimento del processo, ha articolato la propria deposizione su tre filoni: l’impegno, appunto, contro la criminalità organizzata, il danno subito, civile e patrimoniale, e le attività di prevenzione all’infiltrazione delle mafie nell’ambito della ricostruzione successiva al sisma del 2012.

“L’impegno della Regione- ha aggiunto Mezzetti- risale agli anni 90, quando si avviò un’attività di ricerca e analisi nei territori, con numerose pubblicazioni, a partire dal progetto ‘Città sicure’, che puntavano al monitoraggio e alla denuncia della presenza della criminalità organizzata nei territori. L’impegno è proseguito sul fronte della diffusione della cultura della legalità e dell’antimafia con i tantissimi progetti svolti nelle scuole basati sulla partecipazione dei più giovani e nel recupero dei beni immobili confiscati ai boss per riconsegnarli alle comunità locali, progetti sui quali la Regione ha investito negli ultimi anni 3 milioni di euro. E poi ricordiamo l’attività di prevenzione e controllo sulla ricostruzione post sisma in stretta collaborazione con le Prefetture, con l’avvio del meccanismo delle white list, fino al Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabile che abbiamo approvato due anni fa. E proprio in linea con tutto questo, abbiamo voluto che il processo Aemilia si svolgesse qui, nella nostra terra, stanziando 1 milione e 150 mila euro direttamente dal bilancio regionale perché si potessero tenere le udienze prima a Bologna e poi a Reggio Emilia”.

 

L’IMPEGNO DELLA REGIONE CONTRO LE MAFIE

In collaborazione con l’Università di Bologna, la Regione ha finanziato, unica in Italia, una dettagliata mappatura on-line dei beni immobili confiscati alle mafie. Un impegno riconosciuto anche a livello internazionale, per esempio dallo United Nations Office on Drugs and Crime, che include l’esperienza della Regione Emilia-Romagna come una delle buone pratiche promosse dalle Nazioni unite. Inoltre, l’impegno si è concretizzato nel finanziamento di numerosi progetti prima attraverso la legge regionale n. 3 del 2011, dedicata al contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata e al sostegno e promozione della lotta alle mafie e della cultura della legalità, progetti per il recupero di beni confiscati, percorsi formativi nelle scuole, interventi a favore delle vittime e poi del Testo Unico sulla legalità del 2016: dal 2011 al 2018 210 quelli finanziati con un contributo di oltre 4.3 milioni di euro per interventi capillari prevalentemente rivolti a giovani e studenti.

In relazione ai fenomeni di infiltrazione mafiosa che in vari settori delle attività economico-istituzionali si sono manifestati nel corso del tempo in Emilia-Romagna, la Regione ha dunque predisposto norme di contrasto culminate nel Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili, la legge regionale numero 18 del 28 ottobre 2016.

Importante anche il “Protocollo d'Intesa sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati” alla criminalità organizzata ed economica, siglato nel 2017, su proposta del presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, dalla Regione Emilia-Romagna e dai diversi attori sociali e istituzionali del territorio emiliano romagnolo. Fra gli obiettivi, quello di rimettere in circolo il più rapidamente i beni sequestrati alla criminalità e, soprattutto, modalità più ampie di gestione di quelle aziende che vengono sequestrate e poi confiscate, in modo tale da salvaguardare il lavoro e i lavoratori. Si tratta di strumento di soft law (produzione di norme prive di efficacia vincolante diretta) che mira a consentire una rapida, seppur temporanea, assegnazione dei beni immobili e dall’altro, sul versante aziendale, a realizzare progetti industriali in grado di assicurare la continuità dell’attività delle imprese e la tutela dei livelli occupazionali.

 

BENI CONFISCATI ALLA MAFIA IN EMILIA ROMAGNA

A oggi il totale dei beni immobili confiscati in Emilia-Romagna risultano 119: di questi 77 sono ancora in gestione dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata e solo 26 sono già destinati: su 16 di questi sono in corso progetti di riutilizzo per fini sociali su cui la Regione interviene direttamente. Dal 2011 ad oggi sono stati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna 25 Accordi di Programma su 15 beni immobili confiscati cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1.5 milioni di euro.

