A seguito della pandemia da Covid 19, ma in realtà già da prima, si è estesa l’importanza del concetto di equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il progetto attivato dall’azienda emiliana di trasporto pubblico ha un valore complessivo di circa 500 mila euro ed è stato selezionato e co-finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le Politiche della Famiglia, nell’ambito di un bando nazionale finalizzato a migliorare la qualità di vita dei lavoratori. SETA è l’unica azienda italiana di trasporto pubblico su gomma ad aver ottenuto questo riconoscimento.
Nella nave si è aperta una falla, ma il mare, in religioso silenzio, aspetta che i marinai la riparino, perché possa riprendere a navigare sulle onde della felicità.
Giacomo Rizzi, architetto
di Guido Zaccarelli Mirandola 8 gennaio 2020 - Incontro spesso imprenditori che hanno fatto la storia delle loro imprese e giovani promesse che hanno creato, o stanno creando, la loro fortuna personale, e professionale, con impegno, volontà e determinazione, ma soprattutto con tanto entusiasmo, coinvolgendo anche le famiglie nei loro progetti.
Lo scopo è realizzare il proprio sogno: creare qualcosa con le proprie mani che rimanga nel tempo e consenta ad altri di condividere il successo. Per fare questo dicono «occorre essere resilienti». Negli ultimi anni, la parola resilienza ha trovato il modo per costruirsi una propria identità in molti ambiti della nostra vita quotidiana. Spesso la sentiamo enunciata all’interno di un dialogo tra persone e, in altre occasioni, è proferita nel contesto professionale. Viverla nella pienezza della propria etimologia attraverso il racconto di vita vissuta, da parte di giovani imprenditori ha il sapore dell’antico, che avvolge i ricordi di quanti sudavano e lavoravano duro per costruirsi un futuro migliore. Per quanto mi riguarda, «le nuove generazioni non sono diverse. Agiscono in tempi diversi e con strumenti moderni, ma conservano dentro di sé il DNA di chi li ha preceduti e dai quali hanno ereditato il valore del lavoro e del fare impresa». La resilienza nasce in ambito scientifico per descrivere il comportamento di un materiale di re-sistere ad un urto e di rilasciare l’energia assorbita in tempi variabili. Questa frase può essere similmente riferita al comportamento di un imprenditore che deve contrastare gli urti provocati dagli attori presenti nel mercato di riferimento e trovare il modo per rilasciare l’energia positiva con la quale assolvere in pieno al proprio ruolo di riferimento, impegnato a garantire prosperità alla propria azienda.
La resilienza interviene nel fornire il carburante necessario per affrontare con coraggio le avversità. Facile a dirsi, più difficile da realizzare quando l’imprenditore decide di in-sistere nel proprio sogno nonostante segnali poco incoraggianti lo invitino ad ancorarsi ad un ormeggio tranquillo. «Scegliere di abbandonare i privilegi lavorativi offerti da una splendida realtà aziendale per virare oltre confine e decidere di intraprendere la strada dell’imprenditore non è facile» è quello che sento ripetere dai giovani quando decidono di allontanarsi dal mito casa e bottega, che aveva contraddistinto le generazioni precedenti, per mettersi alla prova e sperimentare, sulla propria pelle, il valore della loro intraprendenza, decisi ad approdare nel mondo imprenditoriale per fare impresa. De-cidere è re-cidere, è come essere sul crinale ghiacciato di una montagna e d’un tratto sprofondare senza accorgersi del perché. «Ritrovarsi dalla sera alla mattina in una angusta realtà aziendale dove partire da zero per apprendere l’arte dell’operare, fa la differenza, non solo al tempo presente, in riferimento alla perdita di benefit, ma anche in proiezione futura, del doman non v’è certezza».
