In questo modo, la modernità ha aperto le porte al relativismo teoretico, presupposto del conseguente relativismo morale e giuridico. Se, infatti, si nega l'esistenza di una verità assoluta, di conseguenza non esistono valori morali e giuridici assoluti. Pertanto, la proclamazione dei diritti umani nelle Costituzioni o nei Trattati internazionali, o meglio la loro positivizzazione, lungi dall'attribuire loro qualunque concretizzazione e universalità, evidenzia solamente il loro fondamento contingente ed arbitrario.
La modernità, detto diversamente, ha accolto il principio di libertà in luogo del principio di verità. Il ritorno, allora, al diritto naturale classico ed al realismo di matrice aristotelico e tomista consente di recuperare la verità del bene e del giusto. É bene ciò che corrisponde alla natura dell'ente uomo, alla piena realizzazione di ciò che lo rende quello che è.
Negare che vi siano inclinazioni naturali che sono funzionali a conseguire alcuni fini connaturati nell'essere (ad esempio, la ricerca della Verità, vivere in una comunità organizzata, mettere a frutto i propri talenti nell'ambito dell'esercizio dell'attività lavorativa, l'apertura alla vita etc.) significa cadere nell'indifferentismo, per cui è indifferente per l'uomo perseguire alcuni fini piuttosto che altri.
Eppure, questa impostazione mostra tutta la sua debolezza argomentativa: se per l'uomo fosse indifferente l'apertura alla vita, si metterebbe in discussione la continuazione della specie e, quindi, la sua stessa sopravvivenza, se per l'uomo fosse indifferente vivere in modo isolato dagli altri o in comunità, perché il linguaggio, la parola, il pensiero che favoriscono il confronto dialettico e l'aiuto in caso di necessità (essere curati in ipotesi di patologia) etc.?
Tutto questo non significa affatto non riconoscere la dimensione storica in cui l'uomo si viene a trovare: essa costituisce un vantaggio per il diritto naturale il quale, nel divenire della storia, si lascia sempre più studiare in quanto la storia stessa ne amplia le applicazioni.
La legge naturale, dunque, non è avulsa dalla realtà, ma è in contatto con essa.
Questo richiede un'antropologia realistica alimentata dall'apporto positivo di tutte le scienze umane. Un’antropologia oggi sostituita dal funzionalismo della persona, dall'essere la stessa un progetto continuamente in fieri ...