E ancora: un Protocollo sottoscritto nella primavera di quest’anno tra la Regione e le Prefetture emiliano-romagnole punta rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali e mafiose in Emilia- Romagna. L’accordo migliora lo scambio di informazioni e dati, aumenta i controlli rispetto ad appalti e concessioni di lavori pubblici, servizi e forniture, estendendoli all'attività urbanistica e all’edilizia privata, dove si punterò anche al rispetto della sicurezza nei cantieri e alla tutela del lavoro.

Capitolo importante è quello della prevenzione delle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post sisma. L’amministrazione regionale tra le altre misure ha applicato il protocollo sulla legalità sottoscritto con il Governo e le Prefetture, già in vigore all’epoca del terremoto; istituito l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori lavori (White list) individuando le attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa; realizzato l’anagrafe degli esecutori regionale; esteso le categorie di lavori a maggiore esposizione; sottoposto tutti i lavori pubblici alle Linee guida per il monitoraggio finanziario delle grandi opere (Ccasgo); fornito alle Prefetture e al Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna (Girer) sia l’elenco dettagliato di tutte le aree che sono state acquisite per la realizzazione delle strutture temporanee sia l’elenco delle imprese affidatarie per poter esercitare controlli in corso d’opera. / Gia.Bos.

Regione ER 

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2,2 milioni di risarcimento danni sia alla Provincia di Reggio Emilia sia al Comune di Brescello, mentre a ognuno degli altri quattro Comuni (Bibbiano, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo) costituitisi parte civile insieme a Palazzo Allende sono stati riconosciuti 300.000 euro. La vicepresidente Ilenia Malavasi: "Confermati l’impianto accusatorio e la validità della scelta di costituirci parte civile a tutele delle nostre comunità, offese e danneggiate".

Reggio Emilia -

"La sentenza del processo Aemilia, comminando condanne proporzionate alla gravità dei reati contestati, nonché la validità della scelta di costituirsi parte civile compiuta dalla Provincia di Reggio Emilia e dai Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo, a favore dei quali è stato concesso un risarcimento complessivo di 2,2 milioni di euro". Lo ha dichiarato la vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Ilenia Malavasi, dopo aver assistito questa mattina nell'aula bunker alla lettura del dispositivo.

"Come i nostri legali Salvatore Tesoriero e Federico Fischer del Foro di Bologna, nel corso di questo lunghissimo processo, sono stati in grado di dimostrare, le comunità che rappresentiamo sono state offese e danneggiate, sotto il profilo giuridico e morale , da chi ha cercato di radicare nella nostra provincia metodi e mentalità che non ci appartengono, ottenendo il giusto risarcimento – continua la vicepresidente della Provincia - Oltre ai nostri legali, credo sia doveroso ringraziare anche i giudici e tutti coloro che, a diverso titolo, hanno preso parte a questo processo per il serio e faticoso lavoro svolto in tutti questi mesi".

Nel dettaglio i 2,2 milioni di risarcimento danni, che si aggiungono agli 850.000 euro dell'appello del rito abbreviato del settembre 2017, vanno per mezzo milione sia alla Provincia di Reggio Emilia sia al Comune di Brescello, mentre a ognuno degli altri quattro Comuni (Bibbiano, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo) costituitisi parte civile insieme a Palazzo Allende sono stati riconosciuti 300.000 euro. "Sono somme che utilizzeremo per sostenere e implementare le tante iniziative per la legalità che da tempo Provincia e Comuni stanno realizzando e che continueremo a promuovere, in particolare coinvolgendo i giovani, per ribadire il nostro impegno comune nel tenere alta la guardia contro ogni tentativo di infiltrazione mafiosa", conclude la vicepresidente Malavasi.

Fonte: Provincia di Reggio Emilia

Il talento emotivo è un assioma coniato da Guido Zaccarelli che apre lo sguardo ad una nuova prospettiva con la quale osservare il talento associato alla dimensione emotiva.