I giovani sanno di vivere nell’era del mutamento, soggetto a variabili che cambiano in modo improvviso, come una barca dove si è aperta improvvisamente una falla …, desiderano mettersi alla prova e sperimentare, come i marinai, il valore delle loro capacità in grado di riparare l’imbarcazione per continuare il viaggio… , per portare alla luce i doni di cui sono in possesso senza farsi condizionare dal posto fisso, dalle debolezze dei mercati o incertezze delle nuove economie. L’unica evidenza è offerta dalla possibilità di gettare le basi dell’apprendere. Per chi vuole fare impresa, affermano, «l’operaio è una figura fondamentale in un qualsiasi contesto lavorativo in quanto esprime “l’arte del fare” grazie all’energia messa in campo dall’ingegno. Per fare l’imprenditore occorre partire dalla base e apprendere l’arte del fare dove attingere le risorse per creare l’impresa del futuro: la bottega è il luogo da cui partire per apprende il mestiere». Agire in modo diverso significa “irrigare il terreno del fallimento”.
L’impresa è il cuore dove nasce e si dispensa l’arte del fare condiviso. Per crescere occorre creare basi solide e durature nel tempo: è lì che bisogna in-sistere per dare forma al proprio sogno ed entrare in possesso della resilienza necessaria per evitare di de-sistere nei momenti meno favorevoli ed entrare a capofitto nella spirale della sconfitta. Il pensiero ricorrente della disfatta apre scenari imprevedibili che sfociano nel dis-astro, ovvero pensare di avere gli astri avversi. Significa abbandonare la nave dell’essere imprenditore per salire a bordo di una zattera in balia del vento che può sopraggiungere all’improvviso. Il sogno a questo punto s’infrange sugli scogli portati alla deriva da un mare in tempesta pur covando dentro di sé il bi-sogno di e-sistere. La vita è e-sistere. L’imprenditore è nato per dare la vita alla propria azienda assolvendo di fatto alla funzione esistenziale di “in-sistere per e-esistere”, indispensabile per adempiere ad una funzionale sociale di creazione di valore e di benessere collettivo.
Un giovane imprenditore: «fare impresa nell’era 4.0 è molto difficile, servono competenze trasversali continuamente aggiornate e polifunzionali al contesto, combinate tra loro con azioni multidisciplinari messe in campo da ogni persona che ambisce ad operare insieme all’interno di gruppi di lavoro coordinati, dove ritrovarsi per identità e senso di appartenenza»
La cultura è l’arte di coltivare la terra da predisporre per la semina e ottenere i frutti sperati. La conoscenza è il frutto che terrà in vita e deciderà le sorti delle nostre aziende nel futuro. Occorre in-sistere nello studio e nella ricerca, ambiti dove formare gli imprenditori del futuro e godere, in senso ampio, della loro e-sistenza resiliente.
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Rivolgo ogni giorno lo sguardo al cielo, mentre navigo in mare aperto, alla ricerca della felicità
Di Guido Zaccarelli Mirandola 17 novembre 2019 - La vita è una lunga strada che si dispiega innanzi a noi offrendo, in dono, all’uomo i frutti della sua presenza quotidiana, da impiegare per dare un senso e “una ragione di vita” alla nostra esistenza terrena.
Al mattino, la strada può aprirsi in discesa e invitare l’uomo a percorrerla a forte velocità, sospinto dalla forza di un vento alato che lo tiene sorretto mentre cammina proteso verso il suo destino. La fatica, in certi casi vissuta tempo addietro, è solo un lontano ricordo e la mente vola accarezzando la brezza di un nuovo giorno che s’appresta ad essere vissuto nella pienezza del tempo.
Altre volte s’appropria di una nuova identità, cambiando la traiettoria precedente, obbligando l’uomo a percorrere una strada completamente in salita, cosparsa di ciottoli dal volto aculeo, che rendono difficile camminare in equilibrio, proprio “dove la notte è l’alba di un nuovo giorno”.
La speranza che tutto questo possa finire all’istante, pone la mente nelle condizioni di guidare l’uomo a elaborare nuove opportunità fino ad indurlo a svoltare l’angolo per intraprendere una nuova strada, forse in pianura o in discesa, ma differente, che lo porta ad esplorare un nuovo cammino. I ripensamenti che possono avvenire dopo aver preso la decisione, sono la cornice che fanno da sfondo alle circostanze che consentono di dare ragione alla mente o di porre fine alla sua “ragione” di decidere sopra ogni cosa, e il tempo, in questi casi, fa la differenza.
