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Giornata mondiale della lotta all'ictus, "Vedo, riconosco, chiamo": al via la campagna d'informazione e sensibilizzazione della Regione. Testimonial, l'attore e comico Giuseppe Giacobazzi. Lo scorso anno 6.800 persone ricoverate nelle strutture sanitarie dell'Emilia-Romagna, dove per l'ictus ischemico si registra una percentuale di mortalità più bassa (8,7%) rispetto a quella nazionale (10,9%). Dal 2007 presenti specifiche linee di indirizzo regionali per l'assistenza dei pazienti, dalla fase acuta alla riabilitazione.

Bologna -

Ogni due secondi, nel mondo, qualcuno viene colpito da ictus. Può succedere ovunque, anche nella quiete degli spazi-lettura della Biblioteca Sala Borsa, in piazza Maggiore a Bologna, dove il comico e attore Giuseppe Giacobazzi - in una situazione ai confini tra sogno e realtà - interviene e allerta prontamente il 118 per tre casi di ictus, che si verificano uno dopo l’altro.
È proprio Giacobazziil protagonista del video e testimonial della campagna di informazione e sensibilizzazione della Regione Emilia-Romagna, presentata oggi alla stampa a Bologna nella sede di viale Aldo Moro.
“Vedo, riconosco, chiamo” lo slogan scelto, con un obiettivo preciso: spingere le persone a individuare in modo precoce e tempestivo i sintomi dell’ictus cerebrale, per poter chiamare al più presto i soccorsi. Perché, in questo caso, anche qualche minuto in meno può fare la differenza.  

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Parliamo di una patologia che, nel 2017, ha visto in Emilia-Romagna 6.800 pazienti con ictus ischemico - erano 7.000 nel 2015 e nel 2016 - ricoverati nelle strutture delle Aziende sanitarie regionali; la stragrande maggioranza è sopravvissuta, mentre il 9% circa (più di 600) è deceduto nei trenta giorni dall’evento acuto; una percentuale che si mantiene comunque contenuta, grazie al ricovero nelle Stroke Unit (Centri urgenza ictus) e al trattamento in Riabilitazione intensiva.

“Con la campagna che presentiamo oggi, in occasione della Giornata mondiale della lotta all’ictus- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- ci auguriamo che si diffonda nella popolazione più consapevolezza sui sintomi ‘premonitori’ di questa patologia, così da incentivare un maggior ricorso al 118 e consentire, a chi interviene, un’assistenza tempestiva e adeguata. In Emilia-Romagna- prosegue l’assessore- disponiamo di una rete d’eccellenza per il trattamento dell’ictus, grazie alle strutture e al personale che vi lavora: fondamentale è potervi accedere in tempi rapidissimi. È altrettanto importante- chiude Venturi- che le persone sappiano quali sono i fattori di rischio e quali stili di vita possono aiutare ad evitarlo, perché la prevenzione riveste sempre un ruolo fondamentale quando parliamo di salute”.

“Credo che sia giusto sensibilizzare le persone a riconoscere gli indizi che portano a un ictus e renderle consapevoli che una telefonata al momento giusto può risolvere un grande problema- commenta Giuseppe Giacobazzi-. Ho partecipato con piacere alla campagna, ci siamo divertiti e sono convinto che abbiamo fatto un bel lavoro. Quello che mi ha entusiasmato di più è che il video invita a riconoscere i primi segni dell’ictus negli altri: ormai, con i nostri cellulari, siamo isolati dal resto del mondo, non facciamo più attenzione a chi ci sta vicino. Invece- conclude Giacobazzi-, guardando in faccia le altre persone, si può dare una mano davvero importante”.

 

ICTUS: COS’È, COME SI MANIFESTA

Quando il cervello, in seguito alla chiusura o alla rottura di un’arteria, non riceve più sangue (ischemia) o viene inondato da sangue “stravasato” da un’arteria rotta (emorragia) si verifica l’ictus cerebrale. Ci sono quindi due tipi di ictus: ischemico (dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale) o emorragico (causato dalla rottura di un’arteria cerebrale).  

Fattori di rischio per l’ictus sono la pressione alta, alcune cardiopatie, il diabete, il sovrappeso, elevati livelli di colesterolo, il fumo e l’abuso di alcol. In altri termini, è lo stile di vita che aumenta in maniera consistente l’insorgenza della patologia. Patologia che si manifesta improvvisamente, con sintomi quali la paralisi, o il formicolio al viso, al braccio e alla gamba; la vista annebbiata o diminuita in uno o entrambi gli occhi; la difficoltà a pronunciare o comprendere frasi; la perdita di equilibrio, la vertigine e la mancanza di coordinazione. 

L’ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza nei Paesi dove è maggiore lo sviluppo economico, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Causa il 10%-12% di tutti i decessi nell’arco di un anno ed è la principale causa d’invalidità e la seconda di demenza. In Italia ogni anno si verificano circa 196.000 ictus, di cui il 20% costituito da recidive (39.000). L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, e la sua prevalenza raddoppia successivamente a ogni decade: nel 75% dei casi si verifica nelle persone con più di 65 anni, ma colpisce, sia pure in misura minore, anche i giovani; si stima che ogni anno il numero di under 65enni interessati da questa patologia sia intorno ai 27.000. 