Il Talento e le emozioni hanno vissuto nel tempo trattazioni separate legate a stati situazionali interiori dell'uomo o alla vita quotidiana, familiare, sociale o professionale. L'idea di unirli, per creare un valore aggiunto maggiore della somma dei singoli apporti, consente di ampliare gli orizzonti nei quali argomentare il talento dell'uomo e la dimensione emotiva, che combinati insieme, rappresentano un nuovo punto di forza sul quale poggiare e rinforzare anche l'analisi economica per le imprese, che necessariamente dovranno maggiormente prendere in seria considerazione l'assioma "Il talento emotivo".

Il talento sappiamo essere una abilità innata dell'uomo che si differenzia da individuo a individuo e che trova la sua vera identità quando è in grado di esprimersi in tutta la sua pienezza. L'emozione è un moto dell'anima che attraverso lo Spirito sprigiona l'energia del fare. Insieme formano una coppia in grado di impreziosire l'attitudine a valorizzare ulteriormente l'agire dell'uomo. Alla luce di quanto detto, potremmo affermare: «più valore al talento emotivo grazie alla Conoscenza Condivisa® che consente di fare emergere il valore del talento e veicolarlo con le emozioni nella società e nelle aziende».

https://youtu.be/yAIcDg0Vhqw 

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Si è concluso il Sial di Parigi, il Salone internazionale dell'alimentazione, che ha visto la partecipazione di 700 aziende italiane le quali hanno confermato il trend positivo del nostro export agroalimentare durante l'incontro organizzato da Cibus e ICE/ITA con l'Ambasciatrice Italiana in Francia - Il settore si è dato appuntamento a Parma in aprile per Cibus 2019.

(Parma, 25 ottobre 2018) – Si è concluso a Parigi Sial 2018, il Salone internazionale dell'alimentazione, cui hanno partecipato anche 700 aziende alimentari italiane. Una forte presenza che ha testimoniato la vitalità del food and beverage made in Italy ed anche gli ottimi rapporti commerciali tra Italia e Francia, che stanno sviluppandosi in un clima di fiducia e reciproca soddisfazione. La Francia rappresenta il secondo mercato per l'agroalimentare italiano (dopo la Germania) dove esporta le produzioni tipiche italiane, i prodotti della dieta mediterranea e prodotti salutari e bio.

Un mercato che vale 3,3 miliardi di euro (nel 2017) e che nel primo semestre del 2018 è cresciuto del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
 
Cibus ha organizzato una serata all'Hotel Ritz di Parigi cui hanno partecipato: centinaia di manager di aziende alimentari italiane; Teresa Castaldo, Ambasciatrice d'Italia in Francia; Dirigenti e funzionari ICE-Agenzia delle sedi di Roma e Parigi; Giuseppe Ambrosi, Presidente di Assolatte e i vertici di Credit Agricole (azionista di maggioranza di Fiere di Parma). L'incontro ha rappresentato un'occasione per celebrare il successo della delegazione italiana al Sial e per promuovere il prossimo appuntamento dell'agroalimentare italiano: Cibus Connect, che si terrà il 10 e 11 aprile 2019 in Fiere di Parma.



Teresa Castaldo, Ambasciatrice d'Italia in Francia, ha salutato le imprese alimentari italiani che hanno esposto al Sial sottolineando come quello francese sia un importante mercato obiettivo per l'agroalimentare e non solo: la Francia è il primo Paese al mondo per investimenti dall'Italia e lo scambio commerciale tra i due Paesi è di alto valore strategico; oltre all'agroalimentare i settori commerciali più vivaci nell'interscambio sono il design, la aeronautica, la cantieristica e la meccanica.
 
All'incontro ha partecipato anche la Dott.ssa Anna Flavia Pascarelli Dirigente dell'Ufficio Agroalimentare e Vini dell'ICE-Agenzia che così si è rivolta ai presenti: "Trend positivo per l'edizione 2018 del Sial. L'Italia si è riconfermata come primo Paese, dopo la Francia, per numero di espositori esteri presenti alla manifestazione con circa 700 aziende, di cui ben 209 all'interno del Padiglione italiano di 2.800 mq organizzato dall'ICE-Agenzia e al cui interno ha riscosso grande interesse l'area di cooking show curata dalla Scuola di Cucina Alma".
 