Ogni decisione che l’uomo prende è sempre un’esperienza che coinvolge contemporaneamente la ragione e l’istante nel quale la scelta viene effettuata. In molti casi occorre prendere una pausa per riflettere, un tempo che si snoda tra due istanti, fondamentale per riflettere e osservare il mondo nelle diverse prospettive e angolazioni, con lo scopo di interpretare in modo differente l’ambiente nel quale gli individui sono calati e le circostanze nelle quali sono immerse, perché quando credi in qualcosa non puoi fuggire da te stesso.
Spesso gli eventi avvengono in modo contemporaneo, incontrando la mente e il tempo vivere in simbiosi il singolo istante e contribuendo, da prospettive differenti, a ispirare l’uomo nel seguire le indicazioni della ragione o seguire la logica dei singoli eventi che si susseguono, uno dopo l’altro, istante dopo istante, in rapida sequenza.
In tutto questo succedersi di ragioni, che conducono l’uomo a decidere del proprio, e altrui destino, ecco apparire all’orizzonte un’altra “ragione”, quella del cuore che mette a soqquadro la mente e il tempo per prendere possesso della situazione, mettendo in dubbio le certezze e il castello delle credenze costruite con tenacia nel corso della propria vita, sottoposte al vaglio, e al giudizio, dell’emozione e della passione: “è il momento nel quale l’uomo deve rastrellare ogni pezzo di carta che ha lasciato cadere per terra, o scritto sul tavolo o in chissà quale angolo sperduto della casa e unirlo per dare ordine alle idee in attesa di decidere dove andare e cosa fare, per se stesso, ma soprattutto per gli altri”.
Le decisioni si prendono con coraggio, e come la sua etimologia suggerisce, (avere cuore), occorre portare il cuore oltre il confine disegnato dalla mente e dal tempo, perché sono poche le occasioni nelle quali l’uomo ha la possibilità di rivedere le decisioni assunte, per sé e per gli altri e ritornare sui propri passi.
La difficoltà nasce dalla presenza di una nuova realtà, differente da qualche istante prima appena sfumata dietro l’angolo, rendendosi invisibile agli occhi. Solo ascoltando se stessi è possibile dare un volto diverso al proprio destino, soprattutto comprendere che ogni decisione che una persona prende per se stessa, o per gli altri, deve solo portare a migliorare la propria e vita altrui.
La contemporaneità degli eventi che si vengono a creare e delle decisioni che si vengono ad assumere, sono la presa cosciente dell’uomo rispetto al quale nulla poteva essere diverso rispetto a cosa è stato scelto di fare, e come poteva andare perché privo di certezze, rispetto a quell’istante del tempo dove la mente, il cuore il tempo si sono ritrovati per dare un senso e “una ragione di vita” alla nostra e soprattutto “altrui” esistenza terrena: «la mia strada ha un cuore, fallo battere».
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
La felicità è un dono che deriva dal latino arbor felix che produce frutti in abbondanza per nutrire l’anima degli individui e condurli ad una vita eudaimonica.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 9 novembre 2019 - Così i greci pensavano della felicità quando osservano la pianta nel suo lento fiorire che, a stagione matura, donava i frutti del loro suo lavoro agli uomini per saziare il benessere quotidiano. Dono e regalo sono tra loro agli antitesi per il fine a cui entrambi tendono, proveniente dalla etimologia che li proietta nel valorizzare rispettivamente la relazione e l’oggetto della relazione tra le persone.
La felicità nasce quindi nell’uomo quando riesce a dominare il demone cattivo che è in lui (eudaimonica – demone buono) con lo scopo di rendere felice il prossimo con il quale entra in contatto. Erodoto è stato uno storico greco di grande importanza per il valore che egli stesso ha attribuito alla storia, per il modo con il quale raccontava gli accadimenti quotidiani, come fatti legati tra loro da un filo logico, rispetto agli avvenimenti che avvengono uno dopo l’altro seguendo la linea del tempo. Questa diversa interpretazione di raccontare la storia, porta il filosofo a esprimere i fatti in maniera veritiera inserendo circostanze che hanno come sfondo la favola per orientare il comportamento del pubblico in una direzione rispetto all’altra. Lo spazio che si viene a creare, tra queste due dimensioni contrapposte, viene colmato dal lettore che agisce hic et nunc verso una dimensione razionale, se in grado di valutare, e interpretare le circostanze, oppure di seguire l’energia delle viscere che lo guidano istintivamente a prendere una direzione rispetto ad un’altra, sperando nell’eldorado.