La mortalità dopo un ictus ischemico,a 30 giorni dal fatto, oscilla nei vari studi a livello mondiale tra il 10 e il 25%. L’emorragia cerebrale ha una mortalità nettamente più elevata (pari al 40-50%, sempre a 30 giorni) rispetto alle forme ischemiche. A un anno dall’evento acuto, un terzo circa dei soggetti sopravvissuti a un ictus, indipendentemente dal fatto che sia ischemico o emorragico, presenta un grado di disabilità elevato
Il trattamento richiede il ricorso a cure d’emergenza e il ricovero in unità di degenza dedicate, le “Stroke Unit”; alcuni ictus emorragici possono essere trattati tramite intervento chirurgico.

 

I DATI DELL’EMILIA-ROMAGNA

Lo scorso anno sono stati 6.800 i pazienti con ictus ischemico ricoverati nelle strutture delle Aziende sanitarie regionali. Per quanto riguarda le modalità di arrivo nei Pronto Soccorso, nel 70% dei casi è avvenuta attraverso il 118, nel 30% con mezzi propri.

Secondo i dati del Piano nazionale esiti, pubblicati nel 2017 e relativi all’anno 2016, in Italia la mortalità a 30 giorniper ictus ischemico è pari al 10,9%, mentre in Emilia-Romagna è dell’8,7%: percentuale che attesta l’efficienza delle modalità organizzative dell’assistenza all’ictus in regione.

 

COSA FA LA REGIONE

Sin dal 2007, la Regione Emilia-Romagna ha recepito le indicazioni dell’Accordo Stato-Regioni del 2005 sull’assistenza all’ictus e ha emanato apposite linee di indirizzo che indicano il percorso integrato del paziente, sia nella fase acuta che in quella successiva: la fase pre-ospedaliera (emergenza-urgenza 118 e pronto soccorso), ospedaliera (ricovero in Stroke Unit e in Riabilitazione intensiva) e post-ospedaliera (riabilitazione post-ospedaliera e lungo assistenza). Nel 2015 è stata confermata l’organizzazione dell’assistenza secondo il modello Hub & Spoke(reti cliniche integrate) per le discipline/attività di rilievo regionale, fra cui la rete delle neuroscienze e dell’assistenza all’ictus: attualmente in Emilia-Romagna sono 13 le Stroke Unit autorizzate all’erogazione della trombolisi endovenosa (10 in reparti di Neurologia e 3 in reparti di Medicina).

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Fonte: regione ER 

 

Editoriale: - Il terrore, l'arma segreta di Bruxelles. - Lattiero caseari. Prosegue la crescita dei formaggi DOP. - Cereali e dintorni. La calma dopo la tempesta - Piogge in arrivo, la bonifica svuota i 1500 km di canali della rete nel parmense - Nobili SpA - All'avanguardia nella tecnologia e nell'organizzazione. - Ferrarini: in corso contatti per l'ingresso nella compagine sociale di nuovi soggetti industriali e finanziari - November Porc alle porte di Sissa, prima tappa del tour gastronomico, con molte novità -

SOMMARIO Anno 17 - n° 43 28 ottobre 2018
1.1 editoriale
Il terrore, l'arma segreta di Bruxelles.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Prosegue la crescita dei formaggi DOP.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La calma dopo la tempesta.
4.1 sicurezza idraulica Piogge in arrivo, la bonifica svuota i 1500 km di canali della rete nel parmense
4.2 ambiente Terminati i lavori di difesa idraulica a Case Ravazzoli di Gropparello
5.1 crisi ferrarini Ferrarini, la crisi continua. Oggi incontro al Ministero.
5.2 lavoro sfruttamento Sfruttamento di manodopera: denunciate 4 persone per il reato di caporalato. disposto il controllo giudiziario di 5 società
6.1 imprese modello Nobili SpA - All'avanguardia nella tecnologia e nell'organizzazione.
7.1 champagne eventi Champagne experience 2018
7.2 Ferrarini - incontro a roma Ferrarini: in corso contatti per l'ingresso nella compagine sociale di nuovi soggetti industriali e finanziari
8.1 sicurezza alimentare Decò - Revocato dal Ministero della salute il richiamo dei pomodorini
9.1 Educazione e ambiente "Il Consorzio per la scuola": i progetti formativi della bonifica
9.2 Elezioni consortili Elezioni Consortili - Accertamento dei risultati.
10.1 salute e benessere Muschi meglio della cannabis come antidolorifico.
11.1 eventi November Porc alle porte di Sissa, prima tappa del tour gastronomico, con molte novità.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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Cerchi forati sì, cerchi forati no. La Federazione gioca a nascondino con la soluzione tecnica Mercedes ed intanto Hamilton conquista il quinto titolo iridato. Come Fangio. Alle spalle del solo Schumacher. Siparietto dei commissari a parte, Hamilton merita eccome il titolo 2018. Ferrari fa doppio podio: Vettel è secondo davanti a Raikkonen in una domenica da non dimenticare.