Per Giuseppe Ambrosi, Presidente di Assolatte, la Associazione Italiana del comparto lattiero caseario, lo scambio commerciale con la Francia è positivo e sta crescendo: "Abbiamo partecipato con piacere all'incontro di Cibus per l'apertura del Sial per rappresentare non solo le tante aziende italiane del nostro comparto che espongono al Sial, ma anche un settore che fattura più di 15 miliardi di euro l'anno e che esporta il 38% della produzione nazionale casearia all'estero. La Francia è il Paese europeo dove esportiamo di più: vale mezzo miliardo di euro per il nostro settore. I consumatori francesi sono grandi estimatori dei formaggi italiani. Nonostante i freschi siano i principali prodotti esportati, i francesi amano molto anche alternare le loro eccellenze con le grandi DOP italiane, con il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, la Mozzarella di bufala campana e le altre grandi DOP".
 
"Cibus si è trasformato da mero momento espositivo in una piattaforma permanente per lo sviluppo delle aziende alimentari italiane – ha riferito Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma – grazie alla partecipazione a fiere alimentari all'estero e al matching continuo con i buyers esteri nelle diverse geografie e i vari canali. L'appuntamento, dopo Sial, è con Cibus Connect che ha già più che raddoppiato le dimensioni rispetto alla prima edizione del 2017 e ormai ha sancito il ritorno di Cibus all'annualità. Uno dei suoi fattori critici di successo è proprio la data: tutti i visitatori esteri hanno l'occasione unica di visitare le concomitanti fiere Vinitaly e Cibus".


• In copertina una foto dell'incontro. Al microfono Teresa Castaldo, Ambasciatrice d'Italia in Francia, e Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Mercoledì, 31 Ottobre 2018 09:05

KUHN verso il controllo totale di ARTEC PULVERISATION

Il Gruppo KUHN, produttore e distributore di macchine agricole, annuncia di aver firmato un accordo finalizzato all'acquisto di tutte le azioni di ARTEC PULVERISATION

 - Il Gruppo KUHN, leader nel settore della fienagione e raccolta, alimentazione animale, semina, difesa delle colture e della manutenzione del paesaggio, è lieto di annunciare di aver firmato un accordo finalizzato all'acquisto di tutte le azioni della società ARTEC PULVERISATION (ARTEC), con sede a Corpe (Vandea), Francia.

Il KUHN Group è azionista di minoranza di ARTEC a partire dal 2008 e intende diventare a breve l'unico azionista entro la fine del 2018, in seguito all'adempimento delle condizioni della transazione.
Fondata nel 2005 da Jean-Pierre Chevallier, ARTEC è un'azienda specializzata nella produzione di irroratrici agricole semoventi utilizzate per la protezione delle colture, in particolare per le grandi aziende agricole. Nel 2017, i ricavi di ARTEC hanno raggiunto 19 milioni di euro con 60 dipendenti.

Le irroratrici semoventi ARTEC andranno a completare l'attuale offerta del gruppo KUHN relativamente alla difesa delle colture. I prodotti ARTEC continueranno a essere distribuiti sotto il marchio e i colori ARTEC da una rete di rivenditori specializzati, inclusa la rete di concessionari che ha permesso a ARTEC di sviluppare le proprie attività e diventare il marchio leader nel mercato francese.

A seguito dell'acquisizione, ARTEC beneficerà delle competenze e dei mezzi del Gruppo KUHN per incrementare il proprio business sia in Francia che nei mercati internazionali.

Il gruppo KUHN, con sede a Saverne, in Francia, impiega oltre 5.000 dipendenti. Opera in dieci siti produttivi situati in Francia rispettivamente a Saverne, Châteaubriant, La Copechagnière e Chéméré; nei Paesi Bassi a Geldrop; negli Stati Uniti a Brodhead (WI) e Hutchinson (KS); e in Brasile a Passo Fundo (RS) e Sao Jose dos Pinhais (PR). Il gruppo KUHN ha realizzato un fatturato di 966 milioni di euro nel 2017.

Saverne, 27 settembre 2018

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Piacenza, 30 ottobre 2018 - Rimane alto il livello di attenzione dei tecnici del Consorzio di Bonifica di Piacenza per le eccezionali raffiche di vento, le intense piogge e l'innalzamento del Po e dei torrenti appenninici nelle ultime 72 ore.

