Venerdì, 03 Maggio 2024 05:44

Il regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale e l’applicazione militare In evidenza

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Di Mario Vacca Parma, 3 maggio 2024 - Oggi mi preme riportare le parole dell’avv. Laura Turini che tocca un tema cruciale di cui si è parlato troppo poco fin qui: l’applicazione militare dell’intelligenza artificiale, argomento che dall’Ucraina a Gaza è sempre più concreto.

Il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale entrerà in vigore, salvo imprevisti, a maggio e ne sentiremo parlare a lungo. Il suo contenuto è complesso e articolato ma, sostanzialmente, i punti centrali sono due.

Da un lato i buoni propositi. L’AI Act si propone di creare un quadro giuridico armonizzato per promuovere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale garantendo gli interessi pubblici quali “la salute e la sicurezza e la protezione dei diritti fondamentali, compresi la democrazia, lo Stato di diritto e la protezione dell'ambiente”.

Dall’altro la soluzione per attuarli. Un sistema di misure incentrato sulla valutazione del rischio e su cosa fare per mitigarlo.

In questo contesto si prevede che debba esserci un obbligo di trasparenza generalizzato, mentre per i sistemi considerati da alto rischio, che hanno un impatto rilevante sulla vita delle persone, come quelli per la selezione del personale, è previsto l’obbligo di dotarsi di procedure idonee a ridurre i possibili rischi, sia dal punto di vista gestionale che tecnico.

Ci sono poi alcuni settori che sono considerati a rischio inaccettabile e sono vietati. Lo sono, ad esempio, come abbiamo già visto su Appunti, quelli che influenzano il comportamento umano, i sistemi di social scoring e quelli di identificazione biometrica remota in tempo reale.

Colpisce che tra i sistemi vietati non sono inclusi i sistemi di intelligenza artificiale destinati a usi bellici.

Non solo, quando «i sistemi di IA sono immessi sul mercato, messi in servizio o utilizzati con o senza modifica di tali sistemi per scopi militari, di difesa o di sicurezza nazionale» sono del tutto esentati dall’applicazione dell’AI Act.

La motivazione di questa esclusione la troviamo nel Considerando (23) che chiarisce che “per quanto riguarda gli scopi militari e di difesa, l’esclusione è giustificata dall'articolo 4, par. 2, TUE (Trattato dell’Unione Europea) e dalle “specificità della politica di difesa comune degli Stati membri”, mentre per quanto riguarda le finalità di sicurezza nazionale, “l’esclusione è giustificata sia dal fatto che la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza degli Stati membri ai sensi dell'articolo 4, par. 2, TUE, sia dalla natura specifica e dalle esigenze operative delle attività di sicurezza nazionale, nonché dalle specifiche norme nazionali applicabili a tali attività”.

L’Europa ha quindi deciso di non mettersi a tavolino per fare fronte comune sugli strumenti più pericolosi in assoluto, ritenendo che sia il diritto internazionale pubblico “il quadro giuridico più appropriato per la regolamentazione dei sistemi di IA nel contesto dell’uso letale della forza e di altri sistemi di IA nel contesto delle attività militari e di difesa”.

Questo accade mentre, purtroppo, le guerre sono sempre più parte delle nostre vite, con gli scontri in Israele e Ucraina che lasciano ogni giorno sconcertati. Ed è proprio in questi due conflitti che l’intelligenza artificiale sembra svolgere un ruolo non secondario, grazie ad una società americana, Palantir Technologies, specializzata nell’analisi dei big data e che ha ottenuto dal governo degli Stati Uniti oltre 170 milioni di dollari per la fornitura di stazioni terrestri gestite dall’intelligenza artificiale all’interno del progetto Titan, Tactical Intelligence Targeting Access Node.

Palantir ha sviluppato una specifica piattaforma di intelligenza artificiale per aiutare l’esercito in caso di conflitto, sia nella fase di analisi e di scelta degli obiettivi, sia nell’assumere decisioni e organizzare piano di attacco...

Siamo al paradosso che l’Europa non ritiene di avere il potere di intervenire per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale in ambito bellico, ma un privato può farlo.

In tutto questo sorge anche il dubbio che qualche “tragico incidente involontario”, come è stata definita l’uccisione a Gaza di sette operatori di una ONG lo scorso primo Aprile, possa essere frutto di un errore tecnico dell’intelligenza artificiale che prende il nome, non casuale, di allucinazione.

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
 
“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di "start-up", M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.
Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti. 
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.
Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell'innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.
La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a  scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.
La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati  alla carità ed alla fratellanza anche attraverso  club ed associazioni locali. 
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”
 
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