Umberto Eco, definito il padre della semiotica interpretativa, in uno dei suoi passaggi sull’uomo, e sul linguaggio dei segni, innanzi al lettore che gli chiedeva come affrontare un testo, gli suggeriva di “riempire ciò che il testo in quel momento non diceva e di colmare lo spazio lasciato in bianco, tra una parola e l’altra, con ogni aspetto personale che lo legava al contesto letterario che stava vivendo”. Le parole, come un libro di testo, non raccontano l’assoluto, ma esprimono sempre una parte di loro, una sponda per realizzarne un’altra dove creare un canale entro il quale fare scorrere la parte mancante di sé.
Con il mutare del tempo anche la felicità subisce differenti interpretazioni. Con Socrate la felicità viene posta come domanda all’uomo: in che modo possiamo essere felici?, lasciando intravedere che l’agire degli individui è influenzato dallo stato d’animo della persone. Uno dei passaggi importanti che appare alla luce di questa semplice disamina è Aristotele che vede nell’autorealizzazione il punto più alto per compiere il proprio demone. I filosofi citati, a semplice fondamento di questa analisi, conducono entrambi ad una riflessione sull’uso del linguaggio per raggiungere uno scopo soggettivo, inteso come un fondamento di benessere collettivo, che potrebbe anche essere frainteso per il modo con il quale viene enunciato. Ecco quindi che la parola diventa uno strumento fondamentale per agire sulla felicità delle persone, perché racconta fatti esposti alla luce della verità o contornata da storie favolistiche, entrambe che appaiono e scompaiono con la stessa rapidità con la quali vengono enunciate e allo stesso tempo contraddette, e per questo, continuamente esposte allo spettro di infinite interpretazioni. Da parte di chi legge e ascolta, nasce un profondo senso di smarrimento e come suggerisce Erodoto, pone in serie difficoltà gli individui tra ciò che sentono e ciò che vedono rispetto a quello che viene raccontato. Il divario che si crea tra questi estremi conduce l’uomo a riempirlo di propri significati che, in carenza di fondamenti, si muovono in direzioni avverse e improvvise. Ecco come oggi appare il mondo dei social ai nostri occhi, diventando il protagonista assoluto dell’ascolto e della visione di chi enuncia fatti di verità rispetto a quelli che li avvolgono nelle storie delle favole. La ricerca della felicità promessa (la favola) rispetto a quella vissuta nella realtà, (la verità), induce inizialmente l’uomo a dare al tempo il valore dell’attesa, lasciando spazio ad una consecutio logica degli accadimenti, in attesa di vedere apparire la verità camminare sotto ai propri occhi rispetto alla favola che svanisce nel nulla.
La disattesa promessa degli enunciati narrati condiziona rapidamente l’agire delle persone che il mondo social fa emergere favorendo la perdita della felicità degli individui, quel frutto che l’albero dona all’uomo per saziarsi di ogni bene. Occorre sempre mostrare il vero volto di sé e agire come Androcolone, un personaggio della mitologia romana, che tolse la spina (la favola) dal piede del leone facendolo tornare buono e felice. Il mondo social è sempre più esposto alla ricerca della felicità, di qualcosa in più che ogni uomo cerca di raggiungere: la verità.
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici:
http://www.anaso.it/2018/03/20/la-felicita-nella-filosofia/
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
“La quotidianità è il modo con il quale l’uomo dà forma alla storia della sua esistenza, di essere coscienza e conoscenza del passato, del passato a noi più vicino come di quello più lontano”.