"Stiamo monitorando l'intero territorio e già dalle primissime ore di oggi siamo intervenuti sulle situazioni di maggior criticità. In Alta Val Trebbia e in Alta Val d'Arda i maggiori danni. I tecnici del Consorzio e alcune ditte piacentine sono al lavoro per ripristinare la circolazione stradale di alcune zone montane", afferma l'Ingegner Filippo Volpe, direttore dell'Area Tecnica del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

A seguire la situazione del territorio.

Zona montana
La situazione più grave si registra in alta Val Trebbia, dove le forti raffiche di vento in comune di Bobbio e di Coli hanno divelto molti tetti e fatto cadere alcune piante causando, tra i vari danni, anche l'interruzione della strada consortile "Vezzera – Pradaglione" che collega Gavi a Fontana in comune di Coli.
Subito riattivata, invece, la circolazione stradale in località Lagobisione di Bobbio grazie all'intervento dei tecnici del Consorzio e di alcune ditte locali.
Per quanto riguarda la parta montana comprendente le valli Nure, Arda e Tidone non si segnalano danni significativi alle infrastrutture viabilistiche gestite dal Consorzio.
Da rilevare, in alta val d'Arda, la messa in sicurezza della strada che collega Santa Franca a Morfasso grazie al tempestivo intervento degli abitanti della zona e di una ditta del posto.

Diga di Mignano (comune di Vernasca)
Non risulta alcun danno alla struttura il cui funzionamento risulta regolare.
Da segnalare solamente alcune problematiche agli impianti di illuminazione e ai ponti radio dovute alle eccezionali raffiche di vento con velocità superiore ai 100 km/h.
Tra sabato, domenica e lunedì sono caduti complessivamente 131 mm di pioggia.
Nella giornata di ieri, 29 ottobre, si è verificato un evento di piena con portata massima in ingresso diga di circa 110 mc/s (metri cubi al secondo) a cui è seguita un'erogazione massima di 25 mc/s.
La quota di invaso è aumentata di circa 9 metri con un volume trattenuto durante l'evento di circa 2 milioni di mc.

Diga del Molato (comune di Alta Val Tidone)
Piogge intense e forte vento non hanno causato particolari danni.
Tra sabato, domenica e lunedì la pioggia caduta è stata di 85mm.
Nella giornata di ieri è stato registrato un incremento della portata in ingresso diga con valore massimo di circa 9 mc/s (metri cubi al secondo) a cui non è corrisposta nessuna erogazione salvo il rilascio del DMV già in corso. La quota di invaso è aumentata di circa 3 metri con un relativo aumento di volume di 450 mila mc.

Città di Piacenza e fascia costiera del Po
Per quanto riguarda gli impianti idrovori di sollevamento meccanico situati lungo l'argine del Po:
l'impianto idrovoro della Finarda, a difesa della città, non è entrato in funzione ma, visto l'innalzamento del Po, da lunedì sera sono state chiuse le paratoie di valle.
L'impianto idrovoro dell'Armalunga, utile alla difesa idraulica della zona suburbana è entrato in funzione sabato notte per l'innalzamento del Nure ed è ancora in funzione.
L'impianto idrovoro di Zerbio, sempre in funzione perché situato in una zona depressa rispetto al livello dei corsi d'acqua ricettori (Po e torrente Chiavenna), ha visto un'intensificarsi sia del volume sollevato che delle ore di funzionamento delle pompe.
Se necessario, pronto ad entrare in funzione anche l'impianto idrovoro di Braciforti di Fossadello.
Sempre a causa dell'innalzamento del livello del grande fiume è stata chiusa questa mattina la paratoria dell'impianto idrovoro di Casino Boschi, nella bassa val Tidone, mentre nel pomeriggio di lunedì sono state attivate le pompe di sollevamento meccanico ed è iniziato lo sfioro nella cassa di espansione in Via Paul Harris a protezione dell'abitato di San Nicolo.
Sul reticolo idraulico funzionale al comprensorio non si rilevano situazioni di criticità ma, sia per i canali che per gli impianti, continua un attento monitoraggio.

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Strada che collega Santa Franca a Morfasso

 

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Strada Vezzera Pradaglione