di Matteo Landi

Solo la matematica separava Hamilton dal suo quinto titolo mondiale. Un campionato che fino al Gp del Belgio del 28 di agosto sembrava potesse rimanere aperto sino all'ultima curva dell'ultima gara e che, invece, ha trovato un epilogo vincente per il pilota Mercedes con ben due gare di anticipo sul termine della stagione. Nel mezzo troppi errori da parte della diretta concorrenza targata Ferrari. Una luce che a Maranello si è spenta in quel primo giro del Gp d'Italia, che avrebbe dovuto mettere le ali a Vettel ed invece lo ha spedito all'inferno. Si è riaccesa con la bella vittoria di Austin ad opera del pilota più maturo del box, quel Raikkonen che rimane l'ultimo iridato della casa del Cavallino Rampante. Da quando è iniziata l'era turbo-ibrida la Mercedes ha dominato la scena ed i suoi piloti vincono ininterrottamente i mondiali dal 2014. Dall'anno della svolta regolamentare ad oggi in Ferrari hanno lavorato sodo, compiuto progressi pazzeschi. Non è ancora sbiadito il ricordo delle due Rosse che arrancavano sui rettilinei, umiliate anche dalle Force India. Quanti progressi fino a questa stagione, in cui la Mercedes ha messo in campo ogni arma per battere una Ferrari che si è azzoppata da sola. E forse è questo ciò che brucia di più. Oggi Hamilton raggiunge Fangio, a quota 5 titoli mondiali. Il pilota che porta il n°44 ha complessivamente meritato l'alloro che lo proietta fra i grandissimi della specialità. Dietro solamente a Michael Schumacher ed ai suoi 7 titoli mondiali. Alla fine della corsa messicana Hamilton sorride, salta dalla gioia, malgrado abbia appena terminato una delle peggiori gare della sua carriera: 4°, dietro ai due ferraristi ed a quasi un giro di distacco dal vincitore Verstappen.

Hamilton fa cinque ed eguaglia Fangio. Peccato per quelle ombre

Una gara in cui l'inglese ha costantemente sofferto di problemi alle gomme, dopo che i suoi tecnici hanno deciso di abbandonare ancora una volta, per non rischiare eventuali reclami che avrebbero potuto mettere in discussione l'esito di gara e mondiale, la soluzione dei "cerchi forati". In Messico il comportamente della Federazione ha raggiunto il ridicolo. Prima del Gp degli USA la Ferrari aveva richiesto un chiarimento in merito ai fori individuati sui cerchi Mercedes (soluzione simile a quella bandita a Red Bull nel 2012): una soluzione che permette alle frecce d'argento di evitare un eccessivo surriscaldamento delle gomme, oltre a marginali vantaggi aerodinamici. Il "balletto" della Federazione è stato assurdo ed offensivo nei confronti dei competitors della Mercedes e degli appassionati: prima la soluzione è stata approvata e dichiarata "limitatamente illegale", poi bandita ed infine in Messico permessa, lasciando alle squadre l'onere di sporgere reclamo qualora Mercedes avesse optato per il suo utilizzo. Cosa non avvenuta con il risultato che Hamilton e Bottas sono entrambi sprondati con il passare dei giri. Considerando i benefici che dal termine dell'estate questi famigerati cerchi hanno portato alle vetture anglo-teutoniche, senza dimenticarsi l'ormai quasi dimenticata storia degli pneumatici con battistrada dallo spessore ridotto portati da Pirelli a campionato in corso, il titolo di Hamilton è meritato ma porterà per sempre con sé delle ombre. Che gli uomini di Charlie Whiting avrebbero potuto evitare con una gestione più "professionale" di quanto già citato. Detto questo è bene ribadire che Hamilton avrebbe molto probabilmente vinto lo stesso il titolo perchè, a differenza dei diretti avversari, l'inglese non ha mai sbagliato, prendeno punti preziosi anche nelle giornate storte.

In Messico Red Bull mette le ali

In Messico la squadra terza forza del campionato ha...messo le ali. Su un tracciato posto a più di 2.000 metri di altitudine, situazione che assottiglia il gap fra le power unit, Red Bull ha ottimizzato il rendimento di telaio e sospensioni, mettendo in mostra le proprie qualità aerodinamiche. Sabato Verstappen puntava a diventare il più giovane poleman della storia. Tutto sembrava venirgli incontro. Pochi avrebbero pensato che a rovinargli la festa sarebbe stato il compagno Ricciardo. L'australiano, estromesso dalle riunioni tecniche, il pilota che conta più ritiri stagionali per motivi tecnici ed in Renault dal 2019 (per la disperazione), ha tirato fuori il coniglio dal cilindro stampando un giro epico. A poco è servito ai fini della gara, visto che si è ancora una volta ritrovato costretto alla resa con il motore in fumo. Ma è stato importante per il suo morale, nuovamente scalfito dalla perentoria vittoria del compagno Verstappen. L'olandese ha approfittato di una partenza poco felice di Ricciardo ed ha preso il comando difendendosi egregiamente da Hamilton. La lotta per la vittoria è finita lì. Nel finale la bella rimonta di Vettel avrebbe potuto mettere un pò di pepe alla gara ma l'ennesima virtual safety car ha di fatto chiuso le ostilità.