Di Guido Zaccarelli Mirandola, 3 novembre 2019 - Coscienza e conoscenza camminano insieme ogni giorno per raggiungere la parte più profonda della consapevolezza, in perfetta armonia con il resto della persona. Entrambe si nutrono di dati per diventare informazioni e farsi conoscenza, grazie alla capacità dell’uomo di interpretare correttamente il vissuto, e la realtà circostante, spinto dal desiderio interiore di portare all’altro se stesso per assicurargli lunga vita. I dati e le informazioni, sono replicabili, (una fotocopia di una pagina del giornale), la conoscenza è propria dell’uomo e può essere trasmessa da una persona all’altra in una sequela infinita di passaggi che si spostano in modo lineare sul dorso del tempo seguendo la forma circolare della vita, dove tutto ritorna a sé.
L’uomo sembra apparso per la prima volta sulla terra nella grotta di Sterkfontein (chiamata la culla dell’umanità) quando in prossimità della fine del secondo millennio (1994) è stato scoperto Little Foot (in codice StW573), il più completo fossile australopiteco mai scoperto fino ad ora, in grado di fornire utili elementi alla nascita e allo sviluppo dell’uomo. Un mondo reale che ogni giorno scopre volti sommersi di una storia ancora tutta da raccontare, che ha segnato la vita di intere generazioni di persone, e desidera essere riportata alla luce del sole per narrare la storia del suo passato e renderlo prossimo alla generazione contemporanea. La storia è una catena di montaggio in continuo movimento che trasmette valore e significati condivisi generando vere e proprie rivoluzioni che hanno il pregio di rendere consapevole la conoscenza degli uomini partendo da quegli istanti iniziati (forse) all’ombra di un caverna.
I disegni sulle pareti e la scrittura, in una parola l’Arte, sono i principali protagonisti della storia che consentono all’uomo di riscrivere ogni giorno una pagina nuova della propria vita quotidiana. Scrivere è un’arte per l’energia che trasmette in ogni suo dettaglio venga osservato e sostiene l’uomo a non fermarsi alla sola interpretazione dei fatti e delle apparenze ma lo spinge a cercare sempre più in profondità alla ricerca di quella storia che l’uomo deve conoscere per completare quel patrimonio informativo per accrescere la sua conoscenza del mondo. La storia si trasmette con la scrittura, con i gesti, con i comportamenti, con il passaparola, quando questi ultimi sono in grado di essere riportati nella loro interezza e nella verità sul foglio di carta per godere il privilegio di essere trasmessi nel tempo. I libri di testo sono il fondamento sul quale l’uomo ha fondato la conoscenza per trasmetterla agli altri.
Pensiamo per un momento alla scuola, alla libreria di casa arricchita dalla presenza di testi di vario genere che donano ogni giorno alle stanze delle nostre abitazioni, un respiro sempre nuovo, anche solo quando ci avviciniamo per sistemarlo in altro modo. Un libro preso dallo scaffale e spolverato riporta in noi antichi sentimenti, illumina la mente sulle situazioni pregresse confrontandole con quelle attuali. Le giornate dove lo sguardo era ricurvo su di loro e la soddisfazione nel raggiungere l’ultima pagina e godere del viaggio fatto insieme. Ritrovarlo dopo anni e osservare che quelle parole oggi hanno un significato diverso, ma sempre attuale. La conoscenza del terzo millennio nasce nella grotta di internet per propagarsi in altre culle dell’umanità come tablet, pc e smartphone, apparecchi che vivono una loro realtà autonoma e nel caso di rottura, si disperde nei cunicoli di silicio usato per tenere traccia della storia dell’umanità.
I dati si perdono e le informazioni scivolano nelle viscere della terra dei bit senza avere la possibilità un giorno di essere riscoperti per trasmettere la loro storia. Il diario di un tempo tenuto gelosamente chiuso nello scrigno della propria stanza, diventa un contenitore digitale senz’anima che al primo inciampo perde traccia della storia da raccontare. I programmi dei computer invecchiano in modo precoce e occorre inseguire le nuove tecnologie per mantenere aggiornate le informazioni perché la conoscenza rimanga viva.
