Giovedì, 06 Luglio 2023 06:09

Carmine contro Golia, la vittoria di un lavoratore non pagato da Poste Italiane In evidenza

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Di Giulia Bertotto Roma, 5 luglio 2023 (Quotidianoweb.it) - Carmine Pascale è nato a Montella, un paese del Sud Italia in provincia di Avellino, ha 32 anni, da quando ha lasciato gli studi vive di contratti brevi e di lavori occasionali.

Ma la sua storia è segno di riscatto importante per molti giovani nella sua condizione di precarietà: Carmine è un po’ un moderno Davide contro Golia, perché è riuscito a vincere la sua causa contro i soprusi sul lavoro subìti da Poste Italiane. La sua vicenda interessa non solo tutti i lavoratori dipendenti, ma tutti i cittadini italiani, in quanto Poste Italiane è un’azienda controllata dallo Stato; l’efficienza dei suoi servizi e la correttezza verso i suoi dipendenti riguarda quindi tutti senza eccezioni.

Pubblichiamo parte del comunicato che ci ha inviato e l’intervista che gli abbiamo rivolto.

“Quello di Carmine Pascale è uno dei primi casi in Italia. All’esito dell’udienza dell’1 giugno 2023 tenutasi presso il Tribunale di Pistoia, il giudice, oltre a concedere la provvisoria esecuzione parziale al decreto ingiuntivo richiesto e ottenuto dagli avvocati Rocco Bruno e Gerarda Pennella del foro di Avellino, in favore del lavoratore irpino Carmine Pascale che aveva effettuato, nei mesi di marzo e aprile 2022, ben 77 ore di straordinario senza essere pagato da Poste Italiane SpA perché, a detta datoriale, non era stato autorizzato, formulava alle parti una proposta conciliativa secondo la quale l’azienda avrebbe dovuto pagare al lavoratore tutte le ore di straordinario oltre spese legali maturate.

E così è stato. Poste Italiane ha provveduto al pagamento degli straordinari non autorizzati per l’importo lordo di 1.147,04 euro comprensivo di interessi e rivalutazione monetaria, oltre spese legali pari a 656,60 euro in favore dell’ex dipendente che si dichiara molto soddisfatto sia dal punto di vista della giustizia che umano, rimarcando l’aspetto morale della vicenda: «mi auguro che questo precedente possa essere da esempio per tutti i lavoratori che nel corso degli anni sono stati sfruttati dall’azienda non ricevendo la giusta retribuzione per lo straordinario svolto, così come sono stato risarcito io può essere risarcito chiunque» ha dichiarato.

Poste Italiane, ricordiamo, già era stata diffidata lo scorso 15 marzo 2023 dall’Ispettorato del Lavoro di Prato-Pistoia per il mancato pagamento degli straordinari al portalettere Carmine Pascale, dopo che si era vista rigettare il ricorso proposto dinanzi al Comitato per i rapporti di Lavoro presso l’Ispettorato Interregionale di Prato-Pistoia, con cui sostanzialmente rimarcava la non debenza delle somme relative alle ore di straordinario accertate proprio dall’Ispettorato, ritenendo corretta la propria condotta in virtù del fatto che nessuno aveva mai autorizzato il superamento del normale orario”.

L’intervista a Carmine Pascale

Chi è Carmine Pascale, le va di presentarsi ai lettori?

Vivo a Montella, un paesino in provincia di Avellino che, purtroppo, così come tanti piccoli centri specie negli ultimi tempi "vive" il dramma dello spopolamento. E sono proprio i giovani ad andare via, quasi sempre in cerca di lavoro e di nuove esperienze. Ho 32 anni, ho sempre lavorato, fin da quando ho terminato il liceo, perlopiù nella ristorazione nella mia provincia, sempre precario (contratti non regolari, sottopagato etc) e ho deciso di "cogliere" l'opportunità lavorativa offerta da Poste Italiane scegliendo come destinazione la Toscana, in particolare la provincia di Firenze, poiché lì risiedono i miei amici di infanzia oramai tutti emigrati per lavoro! Sono stato assegnato al recapito di Pistoia e ho accettato un contratto per due mesi, marzo e aprile 2022. Il contratto non mi è stato prorogato, anche perché mi sono "lamentato" fin da subito delle condizioni di lavoro riscontrate. Non ne ho fatto un dramma, perché non avrei mai voluto fare il postino a tempo indeterminato e pure un'esperienza temporanea a quelle condizioni sarebbe stata dura da accettare, anche per un questione di dignità e di orgoglio, di persona prima ancor di lavoratore. Quindi ho denunciato quello che ho "trovato" nelle opportune sedi e dopo alcuni mesi sono tornato al mio paese! Sono uno studente tuttora iscritto alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Salerno, non mi sono mai laureato, sospendendo gli studi. Un giorno mi piacerebbe riprenderli e conseguire la laurea.