Ferrari, un doppio podio che addolcisce la giornata

La Ferrari, nella gara che spegne i sogni iridati di Vettel, è riuscita a portare entrambe le macchine sul podio. Bene sia Vettel che Raikkonen, entrambi autori di prestazioni convincenti in una domenica che nei primi giri sembrava potesse diventare nera ed invece ha "avvicinato" nel mondiale costruttori la Casa di Maranello al leader Mercedes. 55 punti separano ancora le due contendenti. Sembrano tanti, e forse lo sono, ma con ancora 86 potenziali punti da assegnare la lotta rimane aperta. E se in Mercedes avranno anche nelle ultime due gare i problemi di gomme verificatisi nel continente americano la Ferrari potrebbe chiudere la stagione con qualche altra soddisfazione. Intanto celebriamo Lewis Hamilton da Stevenage, capace, in carriera, di vincere 71 gare, ottenere 81 pole position e ben 5 titoli iridati.

Alfa Romeo-Sauber a punti ed è ottava nel mondiale. Vandoorne: finalmente una buona domenica

Detto delle prime tre squadre del campionato meritano di essere menzionate la bella prestazione ottenuta dal duo Alfa Romeo-Sauber, con Leclerc settimo ed Ericsson nono e la finalmente consistente gara di Vandoorne, addirittura ottavo. Parlare con entusiasmo di un risultato al margine della zona punti è abbastanza imbarazzante per McLaren, un marchio storico plurititolato, ma tant'è. Il pilota belga, velocissimo nelle categorie propedeutiche, era approdato in F1 nel 2016, sempre con McLaren. Ha avuto la sfortuna di guidare per la squadra inglese nel suo periodo più difficile, dovendo inoltre affrontare la scomoda convivenza di box con Alonso. Al termine del campionato Vandoorne si trasferirà in Formula E: è riuscito a lasciare un piccolo segno prima dell'abbandono della massima Formula ma il suo talento avrebbe meritato molto di più. In una F1 che, come in Messico, vede ben 11 vetture staccate di almeno due giri dal vincitore chiedere di più risulta difficile per pilota di media classifica.

Fra due settimane sarà Gp del Brasile

Dopo due domeniche consecutive di gare il Circus si prende quella che una volta era la consueta pausa agonistica e tornerà fra due weekend in Brasile. Su un circuito ricco di storia e tradizione sarà interessante vedere come si svolgerà la sfida al vertice. Un Hamilton saziato dall'ennesimo titolo conquistato ed un Vettel, libero da una pressione che quest'anno si era fatta asfissiante, dovranno comunque continuare a lottare per l'ultimo importante obiettivo: la conquista del titolo costruttori. Una competizione poco sentita dagli appassionati, un titolo determinante per l'economia della squadra che lo conquista. Ai tempi in cui la Williams correva al vertice, il patron Frank lo considerava l'obiettivo principale della stagione. Per la Ferrari sarebbe un toccasana ed il risultato che concretizzerebbe il suo ritorno ai livelli che contano. Ah, a Maranello manca dal 2008!

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 28 Ottobre 2018 15:47

Serie A: un Parma inerme viene travolto a Bergamo

I crociati subiscono una lezione di calcio nel secondo tempo dall'Atalanta perdendo per tre a zero agli Atleti Azzurri d'Italia. Un autogol di Gagliolo spiana la strada ai padroni di casa che chiudono poi i conti con i goal di Palomino e Mancini su calcio d'angolo.

Parma, 28 ottobre 2018 - di Luca Gabrielli - 

C'è veramente poco da salvare della prestazione fornita a Bergamo dagli uomini di D'Aversa che resistono un'ora, imbrigliando il gioco dell'Atalanta ma poi crollano dopo il comico autogoal di Riccardo Gagliolo, spianando la strada agli attacchi della "Dea".

Il copione della gara si vede fin dalle prime battute con i nerazzurri a condurre il gioco e il Parma in attesa nella propria metacampo che cerca di approfittare di un errore dell'avversario per colpire in contropiede. Mossa tattica che sta rappresentando la squadra ducale dall'inizio del campionato con il compito principale di innescare la freccia nera Gervinho e concedere il meno possibile all'avversario di turno.

L'ivoriano torna dopo l'infortunio che l'ha frenato per tre settimane ma gioca forse la più brutta partita da quando è a Parma, non riuscendo a sfruttare la sua velocità nelle ripartenze e sbagliando l'unica occasione ghiotta del match dei crociati nel secondo tempo sullo zero zero a due passi dalla linea di porta. Come già detto i crociati chiudono il primo tempo non subendo più di tanto la manovra avvolgente degli uomini di Gasperini ma nella ripresa cambia l'antifona con i padroni di casa che spingono sull'acceleratore e trovano l'erroraccio di Gagliolo che gli spiana la strada per il vantaggio.