Avremo librerie invase da tecnologie vecchie, obsolete e dai colori sbiaditi, carcasse impolverate e prive di vita che non torneranno mai più a respirare, oppure il libro di carta tornerà a rivivere come i dischi in vinile? Credo sia importante riflettere sul valore del libro di carta che rinasce in ogni circostanza, anche a distanza di milioni di anni, dalle cavità terrene e sempre capace di trasmettere il valore autentico della storia dell’uomo per l’umanità, senza perdere di vista la tecnologia.
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
L’uomo fin dalla sua nascita ha osservato le stelle attratto dalla luminosità, e dall’energia, che trasmettevano in ogni circostanza, orientando verso di loro il cammino della propria esistenza.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 27 ottobre 2019 - Il suo unico desiderio è sempre stato quello di superare con lo sguardo, con la mente e con lo Spirito la volta celeste, di andare a visitare e abitare l’oltre, per scoprire l’ignoto trasmesso dallo spazio cosmico che lo circondava, alla ricerca di una Esistenza in grado di confermare l’identità dell’essere umano: chi sono?
L’uomo è un mondo finito che appartiene ad un mondo infinito e ogni giorno cerca di ridurre lo spazio cosmico che lo separa dall’Assoluto. Essendo energia si muove all’interno di un universo in perenne movimento che pulsa, vive e respira grazie alla combinazione di molecole che promanano energia e consentono di camminare sul dorso del tempo seguendo la linea immaginaria del proprio destino, che attira tutti i corpi verso di sé. Momenti che hanno un prima, un durante e un dopo, ma tutti legati tra loro dal filo esistenziale che ha permesso all’uomo di essere protagonista assoluto sulla terra, e che viaggia incessantemente sulla linea del tempo, anch’essa attratta dal proprio destino.
Riflettendo, è lo stesso destino?
L’uomo, fin dagli albori, è spinto da una motivazione interiore che gli suggerisce di seguire la corrente del fiume per raggiungere il proprio destino o è il destino che attira verso di sé l’uomo suggerendogli come dare strada alle circostanze facendo scelte consapevoli in armonia con la propria esistenza? Un cambio di paradigma importante per dare l’opportunità all’uomo di osservare al microscopio la profonda energia interiore di cui dispone, che concorre a dare forma alla sua identità e a suggerire comportamenti lontani, o prossimi, ad un disegno fissato all’origine. Per dirla seguendo le scoperte della fisica quantistica, uno Spazio Quantico o Mondo Quantico, dove è presente un universo ancora sconosciuto che ha portato alla scoperta della “Legge di non-località” dove particelle di energia pur distanti migliaia di chilometri comunicano tra loro nello stesso momento in perfetta coscienza. L’uomo e il destino legati tra loro dalla “Legge di non-località”?
L’equilibro del corpo, della mente e dello Spirito gli consentono di avere una visione chiara di se stesso che si riflette sulla capacità di ascolto delle vibrazioni che gli accadimenti mettono in atto al loro manifestarsi. In tenera età la famiglia, la scuola e la società influenzano l’energia della persona e la conseguente formazione dell’identità, che assume nel tempo i lineamenti (visibili e invisibili) che l’ambiente di riferimento a creato tutt’intorno. Agendo in disarmonia, con chi voleva che fosse fatto altro, s’interrompe la linea che porta al proprio destino, al quale viene chiesto, in fasi successive, un super lavoro per ricostruire in altro modo la strada che l’uomo ha smarrito nel tempo. Ad esempio, la scelta della scuola è una decisione che cambia la vita di una persona. Se viene indotta, rispetto alle proprie legittime aspirazioni, per il mancato appoggio della ragione altrui, si potrebbe innescare nel tempo un vero e proprio fallimento e modificare il punto di forza della propria esistenza personale e professionale. Lasciare agli altri la disponibilità a decidere per se stessi, frantuma l’energia positiva interiore portando l’uomo a vivere un profondo stato di disagio che si riflette nel tempo sull’energia del proprio destino condizionandolo in relazione all’origine. Ci sono momenti nella vita dove, non si conoscono le ragioni delle scelte fatte e decisioni prese. Dentro ogni persona nascono delle sensazioni e si formano delle percezioni, invisibili al mondo, che ascoltate, portano verso il proprio destino che si dispiega ogni giorno in modo naturale verso se stesso, con fatti e circostante imprevedibili che diventano consapevoli solo a loro completa maturazione.