Come ha fatto a vincere questa causa, quale è stata la chiave che le ha permesso di dimostrare la sua posizione come parte lesa e quindi ricevere l’adeguata retribuzione che le spettava?

Solitamente per dimostrare il lavoro straordinario svolto e non pagato è necessario avere ei testimoni, ma nel mio caso non è stato necessario perché essendo provvisto di un badge magnetico con cui timbravo le entrate e le uscite dal lavoro, ho potuto richiedere un prospetto di tutte le timbrature svolte e così è stato possibile accertare le settantasette ore di lavoro straordinario da me svolte e non retribuite nei mesi di marzo e aprile 2022 per l’azienda Poste Italiane.

Perché talvolta (non sappiamo con certezza il numero di lavoratori coinvolti) questi straordinari non vengono pagati?

I lavoratori con contratto a tempo indeterminato, sicuri della loro posizione possono rispettare l’orario previsto dal proprio turno. Oppure chiede lo straordinario per portare a termine il lavoro non completato. Per quanto riguarda invece i lavoratori con contratti brevi spesso si lavora fino al completamento delle consegne affidate, sforando spesso di diverse ore l’orario previsto dal contratto. Questo straordinario non viene pagato perché  non è espressamente autorizzato dai responsabili, bensì viene considerato una scelta del lavoratore, e in virtù della mancata autorizzazione è prassi diffusa non pagare lo straordinario svolto.

Consideriamo che Poste Italiane ogni anno assume migliaia di lavoratori precari attraverso una massiccia campagna di reclutamento a tempo determinato. Parliamo di contratti che solitamente hanno la durata di due mesi, prorogabili fino a 12 mesi secondo il Decreto Dignità.

Coloro che maturano più di sei mesi di servizio possono poi accedere ad una graduatoria per la stabilizzazione. Insomma le nostre Poste sembrano guadagnare parecchio da questi straordinari non autorizzati! Oltretutto su tali straordinari non pagano tasse quindi il guadagno è ancora maggiore in una catena di profitto in cui i cittadini ci perdono, il lavoratore anche e da cui l’azienda trae invece vantaggio.

Il suo è un caso degno di nota perché può costituire un precedente giuridico clamoroso nel mondo del lavoro.

Spesso si tende a lavorare gratis e a rinunciare ai propri diritti. Si va dal rinunciare al pagamento delle ore extra fino all’accettare di lavorare in condizioni di rischio per la propria incolumità fisica in virtù dell’agognato posto fisso. Il lavoratore sa che se rivendica i propri diritti il suo “indice di gradimento” nella scala del datore di lavoro scende nella classifica e così sacrifica i propri diritti per ottenere almeno, forse, in futuro, una stabilità salariale. Questo il meccanismo psicologico e sociale alla base di questo rapporto insano che si crea tra molte aziende e i loro dipendenti. Io mi sono lamentato fin da subito per le condizioni di lavoro a cui ero sottoposto, a partire appunto dal mancato pagamento degli straordinari.

La sua è anche una rivendicazione politica, nel senso migliore del termine, quello di una lotta nell’interesse della collettività e di coloro che vengono sfruttati  sul posto di lavoro.

Sì lo è, è anche una lotta contro quelle menzogne funzionali al mantenimento del potere di chi è in una posizione più forte su chi è in una posizione più debole; potere che la società civile dovrebbe limitare in virtù del diritto.

In un paese in cui molti giornali scrivono che i giovani non hanno voglia di lavorare, mentre politici (solitamente di destra) strumentalizzano la presenza dei migranti per dire che la disoccupazione e il precariato ci sono a causa di immigrati che “rubano il lavoro agli italiani”, permettere ad un’azienda statale -attraverso partecipazione maggioritaria al 65%- di far lavorare gratis per ore tanti suoi dipendenti è inaccettabile. Lo è sul piano giuridico, civico ed etico.

Intervista a Carmine Pascale, un precedente giuridico importante per tutti i lavoratori che non hanno ricevuto gli stipendi per le ore di lavoro straordinario