Il difensore sbaglia un facile passaggio al limite dell'area regalando il pallone ad Ilicic che non ci pensa due volte a tirare, Sepe respinge come può ma sul rimpallo sfortunato Gagliolo spedisce la palla nella propria rete. Per il difensore italo-svedese è il secondo errore consecutivo dopo il rigore procurato la scorsa settimana nel finale di partita contro la Lazio. Dovrà ritrovare serenità e concentrazione nei prossimi giorni, aiutato sicuramente dal compagno di reparto Bruno Alves, anche ieri impeccabile come sempre.
L'Atalanta approfitta del regalo e da qui in poi non si ferma più trovando il raddoppio e poi il terzo goal entrambi su calcio d'angolo grazie ai difensori centrali Mancini e Palomino, abili a sfruttare le loro qualità aeree e chiudendo di fatto la gara.

Preoccupante involuzione dei crociati nelle ultime settimane

La pausa per le nazionali non ha per nulla giovato al Parma che ha perso sia contro la Lazio in casa che contro l'Atalanta in trasferta. Per carità, si può perdere contro squadre di caratura assolutamente superiore ai crociati ma a preoccupare sono le prestazioni fornite dagli uomini di D'Aversa, apparsi svogliati e sempre in balia dell'avversario. Non si può giocare per novanta minuti nella propria metacampo e sperare che Gervinho risolva sempre la partita con uno sprint dei suoi.

Serve un cambio di mentalità e di prestazioni perché continuando su questa strada si rischia seriamente di perdere fiducia e venire risucchiati nel vortice delle squadre che lottano per salvarsi. La speranza è che i giocatori non si siano fatti distrarre dalle ultime vicissitudini societarie che hanno visto un capovolgimento inatteso delle quote in favore di Barilla e Pizzarotti a discapito del presidente cinese Lizhang. Un fulmine a ciel sereno che potrebbe aver creato più di un pensiero a D'Aversa & Co.

Il Parma domenica prossima non potrà più sbagliare e vincere al Tardini contro il Frosinone, agli ultimi posti in classifica, per riprendere il cammino verso una salvezza tranquilla.

Pubblicato in Calcio Parma
Domenica, 28 Ottobre 2018 09:28

Il terrore, l’arma segreta di Bruxelles.

La strategia è ormai evidente. Generare il terrore sulla popolazione per mettere in apprensione il Governo e indurlo a chinare la testa alle richieste insane di Bruxelles.

di Lamberto Colla Parma 28 ottobre 2018 -

Torna il tam tam dello spread e delle ripercussioni di quel temutissimo numero sui conti degli italiani. Sui mutui, sostengono i suoi infidi sostenitori, degli italiani ci saranno pesanti ricadute. E uno dei più forti sostenitori di questa "palla galattica" è l'ex Ministro Martina e attuale segretario del PD, lo stesso che si infuriò per l'azione del governo a sfavore dei portatori di disabilità, dimenticando che quella operazione l'aveva realizzata il Governo Gentiloni, quindi con lui al ministero dell'agricoltura.

L'attacco al Governo italiano è totale e continuativo. Almeno tre alti funzionari europei, ogni giorno, alternano le loro invettive sulla manovra economica e anche le inqualificabili agenzie di Rating son tornate, 7 anni dopo il pressante lavoro ai fianchi operato ai danni di Berlusconi, a lanciare le loro macumba, raggiungendo vette ridicole allorquando declassano l'Italia ma, come fatto da Moody's, mantengono costante l'Outlook. sarebbe come se il medico dicesse al paziente, non ancora malato, "prenditi sto olio di ricino" o "sta purga" e fatti un "tre clisteri al giorno".

In tutto questo bailamme di sproloqui stupisce ci sia anche la voce di Berlusconi, della Gelmini e di Tajani, di quella Forza Italia che venne devastata dallo spread a 600 nel 2011 e che oggi avrebbe invece interesse a prendersi la rivincita sostenendo il suo partner, non si sa per quanto tempo ancora, perché presto o tardi tutti i forzisti passeranno in Lega di Matteo Salvini.

Il terrore è perciò l'arma in mano all'establishment per annientare l'Italia al più presto, prima delle elezioni europee.

In caso contrario si potrebbero sommare due effetti catastrofici per i "mandarini di Bruxelles" come li ha etichettati l'editorialista del WSJ:
1. l'ira di Salvini diventerà contagiosa e i vari Juncker e Moscovici verranno definitivamente sepolti;
2. se la manovra economica italiana dovesse avere un effetto positivo, la trojka & C. e le teorie delle manovre correttive all'insegna dell'austerity verrebbero spazzate via con conseguenze presumibilmente drammatiche per l'UE.