Chi poteva immaginare che scegliendo una scuola, o un tipo di lavoro o la relazione con una persona, il destino avrebbe portato l’uomo in un punto preciso del fiume, al tempo non scritto e non previsto?. Deviare in modo consapevole la strada tracciata, andando in contrasto con l’energia positiva che in quel momento suggerisce di proseguire, significa rispondere di se stessi verso se stessi, allontanando da sé la responsabilità di addebitare al destino il proprio insuccesso. L’uomo deve seguire il corso del proprio fiume, attratto dal destino verso il quale si muove, avendo cura di seguire il corso della navigazione delimitato dai robusti argini disposti per dare un senso compito alla sua esistenza terrena che si muove in uno spazio infinito verso la propria stella.
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/
https://www.fisicaquantistica.it/fisica-quantistica/la-legge-di-attrazione-spiegata-dalla-fisica-quantistica
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Mirandola 20 ottobre 2019 - Frutto di una esperienza pluriennale matura nel campo dell’informatica, della formazione aziendale e universitaria, le video lezioni sono state realizzate dall’autore pensando alle persone e alla possibilità di farle vivere una nuova esperienza scolastica all’interno di una classe, intente a prendere appunti, mentre ascoltano l’insegnante che spiega alla lavagna la lezione del giorno. (approfondimenti e iscrizioni)
Lo scopo è creare le fondamenta e permettere, alle persone che non hanno le necessarie competenze, di accedere al primo livello di conoscenza del mondo digitale. Il libro di testo completa il programma didattico.
Lo scopo è infondere alle persone una nuova modalità didattica per apprendere in modo semplice, ed efficace, l’utilizzo delle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Destinatari
Questo nuovo progetto didattico si propone di accompagnare gli insegnanti, gli studenti e le persone di ogni età ad apprendere, “con metodo e in forma semplice”, il linguaggio del computer, dove acquisire la necessaria fiducia, per procedere ogni giorno sulla via della conoscenza informatica, da impiegare nella scuola, nel lavoro e nel tempo libero. Un programma formativo ed educativo rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Struttura
Il corso è articolato in 10 video lezioni che riportano al libro di testo come supporto fondamentale al programma formativo.
Argomento generale
Le persone per comunicare impiegano il linguaggio dei segni per accrescere il livello di conoscenza tra gli essere umani. L’informatica è una scienza che utilizza un proprio linguaggio che occorre conoscere con metodo per potere comunicare con i computer.
Le video lezioni favoriscono l’apprendimento, e consolidano le abilità, da impiegare per utilizzare le moderne tecnologie della informazione e della comunicazione presenti nella scuola, nelle professioni come nel tempo libero.
Obiettivi
Il programma formativo si propone di accompagnare le persone ad apprendere in modo semplice il linguaggio dei computer e la logica che sta alla base del loro funzionamento riprodotto in ogni dispositivo elettronico presente sul mercato.
Conoscere come funziona un computer agevola la relazione tra gli uomini e tra uomini e le macchine accrescendo il livello delle singole professioni e della società civile per la dimensione etica d’utilizzo.
Metodologia
Video Lezioni con esposizioni teoriche e libro di testo. L’insegnante alla lavagna introduce l’argomento del giorno, propone una breve ripasso della lezione precedente, dà seguito ai nuovi contenuti e conclude con una breve sintesi.
Ogni lezione corrisponde ad un capitolo da adottare per completare il programma formativo.
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Il tempo è uno spazio cosmico che si muove nella dimensione infinita dell'esistenza umana. Intervalli precedenti seguono a ruota istanti successivi che definiscono gli accadimenti vissuti nella sensazione e nella percezione del vivere quotidiano.
Di Guido Zaccarelli Mirandola, 13 ottobre 2019 - Il tempo nasce con il cosmo, da una pulsione di energia che si è diffusa nel tempo fino a raggiungere la dimensione infinita nel quale l’uomo proietta la sua presenza terrena. Ogni parola, o azione, è istante zero, ma è immediatamente istante meno uno e più uno.
