Martedì, 05 Settembre 2023 07:41

Salute: l’affare dei ricchi, una trappola per tutti In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 4 settembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Come può un uomo voler distruggere un altro suo simile senza pensare che nel farlo, demolisce anche tutto quello che milioni di uomini hanno costruito in tanti secoli?

Gli interrogativi sono davvero tanti, ma la prima risposta è evidente: costoro si credono degli onnipotenti senza spirito, guidati solo dall’essenza del profitto a scapito di tutto, anche di vite umane.

Il loro mantra è sempre lo stesso, usano la paura per colpevolizzare, il ricatto economico per dominare e soprattutto, la falsa informazione per indottrinare e manipolare la realtà.

Il loro “gioco” è sotto i nostri occhi tutti i giorni e non si preoccupano nemmeno più delle regole, tanto sono riusciti a rendere “credibile” che la malattia sia la nostra nuova filosofia di vita.

Il danno principale che è stato fatto è quello di aver fatto credere a una parte della popolazione di abitare in un corpo malato, e nella bolla dello stato di angoscia in cui dimora, s’illude di aver bisogno di guarire.

Ed ecco che allora entra in campo la salvifica pozione vaccinatrice che trasforma uno stato di salute immaginario, in una realtà di sana e robusta costituzione.

Ma la domanda continua ad aleggiare: perché un manipolo di uomini devono convincere una massa di loro simili a percepirsi malati?

Semplice, per il loro profitto che è collegato alla realizzazione di una costante dipendenza da somministrazione farmacologica, imponendo poi un sostanziale “benessere umano” dipendente da linee guida sanitarie che permetteranno poi una vita sociale tra simili controllati a distanza.

Un’enorme operazione finanziaria camuffata da tutela della salute alla quale non può mancare la componente emergenziale, condita di ogni mostruosità angosciante.

È la politica globalista della salute come benessere di tutti, salvo essere invece un affare per pochi ricchi e una trappola per tutti i popoli.

Ma l’elemento peggiore di tutto questo è che l’argomento malattia è diventato oggi il primo veicolo comunicativo sul quale confrontarsi e funge da tramite tra individui per riconoscersi nel sistema sociale.

Il concetto di salute, di sentirsi bene, non è più definito dal nostro medico curante, quando lo si riesce ad avere, ma dal volere l’uomo inserito nella società, attraverso la sua farmaco-dipendenza e che soprattutto non faccia più a meno dell’illusione di sentirsi malato.

La ricerca, la medicina stessa negli anni hanno fatto e continuano a fare passi da gigante e allora, per quale ragione continuiamo ad assistere quotidianamente ad un’informazione che “lavora” per avere l’uomo sotto costante sedazione da farmaco-dipendenza?

Liberiamoci quanto prima dalla logica di essere (s)oggetti-malati, ipnotizzati dall’illusione di una felicità immortale, per rafforzarci come popolo pensante.