Obiettivo irrinunciabile è quindi fare cadere questo Governo che sta minando l'intera Europa, quella che ha tradito i valori dei suoi fondatori!

Eppure qualcosa si muove a favore dell'Italia.

In mezzo a questo tiro incrociato al governo gialloverde, nelle scorse ore si è invece schierato l'autorevole Wall Street Journal (WSJ) titolndo "I MANDARINI UE LASCINO CRESCERE L'ITALIA"
Come riportato da Dagospia richiamando www.affaritaliani.it  "I mandarini di Bruxelles hanno scelto di fare la battaglia sbagliata contro Roma" e ancora più avanti "Se Bruxelles vuole veramente vincere una battaglia sul bilancio - spiega l'editorialista - dovrebbe preoccuparsi meno di dubbiosi target di bilancio e più delle politiche che aiutano l'Italia a crescere". Già, perché non solo sarebbe gravissimo secondo il Wsj che all'Italia venisse imposta una sanzione pari allo 0,2% del pil, ma anche che fosse costretta a rinunciare alla flat tax pro-crescita. "In ambedue i casi, Roma potrebbe dire con ragione che i burocrati non eletti di Bruxelles stanno fermando la volontà degli elettori italiani' aggiunge il Wall Street Journal, secondo il quale "merita" sostegno la flat-tax proposta dal vicepremier Matteo Salvini: "Nessuno alla Commissione Europea sembra in grado di distinguere fra tagli delle tasse che aumentano gli incentivi alla crescita e spesa che non lo fa".

Ecco un primo incoraggiamento a proseguire sulla strada del cambiamento, addirittura incentivando a sbilanciare la manovra verso la Flat Tax e quelle operazioni, giustamente un po' più spregiudicate, utili al rafforzare la ripresa dell'economia italiana che, nonostante tutto, è ancora una delle 10 più forti al mondo.

Infine, ma non da ultimo, anche Putin ha lanciato un salvagente all'Italia dichiarando la sua disponibilità a acquistare i Titoli di Stato nazionali, in barba alla macumba dello spread.

Chissà che le streghe rimangano intrappolate dai loro stessi riti satanici!

(Foto Giuseppe Conte con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT messe a disposizione da Palazzo Chigi)

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(Ultima copertina dell'edizione cartacea del quotidiano economico)

 

(per restare sempre informati sugli editoriali)

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 28 Ottobre 2018 08:55

"Particolare" Interpretazione della Pace Fiscale

"Particolare" Interpretazione della Pace Fiscale - La legge sarebbe più favorevole per gli evasori?

di Mario Vacca Parma 27 ottobre 2018 - Leggendo tra le righe il decreto cosi detto "Pace Fiscale" parrebbe formulato per premiare i grandi evasori nonostante le reiterate dichiarazioni della maggioranza circa un provvedimento che aiutasse i contribuenti motosi a uscire dalla crisi.

In effetti chi ha debiti con il Fisco generati dal mancato versamento di tasse, potrà ricorrere alla rottamazione ter, per regolarizzare la posizione pagando per intero la somma dovuta ma senza sanzioni e interessi, e con una rateazione particolarmente favorevole con un massimo di 10 rate in cinque anni.

D'altra parte, chi è andato oltre al non pagare ed ha occultato somme imponibili, potrà mettersi in regola con la dichiarazione integrativa (un condono a tutti gli effetti) che favorisce il "contribuente" con uno sconto molto consistente, un'aliquota del 20%.

C'è da chiedersi come non imputare tutto ciò ad una vera e propria incongruenza del decreto fiscale, almeno cosi come impostato sin'ora.

Dopo le varie liti parlamentari, che potrebbero portare a rivedere alcuni punti della legge, parrebbe che rimarranno inalterati i termini generali della dichiarazione integrativa e della rottamazione ter.
La rottamazione ter riguarda tanto coloro che hanno aderito al provvedimento di definizione agevolata 2017, che potranno avere una rateazione più favorevole rispetto a quella attualmente prevista quanto tutti gli altri contribuenti, in relazione alle cartelle affidate agli agenti della riscossione fra il 2000 ed il 2017.

Come le altre definizioni agevolate accordate sin'ora si pagheranno per intero le tasse dovute, ma senza sanzioni e interessi di mora.
Con la dichiarazione integrativa si permetterà di regolarizzare capitali occultati purché rientrino entro il limite del 30% dell'imponibile dichiarato, fino a un tetto di 100mila euro, il tutto applicando un'aliquota del 20%.

Il tetto di 100mila euro si riferisce a ogni singola imposta e a ogni periodo fiscale. La sanatoria si applica a imposte sul reddito di persone fisiche ed imprese, addizionali, contributi, IVA. Saranno sanabili gli ultimi cinque anni fiscali.

Volendo concretizzare un esempio, ci si potrebbe riferire ad un fantomatico contribuente che abbia occultato 100 mila euro tra reddito ed iva per cinque anni, e che potrebbe fare emergere 500 mila euro, pagando una tassa del 20% sempre se lo scostamento rientri nel 30% della differenza.