La mente rivive il passato, agisce sul presente e proietta l’immagine di sé al futuro. Le emozioni seguono gli stessi movimenti della mente influenzando in modo diverso il valore del tempo. Il passaggio da un istante all’altro non è immediato, ma è ampliato, o ridotto, in base al valore associato al momento: «il tempo è volato via, il tempo non passa mai». Il passaggio da una condizione all’altra esige del tempo che deve essere percorso seguendo una strada ben precisa: vivere il tempo, immersi o da spettatori. Essere immersi significa abbandonare la realtà che ci circonda e vivere il senso dell’abbandono e ogni singolo istante come fosse uno, unico, interminabile e irripetibile. Osservare significa controllare ogni singolo istante nella speranza che lo sguardo possa accelerare l’avanzare delle lancette per raggiungere la punta estrema dei nostri desideri: vivere l’incontro immersi nella ricchezza della relazione, o vivere l’attesa di un parente in ospedale. Tempi che cambiano in base alla sensazione e alla percezione: sostenere una prova d’esame a tempo, vivere l’attesa dell’esame prima della entrata in aula.
Essere sottoposti ad un intervento chirurgico, che prevede la somministrazione totale di un anestetico, vivere l’attesa come paziente ricoverato. Il via vai di persone che affolla il corridoio di un ospedale durante l’ora della visita e la porta della stanza di degenza che si apre e si chiude separando il tempo della vita quotidiana con il tempo della vita da allettato. La porta separa il tempo, aperta sul mondo, che vede le lancette correre senza sosta e dentro le lancette ferme alla stessa ora. L'attesa per il figlio che torna in ritardo rispetto all'orario prestabilito.
Fissare l'orario di un orologio al lavoro quando le condizioni non consentono di esprimere al meglio i propri talenti. Cronos e Kairòs sono le due dimensioni temporali, fondamentali, per condensare, o dilatare, nel tempo ogni singolo accadimento in relazione al contesto la vita. Alcune situazioni vivono l’istante del qui e ora (hic et nunc), e come un soffio di vento, si allontanano rapidamente per disperdersi nell’aria, a stretto contatto con l’infinito, altre rimangono per sempre impresse nell’anima, altre ancora vivono latenti in attesa di trovare una via di fuga e approdare in superficie, dopo aver percorso lunghi tratti al riparo della luce del giorno. Cronos è il tempo che assume le sembianze della persona che muove i sui passi sulla linea della vita ben rappresentato dalle lancette dell’orologio.
Tutto ciò che appare è misurabile, diventando un punto di riferimento, unico e imprescindibile, per valutarle all’interno di una dimensione singola e prospettica. Kairòs rappresenta l’emozione episodica che ha un inizio, un presente e un dopo. Kairòs assegna valore all’azione e condiziona l’insorgere dello stato emotigeno che si manifesta nell’istante esperienziale in grado di condizionare l’opportunità e le scelte. La sensazione definisce l’insieme degli stimoli esterni che raggiungono i recettori somato sensoriali da cui proseguono per essere trasformati in percezioni, un insieme di informazioni utili all’uomo per valutare una situazione in relazione ad un’altra. Il tempo osservato e il tempo percepito sono dimensioni ricorrenti nelle quali l’uomo si trova in ogni istante del tempo.
Pensiamo ad esempio di dovere sostenere una prova di regolarità che prevede di percorrere una distanza ad una velocità dichiarata ad inizio gara. L’atleta, durante lo svolgimento della competizione, non avendo nessun punto riferimento che se stesso, deve necessariamente ricorrere alle sensazioni e alle percezioni, continuamente mutuate con altre dimensioni interne ed esterne all’individuo, necessarie per condizionare il comportamento al miglior risultato possibile. La ragione deve accedere al patrimonio dell’individuo, accogliendo a sé anche le emozioni per renderle partecipi di questo dialogo aperto tra Cronos e Kairòs, tra il tempo osservato e il tempo percepito, con lo scopo di creare una narrazione itinerante in grado di lasciare all’uomo la possibilità di lasciare un segno tangibile della sua presenza sulla strada percorsa della vita nell’unità di tempo.
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell’azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)