A questo punto si apre un'interpretazione secondo la quale la legge sarebbe più favorevole per gli evasori che non per i contribuenti che hanno dichiarato onestamente le loro attività.

Pubblicato in Economia Emilia

La società Dela utilizza impronte digitali dei morti per scopi commerciali. Una strategia commerciale che appare un po' troppo borderline.

L'azienda olandese Dela, specialista in assicurazioni e servizi funebri, prende le impronte digitali del defunto senza il permesso dei loro parenti. Lo ha scoperto la radio olandese, Radio 1.

Dela, che è presente anche in Belgio, usa queste impronte digitali per scopi commerciali. Dela prende queste impronte digitali senza che un parente del defunto sia presente, pochi giorni prima del funerale. Poche settimane più tardi, i parenti ricevono una e-mail Dela chiedendo loro se vogliono creare un anello o un ciondolo con catena con l'impronta digitale del defunto.

Per un prezzo che oscilla tra 124 e 1.320 euro. L'azienda non specifica nel suo messaggio commerciale come e per quanto tempo vengono conservate le impronte digitali. Dela è attiva anche in Belgio. Non è noto se la pratica sia applicata solo nei Paesi Bassi. Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" si augura che questa prassi macabra non si diffonda nel resto d'Europa.

( 27 ottobre 2018 )

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Domenica, 28 Ottobre 2018 07:32

Il successo o il flop dell'organizzazione a matrice

Le persone che desiderano entrare in contatto con una azienda dovrebbero preventivamente analizzare, verificare e documentarsi sul modello organizzativo implementato al proprio interno e chiedersi, onde evitare spiacevoli sorprese in futuro, quale tipo organizzazione è stata adottata, se verticale, orizzontale oppure a matrice.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 27 ottobre 2018 - Per molti può essere intuitivo immaginare il funzionamento di una azienda piramidale che agisce grazie all'adozione di una linea di comando verticale con ruoli e funzioni precise e unica direzione dell'agire organizzativo.

Le linee verticali svolgono azioni funzionali con a capo i vari responsabili, acquisti, amministrazione, ricerca e sviluppo dalle quali discendono i reparti o i servizi. Allo stesso modo agisce il modello organizzativo orizzontale le cui linee d'azione sono legate alla divisione aziendale (tipiche sono i prodotti) con a capo i responsabili di prodotto ( A, B, C, ) o di progetto ( A, B, C, ). Molto difficile diventa ipotizzare come funziona un'azienda che ha adottato uno schema a matrice.

Per procedere occorre riferirsi all'immagine ben rappresentata da una rete da calcio, da pescatore o da internet (la rete delle reti). Lo schema di base è composto dalla combinazione delle linee di comando verticali e orizzontali che s'intersecano su più livelli funzionali e operativi detti nodi. Il nodo rappresenta il processo, definito come un insieme complesso di azioni e di attività compiute dall'uomo, o dalla macchina, per realizzare un determinato prodotto, o servizio, per raggiungere un fine. Dietro al nodo c'è l'uomo con le sue conoscenze, competenze e capacità personali, professionali e relazionali che consentono l'esecuzione del processo. Il risultato finale dipende fortemente dalle proprietà in seno all'individuo.

Come funziona un'azienda a matrice e cosa avviene nella realtà? Il responsabile della divisione ricerca e sviluppo (linea verticale) ordina di procedere in una determinata direzione e impartisce le azioni da intraprendere alla propria linea gerarchica, che scendendo a valle, incontra sul proprio percorso alcuni nodi creati dalla intersezione con altre linee orizzontali. Il responsabile della funzione prodotto (linea orizzontale) impartisce le proprie disposizioni seguendo la propria linea gerarchica. Gli ordini, purtroppo, vengono diramati con tempi e modalità differenti, raggiungendo, con tempi e modalità differenti, i singoli stadi intermedi (i nodi delle rete) ai quali il lavoratore deve rispondere con la massima tempestività. Le linee d'azione non comunicano tra di loro lasciando nella mani del lavoratore la responsabilità della gestione, che dopo strenui tentativi di ottenere riscontri, blocca ogni singola attività fino quando l'informazione è priva di ambiguità. Nasce il caos che regna sovrano nell'azienda e tra i lavoratori.

La confusione genera stress, portando la persona a vivere un forte disagio psico-fisico che si riflette in tutti gli ambienti in cui l'individuo opera ed entra in relazione. Come esempio, prendiamo un lavoratore al quale viene chiesto di svolgere quotidianamente un determinato numero di controlli, su attrezzature di vario tipo e di riportare i risultati delle singole indagini in un report finale. Il dover dare riscontro tempestivamente, e contemporaneamente, a differenti responsabili dell'azione svolta e il dover attendere i riscontri puntuali di conferma o smentita delle attività intraprese, o la richiesta di un supplemento di indagine, obbliga il lavoratore a ridurre il tempo dedicato al controllo e spesso a trascurare aspetti che possono incidere pesantemente sul risultato finale delle azioni messe in campo. Tempus fugit. Rallentare, o procrastinare, le risposte può essere fatale per il processo e per le persone che lo governano.

I riscontri devono arrivare nel minor tempo possibile e ricevere una gestione attenta e puntuale per favorire il lavoratore nella gestione efficiente ed efficace delle azioni e delle attività. Questi comportamenti, nel tempo, pregiudicano il benessere delle persone aprendo le porte alla disaffezione lavorativa e all'assenza dal lavoro con forti ricadute sul welfare sociale. Ecco apparire sulla porta d'ingresso principale dell'impresa l'outsourcing che è indipendente dal clima organizzativo.

L'organizzazione a matrice fa perno sulla elevata professionalità del lavoratore che consapevole delle proprie abilità, diventa nodo attivo del processo decisionale: riceve le informazioni e gestisce le priorità relazionandosi con il responsabile delle singole linee per raggiungere gli scopi aziendali. Riceve ordini trasversali e anziché fermare il processo organizza le informazioni ricevute si fa carico di promuovere tutte le azioni necessarie, (comprese quelle di raccordo con i vari responsabili) che avvallano in questo modo il procedere. Fare matching questo poterebbe essere lo slogan del lavoratore di una azienda a matrice. Nella realtà questo non succede, o succede molto di rado. L'azienda, quando assume un lavoratore, dovrebbe avviare un percorso formativo interno teso a illustrare il modello organizzativo adottato dall'impresa, i punti di forza e di debolezza, affinché le persone possano ritrovarsi e identificarsi con le azioni da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi definiti nel piano strategico.

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli.

 

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 28 Ottobre 2018 06:30

Muschi meglio della cannabis come antidolorifico.

Test sui topi hanno mostrato che il perrottetinene penetra più facilmente nel cervello e svolge una maggiore attività antinfiammatoria rispetto al THC

Non solo il THC della cannabis, ma una sostanza simile proveniente da alcuni muschi si è dimostrata più efficace per ridurre dolori e infiammazioni. Questi muschi della famiglia delle piante epatiche provengono da Giappone, Nuova Zelanda e Costa Rica e contengono un principio attivo chiamato perrottetinene, dalla struttura chimica analoga al tetraidrocannabinolo, più comunemente noto come THC.

La scoperta che per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" è meritevole di diffusione perché sfata alcuni falsi miti, è stata illustrata nella rivista Science Advances e realizzata da ricercatori bernesi e zurighesi. In particolare, le equipe di Jürg Gertsch, dell'Università di Berna, e di Erick Carreira, del Politecnico federale di Zurigo, hanno comparato a livello biochimico e farmacologico le due sostanze.

Ne è scaturito che, sul piano medico, quella all'interno dei muschi è superiore a quella della cannabis. Test sui topi hanno mostrato che il perrottetinene penetra più facilmente nel cervello e svolge una maggiore attività antinfiammatoria rispetto al THC.

Fra l'altro, presenterebbe minori proprietà psicoattive e agirebbe contro il dolore allo stesso modo degli endocannabinoidi presenti nell'organismo umano. Per molto tempo, si pensava che la cannabis fosse l'unica a produrre THC. Nel 1994, il giapponese Yoshinori Asakawa ha scoperto il perrottetinene nella pianta epatica Radura perrottetii. «È stupefacente che solo due generi di vegetali, separati da 300 milioni di anni nella storia dell'evoluzione, contengano cannabinoidi psicoattivi», ha detto Gertsch, citato in una nota odierna del suo ateneo.
(25 ottobre 2018)

Di LGC Parma 27 ottobre 2018 - Come è ormai consuetudine, questa notte, intorno alle 3, le lancette dovranno tornare un'ora indietro , per far tornare i nostri ritmi biologici alla normalità.

Ma è proprio su questo aspetto che si fa forte la proposta del nostro "Vate" UE Jean-Claude Juncker che vorrebbe abrogare l'ora solare e mantenere per sempre l'ora legale.

La proposta della Commissione prevede che i singoli Stati possano scegliere l'ora che preferiscono entro aprile del 2019. Chi intenderà applicare l'ora legale effettuerà l'ultimo cambio a fine marzo 2019, mentre per chi deciderà di adottare l'ora solare quello della notte tra sabato 27 e domenica 28 ottobre sarà l'ultimo spostamento di lancette. La proposta sarà discussa prima dagli altri organismi comunitari e poi eventualmente dai singoli Stati.

La possibilità di scegliere liberamente una delle due soluzioni potrebbe provocare una segmentazione dei fusi orari in Europa anche in senso latitudinale, potendo i Paesi del NORD preferire l'ora legale piuttosto che quella "civile o solare" o viceversa. Una libertà di opzione che potrebbe produrre ulteriori difficoltà al traffico merci e agli scambi in genere, ma non solo.

Con tutti i problemi che deve affrontare l'UE questo era il meno urgente, mentre si fa più urgente il cambio del "manico" e della "testa" di quest'Europa malandata.

Che sia l'ultima volta per Junker?

Pubblicato in Cronaca Emilia